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Visualizzazione dei post da ottobre, 2013

dolce di zucca americano... anche un po' italiano

Dopo il recente tuffo a capofitto nella  colazione americana , mi è rimasta la tentazione di provare un dolce soffice a base di zucca, perfetto per la stagione e un po' diverso dalla classica pumpkin pie , la crostata dolce che accompagna tutte le festività nordamericane del periodo, da Halloween al Thanksgiving fino a Natale. Ho pescato dunque una ricetta alternativa, sempre statunitense: il pumpkin roll , un cake morbido arrotolato con una crema di formaggio, e l'ho riadattata ad un gusto un pochino più italiano. Il dolce originale infatti prevede noci pecan, crema di zucca in lattina e, per il ripieno,  cream cheese addizionato con burro e zucchero. La caratteristica del cream cheese   (in Italia il marchio commerciale più diffuso è  philadelphia)  è il suo gusto leggermente acidino, dovuto al suo contenuto di fermenti lattici; in questa ricetta viene reso più corposo con l'integrazione di burro... ma nella tradizione italiana esiste già un formaggio cremoso e natu

riso intergale... germinato!

Arrivo agli sgoccioli sulla proposta per il mese di ottobre della oramai per me indispensabile raccolta mensile di  Salutiamoci . Il riso integrale , ospitato da Giulia di  Satsuki en cuisine , lo utilizzo poco nonostante, oltre alle eccellenti caratteristiche nutrizionali, abbia un sapore davvero intenso e speciale. Avendolo sempre consumato lesso sono subito partita con la sperimentazione di un risotto: ho appassito cipolla carota aglio rosmarino e timo in olio, vi ho poi tostato il riso, l'ho portato a cottura per 40 minuti con brodo vegetale e l'ho legato alla fine con 1 cucchiaio di pasta di miso. Poi, talmente rapita dal suo profumo, l'ho servito subito a tavola e ce lo siamo mangiato senza fotografarlo... Non ne è avanzato nemmeno un chicco! Si può essere più stordita?!  Invece di replicare la ricetta ad uso fotocamera ho pensato a questo punto ad un altro esperimento: la cottura del riso integrale a vapore secondo il metodo classico della cucina giappone

colazione americana un po' autunnale

Devo ammettere che questa volta il tema dell'MTC di ottobre  mi ha creato un grosso problema: la scelta. Ho avuto nella mente in questi giorni tante di quelle decine di varianti che stavo correndo il rischio, per troppa indecisione, di non combinare più niente! Alla fine ho deciso che la   colazione nordamericana  proposta da Roberta de   La valigia sul letto  verrà qui compiutamente declinata in una serie di post durante i prossimi mesi, così mi preparerò tutte le golosità che mi sono passate per la testa senza avere ora rimpianti, mentre in questo post posso limitarmi a pochi comprimari, per scelta tutti un po' autunnali, con cui attorniare l'uovo Benedict, protagonista, sopra una tovaglietta americana a tema, della tavola mattutina dell'MTC. Una riflessione sulla colazione creativa e variata ma equilibrata mi aveva già coinvolto  qui  ma non volevo riproporre la stessa idea; questa volta il tema dell'ambientazione americano/canadese e della centralità del

sproloquio sul cucinare fusion

Sono molto intrigata dall'idea di una raccolta che racconti ricette " fusion", proposta dal  contest di Vaty  di  A Thai Pianist . E, nonostante mi siano nati dentro infiniti spunti, ho deciso di proporre una cosina molto semplice e spontanea, in realtà nata in modo assolutamente istintivo con la miscela di un'idea italiana ad alcuni ingredienti cinesi che avevo in casa. Credo che il significato profondo di questa ricettina, che non è certo paragonabile a molte squisitezze e ad alcuni pensieri raffinatissimi che ho visto in raccolta da Vaty, stia proprio nella naturalezza con cui questo piatto se ne è uscito quasi da solo dalle mie mani e dal mio frigo. Nel senso che mescolare sapienze diverse è il mio modo "naturale" di cucinare... La cucina è certamente espressione culturale e materiale di identità e di appartenenza per ogni popolazione. Va dunque prima di tutto conosciuta e rispettata nella sua espressione tradizionale, secondo me, perché senza conosc

il mondo in casa propria: spinaci italiani in zuppetta giapponese

Come sa bene chi segue questo blog da tempo, sono stata sempre refrattaria a tutti quei fenomeni commerciali che comprensibilmente ruotano intorno ai blog di cucina e che non ho invece mai sentito particolarmente affini al mio modo di intendere questo spazio. Dunque sono spesso stata contattata da aziende che mi proponevano citazioni, banner, forniture e anche sponsorizzazioni ed ho lasciato spazio per queste cose a foodblogger più sensibili di me al fascino della visibilità o della monetizzazione dei propri spazi. Di recente però mi hanno interpellato alcune aziende che, avvicinandomi in modo serio e discreto, mi hanno chiesto di testare alcuni loro prodotti, libera poi di parlarne o meno sul blog, libera pure di parlarle male, libera persino di proporre le mie ricette senza neppure citare l'azienda.  Lo scopo finale infatti per loro era verificare se si trattasse di ingredienti compatibili con lo sviluppo di ricette "etniche", filone che contraddistingue questo

citazione di pizza in vena napoletana

Tra tutte le recenti reminiscenze geografiche di famiglia, tra Veneto Francia e Svizzera, spunta imprevista una vena napoletana. Che genealogicamente parlando non c'entra nulla con me, ma a livello di passione personale ha un posto importante nel mio cuore. Travolta dagli eventi della vita recente mi accorgo di essermi privata troppo a lungo del piacere di dedicare qualche ora ogni tanto alla condivisione della cucina con gli amici. In particolare è dal marzo 2012 (aaaagggghhhh!!!) che trascuro  la mia intrinseca napoletanità, coltivata con cura e periodica costanza nella cucina di un'amica di origini partenopee. In attesa di riprendere al più presto quelle sane abitudini che danno un senso alla vita, oggi mi cimento nelle girelle di pizza, un rimaneggiamento di una ricetta che la mia amica aveva appuntato da un video  di Luca Montersino e che   avevamo poi interpretato insieme, appunto, più di un anno e mezzo fa. Io qui ho sostituito in parte il tradizionale origano con ag

storia della paroncina e del suo quasi clafoutis

Sfogliando quintalate di libri sulla storia della cucina popolare veneta per i miei personali  impegni culinari   di settembre, qualche settimana fa ho trovato una ricetta deliziosa in dialetto veneziano dal nome che è il quadro di un'epoca: i pomi par la paroncina ...  "Dal titolo, risulta che se trata de pomi fati ne la maniera che più ghe piaxeva a la paroncina de casa (Chissà ghi la gera! Forse desso la gavaria... 200 ani!). Benedete quele vecie coghe de na volta, che le godeva ne'l far contenti e so paroni!" [Dal titolo, risulta che si tratta di mele preparate nel modo che più piaceva alla padroncina di casa (Chissà chi era! Forse adesso avrà... 200 anni!) Benedette quelle vecchie cuoche di una volta, che avevano piacere nel fare contenti i loro padroni!] Mi immagino una ricca casa veneziana in cui cresceva una padroncina viziata e capricciosa, che si rifiutava di mangiare frutta. Ma una cuoca scaltra le preparò un dolce speciale, la ragazzina lo trovò di s

la zuppa cipolle francese della mamma svizzera

Un'amica appena rientrata dalla Sicilia mi ha regalato due enormi cipolle di Giarratana, croccanti, rosate e dolcissime, adatte a infinite, stupende preparazioni tipiche del ragusano. Nessun paragone con le solite cipolle dorate della mia dispensa! Ma, come dicevo qualche giorno fa, "purtroppo" questo è un periodo per me di  mood francese . Così quei capolavori della terra siciliana sono diventati protagonisti di una minestra che sul mio quaderno delle ricette di adolescente (ebbene sì: chi teneva un diario di canzoni, chi di poesie, chi ci appiccicava foto di attori e cantanti... io da ragazzina avevo il diario delle ricette di cucina!) è segnata come "zuppa di cipolle della mamma". Di palato da sempre preferisco il burro all'olio (non è una follia, semplicemente son cresciuta tra nordici...), però in questa ricetta l'ho ridotto di parecchio.  In compenso ho aumentato la quantità di cipolle, nel senso che ho messo meno brodo ed prolungato t

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!