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Visualizzazione dei post da luglio, 2012

facce, razze, gole...

Personalmente ho raggiunto tre volte la Grecia: a vent'anni con un furgone allestito a camper, a trenta con una nave da crociera, a quaranta in aereo. In nessuna di quelle occasiono ho colto le classiche immagini patinate di mari blu e mura bianche, cieli immensi sopra finestre dalle persiane azzurre, gatti addormentati all'ombra di muretti di pietra e via fotografando. La Grecia che conosco io non è questa. La Grecia che conosco io è fatta di gente chiacchierona tra le bancarelle di un mercato, di finestre sbrecciate da cui escono d'improvviso profumi  intensi, di rovine classiche addormentate sotto il sole a picco, di notti fresche e polverose, di un mare lontano e silenzioso, di spezie che parlano insieme di oriente e di mediterraneo. La Grecia che conosco io è popolare e grintosa, per niente patinata, ricca di umanità e di verità nonostante il turismo a volte sembri essersela fagocitata. "Stessa faccia stessa razza" ti dicono quando sanno che sei italiano,

non ho

E' dall'inizio del mese che ho quasi smesso di fare spesa e sto svuotando il congelatore. Mangio a luglio ogni giorno brasati e lasagne perché mi serve assolutamente un po' di spazio dentro il freezer. E non ho alternative. Se è per quello non ho nemmeno la gelatiera. E non ho contenitori da gelato , ad essere sinceri. E a dirla tutta non ho neppure il polsonetto... Ma la cosa più importante è che non ho neanche motivo per non credere alla Mapi  quando sostiene che il gelato si può fare in casa anche senza grandi apparecchiature.  Non ho mai fatto un gelato vero e proprio in vita mia. Forse proprio per questo non ho scrupoli a partecipare anche questo mese all' MTC di luglio  delle solite pazze di Menù Turistico . Non ho poi paura di cominciare a pasticciare con la ricetta della Mapi, non ho vergogna infine a presentare questo gelato, che più grezzo ed "artigianale" di così proprio non si può. Ma sta in tutte le regole dell'MTC il mio povero gelati

nuove presenze

George disse che siccome il tempo non ci mancava, avrebbe colto l'occasione per prepararci una cenetta coi fiocchi. Disse che ci avrebbe dimostrato che cosa si poteva fare, anche accampati sul fiume, e propose che con le verdure e i resti del manzo freddo e tutti gli altri avanzi preparassimo uno stufato all'irlandese.  Sembrava un'idea attraente. George raccolse la legna e accese il fuoco, io e Harris cominciammo a sbucciare le patate. Non avrei mai creduto che fosse tanto faticoso. L'impresa si rivelò la più impegnativa del genere da me mai affrontata. Cominciammo spensieratamente, si potrebbe quasi dire baldanzosamente, ma prima che avessimo finito di sbucciare la prima patata la nostra leggerezza era scomparsa.  Più sbucciavamo e più buccia da togliere sembrava rimanere. Dopo averla tolta tutta, compreso ogni più piccolo nodo, della patata non restava niente, o perlomeno niente che valesse la pena di prendere in considerazione. George si avvicinò a guardar

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!