Ognuno vive la propria infanzia come "normalità", fino a che non prende coscienza di sé e non comincia a confrontarsi con l'altro e con esperienze differenti dalla propria. Così solo verso la fine delle elementari mi sono conto che i racconti che ascoltavo tutti i giorni, rapita, pendendo dalle labbra di mio nonno erano diversi da quelli che sentivano altri bambini. Insieme a filastrocche e canzoncine che mi insegnavano a scuola o all'oratorio per me era "normale" imparare dal nonno i canti della Resistenza e quelli degli Alpini della Prima Guerra Mondiale, accomunati da un nemico simile e dallo stesso coraggioso, dolente cuore. I suoi racconti invece non parlavano di fate o draghi ma di fantasiosi escamotage per procurare viveri ai partigiani nascosti, di dispetti ai soldati tedeschi, di blitz per liberare prigionieri antifascisti, di resistenza alle torture in carcere, di sopravvivenza nel campo di concentramento di Fossoli, di una rocambolesca fuga al mom
Amo storia e geografia del cibo, tra le altre cose. Così viaggio attraverso il mondo e dentro me stessa. Assaggiare mi fa sapere con cuore e palato, ancora prima di capire con la testa.