Non c'è stato niente da fare: ero in crisi di astinenza! Appena rientrata nella mia cucina non sono riuscita a stare lontana dagli ingredienti giapponesi...
In questo caso si tratta di una preparazione super-veloce tipica della cucina giapponese da izakaia, cioè "da pub", locali dove spesso si trovano gli impiegati dopo il lavoro, sostanzialmente a socializzare, bere e fumare anche se nel mentre spiluccano pure del cibo.
La sera invece gli stessi locali si riempiono di gruppi di giovani rumorosi (tutto il mondo è paese...), assetati ma anche affamati, e qui la cucina diventa più interessante... Un po' come nei tapas bar spagnoli ci si ritrova nel piatto uno spaccato molto vivace ed attuale della cucina giapponese, dove prodotti semplici ed in genere poco costosi sono cucinati e presentati dalla maniera più tradizionale a quella più crativa.
Un classico fino a qualche anno fa erano le pareti tappezzate da poster di ragazze in bikini (mizugi) che pubblicizzavano le varie marche di birra, ma da quando le izakaia hanno cominciato ad essere frequentate assiduamente anche dalle donne i produttori hanno deciso che l'associazione bikini/birra era un po' troppo "vecchio stile", cosi ora le nuove testimonial per la birra sono sempre delle belle ragazze, solo che al posto del bikini... indossano tutte dei tradizionalissimi kimono! Sinceramente mi perdo un po' il senso del tutto, tanto più che solo pochi decenni indietro le donne giapponesi che bevevano alcolici erano considerate dissolute...
La ricetta di oggi comunque tratta di cozze, quindi con birra e soprattutto con le belle ragazze (!) ha poco a che fare. E' ispirata alle "cozze a vapore" del Wagamama, una catena di locali diffusa in Europa che propone piatti rapidi, gustosi e fantasiosi in cui si coniugano sapori giapponesi e yoshoku con metodi di servizio occidentali. L'atmosfera lì non è propriamente da izakaia, anzi è quasi il contrario, dato che si punta prevalentemente sull'efficienza e sulla rapidità ed i locali sono sempre ampi, luminosi e con arredi chiari, ma sono un ottima via di approccio alla cucina giapponese meno blasonata per chi non è interessato ai classici ristoranti dai grandi prezzi o teme di non trovarvi alternative al pesce crudo!
Peccato in Italia non ci siano (per ora) Wagamama, sarebbe un buon modo per smitizzare il connubio "Giappone-sushi" a tutti i costi e per potersi avvicinare ad una cucina orientale sana e disinvolta, decisamente meno "inscatolata" e standardizzata di quella da noi diffusa dai ristoranti pseudo-cinesi, che di vera cucina cinese non hanno nemmeno più i nomi dei piatti...
Cozze in cartoccio con sakè, salsa di soja e zenzero
dosi per 4 persone:
1 kg. cozze
1 cipolla rossa
1 carota
1 porro (o un paio di cipollotti freschi)
1 peperoncino verde piccante
2 spicchi d'aglio
1 pezzetto di zenzero di 2,5 x 2,5 cm.
8 cucchiai sakè
4 cucchiai salsa di soja
50 gr. burro
(200 gr. riso cotto a vapore, facoltativo)
Liberare le cozze dalle barbe e spazzolarle vigorosamente sotto l'acqua corrente fino a che sono ben pulite e lucide.
Ridurre a julienne sottile carota, cipolla, zenzero e porro e tritare finemente aglio e peperoncino (eventualmente liberato dai semi).
Dividere le cozze su quattro ampi fogli di carta stagnola e distribuirvi le julienne ed il trito.
Condire ogni porzione con 2 cucchiai di sakè, 1 di salsa di soja ed una noce di burro, quindi chiudere bene i fogli arrotolandone insieme i bordi fino a formare dei cartocci a forma di panzerotto.
Deporre i cartocci in un'unica teglia e cuocere a 200° per 15 minuti, quindi servire ancora bollente sistemando i cartocci in ciotole individuali, in modo che ognuno possa apprezzare il profumo che si sprigiona all'apertura di ogni cartoccio, sorbendo poi il brodino di fondo con un cucchiaio o direttamente dalla tazza.
Volendo farne un piatto completo si può servire anche con del riso bianco cotto a vapore a parte, da intingere con un cucchiaio nel cartoccio perchè assorba il fondo (come useremmo in occidente delle fette di pane tostato in una zuppa di pesce...). Accompagnare con una bella birra fresca è assolutamente permesso...
In questo caso si tratta di una preparazione super-veloce tipica della cucina giapponese da izakaia, cioè "da pub", locali dove spesso si trovano gli impiegati dopo il lavoro, sostanzialmente a socializzare, bere e fumare anche se nel mentre spiluccano pure del cibo.
La sera invece gli stessi locali si riempiono di gruppi di giovani rumorosi (tutto il mondo è paese...), assetati ma anche affamati, e qui la cucina diventa più interessante... Un po' come nei tapas bar spagnoli ci si ritrova nel piatto uno spaccato molto vivace ed attuale della cucina giapponese, dove prodotti semplici ed in genere poco costosi sono cucinati e presentati dalla maniera più tradizionale a quella più crativa.
Un classico fino a qualche anno fa erano le pareti tappezzate da poster di ragazze in bikini (mizugi) che pubblicizzavano le varie marche di birra, ma da quando le izakaia hanno cominciato ad essere frequentate assiduamente anche dalle donne i produttori hanno deciso che l'associazione bikini/birra era un po' troppo "vecchio stile", cosi ora le nuove testimonial per la birra sono sempre delle belle ragazze, solo che al posto del bikini... indossano tutte dei tradizionalissimi kimono! Sinceramente mi perdo un po' il senso del tutto, tanto più che solo pochi decenni indietro le donne giapponesi che bevevano alcolici erano considerate dissolute...
La ricetta di oggi comunque tratta di cozze, quindi con birra e soprattutto con le belle ragazze (!) ha poco a che fare. E' ispirata alle "cozze a vapore" del Wagamama, una catena di locali diffusa in Europa che propone piatti rapidi, gustosi e fantasiosi in cui si coniugano sapori giapponesi e yoshoku con metodi di servizio occidentali. L'atmosfera lì non è propriamente da izakaia, anzi è quasi il contrario, dato che si punta prevalentemente sull'efficienza e sulla rapidità ed i locali sono sempre ampi, luminosi e con arredi chiari, ma sono un ottima via di approccio alla cucina giapponese meno blasonata per chi non è interessato ai classici ristoranti dai grandi prezzi o teme di non trovarvi alternative al pesce crudo!
Peccato in Italia non ci siano (per ora) Wagamama, sarebbe un buon modo per smitizzare il connubio "Giappone-sushi" a tutti i costi e per potersi avvicinare ad una cucina orientale sana e disinvolta, decisamente meno "inscatolata" e standardizzata di quella da noi diffusa dai ristoranti pseudo-cinesi, che di vera cucina cinese non hanno nemmeno più i nomi dei piatti...
Cozze in cartoccio con sakè, salsa di soja e zenzero
dosi per 4 persone:
1 kg. cozze
1 cipolla rossa
1 carota
1 porro (o un paio di cipollotti freschi)
1 peperoncino verde piccante
2 spicchi d'aglio
1 pezzetto di zenzero di 2,5 x 2,5 cm.
8 cucchiai sakè
4 cucchiai salsa di soja
50 gr. burro
(200 gr. riso cotto a vapore, facoltativo)
Liberare le cozze dalle barbe e spazzolarle vigorosamente sotto l'acqua corrente fino a che sono ben pulite e lucide.
Ridurre a julienne sottile carota, cipolla, zenzero e porro e tritare finemente aglio e peperoncino (eventualmente liberato dai semi).
Dividere le cozze su quattro ampi fogli di carta stagnola e distribuirvi le julienne ed il trito.
Condire ogni porzione con 2 cucchiai di sakè, 1 di salsa di soja ed una noce di burro, quindi chiudere bene i fogli arrotolandone insieme i bordi fino a formare dei cartocci a forma di panzerotto.
Deporre i cartocci in un'unica teglia e cuocere a 200° per 15 minuti, quindi servire ancora bollente sistemando i cartocci in ciotole individuali, in modo che ognuno possa apprezzare il profumo che si sprigiona all'apertura di ogni cartoccio, sorbendo poi il brodino di fondo con un cucchiaio o direttamente dalla tazza.
Volendo farne un piatto completo si può servire anche con del riso bianco cotto a vapore a parte, da intingere con un cucchiaio nel cartoccio perchè assorba il fondo (come useremmo in occidente delle fette di pane tostato in una zuppa di pesce...). Accompagnare con una bella birra fresca è assolutamente permesso...
- rivoli affluenti:
- Hugo Arnold, The Wagamama Cookbook, Kyle Cathie Limite
- Mark Robinson, Masashi Kuma, Izakaia. The Japanese Pub Cookbook, Kodansha International
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