Passa ai contenuti principali

campania: taralli, cipolle e mai pensarsi separati

Con mia sorella a volte ci diciamo che qualcuno dei nostri antenati, ufficialmente tutti nordici, deve aver certamente fatto il furbetto e averci trasmesso qualche imprevista goccia di sangue campano nelle vene, vista la passione viscerale che entrambe nutriamo da sempre per questa terra. 

Ci siamo state insieme una sola volta ma abbiamo entrambe frequentato Napoli e dintorni per tutta la vita, ogni volta con la gioia di recarci in un posto speciale. E negli ultimi anni personalmente, sia nella vita privata che sul blog, il legame con la Campania si è ancor più intensificato..

Quando è stato lanciato il contest Terra di Fuoco, proposto da Teresa di Scatti Golosi insieme con Giustino di Di Testa e di Gola ed Evelina di Scriveve, non mi è sembrato vero di avere occasione per approfondire ulteriormente, perchè la cronaca da anni si occupa di questa regione quasi solo per metterne in risalto vizi e difetti eppure sono tante le caratteristiche di valore. A partire dalla gastronomia, ad esempio, visto che siamo in zona food blogger...

Rendere omaggio alla tradizione culinaria locale significa per me dimenticare le classiche ricette campane che magari non sarei neppure all'altezza di realizzare alla perfezione. Per questo ho cercato ispirazione completamente altrove, facendo ruotare però la ricetta attorno ad un ingrediente tipicamente campano. 

L'idea iniziale è stato uno strudel (!) con un ripieno salato di verdura e formaggio, da incroccantire con una golosità napoletana che ho in dispensa dal mio ultimo recente blitz partenopeo: dei taralli 'nsogna e pepe artigianali. 



Ho un'amica di origine napoletana che vive a poca distanza da me e da cui mi rifugio ogni volta che ho voglia di cucinare in compagnia. Mi ha insegnato un sacco di ricette casalinghe tradizionali, ma non quella dei taralli 'nsogna e pepe. 

Dice che nella sua famiglia non c'era la tradizione di prepararli in casa ma li si comprava al forno o per strada, visto che nascevano come recupero degli avanzi di pasta di pane... che in casa sua non avanzava mai! 

Ho provato a prepararmeli da sola ma non ho mai ottenuto un risultato interessante. Forse per questo ne sono tanto golosa e il tarallaro è uno dei pastori preferiti del mio presepe!

Avevo pensato per il mio strudel, sopra alle briciole di taralli, di adagiare un ripieno "povero" che rispondesse sia ai gusti nordici che a quelli meridionali: golosissime cipolle, accompagnate da sapori d'Italia molto usati a sud (origano e pecorino) e a nord (timo e crescenza). 

Avrei voluto cipolle di Montoro ma da queste parti non è così automatico trovare autentici prodotti campani freschi; in attesa di avere accesso a quelle giuste, per questa volta ho utilizzato cipolle ramate "qualsiasi". 

Per compensare la mancanza di "campanità" dell'ingrediente co-protagonista insieme ai taralli, ho sostituito la sfoglia sottile con pasta lievitata tipo pizza, realizzando dei semplici involti al posto del rotolo multistrati del classico strudel. 

Ma non con la tipica forma a mezzaluna del panzerotto monoporzione. Ho preferito realizzare degli involti quadrati, da tagliare poi in diagonale e consumare in coppia. 

Romantico? Anche, ma soprattutto simbolo dell'impossibilità di ottenere qualcosa di buono se sud e nord si pensano separati...



Involti ri-uniti con taralli 'nsogna e pepe e cipolle

ingredienti per 4 persone:
per la pasta:
390 g di farina tipo manitoba
120 g di farina 00
15 g di lievito di birra fresco
4 cucchiai di olio extravergine campano
sale
zucchero

per il ripieno:
2 cipolle ramate, circa 400 g in tutto
2 taralli 'nsogna e pepe con le mandorle, circa 140 g in tutto
240 g di crescenza
50 g di pecorino
1 cucchiaino abbondante di foglioline di origano 
1 cucchiaino abbondante di foglioline di timo
2 cucchiai di olio extravergine campano
sale

Sciogliere il lievito in 120 ml di acqua tiepida con 1 pizzico di zucchero e 1 cucchiaio di farina (presa da quella pesata) e lasciar riposare una ventina di minuti.

Setacciare le due farine con il sale, disporre a cono, versarvi il lievito e l'olio e cominciare ad impastare, unendo a filo circa 150 ml di altra acqua tiepida, fino ad ottenere un impasto lavorabile.

Lavorare con energia su una spianatoia per 15 minuti oppure nella planetaria per 8 minuti, quindi coprire e lasciar lievitare per 3 ore.

Dividere l'impasto in due e stenderlo in rettangoli da circa 40 x 20 cm, disponendoli su una placca leggermente unta di olio e lasciar riposare altri 30-40 minuti.

Nel frattempo affettare le cipolle e stufarle in tegame a fuoco medio-basso con l'olio, le erbe ed un pizzico di sale, fino a quando sono molto morbide. Ci vorranno circa 10 minuti ed eventualmente l'aggiunta di un cucchiaio o due di acqua. Lasciar intiepidire.

Rompere i taralli dentro un sacchetto e pestarli con un pestacarne fino ad ottenere delle briciole non troppo fini; distribuirle sui rettangoli di pasta, lasciando liberi i bordi.

Allargare le cipolle sopra metà della superficie coperta dalle briciole di taralli; distribuirvi poi sopra la crescenza a fiocchetti ed il pecorino a scaglie.

Piegare la parte libera dell'impasto sopra il ripieno, sigillare i bordi premendoli bene, ungere leggermente di olio la superficie e infornare gli involti nella parte bassa del forno a 220 °C per circa 25 minuti.



Portare in tavola gli involti interi e tagliarli in diagonale davanti ai commensali, in modo che il messaggio della collaborazione sia evidente... e anche che il ripieno non coli troppo all'esterno!


Questa l'umile ricetta con cui partecipo a Terra di Fuoco...



  • rivoli affluenti:
  • Per informazioni ed aggiornamenti sul Terra di Fuoco esiste l'apposita pagina facebook
  • Sottofondo oggi in cucina? la canzone di Pino Daniele dedicata a Furtunato, l'ultimo dei vecchi "tarallari" napoletani:
  • Per i vegetariani invece dei taralli napoletani usare 120 g di tarallini pugliesi all'olio ed aggiungere al ripieno 30 g di mandorle tostate spezzettate e un'abbondante spolverata di pepe nero
  • Altre mie incursioni tra ingredienti e ricette campani: qui

Commenti

  1. ma sai che con quelle cipolle ti sei mooolto avvicinata a una tipica focaccia pugliese che per noi è il Calzone per antonomasia :))) Su un libro di pasticceria napoletana ho la ricetta dei taralli 'nzogna e pepe, quando riesco te la passo, magari li faccio e pubblico ;) non ora che a stento riesco a scrivere al pc con questo caldo...

    RispondiElimina
  2. @giulia: adesso che mi ci fai pensare... il calzone pugliese l'ho anche assaggiato! Mi ricordo olive e se non sbaglio acciughe, insieme alle cipolle, e forse era senza formaggio, ma immagino ce ne siano infinite versioni. Mi viene in mente anche la pizzalandrea ligure, in effetti... vedi che allora davvero le cipolle sono una golosità in tutta italia?
    Ma soprattutto: attendo assolutamente numi sulla tua versione dei taralli!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Le avrai acquaviva... aspetta che mi riprendo dal caldo e comincio a cercare il libro e a fare i taralli ;)

      Elimina
  3. Da grande amante delle cipolle, questa ricetta non può che ingolosirmi oltre ogni dire. L'idea del tocco croccante e sapido dei taralli, poi, è davvero originale. Quasi quasi chiedo all'amica Giovanna se quando torna da Napoli me ne porta un sacchettino, così posso provare...
    A presto
    Giulia

    RispondiElimina
  4. @giulia: fattene portare qualcuno in più... è impossibile resistere senza sgranocchiarsene almeno uno!

    RispondiElimina

Posta un commento

post più popolari

MTC di settembre 2014: un sacco di riso!

Diceva un vecchio slogan anarchico: "con l'ironia abbatteremo il potere e un sacco di riso lo seppellirà".  A no? Erano risate?! Va be'... per un MTC di questa portata ci si può anche concedere una licenza! Premessa... ... avevo scritto un post lunghissimo per raccontare perché e per come ho scelto questo tema per l'MTChallenge di settembre 2014. Poi l'ho ridotto della metà, lasciando solo alcune note che mi sembravano indispensabili, e l'ho mandato alla Gennaro per un parere.  E lei ha detto che un terzo di quanto le ho mostrato era già troppo! Allora ho ricomposto alcuni dei contenuti in articoli di supporto da pubblicare più avanti ed ho cassato il resto. Qui è rimasto il riassunto della selezione della selezione, ovvero il puro tema dell'MTC. Che, mi spiace, adesso vi tocca leggere per intero! Se scegliere un ingrediente invece che una ricetta tende ad allargare gli orizzonti, questa volta scegliere IL RISO , come capirete, li spalanca fran...

a tu per tu con il Fleischkäse svizzero, questo sconosciuto di famiglia

Nel curioso elenco dei cibi svizzeri che hanno caratterizzato la mia infanzia mi rendo conto che, fatto strano, sul blog non ho ancora parlato del  Fleischkäse, una via di mezzo tra un polpettone ed un würstel gigante di cui da bambini venivamo spesso nutriti. Ma un episodio di vita vera me lo ha messo sotto il naso proprio l'altro giorno, ed eccomi qui con il mio reportage storico-familiare. Alcuni Svizzeri, come quelli di casa mia, vivono il   Fleischkäse come un salume, da comprare pronto, intero o affettato sottile in buste, da servire in tavola come fosse prosciutto cotto o da infilare nei panini per merenda con maionese, senape e cipolline sottaceto (Be'... che c'è?! Se mia mamma per evitare che noi figli mangiassimo troppa Nutella la teneva in frigo ad indurire, così era più difficile da spalmare e sul pane se ne metteva di meno, perché stupirsi di quella che lei invece considerava una merenda "sana"?!) Altri amanti del  Fleischkäse  lo ...

una salsa di cipolle svizzera per würstel e per mamme lavoratrici

Lo so: sono rimasta indietro di una puntata! Parlavo di  ricette svizzere  quando un'irrefrenabile tentazione di cibo americano  si è intrufolata in cucina ed ha avuto  la meglio. Riprendo ora il filo con un piatto che ho proposto pochi giorni fa anche alla mia cara mammina svizzera in occasione del suo compleanno: Bratwurst con salsa di cipolle. L'aspetto curioso non sta tanto nel tipo di würstel utilizzato, una salsiccia bianca di vitello il cui nome per alcuni significa "salsiccia di carne spezzettata" e per altri "salsiccia da arrostire". In Germania di solito viene speziata in modo deciso con pepe, noce moscata e/o cumino, mentre in Svizzera il suo sapore è molto più delicato. In Ticino ne esiste una versione mignon, una "collana" di micro-salsiccine detta cipollata  non perchè contenga cipolle ma perchè, appunto, di solito si serve in salsa di cipolle. Ma, a casa della mia mamma lavoratrice senza tempo ne' passione per la cucina,...

MTC giugno 2011... verso Oriente!

Continuo a pensare che le giudici  titolari  e aggiunte  dell'MTC fossero completamente fuori quando hanno passato a me il testimone e nessuno potrà convincermi del contrario, anche perchè potevano ben immaginare in che gorgo storico-etnico-confusionale avrei trascinato la sfida... ma si sono fidate lo stesso! No, è oggettivo: non possono essere completamente normali... Accertato questo, dichiaro anche di non essermi mai emozionata tanto nello scrivere un post e soprattutto nel proporre una ricetta, sentendo tanti occhi puntati addosso ed il fiato trattenuto di tanti MTC addicted... Ebbene sì, rilassatevi (o disperatevi) pure: come temevate, questa volta si va davvero tutti in Giappone! Niente succede per caso, si sa. Tanto è vero che l'eterno girovagare di Marco Polo (a cui faccio da qualche tempo da vivandiera ) l'ha portato proprio a questo punto del suo viaggio a confrontarsi con  Cipango , il Paese del Sol Levante... Come potevo non cogliere il suggerimento ...

peperoni farciti alla croata: massaia batte bustina millemila a zero!

Riprendere a parlare di cucina non è facilissimo, soprattutto con il tono scanzonato che avevo in mente per questo post. Mi limiterò all'aspetto "documentaristico" ed umano, che l'umore magari sa beneficiare della concentrazione e della dolcezza richieste da una simile impostazione. Dopo una lunga serie di articoli e ricette a base di riso penso di cambiare direzione dedicandomi ai peperoni bianchi croati che di solito si cucinano ripieni di carne, per scoprire poi che nella farcia è presente riso crudo. Quando si dice il caso... I peperoni bianchi, babura paprika, in Croazia sono reperibili facilmente proprio in questa stagione. Ne ho in frigo tre e decido di prepararli, appunto, come  punjene paprike , ovvero farciti e cotti nel pomodoro, ricetta tipica che con piccole varianti è diffusa anche in altri Paesi limitrofi e che ogni famiglia, ovviamente, prepara secondo i propri criteri. La versione più semplice prevede di profumare carne trita di manzo o m...

riso Otello: un nero integral(ista)

Il primo giorno di autunno una ricetta con le ultime verdure estive, che sono ancora buone visto che sembra far più caldo ora che nei mesi trascorsi... Sollecitata da alcuni dubbi posti sulle modalità di cottura del riso integrale e sull'utilizzo di varietà di riso "esotiche", ho pensato di provare le risposte sul campo e chiarire soprattutto le idee a me stessa, la prima che ha tutto ancora da imparare. Così, per prendere due piccioni con una fava, ho scelto un riso sia nero che integrale. No, non famoso ed idolatrato riso Venere, fantastica varietà di nobile origine cinese che, grazie a opportune ibridazioni, ora è coltivato anche in Italia.  Ho pescato  invece una varietà tutta italiana: il riso Otello, che deriva anch'esso da varietà cinesi ma è di concezione e di coltivazione tutta nostrana. Chissà se il  nome è stato ispirato ispirato dal famoso personaggio shakespeariano, dalla sua pelle scura e dalla sua natura piuttosto integral ista... Si utilizz...

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!