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paccherini alla frutta poliedrici, come Cesare

Nella serie di post a tema abruzzese, che prevedo quasi infinita, voglio ritagliarmi uno spazio da dedicare ad un incontro davvero particolare. Io di persone surreali me ne intendo abbastanza... ne ho pure una che mi vive a fianco! E poi, a guardare bene, tanto in quadra non sono neppure io. Ma questo signore, che mi è stato presentato come giornalista ma che si è poi rivelato soprattutto stilyst delle dive, merita davvero una categoria a parte.
Di solito sul blog non faccio nomi e non metto foto di persone ma credo che in questo caso la visibilità (per quanto, qui, assai modesta!) sia un piacevole vezzo più che un attentato alla riservatezza. Lui si chiama Cesare Zucca. E' entrato nella mia vita in Abruzzo ma, sorpresa delle sorprese, avrebbe potuto succedere in qualsiasi momento, dato che abbiamo un buon amico in comune, ovvero i famosi sei gradi di separazione nel nostro caso in versione ultra-ridotta!

La prima foto che ci siamo scattati insieme dunque, quando impastavano semola e acqua su due spianatoie vicine, è quella che gli abbiamo spedito, l'ultima invece ci ritrae seduti accanto su un pullman, a ridere come due compagnucci in gita scolastica, io con una sua camicia arrotolata in testa a mo' di turbante "perché insomma una donna non può uscire a cena senza un look un minimo particolare!", e lui ad inanellare paccheri colorati per una collana improvvisata, che avrebbe poi indossato alla suddetta cena.
Chi mi conosce nella vita reale sa che per un periodo della mia vita ho frequentato dall'interno il mondo dello spettacolo, che ne sono uscita di mia volontà, indenne o quasi, e che sono rimasta con zero voglia in assoluto di rientrarci e di fare mai parola di quelle esperienze.

Nella mia testa non hai più meriti se per vivere sali su un palcoscenico rispetto a chi per lo stesso fine si infila in una fabbrica o in un ufficio: le persone nei rapporti umani valgono per quello che sono, nel mestiere contano per la loro distintiva abilità professionale, tutto qui. Un tipo di lavoro implica diventare famosi, l'altro no, ma la cosa ai miei occhi ha davvero valore nullo. Di persone celebri che ho frequentato ammiro creatività e talento (che non tutti hanno) esattamente come vado in brodo di giuggiole per la capacità di alcuni camionisti di infilare un tir con rimorchio in retromarcia dentro un portone stretto (cosa che non tutti gli autisti di grandi mezzi fanno). Analoga perizia professionale, di fatto.

Che poi alcuni siano umanamente delle cacche è vero degli attori come dei camionisti però, statisticamente parlando, mi sono trovata peggio nello star system, che quindi tendo a tenere lontano, non so se più per snobbismo o più per diffidenza. Ma Cesare mi è stato presentato come un giornalista, quindi non ho messo in campo i miei consueti pregiudizi da difesa. Per fortuna. Così l'ho lasciato entrare nella mia vita, e, con il senno di poi, posso dire che mi piacerebbe ci rimanesse.

Di lui professionalmente ammiro l'abilità di essersi reso indispensabile, con il suo gusto e con i suoi lampi di creatività, a molti artisti che cercavano il look giusto per esprimere meglio il significato della propria performance. Se non bastassero a testimoniare la sua bravura l'elenco dei divi internazionali che lo cercano e le centinaia di articoli che parlano di lui, banalmente mi basta il fatto che in due minuti abbia reato quasi dal nulla per me un'acconciatura che per una serata mi ha fatto sentire un po' speciale, nonostante abbia rispettato la mia tendenza ai look minimal. Perchè occorre sensibilità, oltre ad estro ed esperienza, per rendere felici le persone.
Dal punto di vista personale, invece, quello che ho adorato da subito di lui, uomo adulto, che vive da anni a New York e che della Milano da bere" è stato uno dei protagonisti più originali, sono stati il calore e lo stupore da bambino che dedicava, durante il nostro viaggio, a qualsiasi bellezza gli capitasse sott'occhio, che si trattasse di un'opera d'arte, del gesto di una persona, del sapore di un piatto, della luce di un panorama, della delicatezza di una frase.

Per quel minimo che ho capito di Cesare in quei pochi giorni condivisi, lui è una persona speciale, entusiasta della vita, colta ed insieme leggera, profonda ed insieme solare, spiritosa e candida nel parlare di sé, forse con me anche grazie a quell'amicizia in comune che in qualche modo lo rassicurava, permettendogli di abbassare le solite barriere automatiche che abbiamo tutti, celebri o meno.

Grazie a Rustichella D'abruzzo sono state giornate ricche di eventi, esperienze ed emozioni quelle trascorse in Abruzzo, ed averle condivise con lui le ha rese ancora più intense, quasi come se l'anima pulita di Cesare avesse cosparso di magia ogni momento, che veniva dunque vissuta anche dagli altri con la meraviglia del fanciullo ed insieme la sensibilità del saggio. Dunque ho deciso: vorrei rimanesse nella mia vita, famoso o no non mi interessa, perché Cesare, ironico, acuto e signorilmente alternativo, è davvero una persona preziosa.
Cosa dedicargli? Ovviamente una ricetta di pasta. Magari mista, come le sue poliedriche virtù. Magari proprio quei paccherini alla frutta con cui si è inventato una collana. Ovviamente Rustichella, che devo ringraziare di molte cose, tra cui il fatto di avermelo inserito nella vita.
Ho pensato questa ricetta riferendomi a mood anni '90 americani ma l'ho poi realizzata per un pranzo formale, servita quindi in zuppiera dai motivi settecenteschi, su tovaglia di fiandra francese con tanto di bouquet di ortensie e rose a fianco, ogni dettaglio della tavola con sfumature in tinta con quelle della pasta attorno a cui l'intero menù girava. Ma per lui che è il principe dei cambiamenti non ci metterei niente a ripensarla in un'atmosfera più glamour. E, chissà, pure io potrei indossare trucco e tacchi per l'occasione, perchè "una donna senza tacchi dove crede di poter andare?!"
Paccherini alla frutta misti con gamberi, pancetta, funghi e basilico
ingredienti per 8 persone:
220 g di paccherini ai frutti di bosco Rustichella
220 g di paccherini alla pesca e albicocca Rustichella
200 g di mezzi paccheri di semola di grano duro Rustichella
500 g di code di gambero sgusciate
250 g di pancetta affumicata
400 g di funghi porcini freschi
4 bei rami di basilico
1 spicchio di aglio
100 g di burro
sale
pepe nero al mulinello

Nettare con cura i porcini (se ne ricavano circa 300 g): affettarli e saltarli in 20 g di burro con lo spicchio di aglio schiacciato, salandoli leggermente e lasciando poi cuocere a fuoco basso, in modo che i funghi rilascino la loro acqua e poi si asciughino. I porcini possono essere cotti anche il giorno prima, visto che la loro pulitura richiede tempo e pazienza.

Privare i gamberi del filo nero e tagliarli a dadini; tagliare a dadini anche la pancetta; spezzettare con le mani le foglie di due rametti di basilico e conservarle coperte nella parte alta del frigo.

Portare a bollore l'acqua per la pasta, salare e tuffarvi i mezzi paccheri bianchi; quando l'acqua riprende il bollore unire entrambi quelli alla frutta e cuocere per circa 11 minuti.

Intanto struggere il resto del burro in un ampio tegame con la pancetta. Quando comincia a rosolare unire  gamberi, i funghi con tutto il loro fondo e un paio di rami di basilico, padellando a fuoco vivace un paio di minuti fino a che i gamberi si sono schiariti.

Levare il basilico cotto, regolare di sale se serve, mescolare bene ed unirvi la pasta ben scolata. Padellare un minuto, se serve con qualche cucchiaio dell'acqua di cottura, quindi spegnere, unire il basilico spezzettato, pepare abbondantemente e servire.

Se non si hanno le forchette raccogliere la pasta con degli spaghetti crudi...
  • rivoli affluenti:
  • per un ulteriore giusto momento di gloria: Cesare è lui, giusto per citare il primo articolo che si trova googolando il suo nome...
  • oppure si possono leggere le sue ricette, come consigliato nel secondo rivolo affluente di questo post.
  • mi scuso per alcune delle foto, onestamente un po' troppo sgranate, ma sono quelle scattate al volo con il cellulare.

Commenti

  1. Sono andata a curiosare chi sia questo Cesare Zucca capisco cosi questo post dedicato. Bella ricetta e spiegazione come sempre ed ho visto il sito del Rustichello ci faccio un pensierino. Non ho dubbi che la foto dove si vede una bella signora sia tu e mi fa piacere almeno virtualmente vederti: ciao bella signora. Buon giornata e buon inizio settimana un abbraccio.

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  2. credo sia davvero una bella persona "questo" Cesare Zucca. Come te, insomma... ;D

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  3. ciao ! Sono "quel" Cesare Zucca e, caso del destino..... ho visto il tuo post più di 3 anni dopo la pubblicazione... quindi UN ENORME GRAZIE delle belle parole,,,, in ritardo, ma sincerissmo ,Buona Vita e un sorriso, Cesare

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    Risposte
    1. Ciao Cesare, quanto tempo! (45?) Sono Isa ti ricordi? Isa…Piero… di Monza, amici di Cinzia… Divina tutte le sere… Capodanno al Bussolotto con Alan Sorrenti e poi a Firenze… col pulmann ti ricordi? E poi Primadonna e poi No Ties… Che tempi! Quanto ci siamo divertiti! Ho delle foto meravigliose che tengono vivo il ricordo di un periodo irreplicabile! Buona Vita grande Cesare!

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