Ho ricevuto un dono, qualche giorno fa. Per la verità sarebbe un omiyage , offertomi da un anziano signore giapponese, molto autorevole ed un pochino timido nell'esprimersi in un italiano che sa non essere perfetto. Per lui sarebbe impensabile presentarsi a mani vuote, nonostante io sia solo una minuscola rotella del suo potente e vasto ingranaggio. Mi porge il pacchetto di una nota pasticceria italiana con infilata nel nastro una bustina giapponese. Sembra quasi stonare la buffa faccina di Hello Kitty sulla carta seriosa a svolazzanti scritte dorate. In Giappone però anche gli adulti amano pupazzetti e cosine tenere e "carine", ovvero kawaii. Sarebbe un fenomeno sociologicamente interessante da analizzare, ma in questo momento ho urgenza di parlare d'altro. Apro l'involto e la bustina: una pregiata, italianissima polvere di cioccolato per preparare budini nel primo, un peperoncino secco nella seconda. Dietro il sorriso dolce e le incerte parole italiane che
Amo storia e geografia del cibo, tra le altre cose. Così viaggio attraverso il mondo e dentro me stessa. Assaggiare mi fa sapere con cuore e palato, ancora prima di capire con la testa.