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Visualizzazione dei post con l'etichetta dolci e dessert

pranzo giapponese parte 5: tsukemono, zuppa e dolcetti

Ed eccomi alle ultime ricette del mio pranzo giapponese dalle stagioni fluide, di cui avevo raccontato qui l'aperitivo con stuzzichini,  qui dei piattini di verdure, qui il riso ai 5colori e qui  il piatto d'onore, tonno stufato con funghi enoki. Questo ultimo capitolo è dedicato invece a due presenze immancabili in un pasto giapponese, comunque sia composto: la zuppa e lo tsukemono , 漬物, ovvero una verdura conservata che, se in passato fungeva da unica risorsa disponibile oltre al riso per tutto l'anno, oggi è un elegante modo di separare tra loro i sapori delle vivande che accompagna. E come tsukemono  non potevo che presentare ai miei ospiti il kohaku namasu , il cui nome è composto da antichi kanji , 紅白 kohaku , ovvero "rosso e bianco", e dai temporalmente successivi caratteri  kana, なます, namasu , "condito con aceto".  Se infatti l'accoppiamento di bianco e rosso è nella cultura giapponese un antichissimo simbolo di buon auspicio (e ci sarebb...

New Orleans a Tavola, menù "Southern" parte 3: Heavenly Hash

La cucina della Louisiana ha radici storiche profondissime, in cui le tradizioni dei Nativi locali hanno dato vita alla cosiddetta cucina  creola  fondendosi alle tradizioni dei dominatori, Spagnoli e Portoghesi, e a quelle dei loro schiavi provenienti dall'Africa Orientale. A tutto ciò si sovrappone nel '700 la cucina  cajun degli Acadiani, coloni francesi deportati qui dal Canada, mentre negli ultimi cent'anni sono arrivate anche le influenze di altri emigrati, di cui la componente italiana è ad oggi ben identificabile. Tutto ciò per spiegare la mentalità dei cuochi odierni del luogo, molto aperti alla contaminazione ma nello stesso tempo molto fieri di tutta la storia che caratterizza in modo davvero unico la cucina locale. Ecco perchè, se nei due precedenti post, in cui raccontavo piatti, bevande e contorni  di un menù legato a New Orleans, ho tralasciato la storia, questa ultima portata dello stesso menù, il dessert, non può farne a meno. Lo Heavenly Hash...

regali di Natale gastronomici: spread di gingerbread e confettura di vin brûlé

Da anni in famiglia abbiamo concordato che per Natale ci si regali reciprocamente solo (o quasi) prodotti realizzati da noi e, a parte qualche piccola deviazione tra uncinetto e bricolage, i miei per i vari rivoli della mia famiglia sono quasi unicamente gastronomici.  Qui nel blog ho pubblicato raramente le ricette dei miei "doni alimentari": negli anni vari biscottini della tradizione svizzera (come  Spitzbuben ,  Gipfeli e Brunsli ), una versione di  Bayleys casalingo  e anche un salume stagionato in casa detto "filozino", di cui avevo riportato la ricetta  qui . Poiché non posso certo considerarmi un punto di riferimento per chi cerca idee PRIMA di Natale ecco che pubblico oggi, serenamente fuori tempo massimo, un paio di ricette golose, perfette entrambe per completare sfizi sia dolci che salati e talmente natalizie che dovrò ricordarmi di citarle il prossimo dicembre, dato che nessuno, credo, si avventurerà a prenderne ispirazione fuori dal periodo d...

compleanno con torta di pere e cioccolato più un twist giapponese

Credo che la torta pere e cioccolato non abbia bisogno di me: sui libri, sulle riviste di cucina e in rete se ne trovano centinaia di versioni e anche se la preparo per il compleanno di mia sorella posso aggiungere davvero poco a quanto da scritto da altri*. Forse il mio contributo, in onore dello sweet tooth di mia sorella, può essere un tocco vagamente giapponese (e ti pareva!), che sostituisce parte della classica farina di frumento con kinak o,きな粉. Si tratta di farina di soia leggermente tostata, che in Giappone in genere si usa per spolverare o per farcire dolcetti a base di riso, regalando loro un aroma leggermente nocciolato. Nella torta di pere secondo me acquisisce un suo perché insieme con il cioccolato... TORTA DI PERE E DOPPIO CIOCCOLATO AL  KINAKO  ingredienti per una teglia da 24 cm: 2 piccole pere (circa 400 g) 4 uova 300 g di farina 00 100 g di kinako 200 ml di latte** 180 g di zucchero 150 g di burro 120 g di cioccolato fondente 20 g di cacao...

variazione di torta australiana, qui con noci e albicocche

Avevo promesso di pubblicare presto il dolce del pranzo coi parenti napoletani  ma si tratta di una torta con crema al burro, di cui non ho neppure scattato foto decenti in quella occasione e che ad ogni modo aspetterei a replicare quando il clima mi garantirà di evitare la liquefazione immediata della copertura. Posso però rimediare pubblicando, per i golosi in attesa, una torta decisamente più estiva, quella che ho preparato per il pranzo con amici cinesi  di qualche settimana fa. Per loro ho messo a punto per uno  sheet cake  che non è ne' italiano ne' cinese ma è comunque a base di frutta fresca e a guscio a loro familiare, e che si ispira alla mia autrice australiana preferita, Donna Hay*.  La versione della Hay vede un'impasto semplice, con lievito, e vi infila albicocche a fette e mirtilli. Qui però incrocio quella sua idea con una ricetta tradizionale australiana, un torta non lievitata, con panna acida e zucchero di canna nell'impasto, che di solit...

Passate le feste 6: panettone con crema al baileys fatto in casa

Fatto in casa il Baileys, intendo, non il panettone! Almeno per questa volta. Il dessert che chiude questo pranzo di Natale tutto bianco è molto "classico" per come lo intendono i miei, semplicissimo e molto goloso: il panettone, artigianale di grandissima qualità*, viene servito con una crema dolce a base di mascarpone. E fin qui pare tutto normale... La crema, servita in ciotoline individuali a fianco della fetta di panettone, ciascuna con il suo cucchiaino, permette a ciascuno di intingervi i bocconcini di dolce, di versarla sulla fetta intera o anche di mangiarsela da sola a cucchiaiate. Lo spunto "tecnico" è un misto tra farcitura densa da cream tart e crema morbida al mascarpone da tiramisù, quella con le uova crude che in famiglia abbiamo preparato per anni da servire con il panettone a Natale, incredibilmente sopravvivendo tutti senza problemi. Sostituendo uova e zucchero con panna montata e latte condensato, come va tanto di moda adesso, ho lasciato la crem...

buffet di fiori e frutta per un mostra sulla Natura nell'Arte

Da qualche tempo curo l'articolo annuale sul rapporto tra cibo e arte per Il Calendario del Cibo Italiano  e ne approfitto per parlare anche qui nel blog di un tema che mi affascina oltremodo. Mi è capitato così di ragionare sulla simbologia nella natura morta del '600 , oppure sulla definizione che ne dava invece De Chirico, che la riteneva piuttosto la raffigurazione di "vita silente ". Lo scorso anno invece, avevo riassunto per il Calendario l'iniziativa "Uffizi da mangiare" lanciata dalla Galleria degli Uffizi  di Firenze, che qui nel blog ho "inseguito" da gennaio a giugno in una quindicina di articoli, raccolti sotto il tag Arte da mangiare .  Torno oggi a parlare nel Calendario  del rapporto tra natura, cibo e arte descrivendo la mostra Flora e Pomona: dall'antichità all'arte digitale NFT  inaugurata a maggio dalla Galleria Altomani  di Milano e che, a grande richiesta, è stata prorogata per fortuna fino alla fine di giugno.  un ...

dolce di ricotta ucraino per Pasqua: syrnyk o paschka?

Riprendo la pubblicazione di ricette ucraine con il dolce che abbiamo condiviso a Pasqua, ricorrenza che per i Cattolici italiani di rito latino è caduta domenica 17 aprile mentre per i Cattolici ucraini di rito bizantino e per gli Ortodossi ucraini è celebrata la domenica successiva, il 24 aprile.   Se il nostro pranzo di famiglia a Pasqua si è sviluppato interamente con ricette ucraine che tutti hanno approvato fin dall'ideazione del menu, per il dolce si è aperta una discussione perchè in rete e sui libri di ricette per stranieri come dolce tipico di Pasqua viene proposto un lievitato, detto  kulich  se è basso e intrecciato,  paska  o  babka  se è alto e cilindrico.  kulich A seconda della zona e della tradizione familiare, a volte l'impasto contiene patate, oppure a volte è arricchito di uvetta o canditi, a volte la superficie è decorata con croci o trecce di pasta e altre volte è ricoperta con una colata di ghiaccia e anche confettini....

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!