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Visualizzazione dei post da gennaio, 2018

i segreti confessati di un'insalata di polpo e topinambour al miso

Adoro l'uso "improprio" della maionese, familiare ai  Russi  e ai  Nipponici , tra gli altri. Entrambe popolazioni che  hanno molto più  in comune,  gastronomicamente parlando, di quanto i semplici stereotipi "burro cavoli e panna acida" e "sushi miso e tempura" potrebbero far sospettare: due esempi per tutti il grano saraceno ed i ravioli, per dire. Ma ne' di grano ne' di ravioli si parla oggi, bensì di maionese. Con questa salsa pure io mi sono concessa parecchie libertà culinarie, nel blog e fuori: una volta ci ho fatto dei  muffin salati  ed un'altra addirittura dei biscotti natalizi, variando leggermente la ricetta che avevo imparato  qui !  Quando si è trattato di proporre un antipasto ad una combriccola dai  vincoli alimentari decisamente assortiti , come raccontavo qualche giorno fa, una rivisitazione della maionese mi è venuta in mente subito, perché in quella cena cena volevo di fondere la tradizione partenopea di partenza c

serata variegata con grano saraceno ai cannolicchi e cime di rapa

Amici a cena, tra cui una persona intollerante a glutine e latticini e patita per la cucina indiana, una persona vegetariana che non mangia carne e una persona marocchina dai costumi alimentari islamici. No, va bene, serata certamente variegata ma... mo' che faccio, tenendo anche conto che ho poco più di due ore in tutto per fare spesa e preparare, con un intermezzo di un paio d'ore abbondanti di un impegno improrogabile ( questo, alla radio )? Penso ad un filo conduttore divertente, evitando le citazioni marocchine o indiane che tutti si aspettano, accetto il supporto proposto da un paio di deliziose e collaborative ospiti e rapino il supermercato al volo (niente negozietti specializzati o banchetti del mercato rionale oggi, non ce la si fa!). Lì mi faccio ispirare da quello che mi colpisce l'occhio ed ecco qui servito il menù: il tema è Famolo strano, basta sia napoletano , con tracce miste anche giapponesi, svizzere e russe. Incomincio dal banco del pesce, perché

radiofonicamente: insalata di agrumi e ricottina calda con Popogusto e il Calendario del Cibo Italiano

Eccomi di nuovo a partecipare, per il Calendario del Cibo Italiano  dell'MTC, alla collaborazione con Popogusto , la trasmissione di Radio Popolare  che accompagna il mercato alimentare a filiera corta di piccoli produttori con grandi qualità professionali,  quello che si tiene ogni sabato a Milano nei suggestivi chiostri dell' Umanitaria , in via San Barnaba, 46.  Dico "di nuovo" perchè già a novembre, nell'alternarsi di blogger del Calenario in trasmissione, era capitato di essere ospite in una puntata che parlava di  formaggi di capra . Questa volta invece si tratta di agrumi, da declinare in una ricetta semplice e gustosa, che rispetti ed esalti i prodotti di stagione. La raccontiamo in diretta venerdì 26 gennaio alle ore 17, per cui sarà poi facile, se l'idea stuzzica, recarsi al mercato di Popogusto il sabato mattina e procurarsi gli ingredienti per eseguirla a casa. Per l'occasione ho pensato una rivisitazione di un classico del

creme e capestante tra Scozia e Stati Uniti: il Rusty Nail, le sue cause e le sue conseguenze

Sono cresciuta in una famiglia che usa dare soprannomi ai cocktail. Il che la dice lunga su alcune mie caratteristiche di adulta, suppongo! Ma andiamo con ordine: il nome classico del cocktail che preparo oggi, a base di whisky e Drambuie, è Rusty Nail , ma noi in famiglia lo abbiamo sempre chiamato Infradito , vai poi a sapere perchè. La storia del cocktail è lunga, parte da condottieri gaelici e passa dai contrabbandieri canadesi per approdare a Frank Sinatra e, per chi ha pazienza, tra poco la racconto, appena entro nel vivo della sfida 69 dell ' MTChallenge , quella sulla Cucina Alcolica  proposta (e te pareva!) da Giulia  di Alterkitchen . Il soprannome di famiglia, invece, nasce spontaneo. C'è l'abitudine tra di noi, dicevo, di dare ai cocktail preferiti dei soprannomi. Forse perché li sentiamo un po' parenti, li vogliamo parte dell'enclave insomma, o forse perchè di fronte ad ospiti ci piace usare un gergo che ci faccia sentire speciali. Chi

evoluzioni di una genovese in chiave napoletana

Quando proponi a qualcuno un pranzo napoletano in genere gli ospiti si aspettano trionfi di mozzarella con pomodoro e basilico, frittini misti, pasta ai frutti di mare, magari la parmigiana di melanzane e spigole all'acquapazza. E invece, se inviti persone spiritose e d intelligenti, puoi anche permetterti di pensare invernale, di non tuffarti in mare e, soprattutto, di offrire un taglio storico della tavola partenopea, quando il pomodoro ancora si conosceva poco, il pesce non era di uso comune e la carne rappresentava un bene di grandissimo lusso. Un paio di secoli fa, quando sulle tavole nobili apparivano ricchi sartù, trionfanti timballi di pasta e goduriosi babà, con i monzù di scuola francese impegnati ad aristocratizzare la cucina locale, la gente comune si nutriva ancora prevalentemente di verdure, tanto da che gli abitanti di Napoli erano indicati con il titolo di mangiafoglie .  E questo è un menù così, da popolino che sapeva trarre il meglio del godimento da ogni or

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!