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Mi Japan 2011, con impegno ed armonia


Il Mi Japan è tornato, come avevo annunciato qualche giorno fa. Ovvero le realtà giapponesi di Milano tutte riunite in un antico chiostro per un intero weekend... Naturalmente non ho potuto resistere! Così, ripetendo l'esperienza dell'anno scorso, sono tornata sul luogo del delitto.


Questa volta più ancora delle bancarelle (comunque strepitose!) mi è sembrata particolarmente interessante tutta una serie di attività, corsi, eventi e performance ispirati al recente terremoto giapponese, quindi intrinsecamente toccanti. 

L'attenzione in questa edizione, infatti, oltre al progetto "Sakura Momiji" partito lo scorso anno (che si proponeva di donare alla città di Milano le piante giapponesi più significative, il ciliegio e l’acero rosso, appunto sakura e momiji), era ovviamente centrata sull'emergenza terremoto, in cui il Giappone continua a trovarsi nonostante i riflettori dei media occidentali si siano oramai spenti da tempo sull'argomento. L'organizzazione del Mi Japan e tutti gli espositori partecipanti hanno devoluto in beneficanza parte degli incassi e con lo stesso scopo sono state realizzate e messe in vendita delle magliette. 

L'evento era decisamente ricco di performance e laboratori, ad esempio: dimostrazioni di vestizione del kimono e di acconciature tradizionali, della cerimonia del tè o di arti marziali, gare di cosplay, spettacoli di kamishibai (i cantastorie giapponesi), corsi di lingua giapponese, piegatura di origami, legatura di furoshiki o preparazione dei makisushi. Di particolare significato però, secondo me, due eventi davvero speciali: l'esibizione di taiko e la performance del Maestro di shodo Nakajima.


Il taiko è un antico tamburo tradizionale ed il suo suono rappresenta una forma di preghiera shinto. Il suono del tamburo è insieme dimora degli spititi e strumento di trasmissione dei voti. I performer hanno voluto che il suono puro del tamburo portasse i cuori di tutti i presenti ad omaggiare le vittime del terremoto, in una forma di preghiera corale il cui ritmico rimbombo era destinato ad arrivare fino al cielo.


Il secondo evento è stato un dipinto realizzato in diretta dal Maestro Nakajima, il famoso artista performer giapponese. Il Maestro Nakajima ha trovato la sua personale forma espressiva nella fusione tra shodo, la calligrafia tradizionale giapponese a cui si è dedica da quando aveva 6 anni e che rappresenta una vera e propria forma d'arte in sé, ed il tai chi, arte marziale basata su una profondissima filosofia del corpo.


Nell'opera realizzata davanti ad un pubblico quasi ipnotizzato dai gesti energici, calibratissimi ed armoniosi del Maestro, l'artista ha rappresentato l'ideogramma kanji che significa ri-vivere, sottolineando la fisicità concettuale di questa rinascita con l'impronta dei propri piedi, a simboleggiare un cammino che sta riprendendo forza, sia fisica che spirituale.


Il banco gastronomico, curato dall'Associazione Italiana Ristoratori Giapponesi, offriva quest'anno un menù composto, oltre che dalle tradizionali alternative di sushi, anche da piccoli bento con onigiri di riso, frittate tamago e pollo fritto, da ciotole di yaki-udon saltati con pesce e verdure e perfino da okonomiyaki (chi si ricorda la storia dell'anno scorso?!) e delle ciambelline dolci.


In aggiunta alle iniziative benefiche dell'organizzazione del Mi Japan, a fianco della cassa dei ristoratori erano esposte anche delle scatole per la raccolta fondi a cui l'Associazione Ristpratori si sta dedicando da tempo, che hanno permesso di aumentare a loro volta l'offerta alla Croce Rossa Giapponese, con il contributo emozionato e sentito dei visitatori come degli espositori.

Di fronte all'impegno ed all'armonia respirati in quel chiostro la ricetta di oggi non poteva che farsi da parte. Dunque un semplicissimo tsukemono, la verdura conservata giapponese paragonabile ai nostri sottoli o sottaceti, dal colore solare e pieno si speranza: carote, scottate e poi marinate. Pochi gesti puliti e semplicissimi, per lasciar tempo e spazio a pensieri più profondi e sostanziosi.

Si può usare la stessa fresca e leggera marinata al limone che avevo proposto per il daikon, oppure questa, un filo occidentale e dagli aromi più importanti... quasi più "da meditazione"...


Ninjin tzukemono - Carote in marinata giapponese
3 carote
4 cucchiai di aceto di riso
3 cucchiai di miele leggero (io ho usato acacia)
2 cucchiaini di sale
1/2 cucchiaino di pepe nero in grani
5 o 6 foglie di basilico
(una dozzina di unova di quaglia, optional)

Sbucciare le carote, tagliarle a tronchetti (qui sono a rondelle perchè mi avanzavano da un'altra preparazione) e lessarle in un litro di acqua bollente salata con 1 cucchiaino di sale fino a che sono appena morbide. A seconda del formato del taglio ci vorranno dai 3 agli 8 minuti circa.

Miscelare nel frattempo gli altri ingredienti con 4 cucchiai di acqua a temperatura ambiente, scolare le carote e versarle ancora calde nella marinatura. Sono pronte quando si sono completamente raffreddate, ma si possono anche conservare coperte per 4 o 5 giorni.

Eliminare i grani di pepe e le foglie di basilico e servire come accompagnamento a carne o pesce oppure come snack affiancato da riso al vapore, insieme ad una birra o a un sakè gelati.

Perfette come antipasto se le si abbina a uova sode, ancor meglio se di quaglia, sgusciate e tuffate nell'acqua delle carote durante l'ultimo minuto di ebollizione in modo che siano anch'esse calde quando le si copre con la marinata.
  • rivoli affluenti:
  • un interessante trattato sugli tzukemono, con ricette facili e molto chiare: Seiko Ogawa, Easy Japanese Pickling, Graph-Sha Ltd.

Commenti

  1. purtroppo me lo sono perso questo evento... grazie infinite per lo splendido reportage! mi sembra quasi di sentirlo il taiko...

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  2. @cristina.b: è stato davvero un momento pieno di emozione. E avrai l'occasione di partecipare l'anno prossimo.

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  3. Caspita che bello, me lo sono perso anch'io! :(

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  4. Pensa che non avevo neanche idea che esistesse questo evento...grazie... Flavia

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  5. Veramente suggestivo. Grazie...chissà, magari l'anno prossimo...
    Buona serata.
    Sabrina

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  6. Sempre belli i tuoi reportage sentiti e vissuti con sincera passione...:)
    Hai il potere di calare le persone in atmosfere molto lontane da noi ma che con te sembrano essere sempre a portata di mano...

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  7. @pollina: purtroppo ho potuto starci un giorno solo ed anch'io rimpiango di essermi persa il resto. ogni anno diventa sempre più interessante.

    @eli.fla: bene, ora sei allertata! E l'anno prossimo ci penso io a segnalartelo, non ti preoccupare!

    @sabrina; a Milano sono molto attive diverse associazioni culturali giapponesi. Magari prossimamente scrivo un post a riguanrdo con dei link, in modo che chi è interessato si possa informare anche direttamente.

    @gambetto: dovevi vedere l'atteggiamento del pubblico: erano tutto rapiti! Ho anche fotografato dei volti, che naturalmente non pubbico per ripetto della privacy, che da soli spiegano in modo molto più eloquente delle mie parole quanto l'atmosfera fosse coinvolgente. Il merito della trasmissione di emozioni in questo caso non è per niente mio...

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  8. Grazie, un motivo in più per venire a Milano, città che adoro.
    Buona domenica.

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  9. @sabrina: allora la prossima volta ci mettiamo d'accordo!

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