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una Japanese Cake... per niente giapponese!

Per partecipare all'MT Challenge di Menù Turtistico (perchè sì, oramai ci sono cascata e devo imparare a convivere con questo trauma), le crudeli ideatrici hanno lasciato che l'irresponabile Genny de Al Cibo Commestibile proponesse assurdamente di ricreare la ricetta di una torta! So che per i comuni mortali si tratta di una esercizio piacevole... ma io con i dolci... non mi piace!!!

Leggendo gli ingredienti obbligatori di questa Japanese Cotton Cheesecake, ovvero formaggio morbido, qualche aroma e cottura in forno, avevo dapprima subdolamente pensato di trasformare questa torta da dolce a salata, dove il gorgonzola recitava il ruolo del formaggio ed un frutto, insieme ad erbe o spezie, giocava da comprimario come aroma.

Poi mi sono resa conto che sarebbe stata una mossa di pura vigliaccheria: negli obblighi non è scritto ma mi pare evidente che il tema deve rimanere un dessert... e preparare rarissimamente dolci non mi autorizza a cercare scorciatoie! Uffa...

Allora mi stavo ingegnando ad affrontare la faccenda aggrappandomi alla definizione, "JAPANESE (uno dei miei aggettivi preferiti!!!) Cotton Cheesecake", per  schiaffarci dentro/sopra qualcuno degli aromi classici della "pasticceria" nipponica: anko (marmellata di fagioli atzuki), kinako (farina di soja tostata), la supertrendy polvere di tè matcha...

Ma mi sono detta: ma che cavolo, questa è solo l'intrepretazione nipponica di un dolce nato altrove! Di giapponese non c'è assolutamente niente tranne l'esaltazione della sofficità di questa preparazione, che è uno dei lati che più affascina i Giapponesi nella loro recente scoperta della pasticceria occidentale. Ed è pure la ragione dell'altro appellativo della torta: "cotton", cioè soffice come un batuffolo di cotone.

Infatti in Giappone (Paese che, non dimentichiamolo, si è aperto ai contatti con il resto del mondo da soli 150 anni circa...) fino ad una cinquantina di anni fa le torte erano sconosciute ed i dolcetti, prevalentemente a base di riso e fagioli, erano un accompagnamento per il tè ed un'occasione sociale di dono più che una la quotidiana chiusura di un pasto o un'abituale golosità.

Le case medie nemmeno hanno il forno in cucina di solito, e la pasticceria come noi la intendiamo, così come la panetteria, è una scoperta relativamente davvero recente in Giappone, tanto è vero che da qualche anno nelle grandi città nipponiche i locali più di moda (oltre naturalmente ai ristoranti italiani) sono proprio le boulangerie alla francese, le pasticcerie all'austriaca o all'americana, le sale da tè all'inglese e così via.

E tra l'altro questa faccenda della passione per le cheesecake suona davvero un po' troppo "fashion" per una japanese-inside come me... Perchè, ad essere proprio precisi, fino qualche decennio fa in Giappone d'abitudine non si consumavano latte e derivati. Il latte veniva considerato una "secrezione corporea" dell'animale, nella loro percezione alla pari di saliva o sudore, cioè per niente appetibile...

La cheesecake, che con il Giappone, appunto, c'entra solo di striscio, ha invece origini davvero lontane dalla cultura orientale: già la preparavano gli antichi Romani ed in varianti locali è storicamente da sempre diffusa in tutto il Nord e Centro Europa, nel Paesi dell'Est, nei Paesi Mediterranei ed in alcune regioni montane del Medio Oriente, e poi è di fatto quasi un dolce nazionale negli Stati Uniti ed più di recente anche in Australia.

Ma in Giappone nisba... insomma: ci è arrivata solo ora insieme ad altre mode americane. Rinunciato dunque una volta per tutte a "giapponesizzare" questa benedetta cheesecake, alla fine mi sono rassegnata a pensarci sul serio, fingendomi per una volta creativa anche in pasticceria. Ho seguito grossomodo la ricetta base, lasciandomi semplicemente suggestionare da un leggero accenno di Medio Oriente.

Ecco allora un pochino di yogurt e miele a sostituzione parziale di Philadelphia e zucchero (ma non troppo, perchè con i dolci non sono pratica, non volevo rischiare di mandare a pallino l'alveolatura stravolgendo gli equilibri interni delle sue leggi strutturali!) e poi, a profumare l'impasto, petali di rosa e foglie di basilico, abbinamento che nelle tradizioni iraniane aromatizza uno sciroppo dedicato alle puerpere.

Per la verità in Iran si usano i semi di basilico (e non ho la più pallida idea di che sapore abbiano..) ma devo dire che le foglie della piantina sul balcone sono state davvero felici di partecipare insieme alle rose e di sprigionare come loro tutto il proprio profumo, oramai cominciavano a sentirsi un pochino fuori stagione in mezzo agli ultimi temporali settembrini...

Rose e basilico anche per la salsina di ciliegie sciroppate, ovvero una versione di frutta che si abbina bene alla rosa e che, in quanto sciroppata, è reperibile quasi ovunque (persino in Giappone) in qualsiasi stagione. E così abbiamo praticamente fatto il giro del mondo...


"Whole World" Cotton Cheesecake alle rose e basilico
per la torta:
170 gr. di Philadelphia
30 gr. di yogurt greco
80 ml. di latte
40 gr. di burro (+ quello per ungere la teglia)
5 uova
50 gr. di farina
16 gr. di amido di mais
100 gr. di zucchero
15 gr. di miele di acacia
6 gr. di petali di rosa essiccati (c.a 3 cucchiai)
8 foglie di basilico
1/4 di cucchiaino di lievito per dolci
2 cucchiaini scarsi di succo di limone
5 gocce di acqua di rose
1 pizzico di sale

per la salsa:
200 gr.di ciliegie sciroppate (snocciolate) sgocciolate
3 cucchiai di sciroppo delle ciliegie
2 gocce di acqua di rose
qualche foglia di basilico
qualche petalo di rosa secco per decorare

Scaldare il latte fino quasi a bollore, versarci i petali di rosa e le 8 foglie di basilico stracciate con le mani in piccoli pezzi, spegnere e mescolare bene, sciogliendovi poi il miele e lasciando intiepidire.

Fondere il burro al microonde per 25 secondi a 700w, lasciar riposare 30 secondi quindi mescolare bene ed unire al latte tiepido insieme al Philadelphia e allo yogurt, al succo di limone, a 5 gocce di acqua di rose e ad un pizzico di sale.

Separare i tuorli (circa 90 gr.) dagli albumi (circa 60 gr.), rompere i tuorli con la forchetta ed unirli a filo all'impasto, mescolando bene con una frusta.

Setacciare la farina e l'amido sopra l'impasto, miscelando poco per volta delicatamente fino a che il composto è bello liscio.

Accendere il forno a 160° (ventilato), imburrare una teglia da 24 cm (oppure uno stampo rettangolare 25 x 12 cm., o 4 tegliette tonde da 11 cm. oppure 16 stampini sagomati da circa 6 cm.) e foderarne il fondo con un disco a misura di carta forno; predisporre anche una teglia un poco più grande con due cm. di acqua dentro.

Montare gli albumi con il lievito e, quando sono belli spumosi, unire gradualmente lo zucchero, continuando a montare fino a che la meringa è bella soda e lucida e forma degli alti picchi.

Incorporare gli albumi all'impasto mescolando delicatamente con una spatola dal basso verso l'alto e distribuire nella teglia, spalmando eventualmente la superficie con una spatola ma senza battere lo stampo da sotto.

Infornare per 70 minuti (per gli stampini piccoli basta un'ora) o fino a che uno stecchino esce asciutto, quindi levare la teglia dal bagnomaria e lasciarla raffreddare sopra una gratella prima di sformare la torta.

Nel frattempo frullare le ciliegie (tranne qualcuna, per il decoro) con un cucchiaio o due del loro sciroppo, 1 foglia di basilico e le due gocce di acqua di rose, aggiungendo eventualmente un pochino di sciroppo per una salsina più fluida.

Quando la torta è totalmente raffreddata sformarla delicatamente e servire con un paio di cucchiai di salsa a testa, decorando all'ultimo momento con i petali di rosa secchi, le ciliegie rimaste ed il resto del basilico tagliato a julienne o a cimette.

PS 1:  in stagione conviene usare ciliegie fresche, snocciolate e cotte per qualche minuto con poca acqua, zucchero ed una piccola scorzetta di limone.

PS: non sono riuscita a non mettere proprio niente niente di giapponese... nel senso che, ad inquadratura allargata, si nota che la tovaglietta lo è, ma ho pensato non fosse troppo grave!

  • rivoli affluenti:
  • questa volta è il titolo della ricetta a farmi venire in mente una canzone di Marvin Gaye (in duetto con non mi ricordo più chi...)
If I could build my whole world around you
If I could build my whole world around you, darlin'
First I'd put heaven by your side
Pretty flowers would grow wherever you walk, honey
And over your head would be the bluest sky
And I'd take every drop of rain
And wash all your troubles away
I'd have the whole world built around you
And that would be all right, oh yes it would
If I could build my whole world around you
I'd make your eyes the morning sun
I'd put so much love where there is sorrow
I'd put joy where there's never been love
And I'd give my love to you
To keep for the rest of your life
And happiness would surely be ours
And that would be all right, oh yes it would 
 Oh, if I could build my whole world around you
I'd give you the greatest gift any woman could possess 
And I'd step into this world you've created
And give you true love and tenderness
And there'd be something new with every tomorrow
To make this world better as days go by 
If I could build my whole world around you 
If I could build my whole world around you
Then that would be all right, oh yeah...

Commenti

  1. riesci sempre a lasciarmi senza parole. Ora son qui che sto continuando a ripetere a mio marito "devi leggere questo blog, devi assolutamente leggere questo blog"... sono ammirata dalla tua cultura, dalla tua bravura, dalla tua classe. E pazienza, se no ti piacciono i dolci :-)

    p.s. per inciso, io pensavo di farla salata... non c'è mica lo zucchero, negli ingredienti obbligatori... :-)))

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  2. @alessandra: allora in fondo in fondo non sei così crudele, se capisci il mio palato salato! Ah, a saperlo prima...

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  3. Carissima! Quando leggo i tuoi piacevoli post imparo sempre qualcosa!
    Mi hai chiarito a cosa potrebbero servire i semini di basilico che avevo acquistato nel negozio di alimenti etnici durante l'incetta di spezie
    :-) rimasti "inevasi" per mancanza di suggerimenti
    Buona settimana

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  4. E mi pareva che non ci piazzassi il basilico!

    (Per un attimo ho creduto veramente che preparassi una torta e mi sono emozionata!...)

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  5. Mi è piaciuta come sempre la storia che leghi... ne ho imparato ancor di più sulla storia delle cucina jap... e poi perfetto il titolo "whole world"... una torta che stringe la mano a varie culture ed influenze! brava...ottima rivisitazione per il challenge!

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  6. Sono svenuta davanti al monitor e ho appena ripreso conoscenza.
    Non conoscevo il tuo blog (grazie MT!!! :-D) e sono rimasta affascinata dalla tua conoscenza della cultura giapponese e non solo.
    Quando poi ho letto dell'abbinata rose e basilico... sono svenuta.
    Non riesco a riprendermi del tutto però. Me ne mandi una fetta per favore? :-D

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  7. @ Mapi: che bello, anche tu qui?

    Tieni in serbo allora qualcuna delle tue ole speciali perchè l'ambiente merita!...

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  8. basilico, rose, profumi, sogni...che piacere!

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  9. @twostella: ecco Stellina, così operiamo uno scambio culturale: io ti dico come usare i semi di basilico ma tu mi dici che sapore hanno!

    @virò: e, va be'... neanche fosse aglio o melanzana! Ho aggiunto pure il miele... Se togli il basilico il resto è tutto dolce, ci sono andata vicinissima ad una torta vera!

    @terry: grazie, mi sembrava interessante spiegare perchè Gappone e cheesecake nella tradizione sarebbero una contraddizione in termini... Ora comunque la globalizzazione ha portato anche nella cucina giapponese latte, dforèmaggi e persino il burro...

    @maria pia buscia: te la darei volentieri anche tutta la torta, perchè a me ne è bastata davvero una fetta. In compenso se ti avanzasse una fetta di pane e salame...

    @enrico: prendo fiato in altri profumi prima di rituffarmi nella Cina del Duecento... Ti prego, non partire subitissimo con la carovana...

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  10. CArissima prima un grazie a MT, che mi ha fatto arrivare su questo blog... poi sappi che se vuoi pane...MAria Pia è una maestra!!! Inoltre ora faccio il giro degli altri blog..ma poi torno qui..l'anno prossimo vogliamo andare in Giappone e a questo punto ti tampinerò di domande!! :D ciao EliFla

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  11. Ehehehehe...sai che c'è...e che stavo trovando le parole per scriverti su un tuo post recente letto e riletto un paio di volte e mai commentato per pudore quasi...poi arrivi con questo dolce e le tue considerazioni...e vigliaccamente preferisco buttarmi su un terreno più morbido...quello dello "sfottò" affettuoso :P
    Eco quindi che pensavo di dirti...che sti'giapponesi sono proprio strani se il latte veniva considerato un "fluido corporeo" dell'animale...allora tutte quelle belle fettone di tonno siciliano (da loro importato) o le analoghe "bistecche" di balena lavorate...quelle non valgono vero?! ahaahahahah
    poi volevo punzecchiarti andando nuovamente a tirare le trecce alla tua compagna di banco...ma mi è mancata la verve di fissarlo nero su bianco anche se gli argomenti non mancavano...
    insomma nemmeno il fatto "stupefacente" che tu abbia fatto un dolce con reminder "iraniano" incorporato mi ha distolto...prima o poi vengo qualche pagina indietro e scrivo...magari in privato se mi scappa qualche tiratella di trecce in più alla tua amichetta di blog :P ahahhahaahahahah
    Scherzi a parte sono felicissimo di vederti in questo contesto di gioco dell'MT e soprattutto contento di vederti al centro dell'attenzione di chi con maggiore sensibilità mia sapra "cogliere" meglio le tue pagine spesse di cultura gastronomica e non.
    Con affetto e codardia....Mario :)

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  12. Mi hai ricordato i giorni in cui mi intrufolavo al cinema Prince Charles con 4 brioscine ripiene
    di anko in borsa.
    Hai assolutamente ragione riguardo ai latticini,ad un caro amico che passo' un po' di tempo in Giappone,fu menzionato che "gli occidentali" hanno a volte uno spiacevole odore di latte!!
    A presto.

    RispondiElimina
  13. @elisa: per il Giappone trovi diverse notizie interessanti anche in alcuni siti linkati qui a fianco, tipo biancorossogiappone, fukushimaku, she who eats, stray in japan o bunnychan... Comunque rispondo volentieri ad eventuali tuoi quesiti. Se conosco la risposta, naturalmente...
    Grazie del consiglio, ho già curiosato da MariaPia e mi riprometto di tuffarmici in pieno appena ho un filo di tempo.

    @che i Giapponesi siano parecchio "strani" rispetto a molti nostri parametri di giudizio è una certezza, almeno tanto quanto noi sembriamo strani a loro...

    @edith pilaff: posso dirti che in questo caso il tuo commento arriva esattamente come una ciliegia sulla torta?!

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  14. Ehehehehehe...chiusura ineccepibile la tua ;)

    RispondiElimina
  15. L'unica cosa su cui dissento e che Alessandra non sia crudele. Dopo che ci sottopone a tali torture e poi pure a tali umiliazioni (le mie, perché tutti voi avete fatto cose strepitose) hai pure il coraggio di dire che poi così crudele non è???
    Sei un'arca di scienza ecumenica! ;)
    Baciiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii

    RispondiElimina
  16. @fantasie: intendevo dire che non è crudele con me. Perchè se pensi che dopo essersi fatta scorrazzare in lungo e in largo per la Scozia vuol pure obbligare quel sant'uomo del suo maritino a leggere i nostri blog...

    RispondiElimina

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