Passa ai contenuti principali

semplice salute?

Gira in rete una raccolta interessantissima, arrivata al quarto appuntamento: Salutiamoci. Questo mese è ospitata sul blog di Brii, riguarda le pesche ed apparentemente è solo il gioco di preparare una ricetta "salutare" con l'ingrediente del mese.

Mi ha segnalato la raccolta tempo fa Cobrizo per il tema da lei ospitato nel mese luglio, quello delle zucchine. Ora so che questa mia ricetta non è propriamente quello che ci si aspettava... non solo perché non sono riuscita di fatto a preparare un piatto di zucchine in tempo utile e quindi questo post compare in agosto invece che in luglio, ma soprattutto perché personalmente questa prima volta non ho saputo lasciar da parte il mio modo "complesso" di pensare la cucina...

Da principio la tentazione è stata quella di un puro esercizio di stile: essere comunque creativa slalomando tra ingredienti permessi e vietati, questi. Così ho preso la mia grossa zucchina dall'orto e ci ho pasticciato attorno. E al termine della preparazione, per quanto gustoso e fondamentalmente sano fosse risultato il piatto, mi sono resa conto di non aver capito un cavolo!

La mia ricetta rispetta i canoni previsti ma in realtà non entra per niente nello spirito della raccolta, che ha come scopo quello di dimostrare che esiste una cucina salutare e gustosa nel quotidiano, e che divertirsi in cucina nel rispetto di alcuni semplici dettami di base può arrivare a cambiare la vita.

Non dovrebbe essere dunque la mia abilità tecnica o creativa ad entrare in gioco qui, la sfida è ricercare proprio uno stile di cucina completamente differente, che dovrebbe nascere da un modo nuovo di pensare alla propria vita, alla propria salute ed alla propria alimentazione. In una consapevolezza del rapporto con se stessi che non solo io fatico a trovarmi addosso, ma che per motivi abbastanza complessi e profondi in alcuni momenti tendo proprio a fuggire...

Dato che nulla succede per caso, prendo questo invito, ricevuto proprio in questo periodo di cambiamenti esistenziali, come il segnale che è ora anche per me di fermarmi un momento a riflettere meglio sul tema della salute fisica e del benessere in generale. Non so cosa ne uscirà, ma anche solo un appuntamento mensile con una cucina dedicata all'armonia del proprio corpo può essere un primo passo. Quindi questa è la ricetta "salutare" ma concettualmente sbagliata di luglio:


Crema di zucchine e sedano con tahina e pomodori
ingredienti per 6/o persone:
2 zucchine trombetta (oppure 3 o 4 normali, circa 7-800 gr. in tutto)
2 gambi di sedano
1 piccolo pomodoro non troppo maturo
2 pomodori secchi
2 spicchi di aglio
1 bel  rametto di rosmarino
2 cucchiai di tahina
2 cucchiai di olio extravergine
1 cucchiaino di olio di sesamo
1 cucchiaio di aceto naturale
1 cucchiaino di salsa di soja
pepe al mulinello

Tagliare le zucchine a piccoli dadini; tritare il sedano e, a parte, qualche ago di rosmarino; schiacciare l'aglio.

Scaldare l'olio extravergine con 1 cucchiaino di olio di sesamo e saltarci zucchine sedano e aglio insieme al rametto di rosmarino intero fino a che le zucchine sono un po' colorate.

Coprire con 350 ml. di acqua calda e la salsa di soja, cuocendo coperto a fuoco basso per circa 20 minuti, fino a che le zucchine sono molto morbide ed il liquido evaporato.

Lasciar cuocere ancora scoperto un'altra decina di minuti rimestando spesso, in modo che le zucchine si disfino in una crema rustica, levare poi il rosmarino e lasciar intiepidire.

Nel frattempo tagliare a dadini il pomodoro fresco e a striscette sottili quelli secchi.

Unirli alle zucchine insieme alla tahina, all'aceto, al rosmarino tritato, mescolare bene ed insaporire con una grattata di pepe ed eventualmente ancora un goccio di olio di sesamo.


Questa crema di zucchine si può servire come piccolo antipasto al cucchiaio,


si può usare come dip per gambi di sedano o bastoncini di pane di grano duro tostati,


oppure diventa un'ottimo contorno in accompagnamento a delle trote, farcite di limone, prezzemolo, aglio e rosmarino e cotte al forno con un pizzico di sale marino ed un filo di olio extravergine per 20/25 minuti a 180°.


Poi ecco che arriva la consapevolezza del significato di questo logo


... e di conseguenza una ricetta di pesche per agosto più "giusta". Concettualmente light perché con pochi ingredienti poco lavorati. Perché qui sta il primo insegnamento che traggo da questa avventura: la semplicità del pensiero come forma di benessere... Lo diceva anche uno dei miei architetti preferiti: less is more.


Insalata di pesche e fagiolini ai semi di senape
ingredienti per 4 persone:
3 pesche gialle
300 gr. di fagiolini
1/2 cucchiaio di semi di senape
1 cucchiaio di semi di sesamo
1 lime
3 o 4 foglie di basilico
2 cucchiai di salsa di soja
2 cucchiai di olio extravergine leggero
pepe bianco al mulinello

Lessare i fagiolini al dente in acqua e salsa di soja senza spuntarli, scolare al dente, eliminare i piccioli e tagliare i fagiolini a bastoncini di circa 2 cm.

Lavare bene le pesche, tagliarle, senza sbucciarle, a dadini di 1 cm., e spruzzarle con il succo di mezzo lime.

Tostare per un minuto in un padellino antiaderente ben caldo i semi di sesamo; unire poi i semi di senape, tostate per altri 30 secondi al massimo, spegnare e rovesciare i semi su un tagliere a raffreddare.

Pestare in un mortaio i semi di senape e sesamo con un filo di olio fino a ridurre il tutto in pasta, unire quindi il resto dell'olio, il succo dell'altro mezzo lime ed una bella macinata di pepe.

Stracciare finemente il basilico con le mani, unirlo a fagiolini e pesche, condire con la salsina di semi e lasciar riposare qualche minuto prima di serivire.

  • rivoli affluenti:
  • a proposito della difficoltà della semplicità, in effetti avevo già citato Mies van der Rohe. E forse è proprio da lì che devo ripartire...

Commenti

  1. grazie cara. ci fai un bellissimo regalo! :-)

    p.s.: chissà poi però cosa mangiava Mies... :-DD

    RispondiElimina
  2. Ed il mio pranzo di domani e gia' deciso....
    Insalata di pesche e fagiolini.
    Con me sfondi una porta aperta,less is definitely more! :)

    RispondiElimina
  3. sono rimasta colpita e intrigata di quanto ha lavorato in te l'idea di giocare con noi per Salutiamoci e apprezzo molto tutte e due le tue proposte. Capisco quando parli di semplicità, perchè capita anche a me...ci sono delle volte che trovo qualcosa così perfetto da mangiarlo e basta, così come natura ce lo passa. Grazie mille

    RispondiElimina
  4. @roberta: in questo momento sto leggendo un libro sulla vita di Frank Lloyd Wright... quando l'avrò terminato potrei sempre indagare su Mies!

    @edith: definitely...

    @lo: e quando parti in quella direzione diventa inevitabile trovare la semplicità ancora più stimolante ed intrigante rispetto alla complessità: nessun particolare è un dettaglio.

    RispondiElimina
  5. Se queste cose vengono fuori per colpa di Roberta….
    Allora sono proprio contenta che sia colpa sua!
    Spettacolo, tutte due le ricette!
    Grazie di aver partecipato a Salutiamoci.
    baciusss
    brii

    RispondiElimina
  6. Che belle le tue ricette abbiamo partecipato anche noi!!! E vogliamo sperimentare le tue!!!
    L.M.

    RispondiElimina
  7. @brii: grazie a te, spero d'ora in poi di tenere meglio il passo...

    @lattementa: allora vengo subito a curiosare!

    RispondiElimina

Posta un commento

post più popolari

MTC di settembre 2014: un sacco di riso!

Diceva un vecchio slogan anarchico: "con l'ironia abbatteremo il potere e un sacco di riso lo seppellirà".  A no? Erano risate?! Va be'... per un MTC di questa portata ci si può anche concedere una licenza! Premessa... ... avevo scritto un post lunghissimo per raccontare perché e per come ho scelto questo tema per l'MTChallenge di settembre 2014. Poi l'ho ridotto della metà, lasciando solo alcune note che mi sembravano indispensabili, e l'ho mandato alla Gennaro per un parere.  E lei ha detto che un terzo di quanto le ho mostrato era già troppo! Allora ho ricomposto alcuni dei contenuti in articoli di supporto da pubblicare più avanti ed ho cassato il resto. Qui è rimasto il riassunto della selezione della selezione, ovvero il puro tema dell'MTC. Che, mi spiace, adesso vi tocca leggere per intero! Se scegliere un ingrediente invece che una ricetta tende ad allargare gli orizzonti, questa volta scegliere IL RISO , come capirete, li spalanca fran

a tu per tu con il Fleischkäse svizzero, questo sconosciuto di famiglia

Nel curioso elenco dei cibi svizzeri che hanno caratterizzato la mia infanzia mi rendo conto che, fatto strano, sul blog non ho ancora parlato del  Fleischkäse, una via di mezzo tra un polpettone ed un würstel gigante di cui da bambini venivamo spesso nutriti. Ma un episodio di vita vera me lo ha messo sotto il naso proprio l'altro giorno, ed eccomi qui con il mio reportage storico-familiare. Alcuni Svizzeri, come quelli di casa mia, vivono il   Fleischkäse come un salume, da comprare pronto, intero o affettato sottile in buste, da servire in tavola come fosse prosciutto cotto o da infilare nei panini per merenda con maionese, senape e cipolline sottaceto (Be'... che c'è?! Se mia mamma per evitare che noi figli mangiassimo troppa Nutella la teneva in frigo ad indurire, così era più difficile da spalmare e sul pane se ne metteva di meno, perché stupirsi di quella che lei invece considerava una merenda "sana"?!) Altri amanti del  Fleischkäse  lo compran

una salsa di cipolle svizzera per würstel e per mamme lavoratrici

Lo so: sono rimasta indietro di una puntata! Parlavo di  ricette svizzere  quando un'irrefrenabile tentazione di cibo americano  si è intrufolata in cucina ed ha avuto  la meglio. Riprendo ora il filo con un piatto che ho proposto pochi giorni fa anche alla mia cara mammina svizzera in occasione del suo compleanno: Bratwurst con salsa di cipolle. L'aspetto curioso non sta tanto nel tipo di würstel utilizzato, una salsiccia bianca di vitello il cui nome per alcuni significa "salsiccia di carne spezzettata" e per altri "salsiccia da arrostire". In Germania di solito viene speziata in modo deciso con pepe, noce moscata e/o cumino, mentre in Svizzera il suo sapore è molto più delicato. In Ticino ne esiste una versione mignon, una "collana" di micro-salsiccine detta cipollata  non perchè contenga cipolle ma perchè, appunto, di solito si serve in salsa di cipolle. Ma, a casa della mia mamma lavoratrice senza tempo ne' passione per la cucina,

MTC giugno 2011... verso Oriente!

Continuo a pensare che le giudici  titolari  e aggiunte  dell'MTC fossero completamente fuori quando hanno passato a me il testimone e nessuno potrà convincermi del contrario, anche perchè potevano ben immaginare in che gorgo storico-etnico-confusionale avrei trascinato la sfida... ma si sono fidate lo stesso! No, è oggettivo: non possono essere completamente normali... Accertato questo, dichiaro anche di non essermi mai emozionata tanto nello scrivere un post e soprattutto nel proporre una ricetta, sentendo tanti occhi puntati addosso ed il fiato trattenuto di tanti MTC addicted... Ebbene sì, rilassatevi (o disperatevi) pure: come temevate, questa volta si va davvero tutti in Giappone! Niente succede per caso, si sa. Tanto è vero che l'eterno girovagare di Marco Polo (a cui faccio da qualche tempo da vivandiera ) l'ha portato proprio a questo punto del suo viaggio a confrontarsi con  Cipango , il Paese del Sol Levante... Come potevo non cogliere il suggerimento di un s

peperoni farciti alla croata: massaia batte bustina millemila a zero!

Riprendere a parlare di cucina non è facilissimo, soprattutto con il tono scanzonato che avevo in mente per questo post. Mi limiterò all'aspetto "documentaristico" ed umano, che l'umore magari sa beneficiare della concentrazione e della dolcezza richieste da una simile impostazione. Dopo una lunga serie di articoli e ricette a base di riso penso di cambiare direzione dedicandomi ai peperoni bianchi croati che di solito si cucinano ripieni di carne, per scoprire poi che nella farcia è presente riso crudo. Quando si dice il caso... I peperoni bianchi, babura paprika, in Croazia sono reperibili facilmente proprio in questa stagione. Ne ho in frigo tre e decido di prepararli, appunto, come  punjene paprike , ovvero farciti e cotti nel pomodoro, ricetta tipica che con piccole varianti è diffusa anche in altri Paesi limitrofi e che ogni famiglia, ovviamente, prepara secondo i propri criteri. La versione più semplice prevede di profumare carne trita di manzo o m

riso Otello: un nero integral(ista)

Il primo giorno di autunno una ricetta con le ultime verdure estive, che sono ancora buone visto che sembra far più caldo ora che nei mesi trascorsi... Sollecitata da alcuni dubbi posti sulle modalità di cottura del riso integrale e sull'utilizzo di varietà di riso "esotiche", ho pensato di provare le risposte sul campo e chiarire soprattutto le idee a me stessa, la prima che ha tutto ancora da imparare. Così, per prendere due piccioni con una fava, ho scelto un riso sia nero che integrale. No, non famoso ed idolatrato riso Venere, fantastica varietà di nobile origine cinese che, grazie a opportune ibridazioni, ora è coltivato anche in Italia.  Ho pescato  invece una varietà tutta italiana: il riso Otello, che deriva anch'esso da varietà cinesi ma è di concezione e di coltivazione tutta nostrana. Chissà se il  nome è stato ispirato ispirato dal famoso personaggio shakespeariano, dalla sua pelle scura e dalla sua natura piuttosto integral ista... Si utilizz

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!