I nutrizionisti dicono che la varietà a polpa arancione possa essere mangiata anche cruda ma sinceramente a me la curiosità non è venuta. Sostengono pure che, dopo crude, sia con al lessatura che danno il meglio di sè e che in Giappone (dove prendono il nome di satsuma imo) le sostanze estratte dalla buccia vengano addirittura utilizzate come medicina. E la citazione del Giappone mi ha rizzare le antenne.
In passato con le patate americane ho fatto zuppe, gnocchi, contorni per arrosti, empanadas, piatti vegetariani e persino una carbonara molto alternativa e dei biscotti; le ho anche declinate alla giapponese in stufati e insalate di vari tipi ma, ora che so, mi decido per una ricetta che insegua quei sapori ma in cui queste radici siano lessate e se ne utilizzi anche la buccia.
Siamo in una stagione intima e uggiosa, cosa meglio dunque di una bella minestra calda e confortante? Se penso alle zuppe giapponesi mi vedo però davanti agli occhi brodini limpidi che accolgono dadini di zucca, mentre io propenderei per una crema densa e vellutata. Parto allora dallo spunto di queste patate dolci stufate per i sapori ma le aggiusto in versione cremosa. E ovviamente azzero lo zucchero aggiunto e... mantengo la buccia!
CREMA DI PATATE DOLCI AGLI AROMI GIAPPONESI
ingredienti per 4 persone:
700 g di patate dolci a polpa arancione (meglio di origine bio, per la buccia)
2 carote
1 cipolla
3 funghi shijtake secchi
1 alga kombu da 10 x 7 cm
600 ml di brodo dashi
4 cucchiai di salsa di soia
2 cucchiai di mirin
Mettere a bagno l'alga nel dashi ed i funghi in 150 ml di acqua calda per una ventina di minuti. Quando sono morbidi scolare i funghi eliminandone i gambi, tagliarne le cappelle a pezzetti, filtrarne l'acqua ed unire acqua e fettine al dashi.
Pulire molto bene la buccia delle patate dolci sotto acqua corrente con una spazzolina, tagliarle a piccoli pezzi e versarle nel dashi; ridurre a pezzetti anche le carote e la cipolla sbucciate e unirle al brodo.
Portare il tutto dolcemente a bollore e cuocere a fuoco basso coperto con un otoshi-buta (coperchio galleggiante giapponese) o semicoperto con un coperchio occidentale.
Dopo una decina di minuti, quando patate e carote sono morbide, unire mirin e salsa di soia e cuocere a fuoco bassissimo altri 3 o 4 minuti scoperto.
Levare l'alga e ridurla a striscioline; frullare il resto. Dividere la crema nelle ciotole individuali, decorare con i bastoncini di alga e servire.
- rivoli affluenti:
- la ricetta è gluten free se si usa tamari certificata al posto della comune salsa di soia, ed è vegetariana se si utilizza kobudashi, il brodo di sole alghe preparato senza pesce.
Mi piacerebbe tanto poterla assaggiare deve essere una delizia
RispondiEliminada realizzare è veramente semplice, perchè non ci provi?
Elimina