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il tempo delle armonie

Claudio sopra pensiero si avvicina al lavabo del bagno, apre l'acqua e comincia a lavarsi i denti. Non si accorge subito che qualcosa non va; solo dopo essersi sparso il dentifricio per tutta la bocca sente un sapore strano, un'inconsueta consistenza. Guarda il tubetto e si accorge di aver spremuto sullo spazzolino la crema per le mani. Testaccia mia...

E' vero, si sente prendere in giro per la sua sbadataggine praticamente da una vita ma oggi c'è un motivo in più che gli impedisce di concentrarsi su ciò che sta facendo e lo rende più distratto del solito: Salima è in arrivo.

Si sono conosciuti due anni fa, lui per lavoro nel Paese di lei, lei receptionist dell'albergo dove la sua azienda gli ha trovato alloggio. Parlano tra loro in francese, lui stentatamente, e ridono insieme di quegli strafalcioni, superando l'abituale riservatezza di Salima, che lei  solitamente mantiene sia per questioni professionali sia per educazione di famiglia. Poi da cosa nasce cosa e la storia decolla.

E' sempre lui a volare. La famiglia di lei, nonostante sia di mentalità aperta e le abbia permesso di studiare e di lavorare e pure di fidanzarsi con uno straniero, preferisce così. Entrambi rispettano questo desiderio senza che costituisca un peso. Il peso vero è la madre di Claudio, che di questo amore quasi non vuole sentir parlare.

Per carità, la madre è sempre stata una bravissima donna e non è la nazionalità di Salima a disturbarla. L'ha conosciuta attraverso i racconti del figlio, le foto e le mail che lui le ha mostrato, la voce del marito che, beato lui, parla il francese e ha dunque potuto chiacchierare qualche volta con la fidanzata del figlio al telefono. E la mamma ha imparato ad apprezzarla anche Salima, come persona, ad essere sinceri.

Quel che proprio proprio non le va giù è che Salima sia musulmana. Sarà irragionevole, sarà bigotto, sarà egoista, ma il sentimento che le sgorga spontaneamente nel cuore nei confronti di Salima è la diffidenza. Così le è andata più che bene finora la routine di Claudio, che quasi ogni mese parte per qualche giorno ma per il resto del tempo se ne sta tranquillo nel suo appartamento due piano sotto il loro. Al riparo. Quasi come non stesse cambiando niente.

Questa volta però non può fingere di nulla. Salima sta arrivando in Italia con i genitori per conoscere la famiglia di Claudio. Le cose, insomma, sono diventate serie. Lei da due giorni dice di essere ammalata, resta chiusa in camera, prega il figlio di accogliere tutti a casa sua, due piani più sotto. Litiga con il marito, rifiuta di cucinare e si sente pure stupida, per la verità, ma non riesce a reagire diversamente.

Claudio non pensa a sua madre stamattina. Ha solo voglia di correre in aereoporto, vedere Selima che gli viene incontro, provare a salutare i suoi genitori con qualche parola della loro lingua gentile, quella che il suo amore gli sta insegnando poco per volta, ridere tutti insieme della sua pronuncia terrificante. Se non sarà in grado suo padre di convincere la mamma che la religione non può realmente essere motivo di guerra e rifiuto ci penserà lui, nel tempo, mostrandole quanto sarà bella ed armoniosa ogni giorno la vita condivisa tra due cuori che si appartengono, anche se pregano dei differenti.

Un'ultima occhiata allo specchio, il nodo alla cravatta raddrizzato, un controllo che lo spezzatino preparato ieri sera sia al suo posto in frigo ed i cuscini nuovi sul divano ben sprimacciati. Con un gesto il post-it sulla porta d'ingresso che gli ricorda di comprare il pane passa nella tasca della giacca. Claudio sa perfettamente che lo dimenticherà lì, ma è il pensiero di un attimo, già scordato mentre la chiave gira nella toppa. Dal cortile un'occhiata alle finestre dei suoi, la camera della mamma ancora con le tapparelle abbassate. Ci sarà tempo.

Prende l'auto e si avvia verso l'aereoporto. Le mani sul volante sono salde e tranquille. Profumano di menta. Le annusa meglio. Ovviamente ha completato il disastro: nella sua disattenzione... se le è spalmate di dentrifricio! Ride tra sé Claudio, e continua a guidare. Testaccia mia...

Una ricetta tailandese li aspetta nel frigo di Claudio, che cerca armonia tra sapori differenti: il piccante del curry, il dolce dello zucchero, il sapido della salsa di pesce, l'acido del tamarindo, il morbido delle patate, il croccante delle arachidi. Tutto sotto il profumo delle spezie, con la sontuosità del latte di cocco a velare di bianco una ricetta di origine musulmana. A cottura lenta, perché per le armonie ci vuole tempo.


Mussaman curry - Spezzatino thai di manzo e patate "alla musulmana"
ingredienti per 3 o 4 persone:
400 gr. di reale di manzo
3 patate medie (circa 5-600 gr.)
1 cipolla
400 ml. di latte di cocco
25 gr. di arachidi tostate salate
1/2 cucchiaio di pasta di curry mussaman (*)
2 cucchiai scarsi di pasta di tamarindo (o il succo di 2 lime)
1 cucchiaio di nuoc mam (o colatura di alici, o al limite salsa di soja)
1 cucchiaio di zucchero di canna
6 bacche di cardamomo verde
1 piccola stecca di cannella

Tagliare la carne a dadi di circa 2x2 cm.; pestare leggermente cardamomo e cannella, lasciandoli comunque grossomodo interi.

Portare a bollore 350 ml. di latte di cocco in un wok o in un ampio tegame, versarvi la carne e cuocere semicoperto a fuoco basso per circa 40 minuti, rimestando ogni tanto.

Nel frattempo sbucciare e tagliare le patate a cubotti poco più piccoli di quelli della carne; sbucciare la cipolla e tagliarla in 8 spicchi; pestare grossolanamente le arachidi.

Scaldare in un pentolino a parte il resto del latte di cocco, sciogliervi la pasta di curry, quella di tamarindo (se si usa il succo di lime unirlo alla carne solo alla fine, insieme alle arachidi), il nuoc mam, lo zucchero e le spezie e cuocere a fuoco bassissimo un paio di minuti, perché si sprigionino bene i profumi e si crei una crema omogenea.

Unire questa crema alla carne insieme a patate e cipolle, coprire e cuocere circa 30 minuti.

Un paio di minuti prima di spegnere unire le arachidi e, se serve, alzare il fuoco per asciugare la salsa di cottura nel caso fosse rimasta ancora un po' liquida.

Servire caldo o tiepido, accompagnando con insalata fresca mista a cetrioli e frutta di stagione a fettine.


(* La pasta di curry mussaman può essere sostituita con pasta di curry verde thai, oppure preparata frullando o pestando in un mortaio 15 peperoncini rossi freschi con 4 cucchiai di cipollotti tritati, 5 spicchi di aglio, 1 stelo di erba cipollina, 1 dadino di galanga fresca, e poi uniti a 1 cucchiaino di semi di cumino tostati con 1 cucchiaio di semi di coriandolo, 2 chiodi di garofano e 6 grani di pepe nero e poi polverizzati. Il tutto va unito a1 cucchiaino di pasta di gamberetti, 1 pizzico di sale, 1 di zucchero e 2 cucchiai di olio di arachidi.)
  •  rivoli affluenti:
  • lo spunto per la ricetta è preso da: Judy Bastyra, The Cook's Encyclopedia of Thai Cooking, Hermes House.

Commenti

  1. Con te faccio sempre una enorme fatica, lo ammetto perchè mi offri molteplici spunti e non so mai quale "esploderà" a fine racconto-ricetta. Qui l'argomento è ostico. Posso dire per esperienza che il problema non è mai la religione ma la cultura delle persone ed a quella solo in rari casi si sopperisce con il tempo, l'affetto copre ma non elimina, certe finestre sono più piccole di altre e la speranza che si possano aprire di più è l'illusione ingannevole che serve solo ad ingannarsi.
    Sulla ricetta non dico nulla ok?! :P ahahahahahaa

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  2. Mai come a tavola le origini e le culture differenti trovano un meraviglioso luogo di incontro e confronto.

    Una volta alzati, però, mi trovo a dover concordare con Gambetto: l'affetto copre ma non elimina...

    In ogni caso...ora scrivi il seguito della storia, vero? Mica mi puoi lasciare così in sospeso...

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  3. @gambetto: credo moltissimo nella costruttività del confronto culturale, che si basa sostanzialmente sull'intelligenza delle persone molto più che sulla favoletta dell'amore "che vince su tutto". Nel caso dell'Islam sono d'accordo con te che la religione corrisponda spesso con una cultura che in Italia viene percepita come profondamente differente, ma nelle persone moderate ed intelligenti di entrambe le fedi (come per qualsiasi altro ambito sociale o etnico) è comunque un'occasione di arricchimento reciproco, raramente è una barriera reale. Non credo di essere l'unica a conoscere coppie ed avere amicizie interconfessionali, solo che la cronaca riporta più facilmente tragedie e lotte rispetto al quotidiano basato su rispetto e confronto. Questo raccontino serve solo a ricordare che la normalità passa dalle piccole accettazioni, magari stimolate proprio da un innamoramento o dall'amore di un genitore verso la felicità di un figlio.

    @virò: a dire la verità non mi sembra un finale sospeso. Certamente comprensibili diffidenze iniziali verso una cultura che non si conosce, ma vuoi dire che dal 1967 di "Indovina chi viene a cena" la mamma di Claudio non ha mai avuto il dubbio che sulle paure si possa anche ragionare? Noi siamo testimoni di incredibili ottusità ma non tutte le famiglie per fortuna predicano bene e razzolano male.

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  4. Ho sempre pensato che la cultura e l'intelligenza rendano possibile un'intesa fra le più diverse persone.
    Lo sai, vero, che ricette come questa mi stuzzicano molto? Mi piace tantissimo la carne che cuoce lentamente tra mille sapori e ne esce...rinnovata.
    A proposito: mi sono lanciata! ;-) Non è un lancio alla grande ma serve giusto per ambientarmi. Ciao

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  5. @gulietta... per una che tende a non discostarsi dalle tradizioni lessare il manzo nel latte di cocco sarebbe davvero un bel colpo, indipendentemente dalla validità assoluta del confronto e dello scambio culturale.

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  6. É sempre un piacere passare da te... I tuoi racconti...le parole... Le emozioni... Le ricette.... Sempre speciale! Un abbraccio

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  7. Grazie, il piacere è assolutamente reciproco!

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