Sempre in tema di viaggi alternativi, oggi si parla di quegli inaspettati ma comunissimi viaggi a ritroso di cui sempre ci stupiamo ed in cui inevitabilmente caschiamo ad ogni piè sospinto.
L'alibi è una delle tappe del solito Marco Polo, quella del Kashmir, a cui la carovana era approdata qualche giorno fa e che io avevo bellamente ignorato. Sostanzialemene per motivi già spiegati, dato che in verità non mi stancherei mai di seguire le avventure di questo epico viaggiatore di altri tempi.... altro che le saghe di quegli insostenibili eroi moderni che passano le giornate tra inseguimenti in auto, tuffi dall'elicottero e disinneschi di bombe ad orologeria!
Dunque viaggio a ritroso per questo blog, dove la ricetta della tappa precedente viene postata dopo quella della tappa successiva (e va be', niente di sconvolgente); nostalgico e tenero viaggio indietro nel tempo per una (allora) ragazzina affascinata dallo sceneggiato televisivo del 1982 sulla vita di Marco Polo, uno dei primi kolossal prodotti dalla Rai con cast internazionale, moltissime riprese all'estero e musiche addirittura di Ennio Morricone.
Questa personcina deliziosa, tanto coinvolta dalle vicende del Nostro da collezionare ai tempi la piccola enciclopedia fotografica edita da Eri con le immagini di scena più significative, una volta cresciuta è entrata pure a far parte della mia famiglia. Il che per lei non ha significato semplicemente diventare parenti agli occhi della legge o condividere una qualsiasi forma di quotidiano... tanto è vero che, dopo aver leggiucchiato delle tappe della carovana sul blog, ha pensato bene di regalarmi la raccolta completa dei suoi volumetti di Marco Polo e pure una manciata di figurine del relativo, inevitabile, album Panini.
Dico proprio regalo, non prestito: regalo! E qui parte il vero viaggio a ritroso, quello dei sentimenti. Perchè sfoglio quelle pagine un po' ingiallite e mi domando se io avrei ceduto un simile tesoro personale ad altri e quale motivazione avrebbe potuto spingermi a tanto. E la risposta non può essere simpatia, stima o comunanza di interessi. E nemmeno è una questione di affetto, perchè ci vuole anche tanta, tanta generosità.
Nell'arco degli anni le doti personali della personcina, inizialmente intraviste quando l'ho conosciuta, sono emerse con chiarezza e si sono confermate con costanza. Gentilezza, discrezione, riflessività e comprensione erano le più apparenti.
La generosità è sempre rimasta il sottofondo di tutto. Più volte dimostrata nel tempo, nei confronti miei ed altui, anche con scelte di vita più eclatanti, questa conferma di spontanea generosità anche nel "piccolo" gesto di un semplice dono riconferma la fortuna mia e della famiglia di averla con noi, la grandezza (quasi scontata?!) dell'affetto reciproco, la forza dirompente che hanno le vere doti nell'invisibile quotidiano. A proposito di eroi dei nostri tempi...
E tornando ad eroi, santi e navigatori... ma dove avevamo lasciato il nostro Marco Polo?! Ah già: in Kashmir, probabilmente tutto intento, tra un'avventura e l'altra, a gustarsi le famose albicocche locali...
Albicocche e mandorle allo sciroppo di cadamomo
ingredienti:
500 gr. di albicocche fresche
3 cucchiai di mandorle a filetti
5 o 6 cucchiai di zucchero
4 bacche di cardamomo
1 piccola stecca di cannella
1 pezzetto di zenzero fresco di circa 2x2 cm., a fettine sottili
Lavare ed asciugare bene le albicocche, tagliarle in 2 e privarle del nocciolo.
Metterle in una casseruola (non di alluminio) con gli altri ingredienti e 200 ml. di acqua, regloando la quantità di zucchero in base alla maggiore o minor dolcezza delle albicocche.
Portare lentamente ad ebollizione rimestando con cura fino a che lo zucchero si è sciolto, quindi ridurre la fiamma al minimo e cuocere fino a che le albicocche si sono quasi del tutto disfatte ed il fondo si è trasformato in un denso sciroppo. Ci vorrà circa un'oretta.
La stessa ricetta si può utilizzare per le albicocche secche, di cui basteranno 200 gr., messi a bagno per 3 o 4 ore e poi cotti, con gli altri ingredienti, nella stessa acqua di ammollo filtrata.
Per tradizione in Kashmir le albicocche andrebbero servite così, tiepide o fredde, come dolce al cucchiaio, decorate con qualche foglietto di varak, cioè di argento alimentare (che io non ho sottomano...). Ma, se accuratamente chiuse e riposte in frigo, si conservano anche per una settimana e possono dunque essere proposte anche tipo confettura, per esempio con il pane cambir, oppure per profumare dello yogurt bianco,
per accompagnare degli sformatini salati (qui di roquefort ed albicocche, di cui parlerò in altra occasione)
o anche miscelato ad un formaggino fresco come ripieno per dei rotolini di crepes
... Oppure, proprio come piace a me, in accompagnamento a qualche formaggio un po' stagionato!
L'alibi è una delle tappe del solito Marco Polo, quella del Kashmir, a cui la carovana era approdata qualche giorno fa e che io avevo bellamente ignorato. Sostanzialemene per motivi già spiegati, dato che in verità non mi stancherei mai di seguire le avventure di questo epico viaggiatore di altri tempi.... altro che le saghe di quegli insostenibili eroi moderni che passano le giornate tra inseguimenti in auto, tuffi dall'elicottero e disinneschi di bombe ad orologeria!
Dunque viaggio a ritroso per questo blog, dove la ricetta della tappa precedente viene postata dopo quella della tappa successiva (e va be', niente di sconvolgente); nostalgico e tenero viaggio indietro nel tempo per una (allora) ragazzina affascinata dallo sceneggiato televisivo del 1982 sulla vita di Marco Polo, uno dei primi kolossal prodotti dalla Rai con cast internazionale, moltissime riprese all'estero e musiche addirittura di Ennio Morricone.
Questa personcina deliziosa, tanto coinvolta dalle vicende del Nostro da collezionare ai tempi la piccola enciclopedia fotografica edita da Eri con le immagini di scena più significative, una volta cresciuta è entrata pure a far parte della mia famiglia. Il che per lei non ha significato semplicemente diventare parenti agli occhi della legge o condividere una qualsiasi forma di quotidiano... tanto è vero che, dopo aver leggiucchiato delle tappe della carovana sul blog, ha pensato bene di regalarmi la raccolta completa dei suoi volumetti di Marco Polo e pure una manciata di figurine del relativo, inevitabile, album Panini.
Nell'arco degli anni le doti personali della personcina, inizialmente intraviste quando l'ho conosciuta, sono emerse con chiarezza e si sono confermate con costanza. Gentilezza, discrezione, riflessività e comprensione erano le più apparenti.
La generosità è sempre rimasta il sottofondo di tutto. Più volte dimostrata nel tempo, nei confronti miei ed altui, anche con scelte di vita più eclatanti, questa conferma di spontanea generosità anche nel "piccolo" gesto di un semplice dono riconferma la fortuna mia e della famiglia di averla con noi, la grandezza (quasi scontata?!) dell'affetto reciproco, la forza dirompente che hanno le vere doti nell'invisibile quotidiano. A proposito di eroi dei nostri tempi...
E tornando ad eroi, santi e navigatori... ma dove avevamo lasciato il nostro Marco Polo?! Ah già: in Kashmir, probabilmente tutto intento, tra un'avventura e l'altra, a gustarsi le famose albicocche locali...
Albicocche e mandorle allo sciroppo di cadamomo
ingredienti:
500 gr. di albicocche fresche
3 cucchiai di mandorle a filetti
5 o 6 cucchiai di zucchero
4 bacche di cardamomo
1 piccola stecca di cannella
1 pezzetto di zenzero fresco di circa 2x2 cm., a fettine sottili
Lavare ed asciugare bene le albicocche, tagliarle in 2 e privarle del nocciolo.
Metterle in una casseruola (non di alluminio) con gli altri ingredienti e 200 ml. di acqua, regloando la quantità di zucchero in base alla maggiore o minor dolcezza delle albicocche.
Portare lentamente ad ebollizione rimestando con cura fino a che lo zucchero si è sciolto, quindi ridurre la fiamma al minimo e cuocere fino a che le albicocche si sono quasi del tutto disfatte ed il fondo si è trasformato in un denso sciroppo. Ci vorrà circa un'oretta.
La stessa ricetta si può utilizzare per le albicocche secche, di cui basteranno 200 gr., messi a bagno per 3 o 4 ore e poi cotti, con gli altri ingredienti, nella stessa acqua di ammollo filtrata.
Per tradizione in Kashmir le albicocche andrebbero servite così, tiepide o fredde, come dolce al cucchiaio, decorate con qualche foglietto di varak, cioè di argento alimentare (che io non ho sottomano...). Ma, se accuratamente chiuse e riposte in frigo, si conservano anche per una settimana e possono dunque essere proposte anche tipo confettura, per esempio con il pane cambir, oppure per profumare dello yogurt bianco,
... Oppure, proprio come piace a me, in accompagnamento a qualche formaggio un po' stagionato!
- rivoli affluenti:
- gli affetti di famiglia: Natalia Ginzburg, Lessico Famigliare, Einaudi
- le eroine di famiglia: Isabella Allende, La casa degli spiriti, Feltrinelli
- e poi le ricette del Kashmir: Priya Wickramasinghe, Carol Selva Rajah, The Food of India, Murdoch Books
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
RispondiEliminaBello che non tutte le famiglie siano come i Buddenbroock...e io mi consolo dalla lontanza con le albicocche sciroppose...Baci
RispondiEliminaImmagino la tua gioia davanti ad un regalo simile!
RispondiEliminaE' stata davvero carina.
E' bello avere una persona così sensibile in famiglia :-)
PS: Sto ancora ridendo per i panini a forma di mento che hai consigliato a Gambetto!!!
(Questo, ovviamente, non mi impedisce di rubare le tue albicocche sciroppose :P)
una storia tanti ricordi...una ricetta tante idee...sarà che mi piace tanto il cardamomomo ma sta idea mi ha colpito proprio!!!...ed anche il pane qui sotto.... non lo conoscevo e mi piace proprio...ti è venuto così bene!!!
RispondiElimina@glu.fri: no, no, citavo Isabel Allende mica per niente!
RispondiElimina@muscaria: devo ammettere che la mia famiglia composita in effetti contempla varie tipicità...
Il mento di pane! Non avevo ancora avuto tempo di andare a guardare...
@terry: le tradizioni non lo prevedono, ma secondo me pane ed albicocche insieme ci stanno benissimo, magari con anche un filo di burro semisalato.
Il pane non è difficile, dotati solo di pinze mooolto lunghe oppure di dita d'amianto!
Da favola gli sformatini Roquefort + albicocche!!! Mi sembra che lo abbia fatto anche mia figlia l'album delle figurine di marco Polo, ma forse mi sbaglio era solo lady Oscar....
RispondiEliminaLa sopportazione di suoceri, cognate e marito con tanto di sorriso sulle labbra più che un'eroina la rende...una santa!
RispondiEliminaP.s. bello lo sformatino salato...
@enrico e virò: ma insomma... tutta 'sta fatica sulle albicocche e quel che mi guardate sono gli sformatini!!!
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