Come si percepisca generalmente lo "straniero" e quanto lo si identifichi in automatico come un pericolo l'ho imparato all'università, leggendo Simmel per il meraviglioso esame di Sociologia Urbana di quasi trent'anni fa. Ancora oggi, dopo oltre un secolo dal saggio del filosofo e sociologo tedesco, nonostante l'attuale società occidentale si ritenga da allora ampiamente evoluta il ruolo della paura nel muovere le masse non è cambiato: una buona parte del nostro Paese ha cercato di chiudere le frontiere a qualsiasi forma di immigrazione ed ora sono gli "stranieri" che gridano all'untore appena un Italiano supera i loro confini. Indipendentemente dalla ragioni sanitarie che giustamente invitano alla prudenza, senza la consapevolezza del ruolo sociale (purtroppo insuperato) della percezione del "diverso da sé" come "minaccia" è difficile leggere l'attualità, trovare il senso profondo delle recenti isterie e, di consegu
Amo storia e geografia del cibo, tra le altre cose. Così viaggio attraverso il mondo e dentro me stessa. Assaggiare mi fa sapere con cuore e palato, ancora prima di capire con la testa.