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Visualizzazione dei post da ottobre, 2018

panini con frutta, ricotta e prosciutto... eppure c'entra il Giappone!

In Giappone hanno la mania della perfezione. Dopo il  breve viaggio nell'alta pasticceria nipponica di qualche giorno fa, oggi si piomba nella cucina giapponese casalinga più giovane e popolare, dove comunque questa attenzione all'armonia formale diventa evidente soprattutto per la montagna di caccavelle esistenti, mirate a sagomare senza troppa fatica ogni boccone il modo esemplare. Io ovviamente queste caccavelle le ho quasi tutte, così quando  Dole  mi ha chiesto uno snack a base di frutta adatto per uno spuntino in ufficio, ed ho ricevuto il loro cesto con ananas, banane e arance, sono rimasta folgorata da una serie di flash in sequenza quasi immediata: 1. ho prima di tutto pensato subito di infilare in un panino questi magnifici frutti appena ricevuti. E ci ho aggiunto elementi vari: il cremoso della ricotta, la croccantezza di carote e pere, la pungenza della rucola, il profumo del curry e la sostanza delicata del prosciutto cotto. E soprattutto sono tutti ingredi

breve storia della pasticceria giapponese... e di come continua!

daifuku mochi primaverili, forse i wagashi più conosciuti Domani su  Mag about Food  racconto il rapporto contemporaneo tra la pasticceria tradizionale giapponese e le suggestioni occidentali attraverso la preziosa testimonianza della maestra pasticcera Fujita Satomi. Qui invece provo brevemente a riassumere la storia della tradizione giapponese in materia di dolci e a spiegare quale potenza d'impatto ha avuto su di essa il recente arrivo della "signorina Fujita" in uno dei templi dell'arte dolciaria classica giapponese, l'antica bottega di Kyoto  Kameya Yoshinaga . Già il loro nome era tutto un programma: Kame-ya = casa (o bottega) della tartaruga, il simbolo giapponese per eccellenza della longevità, mentre Yoshi-naga, il nome di famiglia del fondatore, è composto dalle parole "buono" e "lungo"... cosa può essere di miglior auspicio per una lunga continuazione della tradizione? la pasticceria con il logo ottagonale, simbolo della t

storia di un addio e di fidelin saraceni ai finferli

Molti dicono che sia impossibile ma lei ne è convinta: il primo ricordo di cui Alissa ha sempre avuto memoria è di se stessa piccolissima, sdraiata nella carrozzina sulla strada davanti alla vecchia Baita in quel paesino di montagna. E' di lei che guarda in su, verso il cielo, mentre nevica. La carrozzina è di sky blu fuori e di tessuto bianco dentro; un telo di sky blu abbottonato sulla struttura copre le coperte in cui lei è avvolta ed una visierina di plastica trasparente a mezza altezza la ripara dai fiocchi, che scendono lenti. Vero che la carrozzina poi venne usata anche quando nacque la sorella, ma all'epoca Alissa aveva 14 mesi. Dicono che i ricordi si formino dai tre anni ma per allora la carrozzina era già stata data via. A lei non pare di averne mai vista una foto e, anche se fosse, sarebbe stata in bianco e nero, da dove spunta il ricordo del blu? Forse è per questa strana visione che si è sempre sentita a casa in quel paesino. O forse perché ci ha trasc

due snack coi Nergi per gli sportivi: panini e spiedini

Certo, con una nipote sportiva "di professione", super-preparata in tema di rapporto tra sport e nutrizione, poteva sembrare un incarico facile quello di creare un paio di ricette con i Nergi , i golosi mini-kiwi che maturano proprio in questo periodo e che è possibile trovare sul mercato fino a novembre. Ma prima di tutto io non sono mia nipote: vivo in effetti una vita tutta di corsa ma sportivamente parlando sono molto, molto, molto pigra. Inoltre, beffa delle beffe, l'atleta di famiglia era fuori portata, impegnata in uno dei suoi viaggi di lavoro e non potevo neppure chiederle consiglio. Diciamo che sapevo che per uno snack da consumare prima di una attività sportiva occorrono zuccheri sia a rilascio veloce (frutta) che a rilascio lento (amidi), oltre ad un po' di proteine, mentre dopo la prestazione è meglio puntare decisamente su proteine, vitamine e sali  minerali, escludendo gli amidi. E su questi concetti base ho elaborato le mie due proposte a base di

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!