L'altra sera ho rivisto per l'ennesima volta Polar Express. So che potrei essere tacciata di eresia, ma mi sembra un film paragonabile a Blade Runner... nel senso che ogni volta ci scopri dei nuovi dettagli che alla visione precedente non avevi notato. Ed ogni volta mi lascio prendere dall'incanto natalizio. Come mi succede per tutte le favole, quando sono raccontate bene.
Questa volta ero in compagnia di un pubblico sceltissimo, per la precisione una signorina di otto anni che non è proprio proprio proprio convintissima di Babbo Natale ma è assolutamente intrisa della magia del Natale. Credo sia una di quelle persone che continuerà a sentire il suono delle campanelle della slitta volante per tutta la vita. Ciò nonostante ha dato dell'insieme una lettura davvero sorprendente...
Mi ha colpito molto, infatti, il personaggio che più le è rimasto impresso di tutto il film. Il vagabondo accampato sul tetto, oltre ad essere ascoltato con attenzione in ogni sua parola, è stato anche riprodotto il giorno dopo sotto la lista della spesa sulla lavagna di cucina (foto arrangiata al volo, chiedo scusa...), con tanto di fagotto in spalla e caffettirea sul fuoco.
Quale sarà stato il messaggio che le ha lasciato questo evanescente personaggio? "Casa è ovunque"? "Il bene arriva da fonti inaspettate"? "Si può ridere anche nelle situazioni più difficili"? "Non giudicare solo dalle apparenze"?
O forse noi grandi siamo troppo distratti dalla nostra smania di dietrologia e più semplicemente le è piaciuto l'unico personaggio non scontato? Perché Babbo Natale con tutti i suoi Elfi, il bambino povero e quello saccente, gli amici che ti aiutano nel momento del bisogno, i cristalli di ghiaccio ed i pupazzi di neve fanno già parte di un sacco di altre storie.
Un vagabondo fuori casta nel look e fuori contesto nella trama della favola classica, che sparisce come sabbia ma riappare sempre quando serve una mano, che filosofeggia sul senso di quello che è reale e quel che non lo è rivolgendosi ad un ragazzino (che fatica pure a stare in piedi nelle sue pantofoline ricamate, figuriamoci cogliere il significato ironico di un dialogo sopra le righe) ... be', non c'è che dire: spiazza.
E probabilmente ti entra dentro più di tutti i balocchi e le magie e gli ottovolanti e le slitte tintinnanti che costituiscono il piccolo e tenace lato fiabesco tanto apprezzato da noi spettatori altrimenti disincantati. Così io la notte ho sognato elfi e minuscole casette rosse nella neve, la signorina di otto anni non so con precisione, però poi ha disegnato il vagabondo.
Ha disegnato la consapevolezza che bisogna pensare, al di là di quel che incanta gli occhi, e che anche capire meglio le cose o comunque porsi dei dubbi ha la sua parte di fascino e di eccezionale magia.
Tanto di cappello dunque ad una ragazzina che "mi ha bagnato il naso" di fronte ad una fiaba, che si è fatta incantare dall'aspetto meno "magico" ma forse più poetico dell'intera storia... e che il giorno dopo mi ha pure regalato una ricetta, dettandomi con grande accuratezza tutti i passaggi che qui sotto diligentemente riporto...
Le ruote del Polar Express
ingredienti:
2 uova
3 cucchiai di latte
100 gr. di formaggino cremoso
60 gr. di prosciutto cotto a fette sottili
1 cucchiaio di olio
1 pizzico di sale
olive verdi per decorare
Rompere le uova, eliminare i gusci, metterle in una ciotola e sbatterle con il latte ed il sale.
Scaldare l'olio in una padella, versarci le uova e preparare una frittata sottile.
Lasciarla raffreddare, spalmala con il formaggino e lasciar riposare 5 minuti perchè non si rompa.
Coprirla con il prosciutto, arrotolarla ben stretta, tagliarla a rotelle, mettere sul piatto e decorare con le olive.
Poi posare il piatto sulla neve, perchè queste rotelle ti portino lontano dal modo comune di vedere le cose... Con la stessa magia delle ruote di un vero Polar Express.
Certo, per una volta la ricetta non è mia ne' nell'ideazione ne' nell'esecuzione, ma la lascerei crescere ancora un pochino così e poi voglio vedere se la signorina non passa in fretta dalla categoria "young&easy" a quella degli "chef veri"...
Questa volta ero in compagnia di un pubblico sceltissimo, per la precisione una signorina di otto anni che non è proprio proprio proprio convintissima di Babbo Natale ma è assolutamente intrisa della magia del Natale. Credo sia una di quelle persone che continuerà a sentire il suono delle campanelle della slitta volante per tutta la vita. Ciò nonostante ha dato dell'insieme una lettura davvero sorprendente...
Mi ha colpito molto, infatti, il personaggio che più le è rimasto impresso di tutto il film. Il vagabondo accampato sul tetto, oltre ad essere ascoltato con attenzione in ogni sua parola, è stato anche riprodotto il giorno dopo sotto la lista della spesa sulla lavagna di cucina (foto arrangiata al volo, chiedo scusa...), con tanto di fagotto in spalla e caffettirea sul fuoco.
Quale sarà stato il messaggio che le ha lasciato questo evanescente personaggio? "Casa è ovunque"? "Il bene arriva da fonti inaspettate"? "Si può ridere anche nelle situazioni più difficili"? "Non giudicare solo dalle apparenze"?
O forse noi grandi siamo troppo distratti dalla nostra smania di dietrologia e più semplicemente le è piaciuto l'unico personaggio non scontato? Perché Babbo Natale con tutti i suoi Elfi, il bambino povero e quello saccente, gli amici che ti aiutano nel momento del bisogno, i cristalli di ghiaccio ed i pupazzi di neve fanno già parte di un sacco di altre storie.
Un vagabondo fuori casta nel look e fuori contesto nella trama della favola classica, che sparisce come sabbia ma riappare sempre quando serve una mano, che filosofeggia sul senso di quello che è reale e quel che non lo è rivolgendosi ad un ragazzino (che fatica pure a stare in piedi nelle sue pantofoline ricamate, figuriamoci cogliere il significato ironico di un dialogo sopra le righe) ... be', non c'è che dire: spiazza.
E probabilmente ti entra dentro più di tutti i balocchi e le magie e gli ottovolanti e le slitte tintinnanti che costituiscono il piccolo e tenace lato fiabesco tanto apprezzato da noi spettatori altrimenti disincantati. Così io la notte ho sognato elfi e minuscole casette rosse nella neve, la signorina di otto anni non so con precisione, però poi ha disegnato il vagabondo.
Ha disegnato la consapevolezza che bisogna pensare, al di là di quel che incanta gli occhi, e che anche capire meglio le cose o comunque porsi dei dubbi ha la sua parte di fascino e di eccezionale magia.
Tanto di cappello dunque ad una ragazzina che "mi ha bagnato il naso" di fronte ad una fiaba, che si è fatta incantare dall'aspetto meno "magico" ma forse più poetico dell'intera storia... e che il giorno dopo mi ha pure regalato una ricetta, dettandomi con grande accuratezza tutti i passaggi che qui sotto diligentemente riporto...
Le ruote del Polar Express
ingredienti:
2 uova
3 cucchiai di latte
100 gr. di formaggino cremoso
60 gr. di prosciutto cotto a fette sottili
1 cucchiaio di olio
1 pizzico di sale
olive verdi per decorare
Rompere le uova, eliminare i gusci, metterle in una ciotola e sbatterle con il latte ed il sale.
Scaldare l'olio in una padella, versarci le uova e preparare una frittata sottile.
Lasciarla raffreddare, spalmala con il formaggino e lasciar riposare 5 minuti perchè non si rompa.
Coprirla con il prosciutto, arrotolarla ben stretta, tagliarla a rotelle, mettere sul piatto e decorare con le olive.
Poi posare il piatto sulla neve, perchè queste rotelle ti portino lontano dal modo comune di vedere le cose... Con la stessa magia delle ruote di un vero Polar Express.
Certo, per una volta la ricetta non è mia ne' nell'ideazione ne' nell'esecuzione, ma la lascerei crescere ancora un pochino così e poi voglio vedere se la signorina non passa in fretta dalla categoria "young&easy" a quella degli "chef veri"...
- rivoli affluenti:
- Robert Zemeckis, The Polar Express, 2004.
Ma questa signorina è pericolosa! Bisogna avvisare i migliori cuochi del mondo di prepararsi ad essere defenestrati!
RispondiEliminaNon ho mai visto Polar Express, ma il post mi è piaciuto molto, lo stesso vale per la ricetta, ti prego quindi di fare i complimenti alla piccola cuoca da parte mia! ;-)
@muscaria: più che la ricetta in sè (peraltro notevole, in una bimba cresciuta senza il Manuale di Nonna Papera...) mi è piaciuto assolutamente il piglio sicuro con cui me l'ha dettata. Sì sì, sarà pericolosa!
RispondiEliminaE poi in effetti ha disegnato l'unica scena di "cucina" di tutto il film, se si esclude il mitico servizio della cioccolata in treno.
Io comunque ti consiglierei di vederePolar Express a prescindere, intanto che siamo in mood natalizio...
passo solo per farti gli auguri di buon natale e felice anno nuovo, ci sentiamo a gennaio, ciao
RispondiEliminaMi accodo a Muscaria nella voglia infinita che mi e' venuta di vedere questo film...
RispondiEliminaCiao, ti faccio i miei migliori auguri per un felice periodo festivo e un sereno 2011.
RispondiEliminaAl di la' delle formule ti spedisco un bacio virtuale :)
Anche io non ho mai visto il film...certo che visto con una cuochina così, e poi seguito da tali delizie! Cucinare con i bimbi ha un sapore magico!E questa cuoca ha fantasia, creatività e opinioni chiare e decise: una vera chef!:)
RispondiEliminaSe ti fa piacere, da me è attivo e scaricabile il PDF con le ricette e le foto dei Christmas Finger Food, dove la tua ricetta ha un posto d'onore ;)
@flavio: grazie, ricambio veramente di cuore. A gennaio...
RispondiElimina@arabafelice: forse sembro fin troppo suggestionabile in questa occasione, ma la meraviglia di tornare bambini per un paio d'ore è davvero impagabile...
@corradoT: grazie, auguri, stima e bacio ricambiati e naturalmente estesi anche ad Annamaria
@patrizia: vedi che ti perdi a non passare mai davvero di qua?! Comunque condivido: cucinare con i bambini è addirittura terapeutico. Grazie per la segnalazione del pdf, mo' vado a vedere che mi hai combinato...
Ribadisco che non sei del tutto normale a premiare me!
Che dolce questa bimba, che ha colto l'essenza più dell'apparenza!
RispondiEliminaNemmeno io ho mai visto Polar Express e pure a me è venuta voglia di vederlo.
Incomincio mangiandomi qualcuna delle sue ruote, che tanto come per magia gliene spunteranno altre!
Un abbraccio fortissimo e tanti auguri di Buon Natale!
@mapi: auguri strettissimi anche a te!!!
RispondiEliminaDopo giorni (che paiono secoli!) di mancata connessione...riparto da qui!
RispondiEliminaHo visto da pochissimo Polar Express e mi sono subito chiesta come potesse essermi sfuggito: mille chiavi di lettura differenti, esattamente come Peter Pan (LA favola per eccellenza) e Pinocchio...peccato che sia sfuggito probabilmente anche a Bennato, altrimenti avrebbe potuto creare altri capolavori, come L'isola che non c'è o Burattino senza fili...
Ad ogni modo l'acutezza di analisi della tua co-spettatrice è la prova inconfutabile di come i geni non siano acqua calda e di come una certa profondità d'animo passi realmente da una generazione all'altra, da genitore a figlia e da zia a nipote!
L'accuratezza della ricetta (in particolare la raccomandazione di buttare i gusci delle uova!) ed il disegno sulla lavagna della cucina sono...emozionanti!
Un hip hip urrà per la piccola, meravigliosa cuoca!
@virò: be', anche il fatto di rompere le uova prima di sbatterle ha un suo perchè... Dici che è un fattore di geni?!
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