Passa ai contenuti principali

toast di carne, con fontina e buona volontà

Qualcuno l'altro giorno in famiglia, di ritorno da una spesa fatta tutta a capa sua, mostrava orgoglioso una confezione di fettine di formaggio fuso, quelle pronte imbustate, sostenendo di averle comprate perché sono l'ingrediente perfetto per rendere i toast buonissimi. 

"Perchè non li hai mai provato dei toast con il formaggio vero", gli è stato risposto. "Va bene, allora stasera a cena prepara dei toast con il formaggio che ritieni migliore e poi ti dico cosa preferisco..."

Apprezzo infinitamente chi mette la buona volontà di farsi venire il dubbio ed accettare il confronto, invece di prenderla come una sfida. E quindi toast siano, per la cena di stasera.

Siccome i toast la sera sono riservati alle occasioni speciali, tipo stanchezza insormontabile abbinata a filmone imperdibile e grandiosa birra bella fresca in frigo, la soluzione che ho trovato per stasera è leggermente alternativa. 

Non è un tentativo di barare sminuendo i formaggi, giuro: uno dei toast in effetti l'ho preparato con le famigerate fettine di formaggio fuso. Ne' ha nulla a che fare con gli hamburger di una nota catena americana di fast food, altro mito altrui a cui lavoro sottobanco da anni per poterlo indirettamente sfatare...

E' solo che oggi ho un minimo di tempo e pure birra buona in frigo. E se anche non ci sono grandi film in programma andrà benissimo cenare davanti alla TV, una volta tanto. Però di toast semplici semplici, quelli pane formaggio e prosciutto, magari possiamo anche fare a meno...



Toast di carne alla fontina buona

ingredienti per 3 sandwich:
400 g di carne trita di manzo
60 g di fontina vera
40 g di prosciutto cotto a fette sottili
200 g di spinaci freschi, puliti
3 fette di pan carré
1 uovo
3 cucchiai di pangrattato
2 cucchiai di grana grattugiato
1 bel cucchiaio di senape rustica
1 cucchiaio di prezzemolo tritato
1 spicchio di aglio
2 cucchiai di olio
sale
pepe nero al mulinello

Mescolare la carne trita con l'uovo sbattuto, il grana grattugiato, il pangrattato, il prezzemolo, sale e abbondante pepe, come per delle normali polpette.

Versare l'impasto su un foglio di carta forno, coprire con altra carta forno e "stenderlo" in uno strato uniforme e compatto con l'aiuto di un mattarello. Dovrebbe risultare un rettangolo grossomodo 27 x 18 cm spesso di circa 5 mm. Riporre in frigo.

Mettere gli spinaci sciacquati in padella non troppo sgrondati, tenendone da parte qualche fogliolina per il decoro. Unire una goccia di olio, una presina di sale e l'aglio schiacciato e cuocere coperto e fino a che gli spinaci si sono ammorbiditi.

Proseguire la cottura senza coperchio e a fuoco più deciso, rimestando spesso, fino a che gli spinaci si sono asciugati del tutto; levare l'aglio e lasciar intiepidire.

Privare la carne della carta superiore, spalmarne la superficie con un velo leggero di senape rustica e dividerla in due parti uguali con un coltello, ottenendo due rettangoli stretti e lunghi da circa 27 x 9 cm.

Tagliare la fontina a lamelle e disporla su una metà di carne, coprirla con gli spinaci e poi con il prosciutto, quindi rivoltare la carne libera sopra quella farcita, in modo che la senape resti all'interno. 

Tagliare il grosso sandwich in tre quadrati circa 9 x 9 cm, di formato simile a quello delle fette di pan carré, avvolgerli ciascuno strettamente in carta forno o pellicola per alimenti, e tenerli in frigo per almeno un'oretta (o fino ad ora di cena, nel mio caso 6 ore) a compattare.



Poco prima di servire "spacchettare" i sandwich di carne, scaldare l'olio e cuocerli a fuoco vivace un paio di minuti da un lato; voltarli, coprire, abbassare la fiamma e cuocere altri 2 o 3 minuti, fino a che la carne è cotta all'interno e  dorata in superficie e la fontina bella fusa.

Trasferire su un piatto caldo, coprire e lasciar riposare un paio di minuti i sandwich; intanto nel loro fondo dorare velocemente le fette di pan carré.

Disporre il pane nei piatti individuali, adagiare sopra ogni fetta un sandwich di carne, decorare con un ciuffetto di senape e qualche foglietta di spinacio crudo e servire subito. meglio con le posate, ovviamente...



PS: perché dosi per tre? Perché io ne mangio uno, qualcun altro prevedibilmente due. Di cui uno, ovviamente, con il formaggio finto. Attendo il responso...

Con le stesse dosi, se si spiana di nuovo per il lungo con il mattarello il grosso sandwich prima di dividerlo in porzioni, gli strati di carne restano più sottili e si possono poi ottenere 4 pezzi, o anche 16/20 piccoli bocconi, da proporre come fingerfood.


  • rivoli affluenti:
  • ovviamente da servire su un vassoio e mangiare sul divano davanti alla TV, con una bella birra, qualche patatina e un film scelto da lui. In questo caso la registrazione delle ultime sei puntate (sic!) di Persons of Interest...

Commenti

  1. Chiamarlo toast mi sembra in qualche modo sminuente, senza offesa per il toast che a me piace un sacco. Sai che a proposito di hamburger americano, pare che in origine fosse più simile a questo tuo, ripieno a parte, che al paninozzo moscio che siamo abituati a vedere nei fast food odierni? Invece la tua superpolpetta, mi ricorda molto da vicino il meat loaf della mia amica Leisa: prova immaginare la tua polpetta moltiplicata per dieci e cotta in fono.....:)

    RispondiElimina
  2. @roberta: nei fast food odierni dissi da subito che come coppia avrei concesso di mettere piede una sola volta all'anno, giusto come estremo atto di amore, quando avrebbe deciso lui. Al momento è in credito di tre anni: diciamo che assaggiare hamburger "veri" gli ha fatto passare la voglia...
    On quanto al polpettone di Leisa: pubblicalo, ti preeeeeego|||

    RispondiElimina
  3. Mi piacciono le scaramucce gastronomiche o culinarie come dir si voglia ed anche la "fontina vera". Spesso anche in "casa ello" si mangiano i toast ma devo mantenere il filone standard, lui ritorna dal lidl con le sottilette gialle :-( Io però mi elaboro una versione più umana. La prossima toast-serata prenderò in mano la situazione e glielo dò io il toast ;-)

    RispondiElimina
  4. Amo il vostro articolo, lo trovo molto ben scritto e strutturato cambia perché non capita spesso di avere a vedere questo tipo di articolo.

    RispondiElimina

Posta un commento

post più popolari

MTC di settembre 2014: un sacco di riso!

Diceva un vecchio slogan anarchico: "con l'ironia abbatteremo il potere e un sacco di riso lo seppellirà".  A no? Erano risate?! Va be'... per un MTC di questa portata ci si può anche concedere una licenza! Premessa... ... avevo scritto un post lunghissimo per raccontare perché e per come ho scelto questo tema per l'MTChallenge di settembre 2014. Poi l'ho ridotto della metà, lasciando solo alcune note che mi sembravano indispensabili, e l'ho mandato alla Gennaro per un parere.  E lei ha detto che un terzo di quanto le ho mostrato era già troppo! Allora ho ricomposto alcuni dei contenuti in articoli di supporto da pubblicare più avanti ed ho cassato il resto. Qui è rimasto il riassunto della selezione della selezione, ovvero il puro tema dell'MTC. Che, mi spiace, adesso vi tocca leggere per intero! Se scegliere un ingrediente invece che una ricetta tende ad allargare gli orizzonti, questa volta scegliere IL RISO , come capirete, li spalanca fran

MTC giugno 2011... verso Oriente!

Continuo a pensare che le giudici  titolari  e aggiunte  dell'MTC fossero completamente fuori quando hanno passato a me il testimone e nessuno potrà convincermi del contrario, anche perchè potevano ben immaginare in che gorgo storico-etnico-confusionale avrei trascinato la sfida... ma si sono fidate lo stesso! No, è oggettivo: non possono essere completamente normali... Accertato questo, dichiaro anche di non essermi mai emozionata tanto nello scrivere un post e soprattutto nel proporre una ricetta, sentendo tanti occhi puntati addosso ed il fiato trattenuto di tanti MTC addicted... Ebbene sì, rilassatevi (o disperatevi) pure: come temevate, questa volta si va davvero tutti in Giappone! Niente succede per caso, si sa. Tanto è vero che l'eterno girovagare di Marco Polo (a cui faccio da qualche tempo da vivandiera ) l'ha portato proprio a questo punto del suo viaggio a confrontarsi con  Cipango , il Paese del Sol Levante... Come potevo non cogliere il suggerimento di un s

a tu per tu con il Fleischkäse svizzero, questo sconosciuto di famiglia

Nel curioso elenco dei cibi svizzeri che hanno caratterizzato la mia infanzia mi rendo conto che, fatto strano, sul blog non ho ancora parlato del  Fleischkäse, una via di mezzo tra un polpettone ed un würstel gigante di cui da bambini venivamo spesso nutriti. Ma un episodio di vita vera me lo ha messo sotto il naso proprio l'altro giorno, ed eccomi qui con il mio reportage storico-familiare. Alcuni Svizzeri, come quelli di casa mia, vivono il   Fleischkäse come un salume, da comprare pronto, intero o affettato sottile in buste, da servire in tavola come fosse prosciutto cotto o da infilare nei panini per merenda con maionese, senape e cipolline sottaceto (Be'... che c'è?! Se mia mamma per evitare che noi figli mangiassimo troppa Nutella la teneva in frigo ad indurire, così era più difficile da spalmare e sul pane se ne metteva di meno, perché stupirsi di quella che lei invece considerava una merenda "sana"?!) Altri amanti del  Fleischkäse  lo compran

una salsa di cipolle svizzera per würstel e per mamme lavoratrici

Lo so: sono rimasta indietro di una puntata! Parlavo di  ricette svizzere  quando un'irrefrenabile tentazione di cibo americano  si è intrufolata in cucina ed ha avuto  la meglio. Riprendo ora il filo con un piatto che ho proposto pochi giorni fa anche alla mia cara mammina svizzera in occasione del suo compleanno: Bratwurst con salsa di cipolle. L'aspetto curioso non sta tanto nel tipo di würstel utilizzato, una salsiccia bianca di vitello il cui nome per alcuni significa "salsiccia di carne spezzettata" e per altri "salsiccia da arrostire". In Germania di solito viene speziata in modo deciso con pepe, noce moscata e/o cumino, mentre in Svizzera il suo sapore è molto più delicato. In Ticino ne esiste una versione mignon, una "collana" di micro-salsiccine detta cipollata  non perchè contenga cipolle ma perchè, appunto, di solito si serve in salsa di cipolle. Ma, a casa della mia mamma lavoratrice senza tempo ne' passione per la cucina,

Milano matsuri: una festa popolare giapponese... sotto casa!

Il 26 maggio nessuno mi cerchi: non ci sarò! Il 26 maggio succederà una cosa bellissima, tanto che non sto più nella pelle dalla voglia che arrivi presto, e trascorrerò l'intera giornata a Milano vivendo un'esperienza giapponese davvero unica. A meno di non abitare in Giappone, intendo, cose così in Italia non si vedono spesso... A Milano tra via Keplero e piazza Carbonari (pochi passi dalle stazioni metrò di Zara o Sondrio) una domenica tutta dedicata alle tradizioni giapponesi. Non le solite che conoscono tutti, tipo sushi o manga, ma proprio quelle popolari, i divertimenti delle persone semplici che affollano una festa di piazza... insomma: un vero e originale matsuri giapponese, con le sue bancarelle, i suoi suoni, i suoi profumi ed i suoi colori! In alcune città d'Italia si sono tenuti degli eventi denominati " matsuri ", ma mai è stata ricostruita la vera atmosfera della sagra di paese giapponese, mai è stata presentata una così vasta gamma di aute

riso Otello: un nero integral(ista)

Il primo giorno di autunno una ricetta con le ultime verdure estive, che sono ancora buone visto che sembra far più caldo ora che nei mesi trascorsi... Sollecitata da alcuni dubbi posti sulle modalità di cottura del riso integrale e sull'utilizzo di varietà di riso "esotiche", ho pensato di provare le risposte sul campo e chiarire soprattutto le idee a me stessa, la prima che ha tutto ancora da imparare. Così, per prendere due piccioni con una fava, ho scelto un riso sia nero che integrale. No, non famoso ed idolatrato riso Venere, fantastica varietà di nobile origine cinese che, grazie a opportune ibridazioni, ora è coltivato anche in Italia.  Ho pescato  invece una varietà tutta italiana: il riso Otello, che deriva anch'esso da varietà cinesi ma è di concezione e di coltivazione tutta nostrana. Chissà se il  nome è stato ispirato ispirato dal famoso personaggio shakespeariano, dalla sua pelle scura e dalla sua natura piuttosto integral ista... Si utilizz

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!