Interrompo (apparentemente) l'argomento riso per un momento perché mi sono arrivati in cucina dei taro bellissimi, che ho pensato a cucinare prima di ricordarmi di fotografarli...
Si tratta di una radice usatissima in Africa, Asia e Sudamerica, il cui gusto parte dalla patata ma poi svetta in tutt'altra delicatissima direzione. La sua stagione perfetta è l'autunno ed ora che è arrivata sia la stagione (già, come se ci fosse mai stata un'estate, questa volta...) che la radice sui banchi dei negozietti di cibo etnico, non posso farmi scappare la ghiotta occasione.
Ovviamente parto con una ricetta giapponese... che in realtà nasce per le patate e a cui ho apportato lievi varianti personali. In Giappone esiste una mezza dozzina di varietà di taro, il cui nome generico giapponese è satoimo. Il tipo che ho usato io, l'unico che trovo qui, si chiama Ishikawa-koimo, è poco più piccolo di un pugno, con la pelle scura e striata. La prossima volta giuro che prima di avventarmici sopra lo fotografo!
Insomma: il post è un po' da sistemare. Ma la ricetta no. E la preparazione il giorno dopo è buonissima, l'unico problema è che, rimanendo conservati nel liquido e poi venendo riscaldati, i pezzetto di taro tendono a sfaldarsi leggermente (come evidente da foto). Ovviamente anche qui avrei dovuto pensare a fotografare il piatto come l'avevo servito appena pronto. La sera prima, in una cena di concezione giapponese che ruotava attorno... al riso!
Satoimo miso ni - Taro al miso
ingredienti per 2 persone come contorno, 6/8 come snack:
4 taro (circa 200 g)
2 cucchiai di piselli sgranati (anche surgelati)
100 ml di brodo dashi
1/2 cucchiaio di shiromiso, pasta di miso bianco
1 pizzico di semi di sesamo nero
sale
Sbucciare ogni taro e tagliarlo in 6 pezzi regolari, mettendoli man mano a bagno in acqua fresca.
Portare a bollore un pentolino di acqua, salare leggermente e scottarvi i taro per due minuti, quindi scolare subito.
Portare a bollore il dashi, tuffarvi i taro e cuocere una decina di minuti, quindi sciogliere il miso in un paio di cucchiai di brodo clado passandolo per un colino, versarlo nel tegame insieme ai pisellini e cuocere a fuoco bassissimo per un altro minuto (se i piselli sono surgelati unirli un paio di minuti prima).
Dividere in ciotoline individuali taro e piselli, aggiungere a ciascuna porzione un cucchiaio o due del fondo di cottura, spolverizzare con i semi di sesamo e servire caldo.
Si tratta di una radice usatissima in Africa, Asia e Sudamerica, il cui gusto parte dalla patata ma poi svetta in tutt'altra delicatissima direzione. La sua stagione perfetta è l'autunno ed ora che è arrivata sia la stagione (già, come se ci fosse mai stata un'estate, questa volta...) che la radice sui banchi dei negozietti di cibo etnico, non posso farmi scappare la ghiotta occasione.
Ovviamente parto con una ricetta giapponese... che in realtà nasce per le patate e a cui ho apportato lievi varianti personali. In Giappone esiste una mezza dozzina di varietà di taro, il cui nome generico giapponese è satoimo. Il tipo che ho usato io, l'unico che trovo qui, si chiama Ishikawa-koimo, è poco più piccolo di un pugno, con la pelle scura e striata. La prossima volta giuro che prima di avventarmici sopra lo fotografo!
Insomma: il post è un po' da sistemare. Ma la ricetta no. E la preparazione il giorno dopo è buonissima, l'unico problema è che, rimanendo conservati nel liquido e poi venendo riscaldati, i pezzetto di taro tendono a sfaldarsi leggermente (come evidente da foto). Ovviamente anche qui avrei dovuto pensare a fotografare il piatto come l'avevo servito appena pronto. La sera prima, in una cena di concezione giapponese che ruotava attorno... al riso!
ingredienti per 2 persone come contorno, 6/8 come snack:
4 taro (circa 200 g)
2 cucchiai di piselli sgranati (anche surgelati)
100 ml di brodo dashi
1/2 cucchiaio di shiromiso, pasta di miso bianco
1 pizzico di semi di sesamo nero
sale
Sbucciare ogni taro e tagliarlo in 6 pezzi regolari, mettendoli man mano a bagno in acqua fresca.
Portare a bollore un pentolino di acqua, salare leggermente e scottarvi i taro per due minuti, quindi scolare subito.
Portare a bollore il dashi, tuffarvi i taro e cuocere una decina di minuti, quindi sciogliere il miso in un paio di cucchiai di brodo clado passandolo per un colino, versarlo nel tegame insieme ai pisellini e cuocere a fuoco bassissimo per un altro minuto (se i piselli sono surgelati unirli un paio di minuti prima).
Dividere in ciotoline individuali taro e piselli, aggiungere a ciascuna porzione un cucchiaio o due del fondo di cottura, spolverizzare con i semi di sesamo e servire caldo.
- rivoli affluenti:
- avevo trascritto la ricetta iniziale (quella per le patate) anni fa dopo averla letta su un blog in inglese, quando cominciavo appena a frequentare internet ed ero lontanissima dall'idea di aprirne uno mio. Ero alle prime armi nella rete e ai tempi non mi ero segnata il nome della fonte. Che peccato!
Che meraviglia! Ho ancora un " pochinissimo" di miso scuro .... Da consumare a brevissimo...devo rivedere la tua ricetta, ma con le patate perché qui ahimè se chiedo il taro credo mi rincorrere nero con una lupara ahahahahhahahaha
RispondiEliminaprova magari anche con topinambour oppure con patate dolci, e se usi il miso scuro non salare l'acqua di sbollentatura. In ogni caso quando passi da Milano ti insegno un paio di negozietti...
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RispondiEliminaBonjour,
RispondiEliminaJ’ai flânée pendant un moment sur votre site, et je vous dit bravo pour tout ce que vous proposez. Très intéressant
Amicalement
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