Lenticchie, melograno, riso, pesciolini secchi, monete di cioccolato, uva... L'abbondanza di cibi in chicchi o di piccolo formato sulle tavole del cenone di Capodanno di tutto il mondo racconta l'imperterrita, atavica speranza che il nuovo anno porti anche una nuova ricchezza.
Mentre dalle nostre parti generalmente prevale la lenticchia, in Spagna da esattamente cento anni il vero simbolo del Capodanno è l'uva. Era infatti il 1909 quando un gruppo di produttori vinicoli si ritrovò le cantine piene per un eccesso di produzione di uva, che non riuscivano ne' a vinificare ne' a smaltire sul mercato in modo convenzionale, perché ciò li avrebbe obbligati ad abbassare eccessivamente i prezzi.
Pensa che ti ripensa, ecco spuntare la geniale idea: proporre l'avanzo della vendemmia annuale come protagonista di un nuovo rito scaramantico legato al nuovo anno, rifacendosi ad un giochino diffuso da qualche anno nell'alta società francese!
L'idea attecchì talmente bene che, anche se non ho idea di come ci riescano materialmente, in Spagna oramai da cent'anni la noche vieja (la sera dell'ultimo dell'anno) si aspetta che la campana di mezzanotte cominci a battere per mangiarsi dodici chicchi d'uva (las doce uvas) prima del risuonare dell'ultimo rintocco, uno per ogni battito di campana, uno per portare fortuna ad ogni mese dell'anno a venire...
Dato che l'intera sequenza dei rintocchi dura mediamente circa 36 secondi ed io non potevo contare su alcun tipo di allenamento preventivo, la mia personale esperienza è stata in realtà tragicomica: degli amici granadini avevano preparato anche per me una ciotolina con gli acini contati ed al dodicesimo battito ero pure riuscita a svuotarla... peccato che mi ritrovassi nel frattempo con la bocca piena come un criceto, anzi: ingolfata tipo Fantozzi a dieta quando mangia di nascosto le polpette!!!
L'idea dell'uva in realtà non mi spiace affatto, ma questa volta non vorrei farmi trovare impreparata. Avrei tre vie: allenarmi come una forsennata a trangugiare uva a velocità spagnola, sostituire, come fanno anche in Spagna i più scaltri, l'uva fresca con dell'uvetta passa, oppure, per evitare la stessa penosa sorte fantozziana di qualche anno fa ma barare solo parzialmente, aggirare l'ostacolo preparando un piatto che metta d'accordo entrambe le tradizioni.
Non ho la minima idea di dove sarò la sera del 31 ne' con chi (e questo la dice lunga su quanto facciano bene le lezioni di vita che ti insegnano ad essere serenamente fatalista e a godere di ogni piccolo istante per ciò che è), ma un po' prima di mezzanotte metterò a tavola, da mangiare con estrema, estremissima calma, un piatto imparato, guarda caso, proprio in una cucina spagnola:
Mentre dalle nostre parti generalmente prevale la lenticchia, in Spagna da esattamente cento anni il vero simbolo del Capodanno è l'uva. Era infatti il 1909 quando un gruppo di produttori vinicoli si ritrovò le cantine piene per un eccesso di produzione di uva, che non riuscivano ne' a vinificare ne' a smaltire sul mercato in modo convenzionale, perché ciò li avrebbe obbligati ad abbassare eccessivamente i prezzi.
Pensa che ti ripensa, ecco spuntare la geniale idea: proporre l'avanzo della vendemmia annuale come protagonista di un nuovo rito scaramantico legato al nuovo anno, rifacendosi ad un giochino diffuso da qualche anno nell'alta società francese!
L'idea attecchì talmente bene che, anche se non ho idea di come ci riescano materialmente, in Spagna oramai da cent'anni la noche vieja (la sera dell'ultimo dell'anno) si aspetta che la campana di mezzanotte cominci a battere per mangiarsi dodici chicchi d'uva (las doce uvas) prima del risuonare dell'ultimo rintocco, uno per ogni battito di campana, uno per portare fortuna ad ogni mese dell'anno a venire...
Dato che l'intera sequenza dei rintocchi dura mediamente circa 36 secondi ed io non potevo contare su alcun tipo di allenamento preventivo, la mia personale esperienza è stata in realtà tragicomica: degli amici granadini avevano preparato anche per me una ciotolina con gli acini contati ed al dodicesimo battito ero pure riuscita a svuotarla... peccato che mi ritrovassi nel frattempo con la bocca piena come un criceto, anzi: ingolfata tipo Fantozzi a dieta quando mangia di nascosto le polpette!!!
L'idea dell'uva in realtà non mi spiace affatto, ma questa volta non vorrei farmi trovare impreparata. Avrei tre vie: allenarmi come una forsennata a trangugiare uva a velocità spagnola, sostituire, come fanno anche in Spagna i più scaltri, l'uva fresca con dell'uvetta passa, oppure, per evitare la stessa penosa sorte fantozziana di qualche anno fa ma barare solo parzialmente, aggirare l'ostacolo preparando un piatto che metta d'accordo entrambe le tradizioni.
Non ho la minima idea di dove sarò la sera del 31 ne' con chi (e questo la dice lunga su quanto facciano bene le lezioni di vita che ti insegnano ad essere serenamente fatalista e a godere di ogni piccolo istante per ciò che è), ma un po' prima di mezzanotte metterò a tavola, da mangiare con estrema, estremissima calma, un piatto imparato, guarda caso, proprio in una cucina spagnola:
Lentejas y uvas - Lenticchie con l'uva
Ingredienti per 8 persone come contorno, per 4 come piatto unico:
500 gr. di lenticchie secche
3 fette di pancetta un po' spesse
1 grappolo di uva a chicchi grandi (io l'ho usata bianca ma sarebbe perfetta nera!)
1 cipolla
1/2 tazza di salsa di pomodoro
1 bicchiere di brodo di carne
1 cucchiaio di burro
olio extravergine
1 pezzetto di alga kombu
sale
zucchero
pepe
Lasciare a mollo le lenticchie per qualche ora, quindi sciacquarle bene, coprirle con abbondante acqua fredda, unire l'alga (che non influisce sui gusti ma semplicemente elimina gli effetti indesiderati dei legumi...), portare a leggero bollore e cuocere fino a che le lenticchie sono morbide ma non disfatte, salando leggermente verso fine cottura, quindi scolare (il loro brodo può essere sostituito al brodo di carne in questa ricetta o utilizzato per una zuppa di verdura od un risotto, eliminando naturalmente l'alga).
Nel frattempo grattugiare la cipolla sbucciata, tagliare la pancetta a dadini, lavare bene i chicchi d'uva e staccarli dal graspo, poi se si ha pazienza inciderli anche per il lungo ed eliminare i semini, lasciando qualche acino intero per guarnizione.
Scaldare l'olio con il burro in un ampio tegame, dorarvi la pancetta e levarla dal condimento quando comincia a diventare croccante.
Nello stesso fondo versare la cipolla e lasciarla rosolare dolcemente, senza che prenda troppo colore.
Unire alla cipolla le lenticchie, l'uva e di nuovo la pancetta, lasciare insaporire un paio di minuti quindi versarvi sopra il pomodoro ed il brodo, regolando di sale e, se il pomodoro fosse un filo acido, correggendo con un pizzico di zucchero.
Coprire e lasciar cuocere a fuoco medio per circa 15 minuti, quindi alzare la fiamma e terminare scoperto per un altro paio di minuti perchè il fondo si asciughi bene, e servire con una macinata di pepe fresco.
Ho provato anche una variante senza pomodoro, che avevo sostituito con l'acqua di cottura delle lenticchie ed uno spruzzino di succo di limone. Molto interessante e particolarmente fusion, ma decisamente meno "capodannesca" nel complesso, se si può dire così...)
- rivoli affluenti:
- l'approccio più giusto ad un Paese che mi sia mai capitato di leggere in una guida: Daniela Aronica, Spagna. Centro e Sud, ClupGuide
nel tempo senza tempo di un giorno in fondo senza ore reali, come la festa di non compleanno di alice,le notizie che cambiano la vita. Nel tempo reale lenticchie e uva, e 108 rintocchi di campane lontane. da un'amica
RispondiElimina@iomilanese: grandiosa! Che fai domani sera?!
RispondiEliminaporti l'uva???? ;-) come nn sai cosa fare stasera???????
RispondiEliminaConoscevo la storia dell'uva ma non la ricetta.
RispondiEliminaNon è che sia consolatorio ma fino a pochissime mezz'ore fa nemmeno io conoscevo la mia sorte per qeusta stasera e non certo perchè avevo troppe alternative.
Poi una luce ed un ivito molto gradito :)
Ti auguro in ogni caso un buon anno nuovo sereno, di grazia e pieno di sorrisi lenti ;)
@babs: hehe...
RispondiElimina@gambetto: la ricetta non è di capodanno, l'ho piazzata qui io proprio perchè l'accoppiata degli ingredienti mi sembrava perfetta per l'occasione!
Apprezzo grandemente l'augurio di sorrisi lenti, che ricambio con entusiasmo...
Acquaviva...non ci credo!!! Ti scrivo da un internet-cafe di Madrid...ho festeggiato qui il capodanno seguendo il rito de "las doce uvas"! Sei un mito! Ops...My time is running out..I have to go!
RispondiElimina@angelo: maddai!!!! Ok, ora devo studiarmi qualcosa per il prossimo anno... tu sai già dove hai intenzione di andare?!
RispondiEliminaSì, ma... con tutto quello che ti offre Madrid tu stai qui a perdere tempo con il mio blog?! Esci immediatamente a divertirti, che poi voglio il racconto completo!