Periodo strano, in cui mi pongo quesiti sul senso della cucina di fusione. Ovvero quello che pratico ogni giorno, contaminando piatti conosciuti con tecniche o ingredienti appartenenti a culture gastronomiche differenti, oppure creando ricette ex-novo che contengono spunti di origine storica o geografica differenti tra loro. Mi ha spinto a questa riflessione l'accogliere a cena qualche giorno fa una coppia di amici vegetariani. Mi spiego: con poco tempo a disposizione mi è venuto spontaneo muovermi su "grandi classici" come un crema di verdura, una torta salata e una banalissima coppa di fragole allo sciroppo, tutti piatti scelti in base a ciò che avevo in casa e al breve tempo che necessitavano per la preparazione: coordinando un pochino i tempi nell'arco di un'oretta la cena poteva essere pronta! Mi sono accorta solo strada facendo che in realtà stavo modificando tutto quanto in base ad un istinto che chiamava in causa basi gastronomiche differenti. La
Amo storia e geografia del cibo, tra le altre cose. Così viaggio attraverso il mondo e dentro me stessa. Assaggiare mi fa sapere con cuore e palato, ancora prima di capire con la testa.