Trasloco. Non con il blog intendo: cambio proprio casa... Per qualche settimana avrò la vita un po' confusa, tanto per cambiare, ma non racconto la cosa per dovere di cronaca (a chi interessano poi i fatti miei?), quanto per una riflessione che tali eventi hanno indotto.
Definito che "ovviamente" in questi casi di solito si cominciano ad imballare gli oggetti meno utili, di fatto da qualche giorno mi ritrovo con gli abiti "invaligiati" e i documenti inscatolati ma libreria e cucina praticamente si mantengono senza alcuna variazione di dotazione.
Leggere e cucinare, di fatto, mi sono indispensabili più del vestire e del verificare la contabilità familiare? Sì. Non solo l'atto in sé del terminare un libro o del testare una ricetta, ma la libertà mentale di sapere che in ogni istante posso scegliere il libro e la ricetta che voglio perché "sono miei" ed ho tutti gli strumenti necessari a disposizione.
Più che l'abbandono delle mura fisiche (o della tana che hanno rappresentato per me negli ultimi anni), è come se mi pesasse lasciare l'ordine mentale ed il respiro che in queste mura mi hanno permesso di vivere "spontaneamente", ad occhi chiusi, fidandomi del luogo e dell'atmosfera che la mia vita lì contribuiva ad alimentare.
Un ordine ed un respiro che non posso portarmi dietro così come sono, che rinasceranno diversi e forse anche migliori nella prossima casa, ma che al momento rappresentano ancora esattamente me. E che potrò trasportare nel cuore ma non negli oggetti, che verranno con me ma parteciperanno ad una vita "altra" da questa. Sono al momento non il mio spazio ma il mio luogo.
In mezzo a scatoloni, polvere e cose da smistare destinate in parte anche all'abbandono (ed è la prima volta che riesco a separarmi da tante memorie senza reale dolore), mi metto a preparare un soufflé.
Non ho da provare niente a nessuno, solo mi piace che la cucina sia operativa anche quando tutto il resto ha cominciato a mutare forma. Che il forno funzioni fino all'ultimo, che io trovi il vecchio libretto dove controllare le dosi sul suo ripiano, che io viva e respiri il genius loci del mio tempo, della mia casa e del mio soufflé in ogni momento.
Poi sarà diverso, adesso mi fa star bene essere ora ed essere qui. Anche se significa tra qualche giorno correre ad imballare gli oggetti più "cari" all'ultimo e in malo modo. Niente di razionale, in questo trasloco bislacco. Solo io che respiro.
E oggi per pranzo respiro un "soffiato", il soufflé detto all'italiana. E non sono sola. Anche gli ospiti sono una delle presenze indispensabili alla casa, che lascerò spostare solo all'ultimo, uscire e cambiare ed evolvere e migrare insieme agli scatoloni di libri e pignatte.
Ovviamente si gode lo spettacolo di un soufflé alto solo se lo si osserva attraverso lo sportello del forno. Quindi o si invitano gli ospiti in cucina per lo spettacolo o non ci si formalizza e si porta trionfalmente in tavola un soufflé un po' afflosciato.
Il mio livello di confidenza mi ha permesso di fermarmi pure a fotografare in soufflé mentre si smontava, con gli ospiti cercavano di raggiungere la tavola slalomando tra i cartoni. E' potente l'affetto che ricevo da questo luogo.
(PS: con lo stesso composto si possono anche farcire verdure prima scottate. Magnifiche in questo caso per sapore le cipolle...)
Definito che "ovviamente" in questi casi di solito si cominciano ad imballare gli oggetti meno utili, di fatto da qualche giorno mi ritrovo con gli abiti "invaligiati" e i documenti inscatolati ma libreria e cucina praticamente si mantengono senza alcuna variazione di dotazione.
Leggere e cucinare, di fatto, mi sono indispensabili più del vestire e del verificare la contabilità familiare? Sì. Non solo l'atto in sé del terminare un libro o del testare una ricetta, ma la libertà mentale di sapere che in ogni istante posso scegliere il libro e la ricetta che voglio perché "sono miei" ed ho tutti gli strumenti necessari a disposizione.
Più che l'abbandono delle mura fisiche (o della tana che hanno rappresentato per me negli ultimi anni), è come se mi pesasse lasciare l'ordine mentale ed il respiro che in queste mura mi hanno permesso di vivere "spontaneamente", ad occhi chiusi, fidandomi del luogo e dell'atmosfera che la mia vita lì contribuiva ad alimentare.
Un ordine ed un respiro che non posso portarmi dietro così come sono, che rinasceranno diversi e forse anche migliori nella prossima casa, ma che al momento rappresentano ancora esattamente me. E che potrò trasportare nel cuore ma non negli oggetti, che verranno con me ma parteciperanno ad una vita "altra" da questa. Sono al momento non il mio spazio ma il mio luogo.
In mezzo a scatoloni, polvere e cose da smistare destinate in parte anche all'abbandono (ed è la prima volta che riesco a separarmi da tante memorie senza reale dolore), mi metto a preparare un soufflé.
Non ho da provare niente a nessuno, solo mi piace che la cucina sia operativa anche quando tutto il resto ha cominciato a mutare forma. Che il forno funzioni fino all'ultimo, che io trovi il vecchio libretto dove controllare le dosi sul suo ripiano, che io viva e respiri il genius loci del mio tempo, della mia casa e del mio soufflé in ogni momento.
Poi sarà diverso, adesso mi fa star bene essere ora ed essere qui. Anche se significa tra qualche giorno correre ad imballare gli oggetti più "cari" all'ultimo e in malo modo. Niente di razionale, in questo trasloco bislacco. Solo io che respiro.
E oggi per pranzo respiro un "soffiato", il soufflé detto all'italiana. E non sono sola. Anche gli ospiti sono una delle presenze indispensabili alla casa, che lascerò spostare solo all'ultimo, uscire e cambiare ed evolvere e migrare insieme agli scatoloni di libri e pignatte.
Ovviamente si gode lo spettacolo di un soufflé alto solo se lo si osserva attraverso lo sportello del forno. Quindi o si invitano gli ospiti in cucina per lo spettacolo o non ci si formalizza e si porta trionfalmente in tavola un soufflé un po' afflosciato.
Il mio livello di confidenza mi ha permesso di fermarmi pure a fotografare in soufflé mentre si smontava, con gli ospiti cercavano di raggiungere la tavola slalomando tra i cartoni. E' potente l'affetto che ricevo da questo luogo.
trenta secondi dopo l'uscita dal forno, quando già ha cominciato a sedersi |
Soufflè di pesce speziato
ingredienti per 4 persone:
400 g di polpa di pesce bianco, come merluzzo o nasello
500 ml di
latte (+ circa 20 ml)
2 uova
50 g di farina
50 g di burro (+ 1 nocina per lo stampo)
50 g di parmigiano grattugiato
30
g di pecorino grattugiato
1 cipolla
1 spicchio
di aglio
2 cucchiai di coriandolo fresco tritato
1/2 cucchiaino di cardamomo in polvere
1/2 cucchiaino di paprika dolce
1/4 di cucchiaino di curry in polvere
pepe bianco al mulinello
sale
2 cucchiai di pangrattato per lo stampo
Versare il latte in un tegame, disporvi il pesce in modo che sia completamente coperto, unire lo spicchio di aglio
pelato e leggermente schiacciato e un pizzico di sale.
Portare a leggero bollore e cuocere a fuoco basso semicoperto
per circa 10 - 15 minuti (dipende dallo spessore dei filetti), fino a che la
polpa è morbidissima e a toccarla si sfalda.
Prelevare il pesce con un mestolo
forato, eliminare pelle e lische e sminuzzarlo finemente.
Filtrare il latte di
cottura, se si è m ridotto rabboccare con altro latte per tornare ai 500 ml di partenza e tenere in caldo.
Tritare finissima la cipolla e stufarla a fuoco basso in un tegame con il burro
fuso e la paprika per 5 minuti fino a che la cipolla diventa molto morbida.
Unire la farina setacciata e tostare per 2 o 3 minuti. Aggiungere a filo il latte caldo, mescolando
bene per non formare grumi, fino a che la farina è totalmente sciolta, quindi condire con cardamomo curry e pepe e cuocere per 15 minuti a fuoco basso,
mescolando spesso.
Quando
la crema è bella densa spegnere ed unire i formaggi,
mescolando per scioglierli bene. Unire quindi il coriandolo fresco e la polpa di pesce e regolare, se serve, di sale.
Mentre il composto intiepidisce separare i tuorli dagli albumi e montare questi ultimi a neve soda. Accendere il forno statico a 180 °C.
Incorporare al composto prima i tuorli sbattuti e poi con delicatezza gli albumi, mescolando dal basso verso l'alto. Imburrare e rivestire di pan grattato uno stampo in ceramica dai bordi alti da 20 x 15 cm e versarvi il composto.
Cuocere per circa 30 minuti, levando dal forno quando si è bello alzato e dorato e servire subito.
dopo due minuti, seduto come è andato in tavola |
- rivoli affluenti:
- Christian Norberg-Schultz, Genius Loci. Paesaggio Ambiente Architettura, Electa, 1979, ISBN 88-435-4263-X
veramente poche volte è capitato nella mia vita di dover traslocare, ma ogni volta questa esperienza mi ha quasi destabilizzato...la nuova casa mi disorientava...ed abituarsi al nuovo nido, che tra l'altro, era anche meglio del primo...mi pesava come un enorme macigno...ma ti gusti il meraviglioso soufflé e tutto passa :)
RispondiEliminaSi spera che crescendo i cambiamenti siano sempre un'evoluzione e due elementi del tuo racconto mi fanno pensare che sia così: saper individuare tra gli oggetti i punti fermi (libri e pignatte) e osare abbandonare il non indispensabile è il primo, essere consapevole che per gli affetti veri nessun luogo è lontano è il secondo.
RispondiEliminaBuon trasloco allora, buona nuova casa, buona nuova vita e che presto si arricchisca di nuovi libri, nuove pignatte e nuovi amici...
Si spera che crescendo i cambiamenti siano sempre un'evoluzione e due elementi del tuo racconto mi fanno pensare che sia così: saper individuare tra gli oggetti i punti fermi (libri e pignatte) e osare abbandonare il non indispensabile è il primo, essere consapevole che per gli affetti veri nessun luogo è lontano è il secondo.
RispondiEliminaBuon trasloco allora, buona nuova casa, buona nuova vita e che presto si arricchisca di nuovi libri, nuove pignatte e nuovi amici...
Mi rivedo in molte delle tue parole.. da pochissimo finito un trasloco, e il mio forno è stato l'ultimo pezzo a perdere di funzione e il primo a riprenderla :D
RispondiEliminaQuesto soufflè mi piace moltissimo.. non avrei mai pensato ad un soufflé di pesce, e invece solo ora capisco cosa mi potessi perdere!
Hai tutto ilò m io sostegno solo morale per i traslochi ne ho fatti talmente tanti ed ora penso che dove sono non mi muovo.Ho un terrazza dove posso mangiare e prendere sole anche se vuota perchè troppo esposta e non ho nulla davanti per riempirla di fiori o altro tutto vola via con la bora che arriva anche a refolate di 180...è volato il mio condizionatore 70kg ancorato.... ma la disposizione su due piani mi piace ho sempre sognato un sottotette con la scala a chiocciola. Ben servita la zona quindi per ora chi mi sposta...forse per andare in qualche luogo di riposo se la testa non funzioneraà più.
RispondiEliminaDetto questo, io non ho voluto mai fare soufflè perchè poi uscito dal forno si siede una rabbia da matti ma ora tu mi consoli se una chef come te accetta il sedersi del souffle lo posso accettare anch'io. Avevo trovato un modo di fare senza che si sieda da due personaggi molto conosciuto del tempo passato ma ora non ricordo lo devo trovare e te lo mando come curiosità intanto copio la ricetta. Un abbraccio e buon lavoro ma non stancarti troppo e scusa se ho scritto tanto al caso elimina :(
@ilaria: condivido!
RispondiElimina@virò: e visite più frequenti di quelli che abitano lontano!
@giulietta: come vi capisco, tu e il tuo forno...
@edvige: la tua casetta mi sembra deliziosa. Certo, un condizionatore che vola via nel vento fa un po' impressione...
Congratulazioni a tutti coloro che guardano per il successo di questo bellissimo blog !!
RispondiEliminaBeautiful ... I love your blog full of great ideas , in fact I just signed up to your news if you want to do the same, it is a pleasure , good luck !
RispondiEliminavoyance par mail gratuite