Passa ai contenuti principali

citazione di pizza in vena napoletana

Tra tutte le recenti reminiscenze geografiche di famiglia, tra Veneto Francia e Svizzera, spunta imprevista una vena napoletana. Che genealogicamente parlando non c'entra nulla con me, ma a livello di passione personale ha un posto importante nel mio cuore.

Travolta dagli eventi della vita recente mi accorgo di essermi privata troppo a lungo del piacere di dedicare qualche ora ogni tanto alla condivisione della cucina con gli amici. In particolare è dal marzo 2012 (aaaagggghhhh!!!) che trascuro la mia intrinseca napoletanità, coltivata con cura e periodica costanza nella cucina di un'amica di origini partenopee.

In attesa di riprendere al più presto quelle sane abitudini che danno un senso alla vita, oggi mi cimento nelle girelle di pizza, un rimaneggiamento di una ricetta che la mia amica aveva appuntato da un video di Luca Montersino e che avevamo poi interpretato insieme, appunto, più di un anno e mezzo fa. Io qui ho sostituito in parte il tradizionale origano con aglio e erbe provenzali, ma la sostanza non cambia: mozzarella nell'impasto e pomodoro come farcitura... una genialata!

Tra l'altro oggi compie gli anni una persona napoletana che ha gusti molto tradizionali e guarda al mio stile di cucina con sospetto, come se proponessi sempre cibi completamente fuori dal mondo. Le offro questa citazione di pizza come piccolo regalo di compleanno, sperando che le faccia piacere riconoscere sapori "di buon senso" anche in collocazioni creative degli ingredienti e in forme non abituali

Certo, l'idea è venuta ad uno chef piemontese e io l'ho in parte aromatizzata alla francese: supererà lo stesso la sua diffidenza? Spero, anche perché qui sono rimasta abbastanza classica ma l'idea del pane di mozzarella (che ricorda un po' nel concetto il pan de queso colombiano e il paõ de quejio brasiliano) si presta ad utilizzi infiniti e credo che avrei spinto in modo più deciso se non avessi sentito così forte oggi l'autorevolezza della vena napoletana...


Girelle un po' pizza imitando Montersino

ingredienti per circa 50 girelle:
500 g di farina 00
200 g di mozzarella
100 g di concentrato di pomodoro200 ml di latte intero
50 g di burro
20 g di lievito di birra fresco
1 piccolo spicchio di aglio
1 g di erbe di Provenza secche
1 g di origano secco
2 o 3 cucchiai di olio extravergine 10 g di zucchero
8 g di sale

Tritare la mozzarella e metterla a scolare in un colino, quindi strizzarla bene; ammorbidire il burro fuori dal frigo fino alla consistenza di una pomata (io mi ero dimenticata di levarlo dal frigo per tempo e l'ho messo al microonde a 700 w per 20 secondi)


Intiepidire il latte con lo zucchero e sciogliervi il lievito, coprire e lasciar riposare una ventina di minuti, fino a che forma schiuma in superficie.

Setacciare un paio di volte la farina, versarvi il lievito e mescolare con cura, quindi unire il burro, il sale e la mozzarella, lavorando fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo.

Far lievitare l'impasto coperto con una ciotola rovesciata in ambiente tiepido per 20 minuti, quindi stenderlo con il mattarello su una spianatoia infarinata in due rettangoli di sfoglia spessi un paio di millimetri.


Grattugiare finissimo l'aglio e mescolarlo insieme alle erbe di Provenza a metà del concentrato di pomodoro, aromatizzare l'altra metà con l'origano; spalmare il concentrato alle erbe su una sfoglia lasciando libero 1 cm. su uno dei lati lunghi e arrotolarla fino a formare un cilindro ben compatto da circa 2,5 cm di diametro, sigillando poi il bordo con un goccio di acqua. Ripetere con l'altro rettangolo e il pomodoro all'origano.


Tagliare i rotoli in rondelle spesse circa 5 mm, disporle sulle teglie foderate di carta da forno e farle lievitare in forno per almeno un'ora a 30 °C con una ciotolina d'acqua accanto, fino a che si sono decisamente ingrandite. 


Scaldare ora il forno a 230 °C statico; spennellare la superficie delle girelle con pochissimo olio e cuocerle in forno per 5 minuti circa. 


Servire queste citazioni di pizza calde, tiepide o fredde. Montersino le infila su un lato con uno stecchino a simulare un lecca-lecca .. qui sono sparite troppo in fretta anche solo per pensarci! 

  • rivoli affluenti:
  • si può trovare la stessa ricetta, con alcune differenze nelle proporzioni degli ingredienti, anche in: Luca Montersino, Piccola pasticceria salata, Mondadori, 2012, ISBN 978-88-370-8901-6

Commenti

  1. Hai ragione: sono una vera genialata da provare al più presto e da declinare in mille modi.

    Montersino pasticcere non si discute ma anche quando si occupa del salato ha decisamente un suo perché!

    RispondiElimina
  2. p.s. ...e cmq, visto che hai citato il pao de quejio ho la ricetta originale che non utilizza il preparato pronto...se la vuoi fai un fischio!

    RispondiElimina
  3. @virò: me l'hai promessa da mo', a dire la verità...

    RispondiElimina

Posta un commento

post più popolari

MTC di settembre 2014: un sacco di riso!

Diceva un vecchio slogan anarchico: "con l'ironia abbatteremo il potere e un sacco di riso lo seppellirà".  A no? Erano risate?! Va be'... per un MTC di questa portata ci si può anche concedere una licenza! Premessa... ... avevo scritto un post lunghissimo per raccontare perché e per come ho scelto questo tema per l'MTChallenge di settembre 2014. Poi l'ho ridotto della metà, lasciando solo alcune note che mi sembravano indispensabili, e l'ho mandato alla Gennaro per un parere.  E lei ha detto che un terzo di quanto le ho mostrato era già troppo! Allora ho ricomposto alcuni dei contenuti in articoli di supporto da pubblicare più avanti ed ho cassato il resto. Qui è rimasto il riassunto della selezione della selezione, ovvero il puro tema dell'MTC. Che, mi spiace, adesso vi tocca leggere per intero! Se scegliere un ingrediente invece che una ricetta tende ad allargare gli orizzonti, questa volta scegliere IL RISO , come capirete, li spalanca fran...

a tu per tu con il Fleischkäse svizzero, questo sconosciuto di famiglia

Nel curioso elenco dei cibi svizzeri che hanno caratterizzato la mia infanzia mi rendo conto che, fatto strano, sul blog non ho ancora parlato del  Fleischkäse, una via di mezzo tra un polpettone ed un würstel gigante di cui da bambini venivamo spesso nutriti. Ma un episodio di vita vera me lo ha messo sotto il naso proprio l'altro giorno, ed eccomi qui con il mio reportage storico-familiare. Alcuni Svizzeri, come quelli di casa mia, vivono il   Fleischkäse come un salume, da comprare pronto, intero o affettato sottile in buste, da servire in tavola come fosse prosciutto cotto o da infilare nei panini per merenda con maionese, senape e cipolline sottaceto (Be'... che c'è?! Se mia mamma per evitare che noi figli mangiassimo troppa Nutella la teneva in frigo ad indurire, così era più difficile da spalmare e sul pane se ne metteva di meno, perché stupirsi di quella che lei invece considerava una merenda "sana"?!) Altri amanti del  Fleischkäse  lo ...

una salsa di cipolle svizzera per würstel e per mamme lavoratrici

Lo so: sono rimasta indietro di una puntata! Parlavo di  ricette svizzere  quando un'irrefrenabile tentazione di cibo americano  si è intrufolata in cucina ed ha avuto  la meglio. Riprendo ora il filo con un piatto che ho proposto pochi giorni fa anche alla mia cara mammina svizzera in occasione del suo compleanno: Bratwurst con salsa di cipolle. L'aspetto curioso non sta tanto nel tipo di würstel utilizzato, una salsiccia bianca di vitello il cui nome per alcuni significa "salsiccia di carne spezzettata" e per altri "salsiccia da arrostire". In Germania di solito viene speziata in modo deciso con pepe, noce moscata e/o cumino, mentre in Svizzera il suo sapore è molto più delicato. In Ticino ne esiste una versione mignon, una "collana" di micro-salsiccine detta cipollata  non perchè contenga cipolle ma perchè, appunto, di solito si serve in salsa di cipolle. Ma, a casa della mia mamma lavoratrice senza tempo ne' passione per la cucina,...

MTC giugno 2011... verso Oriente!

Continuo a pensare che le giudici  titolari  e aggiunte  dell'MTC fossero completamente fuori quando hanno passato a me il testimone e nessuno potrà convincermi del contrario, anche perchè potevano ben immaginare in che gorgo storico-etnico-confusionale avrei trascinato la sfida... ma si sono fidate lo stesso! No, è oggettivo: non possono essere completamente normali... Accertato questo, dichiaro anche di non essermi mai emozionata tanto nello scrivere un post e soprattutto nel proporre una ricetta, sentendo tanti occhi puntati addosso ed il fiato trattenuto di tanti MTC addicted... Ebbene sì, rilassatevi (o disperatevi) pure: come temevate, questa volta si va davvero tutti in Giappone! Niente succede per caso, si sa. Tanto è vero che l'eterno girovagare di Marco Polo (a cui faccio da qualche tempo da vivandiera ) l'ha portato proprio a questo punto del suo viaggio a confrontarsi con  Cipango , il Paese del Sol Levante... Come potevo non cogliere il suggerimento ...

peperoni farciti alla croata: massaia batte bustina millemila a zero!

Riprendere a parlare di cucina non è facilissimo, soprattutto con il tono scanzonato che avevo in mente per questo post. Mi limiterò all'aspetto "documentaristico" ed umano, che l'umore magari sa beneficiare della concentrazione e della dolcezza richieste da una simile impostazione. Dopo una lunga serie di articoli e ricette a base di riso penso di cambiare direzione dedicandomi ai peperoni bianchi croati che di solito si cucinano ripieni di carne, per scoprire poi che nella farcia è presente riso crudo. Quando si dice il caso... I peperoni bianchi, babura paprika, in Croazia sono reperibili facilmente proprio in questa stagione. Ne ho in frigo tre e decido di prepararli, appunto, come  punjene paprike , ovvero farciti e cotti nel pomodoro, ricetta tipica che con piccole varianti è diffusa anche in altri Paesi limitrofi e che ogni famiglia, ovviamente, prepara secondo i propri criteri. La versione più semplice prevede di profumare carne trita di manzo o m...

riso Otello: un nero integral(ista)

Il primo giorno di autunno una ricetta con le ultime verdure estive, che sono ancora buone visto che sembra far più caldo ora che nei mesi trascorsi... Sollecitata da alcuni dubbi posti sulle modalità di cottura del riso integrale e sull'utilizzo di varietà di riso "esotiche", ho pensato di provare le risposte sul campo e chiarire soprattutto le idee a me stessa, la prima che ha tutto ancora da imparare. Così, per prendere due piccioni con una fava, ho scelto un riso sia nero che integrale. No, non famoso ed idolatrato riso Venere, fantastica varietà di nobile origine cinese che, grazie a opportune ibridazioni, ora è coltivato anche in Italia.  Ho pescato  invece una varietà tutta italiana: il riso Otello, che deriva anch'esso da varietà cinesi ma è di concezione e di coltivazione tutta nostrana. Chissà se il  nome è stato ispirato ispirato dal famoso personaggio shakespeariano, dalla sua pelle scura e dalla sua natura piuttosto integral ista... Si utilizz...

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!