Post di puro servizio, senza l'ombra di una ricetta ma con tanta acquolina: sono stata all'inaugurazione del Mi Japan Festival, manifestazione che per tre giorni racconta a chi passa da Milano usi e costumi dei Giapponesi di ieri, di oggi e anche di domani.
Dal 1 al 3 ottobre infatti, tra 10 e le 22, sono aperti al pubblico i due piccoli ed antichi chiostri ed il salone degli eventi del complesso rinascimentale dell'Umanitaria, un ex convento francescano che con il suo campanile di mattoni, il suo garbato giardinetto di ingresso e i suoi affascinanti porticati interni contrasta con grazia e nobiltà l'aulica architettura littoria del Tribunale di Milano, il cui retro è proprio di fronte all'ingresso che l'Umanitaria ha riservato a Mi Japan.
Ogni giorno si tengono dimostrazioni e spettacoli rappresentativi di vari aspetti della cultura giapponese, in un fitto susseguirsi di micro-eventi che mirano ad avvicinare il pubblico italiano agli aspetti più diversi ed affascinanti di questo grande e per certi versi ancora sconosciuto Paese.
Passato e presente, tradizione e contemporaneità in una galleria di espositori nei chiostri e di performer sul palco: arti marziali e cosplay, musica tradizionale e manga, cerimonia del tè e nail-machine di Hello Kitty, shiatzu e strumenti fotografici, bonsai e sudoku, calligrafia e postazioni Nintendo Wii... Una serie di appuntementi eterogenea, un po' pazza, di certo intrigante.
Durante la serata di inaugurazione, per rendere l'idea dell'impostazione un filo schizofrenica, si sono susseguite due sfilate di moda nipponica, la prima di uno stilista che cita tessuti e motivi tradizionali nei suoi abiti contemporanei, la seconda di soli yukata (abito/vestaglia per tutti i giorni) di cotone.
Poi è stata la volta di un coro femminile di delicate signore in kimono che hanno intonato arie tradizionali giapponesi, e per finire l'apertura sul palco di una botte di sakè da parte del Console del Giappone è stato il simbolo vero e proprio dell'inizio della festa...
Quello che finora non ho nominato è l'aspetto gastronomico dell'intera faccenda... che in verità basterebbe da solo a trascinarmi lì di forza, perchè se ne occupa direttamente ed in esclusiva l'Associazione Italiana dei Ristoratori Giapponesi, il che di per sè è una garazia di autenticità ed eccellenza.
Per dire: per la festa di inaugurazione l'Associazione ha offerto un interessantissimo buffet a tema maki-sushi (come: "cosa sono?!"... Ma quelli in fondo a questo elenco!), con oltre una trentina di tipi diversi di rotolini. Uno spettacolo per gli occhi ed il cuore, prima ancora che per il palato! Peccato non aver portato, come una scema, la macchina fotografica...
Per i prossimi tre giorni invece i ristoranti appartenenti all'Associazione allestiscono un piccolo stand gastronomico sotto i portici del secondo chiostro, dove a prezzi contenuti presentano a rotazione una serie di specialità della cucina giapponese tradizionale e moderna, comprendente sia il famigerato sushi che una selezione di piatti meno noti, forse proprio per questo ancora più intriganti...
E per chi ha voglia di calarsi nella realtà giapponese ancora più a fondo e magari reiterare l'esperienza successivamente a questo evento, c'è pure una guida che segnala le realtà produttive e commerciali giapponesi o di forte ispirazione nipponica presenti nel tessuto cittadino di Milano. Diciamo che ne conoscevo già la maggior parte... ma io non faccio testo!
Mi sarebbe piaciuto accamparmi all'ombra di quei portici per tre giorni... ma temo di poterci tornare solo domenica. Questa volta però la macchina fotografica non me la scordo. Magari me la appendo al collo, così qualcuno finice che mi scambia per una che in fondo è un po' Giapponese...
Dal 1 al 3 ottobre infatti, tra 10 e le 22, sono aperti al pubblico i due piccoli ed antichi chiostri ed il salone degli eventi del complesso rinascimentale dell'Umanitaria, un ex convento francescano che con il suo campanile di mattoni, il suo garbato giardinetto di ingresso e i suoi affascinanti porticati interni contrasta con grazia e nobiltà l'aulica architettura littoria del Tribunale di Milano, il cui retro è proprio di fronte all'ingresso che l'Umanitaria ha riservato a Mi Japan.
Ogni giorno si tengono dimostrazioni e spettacoli rappresentativi di vari aspetti della cultura giapponese, in un fitto susseguirsi di micro-eventi che mirano ad avvicinare il pubblico italiano agli aspetti più diversi ed affascinanti di questo grande e per certi versi ancora sconosciuto Paese.
Passato e presente, tradizione e contemporaneità in una galleria di espositori nei chiostri e di performer sul palco: arti marziali e cosplay, musica tradizionale e manga, cerimonia del tè e nail-machine di Hello Kitty, shiatzu e strumenti fotografici, bonsai e sudoku, calligrafia e postazioni Nintendo Wii... Una serie di appuntementi eterogenea, un po' pazza, di certo intrigante.
Durante la serata di inaugurazione, per rendere l'idea dell'impostazione un filo schizofrenica, si sono susseguite due sfilate di moda nipponica, la prima di uno stilista che cita tessuti e motivi tradizionali nei suoi abiti contemporanei, la seconda di soli yukata (abito/vestaglia per tutti i giorni) di cotone.
Poi è stata la volta di un coro femminile di delicate signore in kimono che hanno intonato arie tradizionali giapponesi, e per finire l'apertura sul palco di una botte di sakè da parte del Console del Giappone è stato il simbolo vero e proprio dell'inizio della festa...
Quello che finora non ho nominato è l'aspetto gastronomico dell'intera faccenda... che in verità basterebbe da solo a trascinarmi lì di forza, perchè se ne occupa direttamente ed in esclusiva l'Associazione Italiana dei Ristoratori Giapponesi, il che di per sè è una garazia di autenticità ed eccellenza.
Per dire: per la festa di inaugurazione l'Associazione ha offerto un interessantissimo buffet a tema maki-sushi (come: "cosa sono?!"... Ma quelli in fondo a questo elenco!), con oltre una trentina di tipi diversi di rotolini. Uno spettacolo per gli occhi ed il cuore, prima ancora che per il palato! Peccato non aver portato, come una scema, la macchina fotografica...
Per i prossimi tre giorni invece i ristoranti appartenenti all'Associazione allestiscono un piccolo stand gastronomico sotto i portici del secondo chiostro, dove a prezzi contenuti presentano a rotazione una serie di specialità della cucina giapponese tradizionale e moderna, comprendente sia il famigerato sushi che una selezione di piatti meno noti, forse proprio per questo ancora più intriganti...
E per chi ha voglia di calarsi nella realtà giapponese ancora più a fondo e magari reiterare l'esperienza successivamente a questo evento, c'è pure una guida che segnala le realtà produttive e commerciali giapponesi o di forte ispirazione nipponica presenti nel tessuto cittadino di Milano. Diciamo che ne conoscevo già la maggior parte... ma io non faccio testo!
Mi sarebbe piaciuto accamparmi all'ombra di quei portici per tre giorni... ma temo di poterci tornare solo domenica. Questa volta però la macchina fotografica non me la scordo. Magari me la appendo al collo, così qualcuno finice che mi scambia per una che in fondo è un po' Giapponese...
- rivoli affluenti:
- il calendario degli eventi MiJapan all'Umanitaria, la guida Mi Japan City e tutte le informazioni pratiche qui.
Oh cavolo, peccato che in questi giorni non possa muovermi, se no un salto lo avrei fatto di sicuro!
RispondiEliminaMi piace questa panoramica così vasta, perché poi in fondo in fondo il Giappone è proprio questo: antichissime tradizioni che vanno a passeggio con la tecnologia più avanzata.
E la cosa più bella è che una non esclude l'altra.
Mi raccomando, contiamo su un tuo reportage: vai, fotografa, e torna! :-)
Ehehehehehe...mi sembra di leggere i sottotitoli della manifestazione
RispondiElimina"Ogni evento sarà supervisionato dalla foodblogger Acquaviva tra le migliori interpreti occidentali della nostra tradizione in cucina"
...guarda per quanto tu dica che l'Associazione Italiana dei Ristoratori Giapponesi possa essere una garanzia...io vado sul sicuro ed affermo lucido che per passione e non meno per bravura mi affiderei sempre a te piuttosto che a loro e non scherzo affatto!! :P
ahahahaha
Concordo pienamente con Gambetto . Per quanto riguarda te , con la macchina fotografica al collo ....mancava solo questo per farti diventare una vera giapponese :-))))) un abbraccio ....
RispondiEliminaPerò una foto tua con il kimono avresti anche potuto postarla...!
RispondiEliminaeh sì ti vorremmo in una foto Kimonata! Avrai il tuo bel dafare in questi giorni. Comunque ti segnalo (e anche a tutti i tuoi lettori) che ad Alessandria sabato 2 e domenica 3 ottobre di svolge il torneo internazionale di Kendo Città di Alessandria con oltre 200 atleti che arrivano da tutta Europa. La città di Alessandria ha una notevole importanza nello sviluppo di questa arte marziale giapponese ed ha dato molti campioni italiani sempre presenti nella squadra nazionale (che tra l’altro è arrivata 3 ad uno degli ultimi campionati del mondo dopo korea e giappone, non so se dico poco, contando 4 alessandrini sui 5 componenti della squadra). Il campionato del mondo il prossimo anno si terrà in Italia , a Novara ! Occasione unica per conoscere questa arte marziale straordinaria. Magari uno di questi giorni ne parlo più a fondo.
RispondiEliminaCiao e sempre complimenti.
C'e' una bella scena in uno dei film di Joe Dante (Gremlins 2),dove,nel mezzo del caos creato dalle orribili creature qualcuno chiede ad un rispettabile signore giapponese:sa usare la macchina fotografica?
RispondiEliminaLa risposta,ineluttabile e pronunciata con timing perfetto: I AM A CAMERA!
Non aggiungo altro.....
Baci.
@muscaria: tutti i >Paesi sono un misto di tradizione ed innovazione, anche se devo dire che in Giappone la cosa è davvero evidentissima...
RispondiEliminaOk, allora parto in missione con il tuo beneplacito!
@gambetto: anche perchè sai che pur di convertirti ai sapori orientali oserei un approccio assolutamente soft, lasciando gli assaggi più estremi per ultimi...
Comunque a parte gli scherzi: questi cuochi sono davvero esagerati e siccome ognuno è bravo nel suo devo dire che per gli imitatori cinesi ed italiani davvero non c'è storia!
@chiara: be', dai, no... anche qualche altro piccolo dettaglio tipo non avere gli occhi a mandorla e non parlare per niente la lingua al di fuori di qualche parola di cucina...
@virò: no no, qui giravo in incognito. Il kimono va sfoggiato da un'occidentale solo tra pochi intimi, in occasioni pazzescamente uniche... oppure sotto minaccia di tortura!
@enrico: ma dai, non ti facevo sportivo... Attendo con interesse il tuo racconto allora!
@edith pilaff: accidenti, dovrei imparare a dirlo in giapponese...
Ciao Annalena. Immagino quanto interessante sia una manifestazione del genere, soprattutto per te che aprezzi e capisci!
RispondiEliminaBuon WE allora, aspettiamo ancora notizie, un abbraccio
Pat
@patricia: ci proverò...
RispondiEliminaUn abbraccio anche a te, grazie.
Leggo questo post per caso ed ecco che scopro un blog davvero interessante.
RispondiEliminaChe dire, io alla manifestazione ci andrò domani e già non vedo l'ora. In particolar modo perchè ho letto di una cerimonia dei ciliegi e da amante dei ciliegi giapponesi vorrei proprio non perdermela. ^_^
@layshaly: il progetto mira a utilizzare parte degli incassi per realizzare un "luogo di ciliegi ed aceri" a Milano analogo a quello già esistente a Roma, in modo che gli amanti di Hamami e momijigari possano gustarsi una primavera ed un autunno di mood nipponico anche nella propria città...
RispondiEliminanonono, i giapponesi non ce la faccio ad andare a visitarli, questa settimana ho già contribuito a tante manifestazioni.
RispondiEliminama darling??? sei sparita nella scia del japan?
fatti sentire
b
io ci sono stata sabato a MiJapan e mi è piaciuto moltissimo!
RispondiElimina@babs: ciao donna superimpegnata! Sì, sono sparita in un sacco di scie in effetti, anche se per quella jap ho sempre un debole...
RispondiElimina@carolina: che ti ha colpito di più?
Ecco cosa fare nei miei momenti di noia... filerò spaghetti alla cinese!:)))
RispondiEliminache bello sto piatto di noodles... mi sa che lo replicherò!!!
bacioni!
@terry: che strano, qualche commento è scalato di un post...
RispondiEliminaComunque è vero, se fossi meno pavida proverei anch'io a filare spaghetti, vuoi mettere quanto fa più trandy rispetto a fare la calza?!