Passa ai contenuti principali

guardare oltre

E mentre la carovana di Marco Polo sosta a ristorarsi nelle verdi praterie della Mongolia, in yurte mongole abitate da dolci fanciulle, la vivandiera riesce ad interrompere la sua folle corsa su carro delle vettovaglie e sosta un momento a pensare a sè. Sì, perchè questo su e giù insieme a Marco Polo dietro una carovana in eterno movimento per le montagne e gli altopiani asiatici alla lunga le ha messo fame...

Servirebbero ingredienti di facile reperibilità in zona ed un'idea per qualcosa di super-veloce da preparare (ha mooooolta fame oggi!).Ma le donzelle locali sono distratte dai nuovi cavalieri e dubito avranno tempo di consigliarmi... Potrei arrangiarmi: accendere un fuoco ed organizzare di nuovo una cucina mongola da campo, con braci su cui arrostire montone e cipollotti appena colti, oppure su cui piazzare un pentolone e con gli gli stessi ingredienti cucinare uno stufato...

Ma come già mi era capitato qui, sono un poco stanca di cibi pesanti, elementari oppure molto rustici. Così, visto che siamo alle porte della Grande Muraglia e dunque la meta della spedizione è veramente a pochi passi, in quanto vivandiera posso permettermi di alzare il capo e guardare un po' oltre.

Daltronde ci si deve preparare: Marco Polo è rimasto in Cina diciassette anni di seguito, dunque ci toccherà cominciare a pensare e cucinare cinese, immergendoci per parecchi post/tappe nella storia delle abitudini alimentari di questa meravigliosa civiltà.

Guardare oltre il muro in realtà è un atteggiamento indispensabile, a questo punto. Questo infatti è un blog dove si chiacchiera fondamentalmente di cucina, in cui si svariona di storia, di geografia, di lettere, di lingue, in cui ogni tanto si fa un po' di filosofia giusto perchè si è troppo pigri per impegnarsi nell'educazione fisica. Non ci si interessa di politica, a meno che non sia già storia.

Intraprendo questo viaggio oltre la Grande Muraglia esattamente con questo spirito e con questi interessi: per capire cosa è stata la Cina nel passato e, guardando oltre, cosa della sua enorme e preziosissima mole di tradizioni e di cultura sopravviverà all'epoca attuale. Così come già accaduto qui dentro (al di là delle tracce di Marco Polo), per le incursioni negli usi, nei costumi, nei pettegolezzi e nei piatti iraniani, israeliani o, per dire, statunitensi.

Il che non significa che non sia importante rendersi conto di cosa accade ai nostri tempi o che non sia indispensabile formarsene un'opinione personale. Solamente mi interessa poco discuterne in questo spazio che, un po' vigliaccamente ed un po' terapeuticamente, dell'attualità cerca di catturare e trattenere solo le piccole bellezze.

Non è affatto disimpegno: ci vogliono anzi impegno e fatica immani per sopravvivere ogni giorno al brutto e al cattivo proponendo del mondo una visione positiva a sè, ai propri cari, alle persone di cui si è responsabili ed anche allo sconosciuto con cui si chiacchiera in treno. Non fingo di non vedere, osservo e poi guardo oltre.

Preferisco conservare gelosamente le mie energie per agire nel mondo reale e per sorridere al vicino di casa antipatico invece di aggiungere in rete le mie opinioni a quelle che spesso restano solo parole. Non ho capito la potenzialità del mezzo? Risulto superficiale? Pazienza: banalmente, semplicemente mi perdono.

Per tornare alla carovana ed agli aspetti magerecci della questione: il vantaggio nella lunga sosta dei Polo, e dunque nel parlare spesso di Cina, è che si tratta di un Paese talmente vasto e ricco di tradizioni gastronomiche che, soprattutto risiedendo alla corte del potente e golosissimo Kublai Kahn, Marco Polo avrà modo di assaggiare veramente di tutto.

Per ora i fasti e le delicatezze della raffinatissima corte cinese sono ancora lontani, così come i suoi 208 funzionari responsabili di cibo e bevande e gli oltre 2000 addetti a cucine e sale da pranzo. No, tanto per chiarire quel che si intende per "cucina di corte cinese": il personale che si occupava di banchetti e benessere dell'imperatore in epoca Han (cioè all'inizio del 3° secolo d.C., quando da noi c'era Caracalla), contava circa 6000 persone!

Ma per oggi siamo ancora in montagna ed abbiamo a disposizione solo pecore e cipolle... Per fortuna in Cina anche la popolazione più comune all'epoca di Marco Polo aveva nozioni di cucina decisamente più evolute rispetto alle tradizioni nomadi. Ecco dunque che con questi semplici ingredienti i montanari della Cina settentrionale si sono inventati un piatto che  potremo definire rustico una volta arrivati a Khanbalik (città del Khan o Cambuluc, secondo Marco Polo... insomma: all'odierna Beijing/Pechino), ma che per il momento, dopo settimane di carne secca, cavoli crudi e latte di cammello... mi sembra delicato e degno di un re! Pardon: di un Kahn...


Xiao-cong yang-rou - Costine d'agnello glassate con cipollotti
ingredienti per 4 persone:
700 gr. di costine d'agnello
4 cipollotti freschi e sottili (fuori stagione sostituibili con scalogni o piccoli porri)
1 fetta spessa di zenzero fresco (c.a 4x4x2 cm)
3 cucchiai di sakè (vino di riso, sostituibile con sherry)
2 cucchiai di baijiu (distillato cinese, sostituibile con brandy)
2 cucchiai di salsa di soja
50/80 ml. di brodo di pollo leggero
1 cucchiaio generoso di zucchero
1 cucchiaio di olio di arachidi

La cucina cinese al wok è di solito molto veloce, conviene quindi prepararsi prima gli ingredienti pronti e gli eventuali attrezzi tutti a portata di mano: tagliare lo zenzero a striscioline ed i cipollotti a pezzetti lunghi circa 2,5 cm.; miscelare in una tazza circa 50 ml. di brodo con sakè, soja, baijiu e zucchero; predisporre un piatto grande o una teglia a lato del fornello con un coperchio in misura.

Scaldare l'olio in un wok (o una padella antiaderente) a fuoco alto, posarvi le costine e dorarle 15 secondi per lato, in modo che siano appena scottate dall'olio caldissimo ma non si dorino completamente.

Levarle velocemente dal wok, raccogliendole nel piatto pulito e coprendole subito, spostare il wok fuori dalla fiamma ed asciugarlo con carta da cucina, quindi rimetterlo sul fuoco. (Se si vuole semplificare l'opeazione si possono usare anche due tegami diversi, uno per friggere ed uno per la seconda cottura.)

Versare nel wok la miscela di brodo insieme a cipollotti e zenzero e dopo 30 secondi unire le costine, mescolare bene, coprire con un coperchio pesante e lasciar cuocere a fuoco vivo per 3 minuti.

Alzare leggermente il coperchio per controllare il liquido di cottura: se si è molto ridotto aggiungere ancora un po' di brodo, se è molto liquido alzare leggermente la fiamma.

Coprire di nuovo e cuocere ancora due minuti, levare il coperchio e, se serve, far addensare e brunire la salsa di fondo per qualche secondo ancora, quindi servire ben caldo, eventualmente accompagnato da riso a vapore e da cavolo cinese stufato.
Si può preparare anche con costine o braciole di maiale, oppure con bistecchine di manzo con l'osso. Con il maiale allungare di un paio di minuti la seconda cottura, con il manzo abbreviarla.
  • rivoli affluenti:
  • un paio di ricette alternative carine cinesi a base di agnello in: Deh-Ta Hsiung, La Cucina Cinese, Anthropos

Commenti

  1. Gustosa la ricetta e interessanti anche le considerazioni. Saper sorridere al mondo è una cosa importante e che è utile non solo a sé stessi, ma fa vivere meglio la tribù (me lo sonbo inventato, ma forse è un proverbio mongolo).

    RispondiElimina
  2. questo blog è una meraviglia. Ogni volta che apro le tue pagine, stramaledico il poco tempo che ho e che mi impedisce di gustare a dovere i tuoi racconti e la tua cultura. Sei una perla rara- e in più, riesci pure a sorridere al vicino... :-)
    complimenti di cuore
    ale

    RispondiElimina
  3. Complimenti per i pensieri, assolutamente condivisibili - e condivisi :-)

    RispondiElimina
  4. @enrico: tribù, branco, ufficio... senz'altro fa vivere meglio con i vicini di casa, anche quelli Mongoli!

    @alessandra: senti chi parla di blog-meraviglia!!!

    @stef: la ricettina invece la condividi un po' meno?! Mannaggia...

    RispondiElimina
  5. @glu.fri: ok, adesso so che anche tu sei nemica dell'educazione fisica...

    RispondiElimina
  6. @glu.fri: domenica mi impegno sul silenzio... senza fare moto, ovviamente.

    RispondiElimina
  7. Da scuola di cucina il dettaglio sulle modalità di cottura. Sai che di frequente indugio ingiustamente più sul post ma oggi ho fatto tesoro della preparazione. Come sempre sono tornato più volte a rileggerlo :))
    Faccio fatica a commentare alla prima lettura...che dici sono tardo io è?! :P hahahahahahaha
    Concordo con Alessandra sul fatto che tu sia una ventata di nuovo che mancava :)

    RispondiElimina
  8. Si! Sono tardo visto che volevo scrivere "eh" ed invece ho terminato con "è" :PP

    RispondiElimina
  9. @gambetto: tardo per niente, magari più che altro distratto dai tuoi piani registici per biancaneve...
    Ventata di nuovo?! Aspetta le mie munizioni da mitra al cinghiale e alghe...

    RispondiElimina
  10. Sembrano più munizioni da mortaio in verità! ahahahaahaha :DDDDDDD

    RispondiElimina
  11. Ti assicuro che le tue sono molto di piu' che parole in rete...
    Leggo il tuo blog da un po' ed ogni volta che passo per di qua ho "a sense of belonging"
    (come cavolo si dice in italiano?).
    Non so se si dice la stessa cosa in italiano:se sorridi al mondo,il mondo,a sua volta,ti sorridera'...
    Saltando di palo in frasca,l'abbinamento zenzero/cipollotti e' quasi imbattibile.
    P.S. Abbasso l'educazione fisica! :)

    RispondiElimina
  12. @edith pilaff: sarà che siamo gemelle siamesi?! (tipo: che ci fai anche tu al computer alle 8 del sabato mattina?!)

    RispondiElimina

Posta un commento

post più popolari

MTC di settembre 2014: un sacco di riso!

Diceva un vecchio slogan anarchico: "con l'ironia abbatteremo il potere e un sacco di riso lo seppellirà".  A no? Erano risate?! Va be'... per un MTC di questa portata ci si può anche concedere una licenza! Premessa... ... avevo scritto un post lunghissimo per raccontare perché e per come ho scelto questo tema per l'MTChallenge di settembre 2014. Poi l'ho ridotto della metà, lasciando solo alcune note che mi sembravano indispensabili, e l'ho mandato alla Gennaro per un parere.  E lei ha detto che un terzo di quanto le ho mostrato era già troppo! Allora ho ricomposto alcuni dei contenuti in articoli di supporto da pubblicare più avanti ed ho cassato il resto. Qui è rimasto il riassunto della selezione della selezione, ovvero il puro tema dell'MTC. Che, mi spiace, adesso vi tocca leggere per intero! Se scegliere un ingrediente invece che una ricetta tende ad allargare gli orizzonti, questa volta scegliere IL RISO , come capirete, li spalanca fran

MTC giugno 2011... verso Oriente!

Continuo a pensare che le giudici  titolari  e aggiunte  dell'MTC fossero completamente fuori quando hanno passato a me il testimone e nessuno potrà convincermi del contrario, anche perchè potevano ben immaginare in che gorgo storico-etnico-confusionale avrei trascinato la sfida... ma si sono fidate lo stesso! No, è oggettivo: non possono essere completamente normali... Accertato questo, dichiaro anche di non essermi mai emozionata tanto nello scrivere un post e soprattutto nel proporre una ricetta, sentendo tanti occhi puntati addosso ed il fiato trattenuto di tanti MTC addicted... Ebbene sì, rilassatevi (o disperatevi) pure: come temevate, questa volta si va davvero tutti in Giappone! Niente succede per caso, si sa. Tanto è vero che l'eterno girovagare di Marco Polo (a cui faccio da qualche tempo da vivandiera ) l'ha portato proprio a questo punto del suo viaggio a confrontarsi con  Cipango , il Paese del Sol Levante... Come potevo non cogliere il suggerimento di un s

a tu per tu con il Fleischkäse svizzero, questo sconosciuto di famiglia

Nel curioso elenco dei cibi svizzeri che hanno caratterizzato la mia infanzia mi rendo conto che, fatto strano, sul blog non ho ancora parlato del  Fleischkäse, una via di mezzo tra un polpettone ed un würstel gigante di cui da bambini venivamo spesso nutriti. Ma un episodio di vita vera me lo ha messo sotto il naso proprio l'altro giorno, ed eccomi qui con il mio reportage storico-familiare. Alcuni Svizzeri, come quelli di casa mia, vivono il   Fleischkäse come un salume, da comprare pronto, intero o affettato sottile in buste, da servire in tavola come fosse prosciutto cotto o da infilare nei panini per merenda con maionese, senape e cipolline sottaceto (Be'... che c'è?! Se mia mamma per evitare che noi figli mangiassimo troppa Nutella la teneva in frigo ad indurire, così era più difficile da spalmare e sul pane se ne metteva di meno, perché stupirsi di quella che lei invece considerava una merenda "sana"?!) Altri amanti del  Fleischkäse  lo compran

una salsa di cipolle svizzera per würstel e per mamme lavoratrici

Lo so: sono rimasta indietro di una puntata! Parlavo di  ricette svizzere  quando un'irrefrenabile tentazione di cibo americano  si è intrufolata in cucina ed ha avuto  la meglio. Riprendo ora il filo con un piatto che ho proposto pochi giorni fa anche alla mia cara mammina svizzera in occasione del suo compleanno: Bratwurst con salsa di cipolle. L'aspetto curioso non sta tanto nel tipo di würstel utilizzato, una salsiccia bianca di vitello il cui nome per alcuni significa "salsiccia di carne spezzettata" e per altri "salsiccia da arrostire". In Germania di solito viene speziata in modo deciso con pepe, noce moscata e/o cumino, mentre in Svizzera il suo sapore è molto più delicato. In Ticino ne esiste una versione mignon, una "collana" di micro-salsiccine detta cipollata  non perchè contenga cipolle ma perchè, appunto, di solito si serve in salsa di cipolle. Ma, a casa della mia mamma lavoratrice senza tempo ne' passione per la cucina,

Milano matsuri: una festa popolare giapponese... sotto casa!

Il 26 maggio nessuno mi cerchi: non ci sarò! Il 26 maggio succederà una cosa bellissima, tanto che non sto più nella pelle dalla voglia che arrivi presto, e trascorrerò l'intera giornata a Milano vivendo un'esperienza giapponese davvero unica. A meno di non abitare in Giappone, intendo, cose così in Italia non si vedono spesso... A Milano tra via Keplero e piazza Carbonari (pochi passi dalle stazioni metrò di Zara o Sondrio) una domenica tutta dedicata alle tradizioni giapponesi. Non le solite che conoscono tutti, tipo sushi o manga, ma proprio quelle popolari, i divertimenti delle persone semplici che affollano una festa di piazza... insomma: un vero e originale matsuri giapponese, con le sue bancarelle, i suoi suoni, i suoi profumi ed i suoi colori! In alcune città d'Italia si sono tenuti degli eventi denominati " matsuri ", ma mai è stata ricostruita la vera atmosfera della sagra di paese giapponese, mai è stata presentata una così vasta gamma di aute

riso Otello: un nero integral(ista)

Il primo giorno di autunno una ricetta con le ultime verdure estive, che sono ancora buone visto che sembra far più caldo ora che nei mesi trascorsi... Sollecitata da alcuni dubbi posti sulle modalità di cottura del riso integrale e sull'utilizzo di varietà di riso "esotiche", ho pensato di provare le risposte sul campo e chiarire soprattutto le idee a me stessa, la prima che ha tutto ancora da imparare. Così, per prendere due piccioni con una fava, ho scelto un riso sia nero che integrale. No, non famoso ed idolatrato riso Venere, fantastica varietà di nobile origine cinese che, grazie a opportune ibridazioni, ora è coltivato anche in Italia.  Ho pescato  invece una varietà tutta italiana: il riso Otello, che deriva anch'esso da varietà cinesi ma è di concezione e di coltivazione tutta nostrana. Chissà se il  nome è stato ispirato ispirato dal famoso personaggio shakespeariano, dalla sua pelle scura e dalla sua natura piuttosto integral ista... Si utilizz

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!