Passa ai contenuti principali

le regole per una bella tavola



Mi sono appassionata al galateo della tavola e al senso delle buone maniere in generale fin da ragazzina, complici non solo l'educazione ricevuta in famiglia ma soprattutto il mio libro preferito durante il periodo delle medie: il testo di economia domestica su cui studiava mia madre svizzera quando era in collegio!

Lei ci ha educati secondo alcune norme di "buona creanza" per cui era normale rivolgersi alle persone con toni garbati e parole gentili, non buttare le carte a terra, masticare a bocca chiusa e tante mille simili raccomandazioni che i bambini della mia generazione credo si siano tutti sentiti ripetere fino alla noia.

Tra le regole magari meno comuni ad altre famiglie c'erano alcune abitudini curiose che mia madre ci teneva imparassimo, come rifare il letto con gli angoli perfettamente squadrati (ne sanno forse qualcosa i ragazzi che hanno fatto in tempo a fare il militare?), saper presentare una persona ad un'altra rispettando le precedenze di sesso, età e rango, indossare i guanti ai matrimoni (il cappello non sempre, era da chiedere alla madre della sposa...) e piccole amenità varie che poi nella vita forse non si sono proprio rivelate indispensabili ma hanno contribuito a non farci mai sentire fuori posto in qualsiasi ambiente capitassimo.

Sul suo testo di economia domestica ovviamente tutte questi insegnamenti erano presenti, oltre a quelli per la perfetta padrona di casa, ampiamente istruita sulla complessa arte del ricevere per come la si intendeva a inizio anni '50. Quindi io sono cresciuta approfondendo quel mondo anche oltre i dettami familiari, imparando a memoria il "bon ton" anni '50, documentandomi poi su testi più aggiornati ed organizzando per anni e anni "ricevimenti" (leggi inviti e cene) più o meno formali per i mei genitori, quando ancora usavano farlo.

Queste esperienze mi hanno talmente imbevuto di quei meravigliosi suggerimenti per vivere in armonia con gli altri e con se stessi (perché alla fine questo è, in sostanza, il galateo) che ora anche quando mangio la schiscetta in ufficio non posso fare a meno di apparecchiarmi la scrivania con una tovaglietta e tenere sulle gambe un tovagliolo in tessuto coordinato!

Tutto ciò mi permette di essere assolutamente informale nella vita di tutti i giorni, in realtà, ma di sapermi gustare i dettagli curati quando ne vedo uno. Soprattutto a tavola, vista poi l'evoluzione filo-gastronomica delle mie passioni. Ecco perché mi è venuto naturale scrivere l'articolo che appare oggi su MTChallenge, il ventitreesimo regalo del Calendario dell'Avvento MTC che riguarda le basi per apparecchiare in modo pratico ed elegante la tavola di Natale.



I dettagli per posizionare (ed usare) ogni cosa sopra la tavola preparata per una bella festa in modo pratico sono nell'articolo sopra citato, insieme ad un po' di immagini che illustrano in modo immediato il da farsi.

Le mie idee personali invece relative al gusto, allo stile, all'accostamento di colori e materiali sulle tavole delle feste le avevo mostrate qua e là, ma soprattutto ne avevo parlato nel post sulla tavola per una Vigilia semplice e chic e in quello sulla tavola per un Natale a colori elegante, entrambi  legati al master MTC Conciati per le Feste tenuto da Caterina Reviglio Sonnino, nonché nell'articolo sui segreti di una tavola settecentesca, di cui qui raccontavo tutti i "dietro le quinte".

Ma come quegli articoli non nascevano come tutorial, anche questo di oggi non vuole essere altro che un ringraziamento alla mia mamma, ai suoi severi ma utilissimi dettami svizzeri... ed  al prestito del suo libro di economia domestica: sappi che se sono così è anche un po' colpa/merito tuo!
  • rivoli affluenti:
  • l'immagine della tavola "apparecchiata" da Henri Matisse è presa qui, quella con lo schema per l'apparecchiatura qui

Commenti

  1. Io purtroppo sono cresciuta per necessità in un contesto diciamo di fortuna quindi queste cosa non erano per impossibilità all'ordine del giorno. Però la mamma era stata abituata bene da piccola e nel limite del possibile mi passava questi passi che ho sentito tante volte. Picolo annedoto giusto perchè siamo a Natale: l'Ammiraglio Tomasuolo cugino di mio suocere e di stanza come comandante del basso Mditerrano Nato a Napoli, diciamo un 45 anni fa, aveva sposato una Caracciolo e ci aveva invitati alla base per un pranzo informale - perchè sapeva che eravamo a Napoli .-...tra parenti. Non sapendo l'età di mia figlia la moglie aveva fatto fare due menu per piccolissima e per i 6 anni circa. Serviti dal militare di turno con tanto di guanti, tavola apparecchiata ma su tovagliette stile americano che solo il costo di una potevamo fare la spesa per un mese :D Marito e figlia aspettavano me per vedere l'utilizzo della varie posate ...quale prima ecc. Io però mi ero dimenticata che come ospite donna non veniva servito la pietanza successiva se non avevo finito io. Siccome sono lenta, i piatti degli altri erano vuoti il mio semipieno... guardando mi sono detta ..oddio stanno aspettanto me... via un grosso boccone e .. con stile ho lasciato qualcosa in piatto :D Mi è rimasto impresso questo poi fuori tutti a ridere. Prima di andare via le dissi, scusa se vi ho fatto attendere.... lei rispose con grazia... essendo in famiglia si poteva andare avanti ma non ci ho pensato nemmeno io. Mi hai fatto ritornare in mente questo e chiedo scusa se l'ho scritto. Sai mi piacerebbe avere una bella tavola, non che sia brutta ma vorrei di piu... ma ho tre ...contadini... che manco si accorgerebbero e pensare che genero è professore di musica ha suonato per anni nell'orchestra base del Teatro Verdi a Trieste, mia figlia è maestra d'arte e mio nipote è l'unico che osserva e vede ed ha 19 anni... non ho speranze con il vecchi.... Buona Natale cara e se vuoi puoi elininare questa troppo lunga chiaccherata. Bacioni cara Annalena

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Altro che eliminare il tuo commento: come ti dicevo si è perso un po' il vero senso dei blog, che in verità è questo: imparare gli uni dagli altri. E nel tuo commento insegni tante di quelle cose di vita vera che il galateo è solo un pretesto! Grazie mille per la tua testimonianza, mi fa un mondo di piacere. Un abbraccio e un Buon Natale a te ed ai tuoi amati "contadini"!

      Elimina
    2. Vero , una bella chiacchiarata, grazie e buon Natale a entrambe 😍

      Elimina
    3. Grazie Giulia, buon Natale anche a te

      Elimina

Posta un commento

post più popolari

MTC di settembre 2014: un sacco di riso!

Diceva un vecchio slogan anarchico: "con l'ironia abbatteremo il potere e un sacco di riso lo seppellirà".  A no? Erano risate?! Va be'... per un MTC di questa portata ci si può anche concedere una licenza! Premessa... ... avevo scritto un post lunghissimo per raccontare perché e per come ho scelto questo tema per l'MTChallenge di settembre 2014. Poi l'ho ridotto della metà, lasciando solo alcune note che mi sembravano indispensabili, e l'ho mandato alla Gennaro per un parere.  E lei ha detto che un terzo di quanto le ho mostrato era già troppo! Allora ho ricomposto alcuni dei contenuti in articoli di supporto da pubblicare più avanti ed ho cassato il resto. Qui è rimasto il riassunto della selezione della selezione, ovvero il puro tema dell'MTC. Che, mi spiace, adesso vi tocca leggere per intero! Se scegliere un ingrediente invece che una ricetta tende ad allargare gli orizzonti, questa volta scegliere IL RISO , come capirete, li spalanca fran...

a tu per tu con il Fleischkäse svizzero, questo sconosciuto di famiglia

Nel curioso elenco dei cibi svizzeri che hanno caratterizzato la mia infanzia mi rendo conto che, fatto strano, sul blog non ho ancora parlato del  Fleischkäse, una via di mezzo tra un polpettone ed un würstel gigante di cui da bambini venivamo spesso nutriti. Ma un episodio di vita vera me lo ha messo sotto il naso proprio l'altro giorno, ed eccomi qui con il mio reportage storico-familiare. Alcuni Svizzeri, come quelli di casa mia, vivono il   Fleischkäse come un salume, da comprare pronto, intero o affettato sottile in buste, da servire in tavola come fosse prosciutto cotto o da infilare nei panini per merenda con maionese, senape e cipolline sottaceto (Be'... che c'è?! Se mia mamma per evitare che noi figli mangiassimo troppa Nutella la teneva in frigo ad indurire, così era più difficile da spalmare e sul pane se ne metteva di meno, perché stupirsi di quella che lei invece considerava una merenda "sana"?!) Altri amanti del  Fleischkäse  lo

una salsa di cipolle svizzera per würstel e per mamme lavoratrici

Lo so: sono rimasta indietro di una puntata! Parlavo di  ricette svizzere  quando un'irrefrenabile tentazione di cibo americano  si è intrufolata in cucina ed ha avuto  la meglio. Riprendo ora il filo con un piatto che ho proposto pochi giorni fa anche alla mia cara mammina svizzera in occasione del suo compleanno: Bratwurst con salsa di cipolle. L'aspetto curioso non sta tanto nel tipo di würstel utilizzato, una salsiccia bianca di vitello il cui nome per alcuni significa "salsiccia di carne spezzettata" e per altri "salsiccia da arrostire". In Germania di solito viene speziata in modo deciso con pepe, noce moscata e/o cumino, mentre in Svizzera il suo sapore è molto più delicato. In Ticino ne esiste una versione mignon, una "collana" di micro-salsiccine detta cipollata  non perchè contenga cipolle ma perchè, appunto, di solito si serve in salsa di cipolle. Ma, a casa della mia mamma lavoratrice senza tempo ne' passione per la cucina,...

MTC giugno 2011... verso Oriente!

Continuo a pensare che le giudici  titolari  e aggiunte  dell'MTC fossero completamente fuori quando hanno passato a me il testimone e nessuno potrà convincermi del contrario, anche perchè potevano ben immaginare in che gorgo storico-etnico-confusionale avrei trascinato la sfida... ma si sono fidate lo stesso! No, è oggettivo: non possono essere completamente normali... Accertato questo, dichiaro anche di non essermi mai emozionata tanto nello scrivere un post e soprattutto nel proporre una ricetta, sentendo tanti occhi puntati addosso ed il fiato trattenuto di tanti MTC addicted... Ebbene sì, rilassatevi (o disperatevi) pure: come temevate, questa volta si va davvero tutti in Giappone! Niente succede per caso, si sa. Tanto è vero che l'eterno girovagare di Marco Polo (a cui faccio da qualche tempo da vivandiera ) l'ha portato proprio a questo punto del suo viaggio a confrontarsi con  Cipango , il Paese del Sol Levante... Come potevo non cogliere il suggerimento

peperoni farciti alla croata: massaia batte bustina millemila a zero!

Riprendere a parlare di cucina non è facilissimo, soprattutto con il tono scanzonato che avevo in mente per questo post. Mi limiterò all'aspetto "documentaristico" ed umano, che l'umore magari sa beneficiare della concentrazione e della dolcezza richieste da una simile impostazione. Dopo una lunga serie di articoli e ricette a base di riso penso di cambiare direzione dedicandomi ai peperoni bianchi croati che di solito si cucinano ripieni di carne, per scoprire poi che nella farcia è presente riso crudo. Quando si dice il caso... I peperoni bianchi, babura paprika, in Croazia sono reperibili facilmente proprio in questa stagione. Ne ho in frigo tre e decido di prepararli, appunto, come  punjene paprike , ovvero farciti e cotti nel pomodoro, ricetta tipica che con piccole varianti è diffusa anche in altri Paesi limitrofi e che ogni famiglia, ovviamente, prepara secondo i propri criteri. La versione più semplice prevede di profumare carne trita di manzo o m...

riso Otello: un nero integral(ista)

Il primo giorno di autunno una ricetta con le ultime verdure estive, che sono ancora buone visto che sembra far più caldo ora che nei mesi trascorsi... Sollecitata da alcuni dubbi posti sulle modalità di cottura del riso integrale e sull'utilizzo di varietà di riso "esotiche", ho pensato di provare le risposte sul campo e chiarire soprattutto le idee a me stessa, la prima che ha tutto ancora da imparare. Così, per prendere due piccioni con una fava, ho scelto un riso sia nero che integrale. No, non famoso ed idolatrato riso Venere, fantastica varietà di nobile origine cinese che, grazie a opportune ibridazioni, ora è coltivato anche in Italia.  Ho pescato  invece una varietà tutta italiana: il riso Otello, che deriva anch'esso da varietà cinesi ma è di concezione e di coltivazione tutta nostrana. Chissà se il  nome è stato ispirato ispirato dal famoso personaggio shakespeariano, dalla sua pelle scura e dalla sua natura piuttosto integral ista... Si utilizz...

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!