Passa ai contenuti principali

la prospettiva dell'autunno

Le immagini di sole e caldo di qualche giorno fa sembrano lontanissime. La pioggerella sottile e continua, le foglie rosse degli alberi... e soprattutto il termometro che non supera i 12 gradi neanche a metà giornata suggeriscono anche alla mia mente distratta che oramai siamo in autunno.

Continuo ad avere pochissimi ritagli per cucinare negli ultimi tempi ma non voglio privarmi almeno questa domenica di qualcosa che mi faccia sentire profondamente dentro la stagione. E a ottobre sono buonissime le mele, anche se siamo abituati ad averle a disposizione tutto l'anno.

La prospettiva è quella di rientrare a casa dopo un sabato di corse e fatiche, chiudersi la porta alle spalle, dimenticare il resto del mondo, profumarsi di farina ed accendere il forno, per cominciare.

La prospettiva, più tardi, è di avvolgersi attorno ad una tazza di zuppa fumante, accoccolati dentro un plaid, ranicchiati nel il cerchio di luce morbida della lampada da lettura, circondati dalle parole anni '20 del libro, dal profumo della torta che cuoce, dal rumore indistinto che resta fuori, quello di alberi bagnati, di luci rese fioche dalla foschia, di auto che nel buio passano lontane.

La prospettiva è poi di svegliarsi la mattina della domenica sotto il tepore di un piumino più spesso, incominciare la giornata con la torta che nella notte ha maturato i suoi sapori e sapere che nell'arco della giornata si potrà finalmente stare fermi. Poltrire senza affannarsi dietro a nulla, magari riaccendendo il forno per trastullarsi con qualche altra golosità. Senza fretta, senza tempo, senza obblighi. Nell'autunno.


Torta confortante di (tante) mele

6 mele golden (circa 950 gr.)
5 amaretti (circa 15 gr.)
1 cucchiaio di mandorle spellate (circa 20 gr.)
1 cucchiaio abbodante di pistacchi sgusciati (circa 2 gr.)
2 cucchiai di uvetta (circa 25 gr.)
½ limone
180 gr. di zucchero + 1 o 2 cucchiai per la decorazione
200 gr. di farina 00 + 1 cucchiaio per la teglia
15 gr. di lievito per dolci
2 uova
25 gr. di Marsala
70 gr. di brandy
1 nocina di burro (o qualche goccia di olio di mandorle*) per la teglia

Mettere a bagno per una decina di minuti l'uvetta nel Marsala, poi strizzarla conservando il liquido.

Sbucciare le mele, privarle del torsolo e tagliarle in 4 spicchi e poi a fettine sottili "triangolari"; mescolarle con cura a 2 cucchiai di zucchero (circa 40 gr.), alle uvette e al succo del mezzo limone spremuto e lasciar insaporire per qualche minuto.

Sbattere le uova con lo zucchero rimanente fino a che diventano chiare ed unirvi il brandy, il Marsala delle uvette e poi la farina setacciata con il lievito.

Pestare grossolanamente mandorle e pistacchi e ridurre in briciole fini gli amaretti, unendo tutto all'impasto insieme alle mele, e mescolare con cura.

Imburrare ed infarinare uno stampo a ciambella da 23 cm. con i bordi alti e rovesciarvi il composto, premendo bene con il dorso di un cucchiaio e poi battendo lo stampo sul tavolo con un paio di colpi secchi per assestare l'impasto.

Infornare a 160° ventilato (o 180° statico) e cuocere per un'ora o poco più, fino a che la superficie è decisamente dorata, lasciar intiepidire su una gratella quindi sformare e spolverare la superficie con un paio di cucchiaiate di zucchero, lasciando poi raffreddare completamente.


Buona anche subito, diventa invece fenomenale se consumata il giorno dopo: i sapori si assestano e si integrano e lo zucchero in superficie si scioglie e penetra la rende ulteriormente golosa.


Proprio volendo si può accompagnare con una salsa tiepida di vaniglia ma non è poi così indispensabile... Io me la mangio così, nature, ri-spolverata di zucchero semolato, a grandi morsi autunnali...


(* si tratta di una torta adatta agli intolleranti al lattosio, attenzione dunque nel caso a non usare burro per ungere la teglia)
  • rivoli affluenti:
  • il libro sul divano, curiosissimo: T. Coraghessan Boyle, The women: a novel, Penguin Books  
  • la ricetta di base della torta di mele è ispirata ad una delle tante arrivate al Cavoletto Sigrid per un suo vecchio progetto di una raccolta, appunto, di torte di mele; specificamente a questa versione.

Commenti

  1. Ispira assai!E' l'aggiunta di amaretti,mandorle e pistacchi,rispetto alle solite torte di mele,che mi causa un immediato languorino.....
    P.S. Proprio ieri ho fatto le apple pies fritte
    (come da McDonalds,per intenderci).
    Trashy,ma dopotutto e' arrivato il freddo,bisognera' pur prepararsi al letargo....
    Buona domenica ed un bacione.

    RispondiElimina
  2. @edit.pilaff: certo, che l'hanno inventato a fare l'autunno se non per permetterci il letargo e farcircelo di trashy food?!
    Baci anche a te

    RispondiElimina
  3. Mi piace l'idea che ti "profumi di farina" e che includa una torta di mele tra i riti con effetti confortanti...

    E' un pensiero che sento molto mio...

    RispondiElimina
  4. Condivido OGNI TUO PARAGRAFO! E credo che la tua torta con (tante) mele, e non solo... parla da sola! :)

    besos

    RispondiElimina
  5. @virò: perchè poi la domenica ho avuto gente (fantastica) da incontrare, altrimenti avresti visto dove poteva portarmi questa mia recente deriva...

    @mai: ma perchè siamo sempre tanto in sintonia tu ed io?! Pensa che statsera mi sarei programmata il pollo allo zenzero pure io...

    @english uebersetzer: thank you

    RispondiElimina

Posta un commento

post più popolari

MTC di settembre 2014: un sacco di riso!

Diceva un vecchio slogan anarchico: "con l'ironia abbatteremo il potere e un sacco di riso lo seppellirà".  A no? Erano risate?! Va be'... per un MTC di questa portata ci si può anche concedere una licenza! Premessa... ... avevo scritto un post lunghissimo per raccontare perché e per come ho scelto questo tema per l'MTChallenge di settembre 2014. Poi l'ho ridotto della metà, lasciando solo alcune note che mi sembravano indispensabili, e l'ho mandato alla Gennaro per un parere.  E lei ha detto che un terzo di quanto le ho mostrato era già troppo! Allora ho ricomposto alcuni dei contenuti in articoli di supporto da pubblicare più avanti ed ho cassato il resto. Qui è rimasto il riassunto della selezione della selezione, ovvero il puro tema dell'MTC. Che, mi spiace, adesso vi tocca leggere per intero! Se scegliere un ingrediente invece che una ricetta tende ad allargare gli orizzonti, questa volta scegliere IL RISO , come capirete, li spalanca fran...

a tu per tu con il Fleischkäse svizzero, questo sconosciuto di famiglia

Nel curioso elenco dei cibi svizzeri che hanno caratterizzato la mia infanzia mi rendo conto che, fatto strano, sul blog non ho ancora parlato del  Fleischkäse, una via di mezzo tra un polpettone ed un würstel gigante di cui da bambini venivamo spesso nutriti. Ma un episodio di vita vera me lo ha messo sotto il naso proprio l'altro giorno, ed eccomi qui con il mio reportage storico-familiare. Alcuni Svizzeri, come quelli di casa mia, vivono il   Fleischkäse come un salume, da comprare pronto, intero o affettato sottile in buste, da servire in tavola come fosse prosciutto cotto o da infilare nei panini per merenda con maionese, senape e cipolline sottaceto (Be'... che c'è?! Se mia mamma per evitare che noi figli mangiassimo troppa Nutella la teneva in frigo ad indurire, così era più difficile da spalmare e sul pane se ne metteva di meno, perché stupirsi di quella che lei invece considerava una merenda "sana"?!) Altri amanti del  Fleischkäse  lo ...

una salsa di cipolle svizzera per würstel e per mamme lavoratrici

Lo so: sono rimasta indietro di una puntata! Parlavo di  ricette svizzere  quando un'irrefrenabile tentazione di cibo americano  si è intrufolata in cucina ed ha avuto  la meglio. Riprendo ora il filo con un piatto che ho proposto pochi giorni fa anche alla mia cara mammina svizzera in occasione del suo compleanno: Bratwurst con salsa di cipolle. L'aspetto curioso non sta tanto nel tipo di würstel utilizzato, una salsiccia bianca di vitello il cui nome per alcuni significa "salsiccia di carne spezzettata" e per altri "salsiccia da arrostire". In Germania di solito viene speziata in modo deciso con pepe, noce moscata e/o cumino, mentre in Svizzera il suo sapore è molto più delicato. In Ticino ne esiste una versione mignon, una "collana" di micro-salsiccine detta cipollata  non perchè contenga cipolle ma perchè, appunto, di solito si serve in salsa di cipolle. Ma, a casa della mia mamma lavoratrice senza tempo ne' passione per la cucina,...

MTC giugno 2011... verso Oriente!

Continuo a pensare che le giudici  titolari  e aggiunte  dell'MTC fossero completamente fuori quando hanno passato a me il testimone e nessuno potrà convincermi del contrario, anche perchè potevano ben immaginare in che gorgo storico-etnico-confusionale avrei trascinato la sfida... ma si sono fidate lo stesso! No, è oggettivo: non possono essere completamente normali... Accertato questo, dichiaro anche di non essermi mai emozionata tanto nello scrivere un post e soprattutto nel proporre una ricetta, sentendo tanti occhi puntati addosso ed il fiato trattenuto di tanti MTC addicted... Ebbene sì, rilassatevi (o disperatevi) pure: come temevate, questa volta si va davvero tutti in Giappone! Niente succede per caso, si sa. Tanto è vero che l'eterno girovagare di Marco Polo (a cui faccio da qualche tempo da vivandiera ) l'ha portato proprio a questo punto del suo viaggio a confrontarsi con  Cipango , il Paese del Sol Levante... Come potevo non cogliere il suggerimento ...

peperoni farciti alla croata: massaia batte bustina millemila a zero!

Riprendere a parlare di cucina non è facilissimo, soprattutto con il tono scanzonato che avevo in mente per questo post. Mi limiterò all'aspetto "documentaristico" ed umano, che l'umore magari sa beneficiare della concentrazione e della dolcezza richieste da una simile impostazione. Dopo una lunga serie di articoli e ricette a base di riso penso di cambiare direzione dedicandomi ai peperoni bianchi croati che di solito si cucinano ripieni di carne, per scoprire poi che nella farcia è presente riso crudo. Quando si dice il caso... I peperoni bianchi, babura paprika, in Croazia sono reperibili facilmente proprio in questa stagione. Ne ho in frigo tre e decido di prepararli, appunto, come  punjene paprike , ovvero farciti e cotti nel pomodoro, ricetta tipica che con piccole varianti è diffusa anche in altri Paesi limitrofi e che ogni famiglia, ovviamente, prepara secondo i propri criteri. La versione più semplice prevede di profumare carne trita di manzo o m...

riso Otello: un nero integral(ista)

Il primo giorno di autunno una ricetta con le ultime verdure estive, che sono ancora buone visto che sembra far più caldo ora che nei mesi trascorsi... Sollecitata da alcuni dubbi posti sulle modalità di cottura del riso integrale e sull'utilizzo di varietà di riso "esotiche", ho pensato di provare le risposte sul campo e chiarire soprattutto le idee a me stessa, la prima che ha tutto ancora da imparare. Così, per prendere due piccioni con una fava, ho scelto un riso sia nero che integrale. No, non famoso ed idolatrato riso Venere, fantastica varietà di nobile origine cinese che, grazie a opportune ibridazioni, ora è coltivato anche in Italia.  Ho pescato  invece una varietà tutta italiana: il riso Otello, che deriva anch'esso da varietà cinesi ma è di concezione e di coltivazione tutta nostrana. Chissà se il  nome è stato ispirato ispirato dal famoso personaggio shakespeariano, dalla sua pelle scura e dalla sua natura piuttosto integral ista... Si utilizz...

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!