Per un lungo periodo questo blog ha occupato una grande parte del mio tempo libero. E' stato un modo per "sparire dalla circolazione" senza assentarmi del tutto dal mondo civile, mi ha permettesso di concentrarmi su me stessa e su argomenti che mi appassionano tagliando fuori dai pensieri alcune brutture quotidiane, di ripiegarmi in un limbo privato senza però chiudermi completamente.
Qualcosa ultimamente è cambiato. Le brutture non sono sparite dalla mia vita, che anzi si è ulteriormente complicata, ma ho cominciato a dedicare anche ad altro il mio tempo libero, rientrando con gesti e rapporti nella dimensione conceta della vita quotidiana senza più il filtro virtuale a proteggermi.
Non so dire se sono più serena. Rientrare nel mondo mi costringe a fronteggiare anche quelle difficoltà che nel mio rifugio ovattato mi permettevo di non guardare. Mi sento insieme più forte, più agitata, più fatalista. Non sono sicurissima del senso di ogni avventura in cui mi sono buttata. Sono di certo più stanca, ora di sera e non sempre convinta che la giornata andasse vissuta così, ma non me ne chiedo la ragione. Ho per tutto una sorta di distacco che lascia filtrare le gioie minute ma impedisce il passaggio di grandi dubbi esistenziali. Ed ogni giorno, alla fine, ha il suo piccolo e nascosto perchè.
Unico rammarico è il sottrarre tempo al blog per quella che è stata da subito la sua essenza. Se si trattasse semplicemente di pubblicare ricette non "subirei" il fattore tempo: ogni giorno comunque cucino per il mio piacere personale ed il mio sostentamento. Fotografare e riportare le dosi delle mie ricette non è niente di complicato, può diventare routine come bagnare le piante o lavarsi i denti...
In realtà ogni piatto ha dietro una serie di motivazioni che mi spingono a desiderare di prepararlo proprio quel giorno. Per i primi mesi il blog non era nemmeno aperto alla lettura altrui, scrivevo in realtà solo a me stessa, per raccogliere insieme alle ricette del giorno le storie che le accompagnavano. Ora la scarsità di tempo libero a disposizione del blog mi costringerebbe a farne un semplice archivio di ricette, ma omettere le sensazioni, gli episodi, le favole, le note storiche e geografiche gli farebbe perdere il significato che personalmente per me riveste.
Alternative?
1) postare frequentemente le ricette con solo brevi note di commento
2) pubblicare i miei soliti post completi molto più raramente di prima
3) trasformare il blog in un diario, in cui racconto cosa combino nel resto del mio tempo, indipendentemente dal legare l'episodio ad una ricetta correlata
4) rivedere le priorità della mia vita attuale con un'analisi profonda ed attenta e redistribuire il tempo libero con maggiore razionalità tra i miei interessi.
La risposta in realtà è semplicissima: al momento non ho alcuna voglia di pensarci ne' di scegliere. Quindi, random, nel prossimo futuro capiteranno post scarsi nel racconto alternati a post polposi ma tra loro molto distanziati (come sta succedendo ultimamente), alternati magari pure a racconti senza ricetta, anche se non ho mai pensato al blog come ad una vetrina personale, dunque l'idea del diario pubblico è quella che decisamente mi interessa meno. Non sarebbe neppure un confronto, come tra sconosciuti in treno in una notte indiana...
Il treno sfrecciava caracollando nella notte. Le sbarre del finestrino erano fredde contro la pelle di Akhila. [...] Lasciò che il pensiero si manifestasse in parole. Le venne in mente che era qualcosa che non faceva da tempo. Esprimere le sue sensazioni, i suoi pensieri, senza doversi preoccupare che un giorno o l'altro avrebbero potuto essere usati contro di lei. [...]
"Le vostre vite sono diverse dalla mia. E sarei sciocca a pensare che, se mi raccontate di voi, della vostra vita, questo mi potrebbe servire da guida per una decisione, E tuttavia..." Akhila si strinse nelle spalle, incapace di continuare, perchè all'improvviso c'era un groviglio nella sua mente. Janaki, che si stava pettinando, s'arrestò e sorrise.
"Perchè sta sorridendo?" le domandò Akhila. "Vedo già un mutamento in lei. Per la prima volta, questa sera, le vedo la vita negli occhi. Posso quasi percepire l'eccitazione che è in lei. Prima quando l'ho vista in piedi al binario, ho pensato: che donna rigida, con mani capaci e viso deciso. Pensavo che fosse una direttrice di scuola o una capoinfermiera".
Nell'ottica di tutti questi vani farneticamenti, oggi il tempo per cucinare e raccontare se ne è totalmente volato, dunque reinterpreto la base di una ricetta già pubblicata per un utilizzo un po' differente. Con un tocco indiano, vista la citazione letteraria...
Per consolare una persona con una gamba ingessata qualche giorno fa ho preparato i biscottini della fortuna farciti di auguri carini e divertenti. Ho utilizzato lo stesso impasto (in pratica questo...) anche per creare delle ciotoline di biscotto, levando dal forno le cialde ancora morbide ed adagiandole sopra una tazzina capovolta, in modo da formare delle vaschette. Una volta raffreddate, le ho riposte in una scatola di latta ed oggi le ho utilizzare riempiendole così:
Fragole ai due finocchietti in ciotoline di biscotto
ingredienti per 4 persone:
500 gr. di fragole
3 cucchiai di zucchero
1 cucchiaio di barbe finocchietto (o di aneto, come ho usato qui)
8 cucchiaiate di panna acida (o yogurt bianco intero)
1 cucchiaio di pan masala o semi di finocchio confettati (*)
pepe al mulinello
4 ciotoline di biscotto come descritte sopra
Mondare le fragole e tagliarle in pezzetti uniformi, spolverarle con due cucchiai di zucchero e lasciarle riposare in frigo coperte per una mezz'oretta.
Miscelare la panna o lo yogurt con il resto dello zucchero, una punta di aneto ed una leggera macinata di pepe.
Al momento di servire distribuire le fragole nelle ciotole di biscotto con il loro sughetto, spolverizzarle con l'aneto, completare con un paio di cucchiai a testa di yogurt e decorare con una presa di confettini. servendo subito in modo che il biscotto non si imbeva troppo.
Qualcosa ultimamente è cambiato. Le brutture non sono sparite dalla mia vita, che anzi si è ulteriormente complicata, ma ho cominciato a dedicare anche ad altro il mio tempo libero, rientrando con gesti e rapporti nella dimensione conceta della vita quotidiana senza più il filtro virtuale a proteggermi.
Non so dire se sono più serena. Rientrare nel mondo mi costringe a fronteggiare anche quelle difficoltà che nel mio rifugio ovattato mi permettevo di non guardare. Mi sento insieme più forte, più agitata, più fatalista. Non sono sicurissima del senso di ogni avventura in cui mi sono buttata. Sono di certo più stanca, ora di sera e non sempre convinta che la giornata andasse vissuta così, ma non me ne chiedo la ragione. Ho per tutto una sorta di distacco che lascia filtrare le gioie minute ma impedisce il passaggio di grandi dubbi esistenziali. Ed ogni giorno, alla fine, ha il suo piccolo e nascosto perchè.
Unico rammarico è il sottrarre tempo al blog per quella che è stata da subito la sua essenza. Se si trattasse semplicemente di pubblicare ricette non "subirei" il fattore tempo: ogni giorno comunque cucino per il mio piacere personale ed il mio sostentamento. Fotografare e riportare le dosi delle mie ricette non è niente di complicato, può diventare routine come bagnare le piante o lavarsi i denti...
In realtà ogni piatto ha dietro una serie di motivazioni che mi spingono a desiderare di prepararlo proprio quel giorno. Per i primi mesi il blog non era nemmeno aperto alla lettura altrui, scrivevo in realtà solo a me stessa, per raccogliere insieme alle ricette del giorno le storie che le accompagnavano. Ora la scarsità di tempo libero a disposizione del blog mi costringerebbe a farne un semplice archivio di ricette, ma omettere le sensazioni, gli episodi, le favole, le note storiche e geografiche gli farebbe perdere il significato che personalmente per me riveste.
Alternative?
1) postare frequentemente le ricette con solo brevi note di commento
2) pubblicare i miei soliti post completi molto più raramente di prima
3) trasformare il blog in un diario, in cui racconto cosa combino nel resto del mio tempo, indipendentemente dal legare l'episodio ad una ricetta correlata
4) rivedere le priorità della mia vita attuale con un'analisi profonda ed attenta e redistribuire il tempo libero con maggiore razionalità tra i miei interessi.
La risposta in realtà è semplicissima: al momento non ho alcuna voglia di pensarci ne' di scegliere. Quindi, random, nel prossimo futuro capiteranno post scarsi nel racconto alternati a post polposi ma tra loro molto distanziati (come sta succedendo ultimamente), alternati magari pure a racconti senza ricetta, anche se non ho mai pensato al blog come ad una vetrina personale, dunque l'idea del diario pubblico è quella che decisamente mi interessa meno. Non sarebbe neppure un confronto, come tra sconosciuti in treno in una notte indiana...
Il treno sfrecciava caracollando nella notte. Le sbarre del finestrino erano fredde contro la pelle di Akhila. [...] Lasciò che il pensiero si manifestasse in parole. Le venne in mente che era qualcosa che non faceva da tempo. Esprimere le sue sensazioni, i suoi pensieri, senza doversi preoccupare che un giorno o l'altro avrebbero potuto essere usati contro di lei. [...]
"Le vostre vite sono diverse dalla mia. E sarei sciocca a pensare che, se mi raccontate di voi, della vostra vita, questo mi potrebbe servire da guida per una decisione, E tuttavia..." Akhila si strinse nelle spalle, incapace di continuare, perchè all'improvviso c'era un groviglio nella sua mente. Janaki, che si stava pettinando, s'arrestò e sorrise.
"Perchè sta sorridendo?" le domandò Akhila. "Vedo già un mutamento in lei. Per la prima volta, questa sera, le vedo la vita negli occhi. Posso quasi percepire l'eccitazione che è in lei. Prima quando l'ho vista in piedi al binario, ho pensato: che donna rigida, con mani capaci e viso deciso. Pensavo che fosse una direttrice di scuola o una capoinfermiera".
Nell'ottica di tutti questi vani farneticamenti, oggi il tempo per cucinare e raccontare se ne è totalmente volato, dunque reinterpreto la base di una ricetta già pubblicata per un utilizzo un po' differente. Con un tocco indiano, vista la citazione letteraria...
Per consolare una persona con una gamba ingessata qualche giorno fa ho preparato i biscottini della fortuna farciti di auguri carini e divertenti. Ho utilizzato lo stesso impasto (in pratica questo...) anche per creare delle ciotoline di biscotto, levando dal forno le cialde ancora morbide ed adagiandole sopra una tazzina capovolta, in modo da formare delle vaschette. Una volta raffreddate, le ho riposte in una scatola di latta ed oggi le ho utilizzare riempiendole così:
Fragole ai due finocchietti in ciotoline di biscotto
ingredienti per 4 persone:
500 gr. di fragole
3 cucchiai di zucchero
1 cucchiaio di barbe finocchietto (o di aneto, come ho usato qui)
8 cucchiaiate di panna acida (o yogurt bianco intero)
1 cucchiaio di pan masala o semi di finocchio confettati (*)
pepe al mulinello
4 ciotoline di biscotto come descritte sopra
Mondare le fragole e tagliarle in pezzetti uniformi, spolverarle con due cucchiai di zucchero e lasciarle riposare in frigo coperte per una mezz'oretta.
Miscelare la panna o lo yogurt con il resto dello zucchero, una punta di aneto ed una leggera macinata di pepe.
Al momento di servire distribuire le fragole nelle ciotole di biscotto con il loro sughetto, spolverizzarle con l'aneto, completare con un paio di cucchiai a testa di yogurt e decorare con una presa di confettini. servendo subito in modo che il biscotto non si imbeva troppo.
(* Il pan masala è una miscela indiana di spezie, erbe e semi rinfrescanti che viene servita a fine pasto, spesso avvonta in foglioline di betel. Una delle molte varianti prevede la confettatura di semi come finocchio, cumino, cardamomo e anice. In questo caso ho usato soli semi di finocchio come decorazione, ma solitamente il pan masala si posa un cucchiaino di confettini nel palmo della mano e li si porta velocemente alla bocca. )
- rivoli affluenti:
- Anita Nair, Cuccette per signora, Neri Pozza Editore
vive la libertè!
RispondiEliminaciao acqua, credo tu possa fare veramente quel che vuoi. senza problemi.
mitica donna e grande amica mia :-)
un bacetto!
Bella preparazione, anche il pan masala!!!
RispondiEliminaPS - Ti prendiamo come sei, con affetto
PS2 - Troppa sensibilita' sconfina poi nella depressione. Guarda solo in avanti e continua a camminare.
Baci virtuali :)
@babs: assolutamente d'accordo. Infatti, come vedi, al momento scelgo di fare assolutamente come mi viene...
RispondiElimina@corradoT: depressione?! ...Ops! Si tratta semplicemente di un punto della situazione lucido, sincero e molto aperto. Forse emerge un pochino di stanchezza ma in realtà anche molto movimento.
Scusa, mi sono spiegato male :)
RispondiEliminaChe sei sensibile e' un fatto, che la sensibilita' possa diventare depressione e' una eventualita'.
A volte aprirsi significa che gli altri possono non capire. A me e' successo, scusami :)
Sono per la assolutà libertà di pensiero e movimento senza che questa sia limitata dalle aspettative dagli altri. Facile a dirsi, difficile la sua applicazione nei rapporti formali o dovuti. Per il blog la questione è più semplice. Comunicazione asincrona, padronanza dei tempi e degli argomenti, relativa dipendenza da parte di chi legge...ergo, siamo sempre qui, quale che sia l'impostazione strutturale che darai a questo diario...anche perchè nel caso mio, ma come faccio a precludermi una prospettiva che mai riuscirei ad avere. Soprattutto quella dell'occhio ad oriente, sono troppo miope e sordo sul versante orientale ehehehehe :PPP
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaHai fatto la scelta migliore ;-)
RispondiEliminaIl fattore tempo prima o poi ci mette sempre di fronte a queste situazioni... io stessa sto cercando di trovare il tempo per leggere con calma (e commentare) il tuo penultimo post!
Il blog, come tutte le cose della vita, diventa ad un certo punto un'arma a doppio taglio.
Se da un lato permette di "evadere" e di scaricare un po' la mente, dall'altro richiede anche un certo impegno. Gli si vorrebbe dedicare più tempo, ma c'è anche una vita da vivere, per cui spesso le due cose non riescono a camminare sullo stesso binario.
Anche perché non si è ancora trovato il modo di postare per via telepatica ;-)
Noi ti aspettiamo, che tu ci sia fra due giorni o fra un mese (o fra sei) quel che conta è che tu faccia quel che senti, a noi piaci così ;-)
Nel frattempo commento questo, e mi copio la ricettina, perché queste fragole ai due finocchietti su ciotolina mi piacciono proprio.
Un bacione!!!
Non so...dal momento che per me non sei una sconosciuta seduta in treno nel posto di fronte, le mie sono solo considerazioni d'affetto...quindi: il mondo dei blog me l'hai fatto conoscere tu e non si sostituisce assolutamente a quello reale ma è un ottimo spunto di confronto, non solo nell'ambito un po' trasversale della cucina ma anche in quello degli accadimenti quotidiani in cui le chiacchiere sulle tue esperienze possono essere un momento di svago ed anche di arricchimento...
RispondiEliminaQuesto blog non è frequentato da persone che lanciano gridolini di meraviglia di fronte ad una torta al cioccolato (anche perchè tu il cioccolato lo metti ovunque tranne dove andrebbe veramente!) ma da chi è curioso ed ha voglia di capire cosa c'è dietro ad una tradizione gastronomica o ha semplicemente il piacere di confrontare il proprio modo di approcciarsi al cibo rispetto a quello di altre culture...
Che tu butti là il piatto di formiche fritte che ti sei preparata per pranzo penso svilirebbe il discorso completamente!
Non credo sia la frequenza dei post ciò che conta ma il piacere di pubblicare una cosa che hai voglia di condividere...
Due dei blog che seguo con assiduità sono Menu Turistico, che posta praticamente ogni giorno e Gambetto nella zuppa che invece pubblica ogni 10/15 giorni...entrambi diversi dal tuo ma accomunati dal piacere quasi tangibile di chi scrive...
Tutta questa tiritera per dirti che voto la somma delle alternative 2 e 3, che Babs ha saggiamente espresso con un sintetico "fai ciò che vuoi" e che ribadisco in un "Fai ciò che ti fa piacere"...
P.s. E non per insistere ma...qualche quadretto di cioccolato fondente di qualità (possibilmente non abbinato al pesce!) a volte cambia il senso di una giornata!
@corradoT: guarda che il tuo commento mi ha fatto solo piacere, erano parole affettuose che mi hanno pure permesso di spiegarmi meglio...
RispondiElimina@gambetto: l'autore di un blog credo sia "normale" si riservi l'assoluta libertà nel postare ciò che gli pare, comunque spiegare le motivazioni del cambio di passo che ultimamente si sta verificando in questo spazio è in quealche modo una forma di rispetto nei confronti di chi è affetto da "dipendenza dalla lettura del blog" (e già questo dice tutto sulla stranezza di chi mi segue, occhi a mandorla o meno!)
@muscaria: tempo in ritagli di dimensioni miste, ovvero fatalismo come filosofia di vita. O per darci alle citazioni colte: quel che viene è senz'altro il migliore dei post possibili!
@virò: mi piacciono i due esempi a caso che hai citato...
Comunque mi spiace non aver tempissimo sia per scrivere i miei post che per leggere quelli altrui, perchè chiudersi nei confini del proprio recinto è una forma ottusa e narcisista di miopia.
Le formiche fritte comunque le lascio ai reportages cambogiani di Enrico (visto il n. 17?) in questi giorni mi sto cibando di... radici germanico/giapponesi! Prossimamente (più o meno!) su questo schermi. Senza cioccolato...
virò, giusto perchè ci conosciamo e conosciamo la titolare della cattedra.... sto cioccolato proprio non c'è verso di farglielo provare!!!!! ahahahahah
RispondiEliminacara acqua, scusa l'intrusione, ma mi ha fatto sorridere, soprattutto perchè mi ha ricordato che volevi propormi qualcosa col cioccolato.... ma cosa?
il pesce no!
in ogni caso, chi ti ama ti segue cmq, anche fuori da qui-
ri bacetto
@babs: oh, ma se proprio insistete con 'sto pesce al cioccolato guardate che sono anche capace di proporvelo, prima o poi! Prendetelo non come una promessa ma proprio come una minaccia...
RispondiEliminaBellissima ricetta!
RispondiEliminaCerto se posterai meno, ci mancherai, ma qualunque sia la tua scelta, basta che tu sia felice ^_^
Baci
Anna Luisa
@anna luisa: grazie, stiamo a vedere che succede...
RispondiEliminaE' curioso (ma forse neanche così tanto), che anche io stia vivendo il rapporto col blog in questo modo, da qualche tempo... E quindi anche la tua situazione di vita mi suona un po' famigliare.
RispondiEliminaQuello che credo sia giusto, è di fare ciò che sentiamo, davvero, in un certo momento. Che di fatto si traduce nel fare ciò che ci pare... Ma non è una libertà senza senso, che trovo invece (quasi) pericolosa.
Io procedo al momento per sperimentazioni, in direzioni varie. Soprattutto perchè, a camminare sempre dove l'acqua è bassa, dimentichiamo come si nuota e perdiamo l'occasione di attraversare il mare.
Buona fortuna, tschüß
Dai, Libertà, vai a braccio, mica dobbiamo essere schiavi di faccenda del blog1 E' solo uno strumento ed una occasione in più. Come viene viene. Continuo a credere che l'importante sia fare le cose che uno si sente.Anche per la nostra cosa marcopolesca, non ti preoccupare, ce la possiamo prendere con calma.
RispondiEliminaComunque i ragni fritti di Skun non sono malvagi (oggi ho messo qualcosa su una esperienza in un risto nord coreano.
Aiuto è quasi mezzanotte corro a preparare un po' di post per i prox giorni. Eheheheh
era un po' che non passavo di qui...poi inizio a leggere la pagina di oggi, attratta dal titolo ed ho ripensato alle mie chiacchiere in treno..attraverso il rajasthan...ed ho ritrovato akhila, che avevo "incontrato" proprio prima di partire per quel viaggio...ecco, quando capitano cose così sorrido, e penso che questo "filo rosso" che unisce persone "sconosciute" (parlo per me che per lo più sono lettrice silenziosa del tuo blog..) sia più forte della assiduità con cui deciderai/vorrai pubblicare!! buona vita
RispondiEliminaAnnalena, non credo che bisogna pianificare troppo...lo sto imparando da questo lato del mondo. Qualsiasi cosa farai e' sempre in piacere leggerti, arrichente e mai banale...Ciao da quaggiu´(ah intanto archivio questa bella ricetta..!)
RispondiElimina@stef: bella questa storia dell'acqua bassa! No, attraversare il mare in questo periodo sarebbe troppo impegnativo, diciamo che però una bella nuotatina in acque limpide, dove non si tocca, mi ristorerebbe non poco...
RispondiElimina@enrico: hai ragione: il blog è un'occasione in molte direzioni, per questo mi spiace trascurarlo ogni tanto...
@paoletta: guarda quanto è piccolo il mondo e quanto la realtà supera la fantasia (così ho piazzato già subito due bei luoghi comuni e non ci penso più!): paragono il mio scrivere sul blog al dialogo con una compagnia sconosciuta su un treno indiano... ed una persona mi risponde proprio da quel treno!
Sarebbe interessante verificare quanti altri spunti comuni ci possono regalare le storie narrate da quelle donne indiane in viaggio...
@glu.fri: quel tuo lato del mondo proprio mi intriga ed ho un sacchissimo di domande. Grazie della mail, adesso arrivo quasi anche a risponderti...
Ti avrei suggerito la stessa opzione... fai come ti senti, quando te la senti, darsi un ulteriore scadenza o decisione definitiva a me darebbe solo un ulteriore senso di peso!... meglio fare come ti viene... è il tuo blog, il tuo mondo privato che scegli come e quando condividere! :)
RispondiEliminaIo cmq tu faccia tanto io continuo a seguirti:)
baci!
@terry: se è per quello anch'io faccio il tifo per te, nonostante non capisca come riesci ad essere così costante, frequente e sempre interessante nelle tue pubblicazioni!
RispondiEliminaPS: andrò in Gran Bretagna tra poco: Hampshire, London, Northamptonshire. Suggerimenti?
Solo un abbraccio , ti sento vicina anche senza ...post ...grazie .
RispondiEliminaCiao Acqua. Come il tuo nome, il tuo blog deve scorrere vivo e libero. Il ritmo - per citare un'altra autrice - è quello del respiro: dobbiamo imparare a respirare...e poi lasciarci fluire nel ritmo del nostro personale respiro, mai uguale e prevedibile.
RispondiEliminaL'unico consiglio: niente consigli!
Sii serena, più che puoi ;)
Un abbraccio
Patrizia
D'accordo con Babs, fai come vuoi quando vuoi senza vincoli, per fortuna non ci sono scadenze :-). Questo spazio deve darti qualcosa sotto qualsiasi forma. E poi sono proprio le tue storie, racconti di sensazioni intime e profonde che rendono questo posto speciale.
RispondiEliminaQuindi finché esiste io ci sono:-)
Un abbraccio forte e sereno.
Mi prendo un po' di fragole accostate cosi' bene.
@chiara: vicina vicina...
RispondiElimina@patrizia: no no, invece quello del respiro è un vero, bellissimo consiglio di quelli con i controfiocchi!
@edda: infatti è proprio quel che ricevo dal blog (nelle forme più strane, in effetti) che mi fa percepire come "innaturale" non riuscire ad esserci come vorrei... Che dici, esiste anche l'assuefazione da blog?!
Fragole e erbette fresche come finocchietto, basilico, aneto... questo sì che ultimamente mi ha creato vera assuefazione!!!
voto la scelta personale. voto l'essere come sei e lo scrivere quello che senti. io,che scrivo quello che mi passa per la testa e per la tavola senza soluzione di continuità. voto per vivere e scrivere di quello che ti va. anche solo ciao.
RispondiEliminaun bacio e grazie per aver sottolineato che chiusi nei confini non ci si contamina di vedute.
ps dai retta a virò. una tavoletta di fondente 70 percento, grattugiato dove vuoi, anche direttamente sulle dita.
@mogliedaunavita: cioccolato sulle dita, ecco la geniale soluzione a tutto! grazie...
RispondiElimina