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gli struffoli, come legante

Questo anno mi è sembrato infinito. In un tempo che pareva non scorrere mai, in una serie di giornate uguali, ciascuna chiusa in se stessa, come se fosse tutto immobile.

Invece mi accorgo che alla fine sono stati enormi i cambiamenti: nella vita, nelle relazioni, nelle abitudini. Arrivati piano piano, come niente. Almeno per me.

Senza accorgermi non sono stata ferma e ora mi trovo in un punto diverso, anche se da casa non mi sono spostata quasi mai. 

Sarà per quello che ho preparato durante queste feste cibo dai tempi lunghi, in forma di meditazione: per insaporire una pasta al forno le polpettine piccole come ceci sono quasi trecento, l'agnello si crogiola in forno per circa tre ore, per il dolce serve rotolare oltre 700 palline di impasto.

E per i regali alla famiglia vale altrettanto, visto che i cachi della confettura alla vaniglia ho addirittura aspettato che crescessero sugli alberi, oltre il muro del generoso vicino. 
Tutto questo tempo dedicato a piccole cose silenti è stato un muro di pace a separarmi dalle brutture di un periodo assurdo per tutti, doloroso per moltissimi. 

Non è questa la sede per elencare le tristezze personali, ne' credo che il cambiare anno sul calendario possa modificare nulla. Per la prima volta però, nonostante non sia mia abitudine tirare bilanci alle date prestabilite, mi ritrovo a considerare i mesi passati.

Mi appare tutto ovattato. Sarà il bianco della neve che in questi ultimi giorni decora i tetti. Sarà il silenzio tranquillo cui la zona rossa costringe la città. Sarà la convinzione assoluta che tutto cambia ed anche paura e dolore si attutiscono, con il tempo.
Tutto passa, non per le scaramantiche speranze che alcuni ripongono in un nuovo anno ma per i cicli naturali in cui siamo avviluppati e che ci trasportano, nostro malgrado, per nostra fortuna.

Se devo concludere questo post con una ricetta scelgo il legante degli struffoli, composti da tanti piccoli attimi di serenità distinti e inseparabili. I loro colori allegri e confettati sono solo il tocco finale, un dettaglio esterno. La loro sostanza, centrale, dolce e densa, non si lega all'occhio ma al cuore.
I MIEI STRUFFOLI
ingredienti per 10/12 persone:
520 g circa di farina 00, più una manciata per la spianatoia
4 uova piccole (o 3 medie e poca meno farina)
70 g zucchero 
25 ml di liquore Strega 
86 g di strutto 
le scorze grattugiate fini di 1/2 limone e 1 arancia 
16 g (1 bustina) di lievito per dolci
sale 

500 g di miele di arancio
2 cucchiai di zucchero 
1 mandarino bio
olio x friggere 
150 g di scorze di cedro candite a dadini 
2 cucchiaiate in tutto di confettini vari: qui cannellini (pinoli confettati), anicini (semi di anice confettati), diavolilli (mompariglia fine) e confettini argentati.

Setacciare la farina con il lievito e disporla a fontana su una spianatoia; al centro disporre lo strutto a fiocchetti, lo zucchero e un pizzico di sale, le scorze grattugiate, il liquore, poi romperci le uova.

Lavorare prima con la forchetta, poi in punta di dita e poi impastare fino ad ottenere una massa uniforme e compatta, che abbia assorbito bene tutta la farina. Chiudere in un sacchetto di plastica e far riposare in  per circa mezz'ora a temperatura ambiente, oppure in frigo per un giorno.

Stendere la pasta in salsicciotti spessi poco meno di un dito e lunghi un paio di spanne, infarinare bene su tutti i lati, se serve, poi tagliare a pezzettini piccoli, sollevandoli con una spatola per arieggiarli e separarli; setacciarli molto bene se si è usata la farina e allargarli su vassoio pulito. Io non ho aggiunto farina ma ho lavorato ogni gnocchetto tra i palmi delle mani per dargli forma tonda.

Friggere in olio caldo in pentola a bordi alti,  un paio di manciate per volta, senza far troppo dorare o diventano duri (ma va a gusto), e scolare su carta assorbente. Attenzione che l'olio cresce e fa molte bolle, meglio sostituirlo a metà della frittura.

Scaldare il miele con lo zucchero e il mandarino tagliato in 8-10 spicchi con la buccia, portando quasi a bollore. Unire gli struffoli tutti insieme e quasi tutti i canditi e lasciar sobbollire per qualche minuto a fuoco bassissimo, mescolando sempre, in modo che assorbano completamente il miele.

Mettere da parte i mandarini, versare gli struffoli su un piatto da portata appena unto, e dare loro forma di ciambella aiutandosi con un limone tagliato a metà o con il dorso di un cucchiaio bagnato.

Decorare con i confettini ed il resto dei canditi, poi disporvi sopra gli spicchi di mandarino a raggiera e lasciar freddare , in modo che tutto si fissi e sia facile da trasportare. 

Il dolce è migliore dopo un bel riposo, anche di un paio di giorni, sotto una retina a campana, che eviti la polvere ma lo lasci respirare. Le dosi sono abbondanti ma dura anche una settimana e si consuma con gusto per tutto il periodo delle feste. 
  • rivoli affluenti:
  • la ricetta base per "uno dei dolci più cari al cuore dei napoletani perchè il rito vuole che non manchino il giorno di Natale" è quella di Valentina Gigli, con tocchi di Peppe Guida e preferenze della mia parte di famiglia napoletana, oltre a piccole citazioni tratte da: Jeanne Caròla Francesconi, La vera cucina di Napoli, Newton Compton, 2002, ISBN 88-8289-586-6.

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