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Visualizzazione dei post da gennaio, 2014

ricomincio da limoni... e orecchiette

Arrivo all'ultimo secondo per la raccolta di gennaio di  Salutiamoci , questa volta dedicata agli  agrumi  e ospitato da Katy di Girovegando in cucina . Con il primo piatto c he cucino da un paio di settimane...  Praticamente per cause varie non ho fatto spesa ne' messo piede in cucina per un periodo che mi è sembrato interminabile e sono lieta di ritornare all'opera infarinandomi le mani e dedicandomi ad aromi delicati e sapori intensamente minimali. Un piatto lineare e umilissimo, messo insieme con quel che c'era. Compreso il desiderio di respirare pienamente profumi agrumati, che nella mia cucina non sempre sono protagonisti ma che si insinuano spesso volentieri a tare il tono a tutto il resto, come un pochino testimoniano una sessantina di altre ricette di questo blog... Orecchiette integrali al limone e lemon grass ingredienti per 2 persone: 100 g di semola di grano duro 80 g di farina integrale di tipo 2 (+ 1 presa per la spianatoia) 1 lim

tofu ai porri: per ora guardare ma non toccare...

Quale sofferenza avere mille cose da dire fare scrivere vivere e non recuperare nemmeno la forza per alzare la testa dal cuscino e dirsi "ci sono lo stesso"...  Noie di salute di qualche  giorno, pure  stupide e senza strascichi, bastano a ricordarti come tutto sia relativo. Tornare ai ritmi consueti diventa faticosissimo. Efficienza padronanza e velocità non risultano più "normali". Ti accorgi di averle date per scontate. Ti rendi conto che della difficoltà di recuperarle con uno schiocco di dita. Per non parlare del rapporto con il cibo: scriverne dirne od anche solo pensarci quando si è in preda alla nausea risulta semplicemente contro natura. Così resta in sospeso il blog, insieme alla nutrizione quotidiana. E insieme a quella parte di vita vera che, per piacere o per dovere, è per me legata comunque al cibo. Ma usare il termine "malattia" per questo stupido momento di debolezza fisica mi fa inorridire: ben altre sono le sofferenze vere. E, per q

tempi lenti, salamandre, focaccine, ceci

Quando hai voglia di startene rintanato in casa e basta. Quando il tempo del silenzio prende il sopravvento. Quando serve che niente si muova e per una giornata ti riesce pure. Allora vivi magicamente delle ore "in avanzo": l a bellezza del tempo vuoto e del non riempirlo. Come una piccola salamandra pigra. A riuscirci....  Io non se sono davvero capace, ho il problema di staccare davvero il pensiero. Al massimo riesco a farne un tempo lento, già grandissima conquista comunque per chi non sa evitare di lasciarsi vorticare. Provo un esperimento che raramente mi sono permessa, fingendo di non potermene concedere lo spazio: ridurre il lievito, aumentare i tempi e stare a vedere con calma che succede ad un impasto.  Partire la mattina ed arrivare quando capita. In questo caso all'ora di merenda. Tempo nuovo, avvolto nel  profumo del forno, nella semplicità degli abbinamenti, nel lento vuoto dell'attesa. Una magia. Focaccelle con due ceci per 8 focaccelle: 3

acquaviva scorre in un brutto blog

Acquaviva non è capace di fotografare: ha una macchinetta da turista a cui mancano  anche  funzioni manuali di base, che la costringe a scatti senza profondità di campo, tutti in primo piano e con tutto a fuoco nello stesso modo, a luce naturale senza possibilità di alcuna regolazione tranne quella di eliminare il flash!  La qual cosa non aiuta affatto,  se vuoi scattare  delle foto di food decenti. Da quando ha usato una reflex vera sono passati trent'anni e nel frattempo le fotocamere sono diventate digitali, è sparita la pellicola e  le basi della postproduzione  sono arrivate alla portata di tutti. E in questo lasso di tempo Acquaviva si è dedicata personalmente molto più alla cucina e ad altre amene passioni rispetto alla fotografia. La qual cosa non aiuta affatto, quando decidi di aprire un blog. Perciò se poi ti capita di preparare un piatto delizioso e vederselo in fotografia come fosse una pappina per malati... ti passa pure la voglia di giocare con i colori dello sfon

di zuppe fusion e appigli nippo-napoletani

L'arrivo del nuovo anno in Giappone, a differenza dei riti occidentali di origine pagana, delle baldorie insulse e degli auguri vuoti, è un momento di raccoglimento familiare e celebrazioni religiose, praticamente analogo al nostro Natale più vero. Ne avevo parlato già  qui , quando avevo raccontato un po' anche dei cibi legati a queste festività, che non si esauriscono in una notte ma proseguono per una quindicina giorni, anche dopo che tutti sono tornati al lavoro. In questo periodo per tuffarmi in quella tradizione che tanto mi rasserena avrei potuto   aromatizzare del sakè con il misto di 13 spezie tososan  che lo trasforma in  o-toso , la bevanda che si sorseggia in Giappone in questi giorni (perché si dice  sconfigga gli spiriti maligni ) nel rituale servizio  sakazuki  a tre tazze di diversa dimensione. Avrei anche potuto  preparare un  osechi ryori , una serie di piatti freddi che per tradizione si dispongono armoniosamente nello  jubako ,  una serie di scatole

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!