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Visualizzazione dei post da settembre, 2014

riso Otello: un nero integral(ista)

Il primo giorno di autunno una ricetta con le ultime verdure estive, che sono ancora buone visto che sembra far più caldo ora che nei mesi trascorsi... Sollecitata da alcuni dubbi posti sulle modalità di cottura del riso integrale e sull'utilizzo di varietà di riso "esotiche", ho pensato di provare le risposte sul campo e chiarire soprattutto le idee a me stessa, la prima che ha tutto ancora da imparare. Così, per prendere due piccioni con una fava, ho scelto un riso sia nero che integrale. No, non famoso ed idolatrato riso Venere, fantastica varietà di nobile origine cinese che, grazie a opportune ibridazioni, ora è coltivato anche in Italia.  Ho pescato  invece una varietà tutta italiana: il riso Otello, che deriva anch'esso da varietà cinesi ma è di concezione e di coltivazione tutta nostrana. Chissà se il  nome è stato ispirato ispirato dal famoso personaggio shakespeariano, dalla sua pelle scura e dalla sua natura piuttosto integral ista... Si utilizz

riso rucola e vellutina: esperimenti...

Di nuovo, inevitabilmente, riso in questo periodo. Ma, in modo del tutto imprevisto, con un post completamente estrapolato da qualsiasi schema. Perché di imparare non si finisce davvero mai... Avrei voluto continuare il viaggio nel mondo del riso chiacchierando di risi greggi, integrali, sbiancato, brillati... E invece, visto che c'è chi ci ha pensato meglio di me , salto tutto e devio il percorso  sul parboiled, curiosa di verificare...  la sua cottura per assorbimento!  Non sapevo immaginare  che risultati dessero risciacquatura ed ammollo di un riso elaborato per non rilasciare amido ma soprattutto da come questa caratteristica finisse per influire sul risultato finale  in  cottura .  La lavorazione parboiled deriva infatti da una millenaria tecnica di macerazione ed essiccazione sviluppata in Oriente per garantire una migliore conservazione del riso sia da crudo che da cotto; con i moderni processi industriali oggi si ottiene quindi un riso il cui amido "indurisce&qu

piccolo intervallo di taro al miso

Interrompo (apparentemente) l'argomento riso   per un momento perché mi sono arrivati in cucina dei taro bellissimi, che ho pensato a cucinare prima di ricordarmi di fotografarli... Si tratta di una radice usatissima in Africa, Asia e Sudamerica, il cui gusto parte dalla patata ma poi svetta in tutt'altra delicatissima direzione. La sua stagione perfetta è l'autunno ed ora che è arrivata sia la stagione (già, come se ci fosse mai stata un'estate, questa volta...) che la radice sui banchi dei negozietti di cibo etnico, non posso farmi scappare la ghiotta occasione. Ovviamente parto con una ricetta giapponese...  c he in realtà nasce per le patate e a cui ho apportato lievi varianti personali.  In Giappone esiste una mezza dozzina di varietà di taro, il cui nome generico giapponese è satoimo. Il tipo che ho usato io, l'unico che trovo qui, si chiama Ishikawa-koimo,  è poco più piccolo di un pugno, con la pelle scura e striata. La prossima volta giuro che prima d

concorsi a base di like? no grazie.

Oggi non una ricetta ma la condivisione di una riflessione sul mondo dei concorsi a base di "like" su facebook, che  sono una mortificazione della bravura personale dei partecipanti. Personalmente frequento pochissimo facebook ma ciò non mi impedisce di cogliere la perversione di un meccanismo stonato. La ragione è terribilmente semplice: non vince chi è più bravo – e lo meriterebbe, quindi – ma solo chi ha la faccia tosta di chiedere il voto ad amici e contatti (e nemmeno  coglie la mortificazione di sé che compie attraverso quella richiesta). Se non si possiede la giusta sfacciataggine meglio abbandonare ogni speranza: nei concorsi a base di like si può anche essere un genio nella materia oggetto del contendere ma non servirà a nulla, ci sarà sempre chi avrà più like di voi. Idem per le ricette: avete cucinato il piatto dell’anno? Non importa. Non potrete nulla contro piatti mediocri e le loro centinaia di like! I  vincitori saranno decretati non da una giu

polpette tostate di riso in brodo di tè, ocha-zuke omakase: piatto della casa

Quando ti sembra un giorno speciale. Quando in un ristorante ti senti come in famiglia... Quando con questo sei felice. Capita ogni tanto nella vita, te lo gusti ed è bello.  Ieri sera ho vissuto questa gioia come un regalo di compleanno, una di quelle piccole, preziosissime emozioni che non hanno prezzo. A volte basta davvero poco. Telefonare dopo quasi un anno e cogliere una nota di piacevole sorpresa nella voce di chi prende la prenotazione; essere accolta all'ingresso del ristorante con battute scherzose; salutare in cucina e vedere il sorriso aperto del cuoco sopra gli stessi gesti ed ingredienti di casa tua; attendere al tavolo gli amici del convivio avvolta dagli sguardi quasi complici del cameriere.  E poi il patron che ogni tanto passa e ti chiede se va tutto bene, lo chef che a fine serata ti continua a sorridere, il conto decisamente ritoccato verso il basso... Tutto quello che da una parte ti fa pensare di aver seminato bene, dall'altra di aver di fronte perso

MTC di settembre 2014: un sacco di riso!

Diceva un vecchio slogan anarchico: "con l'ironia abbatteremo il potere e un sacco di riso lo seppellirà".  A no? Erano risate?! Va be'... per un MTC di questa portata ci si può anche concedere una licenza! Premessa... ... avevo scritto un post lunghissimo per raccontare perché e per come ho scelto questo tema per l'MTChallenge di settembre 2014. Poi l'ho ridotto della metà, lasciando solo alcune note che mi sembravano indispensabili, e l'ho mandato alla Gennaro per un parere.  E lei ha detto che un terzo di quanto le ho mostrato era già troppo! Allora ho ricomposto alcuni dei contenuti in articoli di supporto da pubblicare più avanti ed ho cassato il resto. Qui è rimasto il riassunto della selezione della selezione, ovvero il puro tema dell'MTC. Che, mi spiace, adesso vi tocca leggere per intero! Se scegliere un ingrediente invece che una ricetta tende ad allargare gli orizzonti, questa volta scegliere IL RISO , come capirete, li spalanca fran

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!