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Visualizzazione dei post da gennaio, 2024

risotto cavolfiore e sesamo, concessione alla moda Veganuary

Dopo mesi (per non dire anni) che ammiro dall'esterno il Clan del Risotto del Venerdì senza più riuscire a partecipare, vorrei provare a riprendere il percorso, anche se magari con un ritmo uno pochino rallentato. D'altronde è parecchio tempo che seguo poco iniziative e pure mode, tanto da aver appreso solo grazie al tema di questa settimana del Clan che siamo che gennaio oramai nel mondo dei foodie si chiama VEGANUARY. E che, quindi, oggi si tratta di preparare un risotto vegano.  Mi invento un piatto davvero molto semplice (nonostante il nome risulti un po' tronfio), perchè parto da un cavolfiore, a cui do, tra cottura e non, tre differenti consistenze, e a cui abbino tre versioni di sesamo: olio, semi e tahina, ovvero quella pasta che di solito si usa per dare cremosità e profumo a purè di legumi mediorientali ma che ha infiniti altri utilizzi... tra cui fornire il grasso (vegano) per la mantecatura di un risotto! Per quanto riguarda la parte alcolica, che usualmente ne

ma la verza si usa in Giappone?

Unica nella coppia, adoro la verza. Mi viene in mente di propinarla all'essere che mi vive accanto in versione giapponese, sperando sopravviva... ma poi, in verità, la verza è davvero utilizzata nel quotidiano in Giappone? Verza, cavolo cappuccio e cavolo rosso sono in realtà acquisizioni relativamente recenti: introdotti dopo la seconda guerra mondiale, diventano più popolari solo nell'ultimo decennio, in parte perchè tutte le brassicacee hanno fama di grande salubrità (difatti la cucina nipponica fa da sempre ampio uso di ortaggi autoctoni della famiglia dei cavoli), ma soprattutto perchè questi "nuovi" cavoli vengono identificati come tipici della cucina italiana, che ora è lì di gran moda.  Come tutte le cose, quando una novità arriva in Giappone viene "migliorata", ovvero portata al massimo delle sue potenzialità rispetto alla visione giapponese della vita e, in questo caso, della cucina. Così in Giappone ora esistono, ad esempio, due tipologie di verza

regali di Natale gastronomici: spread di gingerbread e confettura di vin brûlé

Da anni in famiglia abbiamo concordato che per Natale ci si regali reciprocamente solo (o quasi) prodotti realizzati da noi e, a parte qualche piccola deviazione tra uncinetto e bricolage, i miei per i vari rivoli della mia famiglia sono quasi unicamente gastronomici.  Qui nel blog ho pubblicato raramente le ricette dei miei "doni alimentari": negli anni vari biscottini della tradizione svizzera (come  Spitzbuben ,  Gipfeli e Brunsli ), una versione di  Bayleys casalingo  e anche un salume stagionato in casa detto "filozino", di cui avevo riportato la ricetta  qui . Poiché non posso certo considerarmi un punto di riferimento per chi cerca idee PRIMA di Natale ecco che pubblico oggi, serenamente fuori tempo massimo, un paio di ricette golose, perfette entrambe per completare sfizi sia dolci che salati e talmente natalizie che dovrò ricordarmi di citarle il prossimo dicembre, dato che nessuno, credo, si avventurerà a prenderne ispirazione fuori dal periodo delle fest

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!