Tutto questo svolazzare all'aria aperta mi ha fatto venire il raffreddore, così mi sono dedicata a del cibo terapeutico: qualcosa di molto piccante perchè le lacrime liberassero occhi e naso, qualcosa di dichiaratamente vegetale per il conforto delle vitamine ma anche dolce e maturo per coccolare lo spirito un po' abbattuto, un connubio di estivo ed autunnale che mi riappacificasse con questo clima piacevolmente ibrido ma per questo anche traditore, una consistenza liquida e setosa che mi avvolgesse nel suo calore come in un morbido plaid...
Uno legge fino a qui e si chiede: "ma dove caspita vorrà andare a parare questa?!". Sostanzialmente non lo sapevo nemmeno io... finchè non ho aperto il frigo con in testa una certa predisposizione per quel tipo di piccante "interiore" che non ti brucia bocca e gola ma si insinua provocante dal palato al naso e poi sale fino agli occhi. Un piccante commovente insomma, come il wasabi giapponese o... il curry rosso tailandese!!! Ecco: ho pensato a questo, ho aperto il frigo e mi è venuto incontro il barattolino di pasta di curry thai con fare languido ed ammiccante... Il resto della storia sta nella ricetta qua sotto, l'esito finale è... che il raffreddore mi è quasi passato del tutto!
Naturalmente la preparazione è stata servita con del riso bianco, non solo per evidenti motivi "pratici" di attenuazione del piccante, ma soprattutto per la totale assuefazione da parte mia al concetto orientale di riso come forma base di valore alimentare. L'importanza della presenza del riso su una tavola tailandese è riassunta nel verbo "mangiare", che in tailandese si dice "kin khao", ovvero "mangiare riso". Una ciotola di riso viene sempre posta al centro, circondata da altri piatti e condimenti, ed il pasto comincia proprio con una cucchiaiata di solo riso bianco, a simboleggiare l'importanza del cereale ed il rispetto ad esso portato nella cultura tailandese.
Ora molte tradizioni sono sate travolte dal turismo occidentale che ha condizionato le abitudini nascenti delle nuove generazioni, ma per l'etichetta tailendese classica il cibo viene in genere portato alla bocca con un cucchiaio e ci si aiuta a riempirlo con una forchetta, che però è maleducazione mettere direttamente in bocca, mentre il coltello, per gli stessi motivi già visti in precedenza, alla tavola non dovrebbe proprio apparire. Tornando al riso comunque, in alcune regioni del Nord con quello glutinoso si fanno palline e le si mangia con le mani, perchè si dice che così il riso sia più buono... Che il trucco funzioni in Tailandia come qui succede con le patatine fritte?!
Zuppina in stile thai con uva bianca ed erbette
ingredienti x 4 persone:
20 gr. di pasta di curry rossa o anche verde
400 ml. latte di cocco (meglio quello per preparazioni salate)
300 gr. petto di pollo (o di gamberi freschi sgusciati)
un piccolo mazzetto di erbette (biete da taglio)
1 piccolo peperone giallo
1 grosso pomodoro
20 chicchi di uva bianca
1 cucchiaio di olio di arachidi
2 foglie di kefir
250 gr. di riso thai (o basmati) cotto a vapore, per accompagnare
Tagliare il petto di pollo a dadini grossi come gli acini dell'uva; ridurre il peperone ed il pomodoro a cubetti, le erbette a striscioline e, se si preferisce, privare i chicchi d'uva dai semini con una piccola incisione.
Scaldare l'olio in un tegame alto e tostarvi per 30 secondi la pasta di curry, quindi versarvi metà del latte di cocco e cuocere a fuoco medio sempre rimestando fino a che il curry si è tutto sciolto e la crema comincia ad addensarsi.
Unire il resto del latte di cocco e le foglie di kefir, allungare con circa 100 ml. di acqua, amalgamare bene e portare a bollore.
Unire quindi il pollo ed il peperone, cuocere 5 minuti quindi aggiungere le erbette, il pomodoro e, se serve, ancora un goccio di acqua (se si usano i gamberi unirli insieme alle erbette, dopo i peperoni).
Dopo altri 5 minuti unire l'uva, scaldare per un paio di minuti, coprire spegnere e lasciar riposare ancora un minuto o due perchè tutto si amalgami alla perfezione, quindi suddividere in 4 ciotole e servire con a fianco delle cupolette di riso thai (riso caldo messo in forma in una ciotola e poi rovesciato su un piattino), decorate con qualche strisciolina di zenzero o di foglie di kefir, recuperate dalla zuppa, sciacquate, asciugate e tagliuzzate.
La dose della pasta di curry è meno che dimezzata rispetto alle abitudini tailandesi, ma per il mio palato si tratta sempre di una preparazione aromaticamente un po' piccante, conviene dunque prendere con il cucchiaio un po' di riso e poi intingerlo nella zuppa per raccogliere ingredienti e brodino sempre insieme a del riso. Servire magari il riso in quattro piccole porzioni iniziali e tenere il resto in caldo per eventuali aggiunte successive. Sconsigilate bevande alcoliche o troppo dolci per accompagnamento, l'ideale è dell'acqua fresca, eventualmente profumata con qualche goccia di succo di lime, oppure del tè leggero tiepido e non zuccherato.
Se si evita di allungare il cocco con l'acqua e si aumenta la quantità di pollo, il fondo resta meno liquido e può essere servito anche come spezzatino...
Uno legge fino a qui e si chiede: "ma dove caspita vorrà andare a parare questa?!". Sostanzialmente non lo sapevo nemmeno io... finchè non ho aperto il frigo con in testa una certa predisposizione per quel tipo di piccante "interiore" che non ti brucia bocca e gola ma si insinua provocante dal palato al naso e poi sale fino agli occhi. Un piccante commovente insomma, come il wasabi giapponese o... il curry rosso tailandese!!! Ecco: ho pensato a questo, ho aperto il frigo e mi è venuto incontro il barattolino di pasta di curry thai con fare languido ed ammiccante... Il resto della storia sta nella ricetta qua sotto, l'esito finale è... che il raffreddore mi è quasi passato del tutto!
Naturalmente la preparazione è stata servita con del riso bianco, non solo per evidenti motivi "pratici" di attenuazione del piccante, ma soprattutto per la totale assuefazione da parte mia al concetto orientale di riso come forma base di valore alimentare. L'importanza della presenza del riso su una tavola tailandese è riassunta nel verbo "mangiare", che in tailandese si dice "kin khao", ovvero "mangiare riso". Una ciotola di riso viene sempre posta al centro, circondata da altri piatti e condimenti, ed il pasto comincia proprio con una cucchiaiata di solo riso bianco, a simboleggiare l'importanza del cereale ed il rispetto ad esso portato nella cultura tailandese.
Ora molte tradizioni sono sate travolte dal turismo occidentale che ha condizionato le abitudini nascenti delle nuove generazioni, ma per l'etichetta tailendese classica il cibo viene in genere portato alla bocca con un cucchiaio e ci si aiuta a riempirlo con una forchetta, che però è maleducazione mettere direttamente in bocca, mentre il coltello, per gli stessi motivi già visti in precedenza, alla tavola non dovrebbe proprio apparire. Tornando al riso comunque, in alcune regioni del Nord con quello glutinoso si fanno palline e le si mangia con le mani, perchè si dice che così il riso sia più buono... Che il trucco funzioni in Tailandia come qui succede con le patatine fritte?!
Zuppina in stile thai con uva bianca ed erbette
ingredienti x 4 persone:
20 gr. di pasta di curry rossa o anche verde
400 ml. latte di cocco (meglio quello per preparazioni salate)
300 gr. petto di pollo (o di gamberi freschi sgusciati)
un piccolo mazzetto di erbette (biete da taglio)
1 piccolo peperone giallo
1 grosso pomodoro
20 chicchi di uva bianca
1 cucchiaio di olio di arachidi
2 foglie di kefir
250 gr. di riso thai (o basmati) cotto a vapore, per accompagnare
Tagliare il petto di pollo a dadini grossi come gli acini dell'uva; ridurre il peperone ed il pomodoro a cubetti, le erbette a striscioline e, se si preferisce, privare i chicchi d'uva dai semini con una piccola incisione.
Scaldare l'olio in un tegame alto e tostarvi per 30 secondi la pasta di curry, quindi versarvi metà del latte di cocco e cuocere a fuoco medio sempre rimestando fino a che il curry si è tutto sciolto e la crema comincia ad addensarsi.
Unire il resto del latte di cocco e le foglie di kefir, allungare con circa 100 ml. di acqua, amalgamare bene e portare a bollore.
Unire quindi il pollo ed il peperone, cuocere 5 minuti quindi aggiungere le erbette, il pomodoro e, se serve, ancora un goccio di acqua (se si usano i gamberi unirli insieme alle erbette, dopo i peperoni).
Dopo altri 5 minuti unire l'uva, scaldare per un paio di minuti, coprire spegnere e lasciar riposare ancora un minuto o due perchè tutto si amalgami alla perfezione, quindi suddividere in 4 ciotole e servire con a fianco delle cupolette di riso thai (riso caldo messo in forma in una ciotola e poi rovesciato su un piattino), decorate con qualche strisciolina di zenzero o di foglie di kefir, recuperate dalla zuppa, sciacquate, asciugate e tagliuzzate.
La dose della pasta di curry è meno che dimezzata rispetto alle abitudini tailandesi, ma per il mio palato si tratta sempre di una preparazione aromaticamente un po' piccante, conviene dunque prendere con il cucchiaio un po' di riso e poi intingerlo nella zuppa per raccogliere ingredienti e brodino sempre insieme a del riso. Servire magari il riso in quattro piccole porzioni iniziali e tenere il resto in caldo per eventuali aggiunte successive. Sconsigilate bevande alcoliche o troppo dolci per accompagnamento, l'ideale è dell'acqua fresca, eventualmente profumata con qualche goccia di succo di lime, oppure del tè leggero tiepido e non zuccherato.
Se si evita di allungare il cocco con l'acqua e si aumenta la quantità di pollo, il fondo resta meno liquido e può essere servito anche come spezzatino...
- rivoli affluenti:
- per il galateo tailandese: Judy Bastyra, Becky Johnson, The Cook's Encyclopedia of Thai Cooking, Hermes House/Anness Publishing Ltd.
Preparazione affascinante così come il post. Questo piatto, veramente non posso replicarlo in alcun modo per la mia 'intolleranza' al piccante ma credimi passare di qua e sbirciare le tue creazioni è sempre una boccata di aria fresca. Chapeau al tuo estro creativo!
RispondiElimina@gambetto: anch'io sono refrattaria al piccante... ma quello tailandese ha il vantaggio di non ustionarti il palato e di essere già scodato dopo due minuti, nonostante gli aromi speziati siano invece deliziosamente persistenti... Credo sia una magia!
RispondiEliminaStavo giusto cercando suggerimenti orientali.... Grazie
RispondiElimina@iana: grazie a te... per quel che posso non hai che da chiedere!
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiElimina