Mafalda adora la sua casa nuova: un enorme divano "da sprofondo" piazzato davanti al caminetto, una cucina con elettrodomestici professionali, chilometri di armadi e scarpiere, vasca ad idromassaggio e TV in un bagno coi colori dell'acqua e dell'oro. Una camera da letto intima ed ovattata, dal soggiorno una terrazza enorme affacciata su un parco silenzioso, con comode poltrone di design ed un tavolone di cristallo che può allungarsi per accogliere, sedute, più persone di quanto ce ne stessero in piedi nel suo bilocale di prima.
E' un privilegio questa casa nuova. Un regalo che si è fatta e che ora si gode pienamente: ogni volta che torna stanca la sera aprire quella porta significa lasciare il mondo alle spalle ed entrare in una dimensione riservata, solo sua, tutta pensata unicamente per avvolgerla di coccole e bellezza. E, per una affamata di bellezza e poco abituata alle coccole come lei, questa sensazione di benessere è davvero una conquista.
Manca ancora qualche dettaglio da sistemare ma si tratta davvero di piccole cose, ora si può dire che la casa sia davvero praticamente finita. Oggi ha persino comprato i fiori per la terrazza! Mentre annaffia le piantine appena sistemate, la sera, nella luce del tramonto, si volta di scatto verso l'interno colpita da un pensiero improvviso: ciò che la fa davvero stare bene di questa casa, si rende conto, non sono tanto i materiali ricercati, gli accessori di lusso o i mobili nuovi ma come tutto questo sia stato armonizzato con quello che lei si è portata dietro da una vita, quella serie di oggetti della memoria che fanno parte di lei come pezzetti del suo corpo.
Li ha accumulati nel tempo ed hanno tutti pari valore. Per questo la vecchia cuccuma sbeccata della bisnonna sta sulla mensola del camino tra la maschera di legno di una vacanza africana e l'antica scatolina intarsiata, regalo di un ex fidanzato appassionato di antichità. Quel piccolo scrigno conteneva un anello. Lei lo aveva rifiutato e la storia si era chiusa lì ma lui l'aveva convinta a tenere almeno la bella scatolina ed ora, riguardando l'oggetto a posteriori, in fila lì insieme agli altri sulla mensola del camino, lo ringrazia mentalmente per avere insistito.
Se nella casa precedente i testimoni dei suoi ricordi erano affastellati, spesso sovrapposti ed in parte anche nascosti dentro ripostigli e cassetti, la nuova ampiezza ed un ordine spaziale ben pensato permettono ad ogni pezzo della sua vita di avere un proprio posto e di essere sempre perfettamente godibile.
Ed è un privilegio non da poco potersi rimirare la vita con un giro dello sguardo. Il vero lusso è quello, non i materiali ricercati dei nuovi arredi. E ci passa le ore, Mafalda, in questa casa nuova, uscendo ancora meno di quanto facesse prima, a godersi le sue "cose". La sua vita sono i suoi ricordi, si rende conto, e niente la fa stare bene che trascorrere il tempo a rimirarseli, a riallacciare i fili della memoria a quelli delle emozioni. Il resto del mondo se ne stia pure fuori.
Anzi, si chiede, rivolgendo di nuovo lo sguardo alla terrazza: ma che cavolo le è venuto in mente di scegliere quell'enorme tavolo allungabile? Se nella casa precedente non invitava mai nessuno con la scusa degli spazi ridottissimi, ora qui si sente libera di non cercare più pretesti: nella casa nuova non inviterà nessuno e basta, perché a lei in fin dei conti la gente, se ci pensa bene, non interessa affatto. Solo quella dei suoi ricordi è affidabile e solo quella le basta.
Quindi quel grande tavolo diventerà l'appoggio di ulteripri nuove piante, che tanto il piano di vetro con terra ed acqua nemmeno si rovina. E lei si godrà le sue cenette individuali all'aperto sul vecchio tavolino pieghevole. Deve recuperarlo dalla cantina, dove durante il trasloco lo ha appoggiato in attesa di affidargli un destino. Anzi: Mafalda poggia a terra l'annaffiatoio, si accomoda sul divano e comincia a consultare la tabella dei colori, quella che ha lasciato in vista sulla consolle lì vicino per ricordarsi di restituirla, prima o poi, all'arredatore.
La rilassa e la diverte scegliere la tinta con cui potrebbe ridipingere quel vecchio tavolino, anch'esso legato ad un ricordo: era stato un acquisto d'impulso, durante un viaggio di lavoro insieme ad una nuova collega arrivata ad affiancarla. Avevano faticato parecchio insieme per incastrare l'ingombrante aggeggio tra i bagagli nel retro dell'auto aziendale. La collega aveva poi finito per cambiare azienda ma loro erano rimaste in contatto per un po', ed ogni tanto ridevano ancora in chat di quel viaggio di ritorno con lo specchietto oscurato dal tavolo pieghevole.
Sì sì, Mafalda ha deciso: questa casa nuova è solo sua e dei suoi ricordi. Tra un paio di mesi andrà in pensione, parenti che sente vicini non ne ha più da tempo, amici veri forse non ne ha mai avuti e quanto all'amore... per carità! Ancora due mesi, quattro giorni e sei ore e poi nulla la obbligherà più a confrontarsi con la gente se non per stupidità operative. Finito tra l'altro anche l'andirivieni di falegnami, elettricisti e imbianchini per gli ultimi ritocchi alla casa, nessun altro poserà più lo sguardo sulle sue cose. Il suo piccolo, enorme mondo privato sarà tutto unicamente per lei, ad avvolgerla e cullarla. Potrà starsene nel suo bozzolo, finalmente in pace.
E sì, con la stessa gioiosa leggerezza Mafalda intanto ha deciso: il tavolino avrà il colore delle prugne, e ci metterà vicino una sedia con il colore delle albicocche, con un tocco di pistacchio pallido per i cuscinetti e una piantina dalle foglie screziate verde scuro e latte a lato, quella punta di colore che ricorda il parco silenzioso al di là del parapetto della terrazza. L'unico pezzettino di mondo con cui, dalla sua casa nuova, le piacerà continuare a parlare.
TAJINE DI CONIGLIO CON FRUTTA E "PUNTA DI VERDE GORGONZOLA"
per 4 persone:
800 g di coniglio a pezzi
600 g di patate
2 cipolle
1 susina
1 pesca
6 prugne secche
6 albicocche secche
1 spicchio di aglio
5 g di zenzero fresco
700 ml di brodo vegetale leggero
40 g di gorgonzola cremoso
4 o 5 rametti di basilico
2 cucchiaiata di pistacchi sgusciati non salati
1/2 cucchiaino di cannella sbriciolata
1/2 cucchiaino di semi di cumino
1/2 cucchiaino di semi di coriandolo
3 grani di pepe nero
2 cucciai di olio di arachide
1/2 cucchiaio di olio di sesamo
sale
Tritare finemente le cipolle, l'aglio e lo zenzero. Legare il basilico in un mazzetto, tenendone da parte un paio di ciuffi.
Scaldare i due oli in una tajine o un tegame di coccio e rosolarvi il coniglio fino a che è dorato su tutti i lati.
Levare la carne dal tegame e nel fondo versare cipolle, aglio e zenzero, cuocendo a fuoco basso una decina di minuti, fino a che le cipolle sono morbide.
Intanto pestare in un mortaio la cannella con il cumino, il coriandolo ed il pepe. Unire le spezie alle cipolle cotte e far insaporire un minuto.
Rimettere il coniglio nel tegame, mescolare bene, unire il mazzetto di basilico e coprire con il brodo. Regolare se serve di sale e cuocere a fuoco basso coperto per circa 35 minuti.
Intanto tagliare le patate a pezzi minutissimi e dividere a filetti albicocche e prugne secche. Unire tutto al coniglio dopo 20 minuti di cottura.
Tritare grossolanamente i pistacchi e tostarli in un padellino antiaderente fino a che profumano, quindi levare subito dal tegame. Ridurre a spicchi la susina e la pesca.
A fine cottura spegnere, stemperare il gorgonzola nel fondo di cottura, che sarà comunque già un po' cremoso per l'amido delle patate, ed unire la frutta fresca. Distribuire nei piatti individuali e servire cosparso con i pistacchi e decorato con qualche fogliolina di basilico.
- rivoli affluenti:
- il colore nell'arredamento ed i suoi effetti sinestesici: il trattato che non ho
maiancora scritto. Questo è un racconto sugli eccessi della memoria ma avrò parecchi modi per riprendere il discorso sui colori. Racconti compresi.
Mafalda mi ricorda tanto una cugina con casa nuova vista lago...
RispondiEliminaIl gorgonzola mi rovina a prescindere qualsiasi ricetta...ma il discorso della tajne, intesa come utensile, mi interessa molto. A quando un post dedicato?
... a sensazione la cugina non ha intenzione di chiudere fuori il mondo, anzi!
RispondiEliminaPer la ricetta: non usare il formaggio ed hai risolto.
Per la tajine: ne ho pubblicato un po' le logiche in diversi post, magari però, hai ragione: ne scriverò uno riassuntivo prevalentemente tecnico.
Un bellissimo racconto molte sono le cose che avrei fatto come Mafalda ma la vita mi ha presentato altre scelte che in fondo mi rappresentano anche se la mia "cuccia " in mansarda ovvero nel mio angolino molte cose nel tempo sono state raccolte. Mi sono ricordata di "una cosa" che ti piacerebbe ci risentiamo a settembre ora troppo caldo li dove la dovrei cercare. Ottimo piatto il taijne purtroppo si è rotto ma on fondo posso fare anche senza le tue istruzioni sono perfette. Buona giornata e prosecuzione per tutto. Ciaoo 😚
RispondiEliminatemo la tua salita in mansarda...
RispondiElimina😆😆😆😆
EliminaCome mi è piaciuto questo racconto! Anche la ricetta, ovviamente, ma il racconto non me lo aspettavo...e leggere racconti, ancora, mi piace più che leggere ricette ;-)
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