Passa ai contenuti principali

un termos di tè caldo

Una ragazza resta vedova a poco più di trent'anni, con una bimba di tredici mesi ed un'attivià a gestione familiare in costruzione. Si rifiuta di mollare e ce la fa, aiutata dai genitori.

Quando sembra che le cose si stiano finalmente avviando lungo una strada percorribile... sopra la sua attività crolla la costa di una collina. Quintali di fango disciolti da una forte pioggia e scivolati a valle lungo un pendio disboscato  nemmeno un anno prima secondo chissà quale criterio.

Le istituzioni le promettono aiuto immediato ma la protezione civile non arriva ed il fango lo spala lei, insieme ai dipendenti e ad un'autopompa a pagamento. Si rifiuta di chiudere l'attività, unica sua fonte di reddito, unico suo modo per creare un futuro alla figlia. Continua a stipendiare per tutti i mesi di inattività i collaboratori perché non vuole lasciare a casa nessuno e poco per volta ricostruisce tutto, aiutata dai genitori. Non è ricca, dunque da fondo ai risparmi, fa debiti con le banche, vende la casa e impegna tutto per riavviare l'attività.

Le istituzioni le promettono rimborsi, le concedono colloqui, fanno proclami elettorali, raccontano che arriveranno quaranta  milioni di fondi, da spartire tra il Comune ed i 426 alluvionati che, come lei, hanno fatto richiesta. Passano tre anni.

L'attività un poco riprende, ma i debiti si sono accumulati e di quei rimborsi nemmeno l'ombra: di quei quaranta solo un milione di euro è arrivato ed è stato assegnato al Comune; il resto non si capisce che fina abbia fatto e nemmeno se sia mai stato stanziato.

L'assicurazione si rifiuta di rispondere, per provare ad ottenere qualcosa si deve intentare una causa legale. L'azienda che fornisce l'acqua le spara una bolletta esorbitante per i consumo delle settimane in cui, canna di gomma in mano e stivaloni ai piedi, ha cercato di ripulire tutto senza che nessun altro muovesse un dito. L'azienda dell'acqua batte cassa, ma soldi per pagare non ci sono più.

Se non le avessero fatto tutti promesse a vuoto lei avrebbe potuto scegliere. P probabilmente non avrebbe deciso di investire tutte le sue forze nella speranza di ripartire con questa attività, aveva in fondo forse delle alternative. Ma ha creduto a quelle promesse ed ha rischiato il tutto per tutto. E' stata ingenua? No, semplicemente è stata una persona onesta, che la voglia di rimboccarsi le maniche e di fare le cose per bene ha spinto a pensare che fossero onesti come lei anche i suoi interlocutori.

Talmente onesta che ora, senza denaro e senza illusioni, inizia uno sciopero della fame per chiedere conto alle istituzioni delle parole spese a suo tempo e poi disperse nei rivoli traditori del burocratese e del politichese. E' un'illusa? No, semplicemente spera che esista una coscienza morale o almeno un briciolo di buon senso nelle persone, anche, incredibilmente, n quelle che di lavoro fanno i politici, gli amministratori pubblici, i banchieri o gli assicuratori.



Stamattina si è seduta fuori dalla Prefettura e lì starà senza mangiare fino a che qualcuno non le darà risposta. Seduta lì, da sola, a fianco del suo cartello e della sua disperazione.

Chi può aiturarla? Tutta la gente che si ferma, le parla, si indigna e lo dice ad altre persone. Che si può fare per lei? Portarle un termos di tè caldo, magari, ma soprattutto portarle l'attenzione del maggior numero possibile di persone e di media. Credere nella potenza della solidarietà e sperare insieme a lei che qualcuno che ha la possibilità di intervenire concretamente si ricordi di essere anche lui, tutto sommato, un essere umano.

Ricetta abbreviata, non c'è tempo oggi per descrizioni accurate. Devo uscire con il termos...


Masala chai -Tè speziato indiano

Tostare una stecca di cannella, qualche chiodo di garofano e qualche seme di cardamomo in un pentolino a secco fino a quando si sprigiona un profumo intenso e spegnere.

Versare le spezie tostate in 1/2 lt. di acqua, portare a bollore e sobbollire 5 minuti.

Unire un paio di cucchiai di tè nero, zucchero o miele a gusto e 1/2 lt. latte, controllando il fuoco perché il liquido riprenda a fremere senza più bollire.

Spegnere e servire caldo.
  • rivoli affluenti:
  • questa la notizia arrivata al TG regionale il primo giorno del digiuno. Speriamo che l'onda dell'informazione vada oltre e lo sciopero della fame non debba continuare fino ad essere pericoloso.
  • questa l'intervista del 28 marzo a La 7
  • (altre idee per tè aromatizzati in: Priya Wickramasinghe, The food of India, Murdoch Books.)

Commenti

  1. Ma è una storia vera?

    Chi è questa donna straordinaria?

    RispondiElimina
  2. Ovviamente è vera, non viviamo nell'era dei paradossi? Ho aggiunto un link di informazione nei rivoli affluenti.

    RispondiElimina
  3. ho letto in fb sul wall di tuo fratello.
    che dire.....
    c'è da vergognarsi a piegare le persone in questo modo.
    ciao annalù!

    RispondiElimina
  4. se sapessi cosa è un wall... Comunque è servito allo scopo, quindi mi piace.

    RispondiElimina
  5. Spero che qualcosa si muova e che sia risolutiva e non un palliativo. Poco da aggiungere.

    RispondiElimina
  6. Lo condivido subito anche sul mio wall di fb. ;-)

    RispondiElimina
  7. Grazie Enrico. (Ma cos'è un wall?)

    RispondiElimina
  8. Accidenti che storia! Ha ragione Gambetto c'è veramente poco da aggiungere.
    Spero tanto che qualcuno finalmente possa darle una mano...

    Tienici aggiornati!

    RispondiElimina
  9. a livello locale molte parole ma niente fatti, tanto per cambiare... Intanto lei è stata ospite di Piazza Pulita a La 7 giovedì sera, poi però il giorno dopo, al quinto di digiuno, si è sentita male ed è stata ricoverata. Ho riportato il link qua sopra

    RispondiElimina
  10. Ho seguito l'intervista dal tuo link ed ora aggiornaci: come sta? e' ancora ricoverata?

    RispondiElimina
  11. l'hanno imbottita di flebo ed ha firmato per uscire, perchè oltre a riprendere lo sciopero delal fame non vuol restare troppo lontana dalla sua bambina. Oggi è all'ottavo giorno di digiuno...

    RispondiElimina

Posta un commento

post più popolari

MTC di settembre 2014: un sacco di riso!

Diceva un vecchio slogan anarchico: "con l'ironia abbatteremo il potere e un sacco di riso lo seppellirà".  A no? Erano risate?! Va be'... per un MTC di questa portata ci si può anche concedere una licenza! Premessa... ... avevo scritto un post lunghissimo per raccontare perché e per come ho scelto questo tema per l'MTChallenge di settembre 2014. Poi l'ho ridotto della metà, lasciando solo alcune note che mi sembravano indispensabili, e l'ho mandato alla Gennaro per un parere.  E lei ha detto che un terzo di quanto le ho mostrato era già troppo! Allora ho ricomposto alcuni dei contenuti in articoli di supporto da pubblicare più avanti ed ho cassato il resto. Qui è rimasto il riassunto della selezione della selezione, ovvero il puro tema dell'MTC. Che, mi spiace, adesso vi tocca leggere per intero! Se scegliere un ingrediente invece che una ricetta tende ad allargare gli orizzonti, questa volta scegliere IL RISO , come capirete, li spalanca fran

a tu per tu con il Fleischkäse svizzero, questo sconosciuto di famiglia

Nel curioso elenco dei cibi svizzeri che hanno caratterizzato la mia infanzia mi rendo conto che, fatto strano, sul blog non ho ancora parlato del  Fleischkäse, una via di mezzo tra un polpettone ed un würstel gigante di cui da bambini venivamo spesso nutriti. Ma un episodio di vita vera me lo ha messo sotto il naso proprio l'altro giorno, ed eccomi qui con il mio reportage storico-familiare. Alcuni Svizzeri, come quelli di casa mia, vivono il   Fleischkäse come un salume, da comprare pronto, intero o affettato sottile in buste, da servire in tavola come fosse prosciutto cotto o da infilare nei panini per merenda con maionese, senape e cipolline sottaceto (Be'... che c'è?! Se mia mamma per evitare che noi figli mangiassimo troppa Nutella la teneva in frigo ad indurire, così era più difficile da spalmare e sul pane se ne metteva di meno, perché stupirsi di quella che lei invece considerava una merenda "sana"?!) Altri amanti del  Fleischkäse  lo compran

una salsa di cipolle svizzera per würstel e per mamme lavoratrici

Lo so: sono rimasta indietro di una puntata! Parlavo di  ricette svizzere  quando un'irrefrenabile tentazione di cibo americano  si è intrufolata in cucina ed ha avuto  la meglio. Riprendo ora il filo con un piatto che ho proposto pochi giorni fa anche alla mia cara mammina svizzera in occasione del suo compleanno: Bratwurst con salsa di cipolle. L'aspetto curioso non sta tanto nel tipo di würstel utilizzato, una salsiccia bianca di vitello il cui nome per alcuni significa "salsiccia di carne spezzettata" e per altri "salsiccia da arrostire". In Germania di solito viene speziata in modo deciso con pepe, noce moscata e/o cumino, mentre in Svizzera il suo sapore è molto più delicato. In Ticino ne esiste una versione mignon, una "collana" di micro-salsiccine detta cipollata  non perchè contenga cipolle ma perchè, appunto, di solito si serve in salsa di cipolle. Ma, a casa della mia mamma lavoratrice senza tempo ne' passione per la cucina,

MTC giugno 2011... verso Oriente!

Continuo a pensare che le giudici  titolari  e aggiunte  dell'MTC fossero completamente fuori quando hanno passato a me il testimone e nessuno potrà convincermi del contrario, anche perchè potevano ben immaginare in che gorgo storico-etnico-confusionale avrei trascinato la sfida... ma si sono fidate lo stesso! No, è oggettivo: non possono essere completamente normali... Accertato questo, dichiaro anche di non essermi mai emozionata tanto nello scrivere un post e soprattutto nel proporre una ricetta, sentendo tanti occhi puntati addosso ed il fiato trattenuto di tanti MTC addicted... Ebbene sì, rilassatevi (o disperatevi) pure: come temevate, questa volta si va davvero tutti in Giappone! Niente succede per caso, si sa. Tanto è vero che l'eterno girovagare di Marco Polo (a cui faccio da qualche tempo da vivandiera ) l'ha portato proprio a questo punto del suo viaggio a confrontarsi con  Cipango , il Paese del Sol Levante... Come potevo non cogliere il suggerimento di un s

peperoni farciti alla croata: massaia batte bustina millemila a zero!

Riprendere a parlare di cucina non è facilissimo, soprattutto con il tono scanzonato che avevo in mente per questo post. Mi limiterò all'aspetto "documentaristico" ed umano, che l'umore magari sa beneficiare della concentrazione e della dolcezza richieste da una simile impostazione. Dopo una lunga serie di articoli e ricette a base di riso penso di cambiare direzione dedicandomi ai peperoni bianchi croati che di solito si cucinano ripieni di carne, per scoprire poi che nella farcia è presente riso crudo. Quando si dice il caso... I peperoni bianchi, babura paprika, in Croazia sono reperibili facilmente proprio in questa stagione. Ne ho in frigo tre e decido di prepararli, appunto, come  punjene paprike , ovvero farciti e cotti nel pomodoro, ricetta tipica che con piccole varianti è diffusa anche in altri Paesi limitrofi e che ogni famiglia, ovviamente, prepara secondo i propri criteri. La versione più semplice prevede di profumare carne trita di manzo o m

riso Otello: un nero integral(ista)

Il primo giorno di autunno una ricetta con le ultime verdure estive, che sono ancora buone visto che sembra far più caldo ora che nei mesi trascorsi... Sollecitata da alcuni dubbi posti sulle modalità di cottura del riso integrale e sull'utilizzo di varietà di riso "esotiche", ho pensato di provare le risposte sul campo e chiarire soprattutto le idee a me stessa, la prima che ha tutto ancora da imparare. Così, per prendere due piccioni con una fava, ho scelto un riso sia nero che integrale. No, non famoso ed idolatrato riso Venere, fantastica varietà di nobile origine cinese che, grazie a opportune ibridazioni, ora è coltivato anche in Italia.  Ho pescato  invece una varietà tutta italiana: il riso Otello, che deriva anch'esso da varietà cinesi ma è di concezione e di coltivazione tutta nostrana. Chissà se il  nome è stato ispirato ispirato dal famoso personaggio shakespeariano, dalla sua pelle scura e dalla sua natura piuttosto integral ista... Si utilizz

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!