Il bello aiuta la qualità della vita. In Giappone nulla nasce senza un progetto di armonia e grazia, nemmeno un semplice tombino di città. Sono diventata un po' giapponese dentro, mi sa, negli ultimi anni, visto che tralascio volentieri i libri di filosofia a favore dell'estetica applicata di una ciotola di riso. Cucinare giapponese è un modo per riconnettermi con la mia parte semplice e calma, quella che nella vita quotidiana se ne sta accuratamente nascosta per la maggior parte del tempo e va scovata con pazienza ed impegno sotto le montagne di stress e frenesie varie. Mi sono accostata al Giappone attraverso i libri e ne ho conosciuto la cucina inizialmente nei soliti ristoranti di sushi. Una quindicina di anni fa devo dire che non erano tanto trendy come ora ma il menù restava sempre limitato grossomodo a quelle quattro preparazioni base che nell'immaginario occidentale fanno tanto jap: sushi/sashimi, tenpura, zuppa di miso e gelato al tè verde. Un po' come dire c
Amo storia e geografia del cibo, tra le altre cose. Così viaggio attraverso il mondo e dentro me stessa. Assaggiare mi fa sapere con cuore e palato, ancora prima di capire con la testa.