Passa ai contenuti principali

risposte, compreso il "fascinoso"

Inizialmente non sapevo se ringraziare Patrizia o strozzarla... Poi ho preso un bel respiro e ho deciso che sì, posso anche rispondere alle domande della Staffetta dell'Amicizia...che mi ha garbatamente, simpaticamente, gentilissimamente rifilato da più di un mese!

Mi ci è voluto un poì di tempo per abituarmi all'idea. Dicevo giusto qualche giorno fa di quanto io come persona tenda a restare defilata dal blog, lasciando che ne siano protagonisti le storie e le ricette che vi racconto, anche se è inevitabile ogni tanto si caschi nell'autobiografico. Ma si tratta di notizie generiche o di ricordi d'infanzia più che altro, niente insomma di troppo personale riferito all'attualità.

Qui invece la Staffetta mi gira domande specifiche su aspetti della vita e della crescita che non so se avrei mai raccontato spontaneamente qua dentro. Ma va bene così, in fondo il livello di approfondimento resta comunque discrezionale, basta che quel che si dice sia sempre sincero. Ecco allora le mie "risposte":

1) Quando da piccoli vi domandavano cosa volevate fare da grandi cosa rispondevate?
Da piccolina, diciamo in età da asilo, volevo fare la trapezista del circo.
Alle elementari in un tema avevo scritto che il mio lavoro ideale sarebbe stato quello di riempire di colori dei quadratini disegnati.
Verso le medie poi è stata la volta della missionaria laica, per cui immaginavo di diventare medico e poi partire per l'Africa ma senza negarmi la possibilità di un fidanzato.
In fase  liceale, dopo essere svenuta alla vista della ferita di una cugina leggermente infortunata, avevo abbandonato l'idea della medicina pratica ed ero indecisa tra psicologia ed architettura.
In effetti, ora che ci penso, la mia vita attuale è un po' un misto di tutte queste cose! Senza il trapezio e con in più la cucina, per la precisione...

2) Quali erano i vostri cartoni animati preferiti?
Sulla televisone Svizzera alle 20 del sabato sera c'era un programma chiamato "Scacciapensieri" che raccoglieva i cartoni dell'epoca: Pronipoti, Antenati, Yoghi e Bubu, Willcoyote, Speedy Gonzales, Silvestro, Bunny, Braccobaldo, Napo Orso Capo, Svicolone ... insomma: tutto il campionario fuorchè Disney. Era il programma a piacermi, più che i singoli protagonisti, anche perchè era uno dei pochi momenti in cui era permesso a noi bambini guardare la televisione serale.
Se tra tutti dovessi scegliere il personaggio che mi era più simpatico direi Mr. Magoo, un vecchiettino orbo con la testa pelata che si ficcava in un mare di guai per la sua pretesa di vederci benissimo...
Da adolescente invece, con l'arrivo dei cartoni giapponesi, il più figo di tutti per me, non c'è storia, era assolutamente Lupin III.

3) Quali erano i vostri giochi preferiti?
Da piccolina giocavo con i bambolotti (mia sorella faceva la mamma ed io la maestra) o ci costruivamo delle casette con grossi cartoni e pastelli colorati.
Più tardi ho cominciato a divorare libri di favole e di lavoretti (tipo il mitico Fare e Costruire, numero 9 dell'enciclopedia "I Quindici") ed a organizzare con altri bambini del cortile dei tornei di "giochi senza frontiere" e degli spettacolini di ballo, canto e barzellette da mostrare ail gruppo dei genitori.
Gradualmente il mio tempo libero è stato comunque assorbito dai libri, prima tutto Rodari e poi i classici romanzi classici "per bambini" tipo Piccole donne, Pattini d'argento o Oliver Twist.
Mi dedicavo abbastanza poco alla Barbie perchè cominciavo a costuirle una casa con mattoncini di legno, scatole da scarpe e materiali vari (il letto era una ciabatta di mio padre!) e mi ci perdevo talmente che arrivava ora di cena e la bambola era ancora abbandonata in un angolo! Che il mio destino fosse già segnato?!

4) Qual’è stato il vostro più bel compleanno e perchè? 
Forse i quarant'anni, un momento della mia via in cui ero attorniata da molto affetto. Ho ricevuto due regali bellissimi: un bonsai di 40 anni ed un viaggio a sorpresa a Madrid con visita guidata in esclusiva alle cucine del Palazzo Reale. E soprattutto mi sono accorta che arrivare agli "anta" non mi aveva cambiato per niente: nonostante fossi più realista che in passato ero ancora in grado di relativizzare i problemi e di credere in un futuro in cui tutto era ancora possibile. 

5) Quali sono le cose che volevate assolutamente fare e che non avete ancora fatto?
I desideri mi nascono man mano, non ho grandi sogni "fissi" da perseguire da sempre. In ogni fase della mia vita ho trovato scopi, interessi e serenità in modi differenti. A volte abbandono quelli appartenenti al passato senza averli realizzati perchè nel frattempo hanno perso di valore. Sono sempre in attesa di scoprire quali saranno i prossimi.

6) Qual’è stata la vostra prima passione sportiva e non?
Lo sport non è mai stato contemplato come una passione... troppo faticoso! Mi piace sciare, ma anche poltrire davanti al caminetto e fare pupazzi di neve me li gusto con lo stesso impegno.
La mia prima e più grande passione non sportiva, invece, sono sempre stati i libri. E poco dopo la cucina. E con entrambi non ho ancora perso il vizio...

7) Qual’è stato il vostro primo idolo musicale?
Non ho mai avuto poster di cantanti od attori in camera e non ho mai idolatrato nessuno. Però in adolescenza conoscevo a memoria quasi tutte le canzoni dei Pink Floyd, degli Yes, di Pino Daniele ed in generale dei cantautori italiani (De Gregori, Vecchioni, Conte...) e me le cantavo pure spesso. Soprattutto nei viaggi in macchina con gli amici, che dopo un po' andavano in overdose e cercavano di zittirmi in tutti i modi...

8 ) Qual’è stata la cosa più bella chiesta (ed eventualmente ricevuta) a Babbo Natale, Gesù Bambino, Santa Lucia?
(N.B. Rigorosamente Gesù Bambino, non scherziamo con la concorrenza...)
Da bambina Natale è sempre stato una sorpresa, in famiglia era opinione condivisa che non avesse senso fare delle ordinazioni e la letterina serviva solo per ricordare genericamente che ero stata buona quindi non meritavo solo carbone. Era più una dichiarazione di speranza che una volontà di richiesta!
La cosa più bella che ricevevo ogni anno a Natale era proprio l'emozione dell'attesa la sera prima, la scoperta dei pacchi sotto l'albero il mattino presto, la certezza che ogno anno il Natale si sarebbe svolto sempre così, come un giorno speciale e perfetto. 

E dopo tutti questi sproloqui che dire? Rivolgere le stesse domande a qualcun altro? Non vorrei forzare nessuno oltre i limiti della riservatezza che ognuno sceglie per sè. Diciamo che magari salverei le domande più simpatiche e meno compromettenti, tipo la 1 e la 3, e le rivolgerei a chi a voglia di rispondere, che sia con un post apposito sul proprio blog o che sia tra i commenti di questo post, senza obblighi di citazioni, link e regole che mi sembra faccia troppo "catena di sant'Antonio".

Per riprendermi invece dalla fatica di essermi parlata addosso tanto a lungo rispondo alla mia più profonda golosità e mi confeziono poi qualche pasticcino salato (l'ho già detto che fosse per me sostituirei le pasticcerie con delle salaterie, vero?), utilizzando di base la frolla del guscio dolce del vero pasticcino, come nella tradizione tutta napoletana dei rustici...


Tris di pasticcini salati... al formaggio!
per la frolla:
250 gr. di farina
125 gr. di burro (+ quello per gli stampini)
40 gr. di albumi (circa 2 uova piccole o 1 grande)
40 ml. di acqua gelata
2 cucchiai di zucchero
1 pizzichino di sale

per i ripeni:
40 gr. di salsiccia fresca
80 gr. di stracchino o crescenza
1 cucchiaio di nocciole tostate
6 pomodori secchi sott'olio
80 gr. di ricotta compatta
20 gr. di parmigiano grattugiato
1 cucchiaino di origano secco
2 cucchiai di spremuta di arancia
150 gr di fontina o altro formaggio fondente
1/2 cucchiaio di scorza di limone
3 acciughe sott'olio,
1 rametto di rosmarino
1/2 spicchio di aglio
1 fetta di melone bianco

Per la frolla mettere nella planetaria la farina setacciata, il burro a dadini, il sale e lo zucchero e lavorare a velocità bassa con la frusta a foglia fino a che burro e farina si sono amalgamati in tante bricioline.

Unire gli albumi e miscelare bene, poi versare sempre impastando l'acqua a filo, lavorando ancora fino a che si forma una palla compatta di impasto uniforme. Potrebbe volerchene qualche goccia in più o in meno, dipende un po' dalla farina.

Avvolgere le frolla in pellicola e tenerla in frigo per almeno mezz'ora e nel frattempo preparare i tre ripieni:

1) preparare una salsetta con le acciughe tritate ed un pochino del loro olio, aglio tritatissimo, scorza di limone e qualche ago di rosmarino e metterci a marinare per una ventina di minuti la fontina a dadini; tagliare poi il melone a lamelle sottili.

2) tagliare a striscioline i pomodori secchi ben sgocciolati; lavorare a crema la ricotta con parmigiano, origano e succo d'arancia, un pizzico di sale e poco pepe.

3) sbriciolare la salsiccia spellata ed amalgamarla allo stracchino con sale, abbondante pepe e le nocciole tritate.

Stendere la frolla spessore di circa 3 mm., usare gli stampini capovolti per tagliarla nelle forme preferite quindi assottigliare ed allargare ancora leggermente la frolla tra le dita, in modo che coprano comlpetamente gli incavi degli stampi (che vanno leggermente imburrati prima di adagiarvi la pasta). Qui ho usato tre forme differenti per i tre gusti: quadrati per il pomodoro, a mandorla per la salsiccia, tondo per il melone.

Farcire un terzo degli stampi con l'impasto di salsiccia; in un altro terzo adagiare un mucchietto di pomodori secchi e ricoprirli con la crema di ricotta; nell'ultimo terzo deporre una fettina di melone e coprirlo con i dadini di fontina ed un goccio della loro marinata.
Cuocere le tartellette a 180° per 20/25 minuti a seconda del formato e servire calde, tiepide o anche a temperatura ambiente.


Non a caso questi pasticcini sono tutti a base di formaggio, che Patrizia non mangia... Scusa Patrizia, ma in qualche modo dovevo ripagarti! Per farmi perdonare però te la trasformo anche nella ricetta dolce che mi hai chiesto, in un guizzo di amicizia natalizia: prendere la stessa frolla dolce di prima e e con l'apposito stampino farne dei biscottini dalle scritte benauguranti: i Biscottini Natalizi, da spolverare di zucchero semolato, cuocere come sopra e sgranocchiare insieme ad un cestino di cioccolatini...


Queste ricettine, dove al formaggio si accompagna frutta diversa (nocciole, arance e melone), sarebbero la risposta alla parte "fascinosa" che Patrizia/Melagranata si aspettava da me per completare il menù acquavivesco per il Christmas finger food, la sua raccolta natalizia.


  • rivoli affluenti:
  • sul famoso numero 9 de I Quindici c'erano anche delle ricettine di cucina anni '60 un po' americane ma carinissime. Lo consiglio caldamente: Fare e Costruire.

Commenti

  1. pensa che per un mese all'università sono andato in giro a vendere "i quindici". Non ne ho piazzato uno (chi avrebbe detto che poi per tutta la vita sarei stto un commerciale)e dire che mi avevavo spiegato tutti i trucchi per fregare le mamme, incluso lo sbattere a terra un volume tenendolo per un solo foglio per farne apprezzare la robustezza da dare in mano ai malefici pargoli e interrogare il bambino su un disegno in cui il bimbo innocente avrebbe definito cavallino e maialino i piccoli di quegli animali, mostrando l'ignoranza da erudire cn lattonzolo e puledro! ahahahah. Vedo che qualche venditore è stato più capace di me!

    RispondiElimina
  2. Salati bellissimi, te li copio. Confermo che le pasticcerie si dovrebbero convertire :)
    E andiamo d'accordo anche sulla riservatezza.
    (paura di aprirsi? Chissa')
    Spero che nessuno mai mi proponga staffette, confessioni, o quel che sia, perche' dovrei necessariamente rispondere "non faccio di queste cose". Dire di no non e' mai facile.
    CIAO :)

    RispondiElimina
  3. Aaaaaaaah che meraviglia! Se solo potessi mangiare il formaggio, ti avrei già scippata di queste delizie!
    E' bello che in età da asilo avessi risposto "la trapezista", pensa che io a quella domanda, sempre all'asilo, avevo risposto: "Voglio fare la Susanna" (E per Susanna, intendevo quella dei formaggini- Ci rendiamo conto, vero???)

    RispondiElimina
  4. Ah, la sottile perfidia delle delizie al formaggio!:) Quasi pari al mio appiopparti 'sta catena infinita di domande politically incorrect!! Sapevo ben che ti saresti esposta malvolentieri...ma l'hai fatto con la tua solita classe, ironia e "leggerezza"!
    Un po' trapezista lo sei per forza, come tutte le donne che saltano qua e là per concludere le centomila cosa, e si sforzano di farlo pure con grazie...e a volte ci riescono!
    E se non siamo sorelle...cugine alla lontana, almeno si! Anche io vedevo i cartoni della tv Svizzera italiana, sia qui a Genova che in montagna...(allora si "prendeva" bene, e pure CapodistriaTv, vi ricordate?) e adoravo Mr. Magoo...
    Grazie per il tuo bellissimo menù!Ora vado a sistemarlo di là...(ma non mi hai mica lasciato il link, eh....)

    RispondiElimina
  5. ..ecco io ti ammiro perché di fronte a queste domande io riesco a perdermi, smarrirmi e non ricordare piú neanche come mi chiamo. Dovrei mettere un avviso nel blog, non rispondo non perché so´ ´na stron...semplicemente perché non ci riesco...se c ´e´qualche psicoanalista prego farsi vivo..
    Peró quello che faccio benissimo é mangiarmi le ricettine fingerfood con il formaggio...oh in quello sono brava.
    Mi ricordo che ho anche squartato una tartina togliendo ogni possibile traccia di glutine dal ripeno formaggioso con mia grande soddisfazione e orrore della padrona di casa...che ci vuoi fare...

    PS io i quindici li ho ancora..! Fare e costruire era mitico

    RispondiElimina
  6. @enrico: la cosa che sempre mi ha affascinato dei corsi in tecniche di vendita sono le leve psicologiche che vanno a scovare i desideri reconditi ed inespressi e li trasformano in bisogni. Non che il principio sia sanissimo in sè, ma è senza dubbio interessante da analizzare.
    E spesso certi meccanismi li assimili inconsapevolmente, così ti rimane dentro una sorta di capacità di convinzione perchè istintivamente sei in grado di decifrare le leve giuste su cui lavorare con quello specifico interlocutore.
    Probabilmente anche il mattoncino "enciclopedie" ha contribuito a costruire la tua successiva professionalità commerciale.

    @corradoT: in effetti ci ho messo un po' a decidere di rispondere davvero... Ma Patrizia è troppo carina per negarle qualsiasi cosa!

    @muscaria: la Susanna che non mangia formaggio?! Ma che hai combinato per guadagnarti questa nemesi?!!

    @patrizia: sì, credo che facciamo un po' tutte le trapeziste, le psicologhe/assistenti sociali e le architette di equilibri sottili...
    Non ti ho messo il link perchè era una pubblicazione programmata, essendomi allontanata qualche giorno per lavoro. Per fortuna ci hai pensato tu!

    @glu.fri: si potrebbe aprire un ampio dibattito sul senso di queste catene di domande... Se alla fine ho deciso di partecipare (parzialmente, in realtà, perchè non me la sono sentita di passare la patata bollente a nessuno!) è, come dicevo prima, perchè Patrizia non è una persona superficiale e capivo che per lei la cosa aveva un senso differente dal classico vezzo/ricerca di visibilità.
    Sottoscrivo comunque il sacrosanto diritto, tuo, altrui e pure mio, di scegliere in piena libertà cosa raccontare di sè e cosa no, qui in rete come nel mondo reale.

    RispondiElimina

Posta un commento

post più popolari

MTC di settembre 2014: un sacco di riso!

Diceva un vecchio slogan anarchico: "con l'ironia abbatteremo il potere e un sacco di riso lo seppellirà".  A no? Erano risate?! Va be'... per un MTC di questa portata ci si può anche concedere una licenza! Premessa... ... avevo scritto un post lunghissimo per raccontare perché e per come ho scelto questo tema per l'MTChallenge di settembre 2014. Poi l'ho ridotto della metà, lasciando solo alcune note che mi sembravano indispensabili, e l'ho mandato alla Gennaro per un parere.  E lei ha detto che un terzo di quanto le ho mostrato era già troppo! Allora ho ricomposto alcuni dei contenuti in articoli di supporto da pubblicare più avanti ed ho cassato il resto. Qui è rimasto il riassunto della selezione della selezione, ovvero il puro tema dell'MTC. Che, mi spiace, adesso vi tocca leggere per intero! Se scegliere un ingrediente invece che una ricetta tende ad allargare gli orizzonti, questa volta scegliere IL RISO , come capirete, li spalanca fran

a tu per tu con il Fleischkäse svizzero, questo sconosciuto di famiglia

Nel curioso elenco dei cibi svizzeri che hanno caratterizzato la mia infanzia mi rendo conto che, fatto strano, sul blog non ho ancora parlato del  Fleischkäse, una via di mezzo tra un polpettone ed un würstel gigante di cui da bambini venivamo spesso nutriti. Ma un episodio di vita vera me lo ha messo sotto il naso proprio l'altro giorno, ed eccomi qui con il mio reportage storico-familiare. Alcuni Svizzeri, come quelli di casa mia, vivono il   Fleischkäse come un salume, da comprare pronto, intero o affettato sottile in buste, da servire in tavola come fosse prosciutto cotto o da infilare nei panini per merenda con maionese, senape e cipolline sottaceto (Be'... che c'è?! Se mia mamma per evitare che noi figli mangiassimo troppa Nutella la teneva in frigo ad indurire, così era più difficile da spalmare e sul pane se ne metteva di meno, perché stupirsi di quella che lei invece considerava una merenda "sana"?!) Altri amanti del  Fleischkäse  lo compran

una salsa di cipolle svizzera per würstel e per mamme lavoratrici

Lo so: sono rimasta indietro di una puntata! Parlavo di  ricette svizzere  quando un'irrefrenabile tentazione di cibo americano  si è intrufolata in cucina ed ha avuto  la meglio. Riprendo ora il filo con un piatto che ho proposto pochi giorni fa anche alla mia cara mammina svizzera in occasione del suo compleanno: Bratwurst con salsa di cipolle. L'aspetto curioso non sta tanto nel tipo di würstel utilizzato, una salsiccia bianca di vitello il cui nome per alcuni significa "salsiccia di carne spezzettata" e per altri "salsiccia da arrostire". In Germania di solito viene speziata in modo deciso con pepe, noce moscata e/o cumino, mentre in Svizzera il suo sapore è molto più delicato. In Ticino ne esiste una versione mignon, una "collana" di micro-salsiccine detta cipollata  non perchè contenga cipolle ma perchè, appunto, di solito si serve in salsa di cipolle. Ma, a casa della mia mamma lavoratrice senza tempo ne' passione per la cucina,

MTC giugno 2011... verso Oriente!

Continuo a pensare che le giudici  titolari  e aggiunte  dell'MTC fossero completamente fuori quando hanno passato a me il testimone e nessuno potrà convincermi del contrario, anche perchè potevano ben immaginare in che gorgo storico-etnico-confusionale avrei trascinato la sfida... ma si sono fidate lo stesso! No, è oggettivo: non possono essere completamente normali... Accertato questo, dichiaro anche di non essermi mai emozionata tanto nello scrivere un post e soprattutto nel proporre una ricetta, sentendo tanti occhi puntati addosso ed il fiato trattenuto di tanti MTC addicted... Ebbene sì, rilassatevi (o disperatevi) pure: come temevate, questa volta si va davvero tutti in Giappone! Niente succede per caso, si sa. Tanto è vero che l'eterno girovagare di Marco Polo (a cui faccio da qualche tempo da vivandiera ) l'ha portato proprio a questo punto del suo viaggio a confrontarsi con  Cipango , il Paese del Sol Levante... Come potevo non cogliere il suggerimento di un s

peperoni farciti alla croata: massaia batte bustina millemila a zero!

Riprendere a parlare di cucina non è facilissimo, soprattutto con il tono scanzonato che avevo in mente per questo post. Mi limiterò all'aspetto "documentaristico" ed umano, che l'umore magari sa beneficiare della concentrazione e della dolcezza richieste da una simile impostazione. Dopo una lunga serie di articoli e ricette a base di riso penso di cambiare direzione dedicandomi ai peperoni bianchi croati che di solito si cucinano ripieni di carne, per scoprire poi che nella farcia è presente riso crudo. Quando si dice il caso... I peperoni bianchi, babura paprika, in Croazia sono reperibili facilmente proprio in questa stagione. Ne ho in frigo tre e decido di prepararli, appunto, come  punjene paprike , ovvero farciti e cotti nel pomodoro, ricetta tipica che con piccole varianti è diffusa anche in altri Paesi limitrofi e che ogni famiglia, ovviamente, prepara secondo i propri criteri. La versione più semplice prevede di profumare carne trita di manzo o m

riso Otello: un nero integral(ista)

Il primo giorno di autunno una ricetta con le ultime verdure estive, che sono ancora buone visto che sembra far più caldo ora che nei mesi trascorsi... Sollecitata da alcuni dubbi posti sulle modalità di cottura del riso integrale e sull'utilizzo di varietà di riso "esotiche", ho pensato di provare le risposte sul campo e chiarire soprattutto le idee a me stessa, la prima che ha tutto ancora da imparare. Così, per prendere due piccioni con una fava, ho scelto un riso sia nero che integrale. No, non famoso ed idolatrato riso Venere, fantastica varietà di nobile origine cinese che, grazie a opportune ibridazioni, ora è coltivato anche in Italia.  Ho pescato  invece una varietà tutta italiana: il riso Otello, che deriva anch'esso da varietà cinesi ma è di concezione e di coltivazione tutta nostrana. Chissà se il  nome è stato ispirato ispirato dal famoso personaggio shakespeariano, dalla sua pelle scura e dalla sua natura piuttosto integral ista... Si utilizz

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!