Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da 2014

imprevedibilmente

      Non c'è un vero senso nell'aver lasciato sguarnito il blog di decori e profumi natalizi. Da un po' di anni mi capita, forse da quando la separazione tra reale e virtuale, dopo i primi momenti di euforia, si è fatta più spessa nella mia testa e meno evidente nella vita quotidiana. Ai tempi il blog era nato come luogo della passione culinaria, nella vita reale m i occupavo di tutt'altro . Poi, imprevedibilmente, le cose cambiano, spesso senza che lo si voglia davvero o che si possa sul serio evitarlo. O che si debba poi solo patirlo... Volere potere e dovere si mescolano, porte chiuse  a volte  ne aprono altre, a volte restano serrate. E nel tempo ci si trova a miscelare risorse e competenze differenti per estrarre dal cilindro un sistema di vita diverso. Sconosciuto, incerto, sbilanciato, intrigante. Perfezionabile. Certamente inaspettato. Nel blog così filtrano più raramente le esperienze del quotidiano e quando succede è quasi sempre una scelta consapevole

improvvisazione, crema di erbette, stelline al salmone...

Dovevo riuscire a creare in una manciata di minuti un primo sfizioso per ospiti tanto  graditi  quanto inattesi.  Guardo in frigo e in dispensa e subito penso in divertente modalità da  Mondo in Casa , che spesso mi fa tradurre ricette straniere in piatti riproducibili con prodotti italianissimi Questa volta tocca ai golosi  sm ørrebr ød   danesi,  veri e propri "piatti unici" costituiti da fette di pane che accolgono gli ingredienti più disparati accostati nei modi più creativi. Senza ora entrare nello specifico della loro storia e varietà (o mi perdo a parlare di  sm ørrebr ød   e non faccio in tempo a cucinare!), scelgo quelli di salmone affumicato, che ho in casa anche se  non in quantità sufficiente a sfamare tutti i commensali.  Così la mia versione casalinga di  sm ørrebr ød    diventa parte integrante di un piatto diverso. Per la precisione di una zuppa ricavata da del purè già fatto, in modo da ridurre i tempi al minimo. Gli ospiti suonano mentre termino le

dolci regali perchè... non c'è due senza tre!

Esce oggi nelle librerie Dolci Regali , il terzo libro della collana di MTChallenge (perchè, appunto, non c'è due senza tre!), il cui titolo è fedele al contenuto... sia che lo si interpreti come "doni zuccherati" che, come vuole essere inteso: "dessert da re"!  Prima della scoperta delle Americhe la coltivazione della canna da zucchero era limitata a poche zone e lo zucchero era considerato una spezia di estremo lusso.  Con il calare del prezzo e l'aumentare della diffusione di questo fantastico ingrediente, in pratica nacque la pasticceria, inizialmente ad opera dei cuochi di corte soprattutto francesi (ed ecco perché  i dolci sono "regali"!), poi passata nelle mani di professionisti borghesi, poi entrata anche nella case delle comuni massaie e sfociata nei dolci delle sagre popolari. Questa raccolta di ricette di dolci lievitati racconta proprio questa storia: la copertina parla di ori  e corone  (oro è la fascia del titolo, che qui sul

Turchia Thailandia Giappone...

Post al volo, che sembra entrarci poco con la cucina. Se non fosse che non si possono separare storia, geografia, cultura e arte. Se non fosse che la cucina è storia, è geografia, è cultura, è sempre una forma di arte applicata, a volte perfino pura.  Il post è sintetico e non è accompagnato da una ricetta. Per ora.  Non è concepibile preparare condividere e nutrirsi di cibo senza considerarlo un frutto della nostra cultura.  Nella conferenza non credo si parlerò esplicitamente di cucina, Ma una volta assorbitene le suggestioni chissà che potrebbe uscirne. Magari perfino un menù di Natale... Domani 16 dicembre  alle 17  al  Castello D'Albertis  di Genova , sede del Museo delle Culture del Mondo, si tiene la  conferenza a ingresso libero:  DALLA TURCHIA ALLA THAILANDIA AL GIAPPONE:  Sultani, imperatori e artisti a confronto tra '800 e '900 , con r elatrice la dott.ssa Maria Flora Giubilei, d irettrice Musei di Nervi.  L'evento fa parte  del progetto 

crema di zucca e cavolo rosso multitasking

Voglia improvvisa di crema di zucca. Magari un po' diversa dal solito. Così, dopo aver riguardato qualche ricetta già pubblicata qui nel blog, come la crema di zucca e baccalà  o la  crema di zucca e sedano con cranberry , ed ammirato proposte altrui come questa vellutata di zucca al salmone  o questa  crema di zucca e castagne  ho deciso di ripensare invece in modo creativo una crema di zucca e mele statunitense tipica di questo periodo di feste. Quella che volevo era una crema di zucca che non fosse immediatamente  identificabile come tale... quindi non fosse arancione!  Ne è uscita una zuppa che a prima vista dal colore poteva sembrare di barbabietole ed invece accosta la zucca al cavolo rosso, un  ortaggio tende a donare un colore blu-violaceo agli ingredienti che accompagna e che unito alla zucca regala una minestra di un rosso bordeaux inaspettato e bellissimo.  A livello di sapori, poi, l'accostamento di cavolo e zucca è coinvolgente e spinge d'istinto verso ab

spiedini asiatici e slealtà culturale

Cosa caratterizza la cucina asiatica? Sempre più diffusi i ristoranti "Asian Fusion", che attirano clienti con immagini di sushi e poi in carta propongono anche piatti cinesi, tailandesi o genericamente "orientali", lasciando intendere che la "cucina asiatica" può essere intesa come un unico filone di gusto. Di solito le realtà veramente consapevoli e creative sono rare, si tratta molto spesso di ristoratori cinesi senza identità connotate che cercano di adeguare l'offerta alle nuove tendenze, sempre più intrigante dai cosiddetti sapori "asiatici" a largo raggio e meno ingolosite dai "soliti" piatti cinesi come maiale in agrodolce o pollo alle mandorle.  E la stessa tendenza seguono molti libri di cucina, che raccolgono e mescolano le ricette più disparate e superficiali, spesso adattandole pure ai prodotti ed ai gusti italiani, e spacciano per cucina autentica e di qualità quella che è semplicemente una sequenza di belle foto c

sfogliatine di zucca e quartirolo un po' greche

Di solito ci si immagina la Grecia come una terra di insalatone, carne alla brace e piatti freschi, ricchi di verdure, adatti al clima estivo e all'ambiente vacanziero.  Questa volta invece per la rubrica Il Mondo in Casa Propria  provo ad "addomesticare" un capolavoro greco autunnale a base di zucca: la  kolokithopita . La versione originale prevede una sfoglia sottilissima detta horiatiko (parente della pasta fillo, per capirci) avvolta strettamente attorno ad un ripieno di zucca e feta a formare un lungo salsicciotto che viene disposto spirale dentro la teglia e cotto in forno. Per semplificare la preparazione al posto della pasta horiatiko,  un po' impegnativa da preparare in casa,  uso  una pasta sfoglia pronta; frullo anche la zucca cruda a cubetti invece di grattugiare una zucca intera, come prevederebbe la ricetta originale.  Per italianizzare, o meglio "lombardizzare" la ricetta, invece, sostituisco la feta con del formaggio quartirolo, alla

muffin di pane e patate per la piccola fiammiferaia

La favola che mi commuoveva sempre da bambina, quella che andavo a cercare da sola sul librone delle fiabe quando ancora non sapevo leggere per guardarne le immagini.  Entravo nella storia e intanto pensavo di essere fortunata a leggerla stando al calduccio in casa, non fuori, scalza sotto la neve, sola proprio a Natale.  Pensavo anche che la la bimba affamata fosse un'eccezione, che non fosse realmente possibile che davvero tante persone guardassero banchetti altrui da esclusi, senza potervi  partecipare. La realtà, crescendo, si è rivelata più simile alla favola di quanto credessi, senza nemmeno la redenzione di una nonna amorevole che in qualche modo porta calore e consolazione.  Oggi non guardiamo proprio il banchetto delle feste da fuori la finestra ma pochissimi sono sicuri di potersi sedere davvero a tavola in tutta tranquillità.  Per questo MTC che lega la ricetta ad un'emozione letteraria non posso che preparare i miei muffin con ispirazione danese, come e

ossobuco al mandarino con influenze persiane

Sto scoprendo il potere del curry in polvere come spezia generica, che dona ai piatti un profumo in più senza rivelarsi specificamente come "sapore di curry". L'ho sperimentato finora con la carne, in un  ragù semibianco  qualche settimana fa ed ora con gli ossibuchi. Per tradizione l'ossobuco viene considerato un piatto milanese da preparare in gremolata, ma in verità è diffuso in molte parti d'Italia, cucinato ad esempio con i piselli a Roma o con il pomodoro in Toscana.  L'ossobuco fa parte in realtà anche di altre tradizioni, su tutti quella persiana che ne fa dei khoresh (stufati) spettacolari, come, per dirne uno, quello  con zucca e melagrana .  E  proprio  da due ricette iraniane, una con curry uvetta succo di lime e yogurt e l'altra con curcuma  sedano e lime, sono partita per questo mio esperimento di ossobuco agrumato, che al lime persiano e al limone milanese sostituisce un loro parente decisamente inconsueto: il mandarino. Non si tratt

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!