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Visualizzazione dei post da marzo, 2021

all'inseguimento di Uffizi da mangiare 9: Caravaggio, il Volterrano e pesce al vino rosso

Per la nona tappa di Inseguendo l'arte da mangiare abbiamo l'imbarazzo della scelta: l'epoca è la prima metà del '600 ma le aree tra cui scegliere di collocare la nostra storia e la nuova ricetta sono tre: Lombardia, Lazio e Toscana. Infatti per Uffizi da Mangiare , che questa volta sarebbe meglio definire "Uffizi da bere", le Gallerie hanno selezionato due autori e due due dipinti che fanno riferimento ad un unico tema: il vino!  In specifico parliamo di un'opera famosissima di autore celeberrimo, il Bacco di Michelangelo Merisi detto Caravaggio, dipinta nel 1598 circa,  e seguitiamo con un pittore locale meno conosciuto, Baldassarre Franceschini detto il Volterrano, che realizzò La burla del vino circa nel 1640. E' interessantissimo conoscere la storia di entrambe le opere, e gli Uffizi ce lo rendono possibile attraverso questi video: il  primo  racconta chi avesse commissionato il dipinto a Caravaggio, come venne realizzato e quali dettagli diss

all'inseguimento di Uffizi da mangiare 8: Diego Velazquez e i dolci di Al-Andaluz

In questa tappa di Inseguendo l'Arte da Mangiare usciamo di nuovo dall'Italia ed andiamo nell'Andalusia del '600. Proprio lì, infatti, nacque e crebbe Diego Rodríguez de Silva y Velázquez, forse il più celebre dei pittori spagnoli del '600, che visse in Andalusia fino a che non venne chiamato a Madrid dal re Filippo IV come pittore di corte. Era prevalentemente un ritrattista, ma Uffizi da Mangiare ha scelto per questa tappa un suo bodegón , ovvero una natura morta. In questo dipinto il pittore, supportato dalla sua bottega, ritrae una mensa molto semplice: pane, formaggio, una fiasca di vino, un gruppetto di frattaglie appese, un mazzo di porri e a terra un orcio di olio. Questi semplici ingredienti sono stati interpretati per gli Uffizi dalla chef Marta Scalabrini , che in omaggio alle proprie origini emiliane ha trasformato pane e formaggio in pasta resa , una pasta grattata servita in brodo di cappone con gelatina di lambrusco: piatto dagli ingredienti semplic

risotto cavolfiore e wasabi: uno dei tanti modi di sentirsi giapponesi

Qualche giorno fa uno stato d'animo in tono minore mi aveva spinto a non dedicare alcun piatto al decimo anniversario del terremoto in Giappone. Il conseguente silenzio mi ha però riconciliato con la visione energica e propositiva del sentimento giapponese, quello che ha permesso loro di trovarsi dieci anni dopo in un mondo ricostruito fisicamente e con una visione emotiva salda,  anche se ovviamente malinconica. La ma ricetta di risotto dal mood giapponese è un omaggio sentitissimo a questo spirito che lega in tutta la storia del Giappone i suoi abitanti al senso del dovere, al prevalere dell'interesse comune su quello singolo, alla costanza nell'impegno ed alla correttezza nel lavoro. Riso italianissimo il Carnaroli Originale Riserva San Massimo, in sintonia assoluta con logiche e sentimenti giapponesi per modalità di produzione nonostante nel mio caso sia praticamente a chilometro zero.  E' ovviamente italiano anche il piccolo cavolfiore fresco da cui sono partita, u

dieci anni dopo

Non occorre essere Giapponesi per avere questa data marchiata a fuoco nel cuore: dieci anni fa il terremoto in Giappone. Io quel giorno con un'amica giapponese commentavo quanto, soprattutto in quel momento,  la cucina fosse una forma di preghiera . E pochi giorni dopo riflettevo con un'altra amica giapponese cosa significasse vivere da lontano  la tragedia del proprio Paese.  Innumerevoli sono stati i miei post in merito durante quell'anno, ma poi che è successo? Questo blog è quasi un amaro specchio della situazione generale: a un anno di distanza raccontavo quanto si provasse in tanti a collaborare in modo concreto , dopo due anni sottolineavo la necessità di rinnovare i  legami di solidarietà con l'Occidente , dopo tre anni mi rendevo conto che in Italia  ne cominciava a sbiadire il ricordo , tanto che a quattro anni era oramai solo nella memoria di pochi .  Poi con il 2016 in quel periodo  tornavo a parlare delle tradizioni giapponesi  ma senza citare direttamente

all'inseguimento di Uffizi da mangiare 7: Giovanna Garzoni e l'insalata nel popon partito

Ci si re-incontra con la pittrice Giovanna Garzoni, ed è per me una gioia, nel settimo appuntamento con Inseguendo l'arte da mangiare , il mio personale viaggio dentro la bellezza del legame tra arte e gastronomia. Questa volta si tratta di una scena molto articolata, in cui i classici elementi della natura morta compaiono dentro un paesaggio e sono accompagnati da uno ieratico personaggio che, secondo gli storici di  Uffizi da mangiare ,  potrebbe essere o un fattore o un bugnolaio (dal nome delle ceste che contenevano la biada) di Artimino, borgo nei pressi di Prato dove i Medici avevano una residenza di campagna. Negli antichi inventari della villa di Poggio Imperiale, dove il dipinto era collocato, è citato con questa descrizione:  Veduta di paese con il Vecchio di Artimino, con due galletti nelle braccia, e un canino bianco, e nel piano vi è un fiaschetto, un Panier d’Uovi anzi Uova, un piatto con un popon partito, Frutta et altro .  Prima di addentrarci nella contemplazione

all'inseguimento di Uffizi da mangiare 6: Giovanna Garzoni e i carciofi farciti di ostriche

Si aprono ad una autrice femminile questo ed il successivo appuntamento di Inseguendo l'Arte da Mangiare ,  che nel mio caso anticipa oggi e poi seguirà di poco la settimana prossima l'incontro con Giovanna Garzoni, pittrice marchigiana del '600, a seguire le domeniche a lei dedicate da Uffizi da Mangiare , il percorso tra arte e gastronomia in cui esponenti dell'alta cucina italiana si lasciano ispirare dai dipinti proposti dalle Gallerie degli Uffizi. Della personalità, della vita e dell'arte di Giovanna Garzoni parleremo meglio la prossima settimana, perchè l'incanto della sua Natura morta Vaso cinese con carciofi rose e fragole è tale da lasciare a bocca aperta e accompagnarci in una dimensione da sogno, dove ci si può occupare solo di delicatezza ed armonia. Le stesse sensazioni deve aver provato anche lo chef Fabrizio Marino , perchè delicatezza ed armonia sono le caratteristiche del piatto da lui proposto, in cui accompagna dei carciofi profumati di burr

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!