Non sarà giapponese la mia chiusura d'anno, ne' a tavola ne' nello spirito. In partenza il tema gastronomico avrebbe dovuto essere jap, poi ha virato sul thai, poi ha rischiato di darsi all'americano e invece all'ultimo è diventato peruviano. E questa volta, caso strano, non sarò neppure io a cucinare. Per una volta poco male: ho altro da fare. La parte jap di me reclama un po' però, così, per predispormi serenamente all'ultimo giorno dell'anno, mi metto a sbucciare una radice di daikon. Intanto tiro le somme dell'annata in chiusura e penso a cosa ho imparato dal 2015. E' stato un anno pieno di piccole soddisfazioni e di grandi delusioni. Protagonisti indiscussi sono l'enorme stima verso una persona che ha saputo essere affettuosa, trasparente, paziente e surreale in dosi perfette, e l'affetto grande nei confronti di chi è stato ultimamente colpito in modo duro, vive immerso nelle difficoltà e purtroppo non sono ancora in grado d
Amo storia e geografia del cibo, tra le altre cose. Così viaggio attraverso il mondo e dentro me stessa. Assaggiare mi fa sapere con cuore e palato, ancora prima di capire con la testa.