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Visualizzazione dei post da dicembre, 2017

le regole per una bella tavola

Mi sono appassionata al galateo della tavola e al senso delle buone maniere in generale fin da ragazzina, complici non solo l'educazione ricevuta in famiglia ma soprattutto il mio libro preferito durante il periodo delle medie: il testo di economia domestica su cui studiava mia madre svizzera quando era in collegio! Lei ci ha educati secondo alcune norme di "buona creanza" per cui era normale rivolgersi alle persone con toni garbati e parole gentili, non buttare le carte a terra, masticare a bocca chiusa e tante mille simili raccomandazioni che i bambini della mia generazione credo si siano tutti sentiti ripetere fino alla noia. Tra le regole magari meno comuni ad altre famiglie c'erano alcune abitudini curiose che mia madre ci teneva imparassimo, come rifare il letto con gli angoli perfettamente squadrati (ne sanno forse qualcosa i ragazzi che hanno fatto in tempo a fare il militare?), saper presentare una persona ad un'altra rispettando le precedenze di

gnocchetti colorati alla panna: demodè senza vergogna!

Oggi mi era presa voglia di panna. Sai quelle voglie vintage di primi piatti affogati in un mare bianco e cremoso? Sì, ecco: quella voglia lì, quella che solo quelli della mia generazione, anche dopo anni trascorsi a parlare di cucina sana, sapori autentici, tradizione da riscoprire e blablabla, possono capire lo stesso fino in fondo. Cerco di dare un senso all'idea di cucinare un primo condito con la panna preparando degli gnocchetti colorati, ma mi rendo conto che è un altro spunto profondamente anni '80: mi sentivo creativissima quando li avevo ideati per una cena tra amici in onore della vittoria dell'Italia ai Mondiali del 1982!  Almeno per nascondere l'eccesso di bianco miscelo la panna (quella ovviamente da cucina, che le nuove generazioni nemmeno sanno cosa sia) ad un condimento più nobile. Se non che apro il frigo per uno spunto da fondo bruno o simili... e spunta lì, comodo nel suo frigoverre, un bel sugo di carne già bello e pronto. Insomma: finisc

profumo di civet per A.

Un po' difficile mantenere lo spirito natalizio, dopo la partenza di A. Da qualche hanno ci si era allontanati ma per un bel pezzo le nostre vite hanno avuto molto in comune. Soprattutto l'amore nei confronti di una persona, e poi anche la passione per i tessuti d'arredo e per la buona cucina. Quello che gli ho sempre invidiato è la pacatezza. Certo, poi a volte si infiammava e quelli non erano momenti in cui prenderlo sotto gamba, ma nelle conversazioni tranquille, nel ritmo lento dei gesti, nei toni bassi della voce... ecco: era quello il lato di lui che mi affascinava, e che mi tranquillizzava, nel mio moto perpetuo e disordinato. Veniva da una famiglia di panettieri e una volta si mise in testa, insieme a mio padre, di tradurre gli appunti dal quadernetto avita e fare il panettone in casa: da settembre ogni settimana ci arrivava sulla tavola una nuova prova, fino al trionfo del capolavoro vero e proprio, uno solo ben riuscito tra mille esperimenti, giusto per Nat

ananas, cavolo e melagrana in un'insalata tiepida: e che le feste inizino in allegria!

Lo so, lo so: siamo tutti concentrati su brume invernali e scintillii natalizi,  ovvero cibi confortanti oppure raffinati. Ma perché dimenticare la frutta proprio ora?! Non erano forse l' insalata di frutta e patate all'indiana  o il  dolce di riso e more piatti da coccola? E non rappresentavano  l 'aperitivo con quattro snack alla frutta  una proposta elegante, il  budino di banane  un'idea spudoratamente natalizia e addirittura le  lenticchie all'ananas  una velleità dichiaratamente capodannesca? Su su, bando alla pigrizia: la frutta regala vitamine preziose, permette di proporre piatti adatti al periodo senza limiti alla fantasia e dall'aspetto vivace, regala ottime sorprese sia al palato che agli occhi... e ci permette di portare in tavola un piatto rusticamente invernale od elegantemente festaiolo con meno calorie rispetto a molti altri classici del periodo. Si tratta solo di cogliere spunti un pochino creativi, perché rifugiarsi in una bella macedo

coppia di biscotti da auguri, vagamente natalizi, con pepe e fortuna

L'altro giorno il regalo del Calendario dell'Avvento MTC del 9 dicembre era una raccolta di 12 biscotti natalizi ,  quelli   qui sopra raffigurati. Non so per quale arcano motivo (la follia della Van Pelt è il più probabile) ben due di quei biscotti sono stati scelti tra ricette mie... e sì che non sono niente portata per i dolci! Sarà che, uno per "la farcitura" e l'altro per la "speziatura", potevano vagamente sembrare entrambi biscotti natalizi? Per chi si fosse perso la possibilità di scaricare il PDF completo dal sito MTC, ecco qui le ricette almeno delle mie due proposte, che avevo già pubblicato tempo fa ma che qui sono riviste e corrette in occasione dello spazio-regalo MTC. Ogni giorno però ricordo che sul sito MTChallenge c'è un nuovo dono: conviene farci un salto tutti i  giorni! La prima ricetta di biscotti è finto-cinese, ovvero un'invenzione giapponese riciclata a inizio '900 dai Sino-Americani  di San Francisco e oramai

dietro le quinte di una tavola settecentesca

Oggi esce sul sito dell'MTC  un articolo sui segreti di una tavola di Natale elegante. Facile, uno dice, che ci vuole a mettere lì due tocchi rosso e oro per una bella tavola a tema natalizio?! E no: qui si tratta di tutt'altro...  Nell'articolo per MTC approfitto del periodo in cui sono tutti un po' più attenti ai "dettagli di contorno" che fanno del Natale un'occasione speciale anche a tavola per raccontare quanti piccoli segreti di gusto e di armonia si possono imparare dalla storia, attualissimi ed assolutamente applicabili alla nostra apparecchiatura da festa contemporanea nonostante ci vengano rivelati da una tavola... di trecento anni fa! Poche parole, qui: un servizio di Maioliche di Bassano del 1760 da il via ad un turbine di emozioni e di ragionamenti che, alla fine di tutto, si dedicano alla felicità di cuore, occhi e palato dei commensali. La tavola allestita nella vetrina di Altomani & Sons , prestigiosissima galleria d'arte an

pollo, funghi e polenta per il link party di Edvige

Delle tante persone che ho conosciuto in rete molte si sono perse per strada, mentre quelle a cui mi sono sentita più legata le ho poi quasi tutte conosciute anche di persona, e alcune sono entrate costantemente nella mia vita reale. Una delle poche eccezioni è  Edvige , che "frequento virtualmente" da anni ma che non sono mai riuscita ad incrociare, nonostante una volta, fuori Trieste, ci fossi andata  quasi vicina! Si tratta di una baldanzosa signora che il giorno del suo settantaquattresimo compleanno ha deciso di organizzare nel suo blog "Memento Solonico"  una festa virtuale della durata di oltre un mese, invitando a partecipare tutti gli amici della rete con cui si trova bene e che culminasse il 9 novembre, ottavo compleanno del suo blog. Già una donna così è da adorare a prescindere, quando poi si spulcia nel suo blog e si leggono i suoi commenti ai post altrui si capisce che ha forza, simpatia e conoscenza, caratteristiche importanti non solo per

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!