Entusiasta! La decisione presa da Mai de Il colore della curcuma per questo mese, il sessantesimo (!) della sfida dell'MTChallenge, era ir de tapeo (andare per tapas!). E mi riempie il cuore, data la mia lunga, intensa, ripetuta ed appassionata storia d'amore con la gastronomia spagnola, di cui le tapas possono perfettamente fungere da spiegazione, da mappa e pure da riassunto. Mentre il tapeo è per me la rappresentazione più pura, rilassata e golosa della felicità di vita.
quando aprire un post significa esultare! |
(Il post è lungo, per le ricette conviene andare direttamente in fondo! Per chi è interessato ai miei deliri invece, racconto che:)
La prima idea era stata pescare tre ricette dalla tabla di 40 tapas tradizionali, magari proprio catalane, che avevo preparato tempo fa per i 40 anni di matrimonio dei miei, raccontando l'occasione come tema. Poi ho pensato: troppo facile e, in fondo, troppo banalmente spagnolo nei gusti!
Fernando Botero, Gato del Raval, Barcellona |
Allora mi son detta: ripiego sulla zona mia, proponendo tre tapas ispirate alla cucina varesina più stretta, visto che non parlo quasi mai delle tradizioni gastronomiche del luogo in cui sono cresciuta. Ma sarebbe stato scontato e, da presentare alla Mai, un pochino anche sleale: c'è mai stata lei a Varese? Come può immaginare i gusti tipici che vado a rielaborare per comprendere quanto ho lavorato bene o male?
Il gatto Jones dell'illustratore varesino Franco Matticchio |
D'altronde una proposta di tapas a tema giapponese è quello che forse tutti si aspettavano da me, e che mi sarebbe venuta altrettanto naturale quanto respirare... Sarebbe stato un tema inutile.
Hoshida Sunshou, gatto sotto un pruno, Ukiyo-e neko |
Invece questo 60° MTC deve raccontare qualcosa di più specifico. E alla fine mi sono chiesta quale fosse in generale l'ispirazione principe che mi spinge anche stavolta a produrre idee entusiaste per la sfida MTC.
La risposta è sempre la stessa, semplice e diretta: lo spirito stesso dell'MTC! Quel gusto della condivisione, dell'imparare ed insegnare ai pari che contraddistingue un po' tutti i partecipanti... ma soprattutto, e lo dico con grande consapevolezza, quel tocco perfetto di ironia che a me falta (!) ma che intride le due giudici di oggi fino alle ossa e che costituisce di fatto l'anima vivificante della redazione, dell'MTC e del mio stesso stare sul web, in qualche modo.
la felicità di stare bene sul web |
Non ricordo più chi spiegava che le differenze tra comicità, umorismo, ironia e satira dipendono dal contesto portando l'esempio di un classico scivolone sulla buccia di banana: se si ride perchè il protagonista è semplicemente è caduto a terra si tratta di comicità, se l'uomo è un fruttivendolo è umorismo, se è stato l'uomo a gettare la buccia a terra si tratta di ironia, se invece l'uomo è un politico implicato in uno scandalo sulle banane si tratta di satira. Secondo me dentro l'MTC si trova veramente un po' tutto ciò, nei testi grazie ad Alessandra e nelle immagini grazie alla Mai, a volte senza che nemmeno sia programmato!
meglio non scivolare, a prescindere! |
La sfida di questo 60° MTC per me non sta tanto nell'inventarmi tre ricette di tapas o nel mettere in tavola tre sapori più o meno spagnoli, va molto, molto più in fondo.
Secondo l'essere che mi vive a fianco io manco proprio di vis comica; io ritengo invece, essendo lui napoletano ed io, in questo senso, assolutamente inglese, che sia normale che troviamo divertenti cose completamente diverse tra loro e che non capiamo mai le reciproche battute!
In ogni caso, comunque, è vero che vivo da tempo la sensazione di aver perso per strada il mio vecchio senso dell'umorismo e la capacità di uscirmene al volo con battute divertenti. Dunque l'MTC in questo senso è per me una scuola di rieducazione perfetta e, per rendere veramente omaggio al concetto base stesso che secondo me regge l'MTC, quello proprio dell'ironia, vorrei non inventarmi nulla "ex novo" ma prendere direttamente in giro tre ricette storiche targate MTC.
Troppo facile, però, lavorare su ricette mie! Per ricostruire la mia storia con l'MTC potrei citare le pietre miliari (qui inizio un lungo elenco, per il succo si può saltare a dopo la foto del gatto triste!).
Ho cominciato a partecipare dal secondo mese con la pasta alla norma, sono entrata in redazione collaborando ad un articolo sul parallelo tra udon giapponesi e pici toscani, ho vinto un MTC con i risi e bisi ed un altro con la piadina, ho proposto il kakiage come tema di una sfida e le cotture del riso per un'altra.
allora... per la pastella del kakiage devo setacciare prima la farina... |
Ma non dimentico il pan di Spagna, l'unica sfida che ho saltato in 60 edizioni (ero in trasloco e senza forno!) senza riuscire (finora) a recuperarla nelle Esaltate estive, come invece avevo fatto per le altre due tappe mancate, la tortilla di patate e lo spezzatino!
E poi come non citare le sfide in cui ho scoperto ricette migliori della mia, come nel danubio o nella pizza, o ho raccontato parti profonde di me, tipo nella sfida sul miele o sul pollo ripieno, o anche quelle dove mi sono decisamente divertita ai limiti dell'assurdo, come con i biscotti, o tuffata nella grande golosità, come con l'hamburger...
Mi rendo conto però, nel riguardarle tutte, che sono quasi sempre idee seriose: per quando buone al palato o riuscite nell'aspetto mancano un po' tutte davvero di ironia!
uff, che ricette troppo seriose... |
Allora mi rivolgo alle maestre della materia e, sfida nella sfida, dato che questa volta sono entrambe giudici, decido di ironizzare non sulle mie ma... sulle loro ricette, reinterpretandole in modo che raccontino in modo buffo una caratteristica della loro personalità!
L'unica ricetta proposta all'MTC da Alessandra è l'uovo fritto della sfida numero 0, mentre Mai, che aveva iniziato a partecipare all'MTC nella puntata dedicata agli involtini di verza, aveva poi vinto una prima volta con la red velvet, mettendo in sfida la fieduà, ed ora con gli gnocchi. A completare il quadro il Cozzaro, da lei quasi sempre tirato in ballo, come anche nell'ultima sfida: altro maestro di ironia, aveva avuto il suo momento di gloria "MTCesco" vincendo la puntata sulla tahieddra e aveva poi proposto per la sfida la caesar salad. Anche in questo caso un'ampia scelta di alternative...
Dopo lungo consulto con l'essere qui a fianco per decidere quali tra le ricette fosse più divertente prendere di mira, discussione iniziata davanti a due belle cañitas (!!) di birra scura,
in cerveza veritas... |
ovviamente finita con un compromesso, ho democraticamente deciso da sola le prime due bromas (!!!*) ed ho accolto l'istanza di solidarietà maschile dell'essere per la terza.
Queste sono quindi le tre "partenze" con cui decido di scherzare sulle caratteristiche dei giudici per la sfida di umorismo dentro alla sfida di tapas di questo MTC:
- l'uovo fritto su quenelle di gelato all'olio di oliva di Alessandra, che diventa la mia tapa
- la red velvet cake alla zucca di Mai, che diventa il mio montadito
- la tahieddra alle cime di rapa del Cozzaro, che diventa il mio pincho
La tabla irònica por MTC di Acquaviva finisce dunque per essere composta da questo ridanciano trio:
TAPA: Tuorlo fritto nel pane, spuma di funghi al bacon con pomodori, salsa di baked beans e morcilla alla piastra
Ignoro l'introduzione del sano olio d'oliva della ricetta di Alessandra e, come avrà capito, riprendo la full English breakfast, a lei certamente nota come ad ogni brava maestrina inglese, sconvolgendone però, per suo sommo divertimento, ruoli e consistenze.
(NB: ho cercato la morcilla al posto del black pudding come tocco spagnolo ma non l'ho trovata! Accontentiamoci del sanguinaccio nostrano addizionato di cannella, citando così insieme due culture straniere attraverso un prodotto italico.)
per il tuorlo fritto:
1 tuorlo a testa
una fondina a bordi alti piena di pangrattato (c.a 200 g)
250 ml di olio di arachidi
sale
per la salsa di baked beans:
110 g di fagioli cannellini secchi
1 piccola cipolla
2 spicchi di aglio
750 g di passata di pomodoro
100 g di zucchero (o meno... a gusto)
1 cucchiaio di concentrato di pomodoro
1 cucchiaino di Tabasco (io quello al chipotle affumicato)
2 foglie di salvia
1/2 cucchiaio di timo
1 foglia di alloro
2 chiodi di garofano
1 pizzico di bicarbonato
2 cucchiai di olio di girasole
sale
(NB: Per tradizione i fagioli dovrebbero cuocere nella salsa in forno in pentola di ghisa per ore, ma ho dovuto trovare un sistema per accorciare i tempi...)
per la spuma al bacon:
400 g di champignon
2 pomodori perini non troppo maturi
30 g di bacon (o pancetta affumicata)
1 bicchierino di sherry
1 bicchierino di sherry
20 g di burro
sale
per la morcilla:
1 sanguinaccio (nel mio caso biroelt valtellinese da c.a 220 g)
1 cucchiaino di cannella in polvere
1 cucchiaio di olio extravergine leggero
Ammollare i fagioli una notte, sciacquarli, coprirli di
acqua fresca, unire il bicarbonato e l'alloro, portare a bollore e cuocere coperto a fuoco
basso per un’ora, quindi scolarli. (Sono sincera: qui non avevo tempo ed ho usato 450 g di cannellini in scatola, usando poi mezza foglia di alloro nella salsa)
Appassire la cipolla tritata nell'olio per 10 minuti, unire
l’aglio schiacciato e le erbe e saltare due minuti. Unire la passata, il concentrato, la salsa Worcester, il Tabasco, i chiodi di garofano, lo zucchero e una presa di sale e mescolare bene.
Lasciar
sobbollire a fuoco basso per mezz'ora, quindi eliminare (alloro e) garofano, passare la salsa, unire i fagioli, regolare di sale e
cuocere per circa altri 40 minuti, fino a che i fagioli sono morbidissimi ed il fondo bello legato. Meglio (potendo!) prepararli il giorno prima perchè con il riposo restano più saporiti.
Mettere il sanguinaccio in pentola, coprirlo di acqua fredda in cui si è sciolta la cannella, scaldare a fuoco dolce fino a che l'acqua appena freme e lasciar sobbollire coperto per circa un'ora, schiumando l'acqua di tanto in tanto. Scolare e lasciar raffreddare.
Per la spuma tritare molto finemente il bacon, mondare e tagliare a pezzetti i funghi. Fondere il burro con il bacon e cuocere a fuoco basso fino a che la parte bianca è sciolta.
Alzare la fiamma, versare nel tegame i funghi, salare leggermente e saltare a fuoco vivace fino a che sarà evaporata la loro acqua di vegetazione. Intanto tagliare i pomodori a rondelle spesse 5 mm.
Sfumare i funghi con lo sherry, spegnere e frullare i funghi con tutto loro fondo di cottura. Rimetterli sul fuoco, unire mezzo bicchiere di acqua e scaldare. Unire i pomodori e cuocere ancora circa 5 minuti, fino a che i pomodori sono morbidi ma non disfatti. Regolare di sale se serve e spegnere.
Una quarantina di minuti prima di servire versare i tuorli d'uovo in ciotoline piene di pangrattato, ricoprirli bene di pane e lasciar riposare per mezz'ora.
Frullare due tersi di fagioli con il loro sugo in modo da ottenere un purè ed unirvi il resto dei fagioli interi. Scaldare e dividere nei piatti individuali, da tenere ora in caldo in forno a 50 °C.
Scaldare la spuma al bacon, dividerla nei piatti formando dei piccoli nidi e disporvi una fetta di pomodoro. Rimettere in caldo.
Scaldare la spuma al bacon, dividerla nei piatti formando dei piccoli nidi e disporvi una fetta di pomodoro. Rimettere in caldo.
Tagliare il sanguinaccio a fette, ungerlo appena e disporlo in una padella antiaderente ben calda, cuocendolo meno di un minuto per parte, e distribuire le fette nei piatti sopra i fagioli.
In ultimo estrarre delicatamente i tuorli dal pangrattato con un cucchiaio forato, "posarli" nell'olio a 170 °C e friggerli un paio di minuti, fino a che sono dorati in superficie. Scolarli su carta assorbente e salare leggermente.
per prova intingo il tuorlo fritto nella salsa di fagioli e lo addento insieme alla morcilla: gnam! |
Disporre delicatamente i tuorli fritti nel piatto (io su un rialzo per dargli il ruolo di protagonista) e servire.
Il tutto disposto in una bandiera che da senyera diventa estelada blava, a sottolineare l'estremo orgoglio catalano di Mai.
per il pane rosso:
250 g di farina 00
250 g di manitoba
12 gr. di lievito fresco di birra
1 cucchiaio di polvere di pomodoro
2 cucchiai di olio extravergine
10 g di sale
6 g di zucchero
Per la crema di zucca e matò:
250 g di polpa di zucca (al netto della buccia)
100 g di matò (o ricotta di pecora)
1 piccola cipolla
1 cucchiaino di miele millefiori
la scorza di 1/2 limone
1 rametto di rosmarino
1 cucchiaio di olio extravergine leggero
sale
pepe nero al mulinello
per completare:
30 g di cabrales (o roquefort o zola piccante)
1 mandorla spellata a testa
Per il pane setacciare insieme le due farine con la polvere di pomodoro, il sale e lo zucchero. Sciogliere il lievito in 260 ml. di acqua tiepida, versare sulle farine insieme a 2 cucchiai di olio e impastare per qualche minuto. Trasferire in una ciotola, chiuderla con pellicola e far riposare in luogo tiepido per mezz'ora.
Reimpastare la massa, dividerla in due, stenderla in rettangoli e ripiegarli su se stessi in modo da formare due filoncini. Disporli sulla placca del forno, inciderne la superficie, coprire con un telo e lasciar riposare coperto da un panno per un'ora e mezza.
Cuocere a 200° ventilato (o 220° statico nel ripiano più basso del forno) per circa 40 minuti, fino a che battendo sul fondo, i pani suonano "vuoti". Lasciar raffreddare su una gratella.
Per la crema tagliare la zucca a dadini e tritare finemente la cipolla. Scaldare l'olio in un tegame, versarci la zucca, la cipolla e il rosmarino e far insaporire qualche minuto.
Unire 70 ml di acqua, il miele e un pizzico di sale, portare a bollore e cuocere a fuoco medio semicoperto per circa 15-20 minuti, fino a quando la zucca è talmente morbida da spappolarsi sotto il cucchiaio.
Levare il rosmarino, frullare la zucca e, se serve, asciugarla cuocendola qualche altro minuto a fuoco vivace. Spegnere e, quando è tiepida, unire il matò e la scorza di limone, regolare di sale e pepare.
Tagliare il cabrales a fette sottili e poi a triangolini; tagliare le mandorle a filetti.
Poco prima di servire tagliare il pane a fette e, con la crema di zucca in una sac-a-poche a bocchetta sottile, formare 4 strisce gialle alternate a 4 striscette di pane "nudo".
Disporre su un lato il triangolino di formaggio cabrales, disporci sopra 5 filettini di mandorle a formare una stella e servire.
Poco prima di servire tagliare il pane a fette e, con la crema di zucca in una sac-a-poche a bocchetta sottile, formare 4 strisce gialle alternate a 4 striscette di pane "nudo".
lo so: qui le strisce sono tre! Ho usato una bocchetta troppo larga e non avevo più tempo per rifare... |
...
PINCHO: Risotto rosato croccante all'acqua di cozze e pimenton, involtini di cozze nelle cime di rapa e chip di patata
Il palito de madera con corteza è un omaggio al rude machismo di Cozzaman (e del suo socio, l'essere qui a fianco!). Tralascio la sua aggiunta di taralli per la presenza di altri elementi croccanti.
per gli involtini di cozze:
1 kg di cozze
un mazzo di cime di rapa, circa 500 g
1 rametto di prezzemolo
2 spicchi di aglio
1/2 bicchiere di vino rosè
sale
pepe nero al mulinello
per le chips di patate:
1 patata da 120 g
olio extravergine leggero
sale
pepe bianco al mulinello
per le basi di risotto:
180 g di riso arborio
100 ml di acqua delle cozze
1 bicchierino di vino rosè
1/2 cipolla rossa
1/2 cucchiaino di concentrato di pomodoro
1 cucchiaino di pimenton (paprika affumicata)
2 cucchiai di olio
Spazzolare bene le cozze e privarle del bisso; metterle in casseruola con mezzo bicchiere di acqua, il vino, uno spicchio di aglio sbucciato e leggermente schiacciato e i rametti di prezzemolo.
Coprire, mettere su fuoco vivace e cuocere fino a che le cozze si sono aperte. Eliminare aglio e prezzemolo e filtrare il liquido attraverso un colino rivestito di carta da cucina. Misurare 100 ml e metterlo da parte. Sgusciare le cozze e conservarle a bagno nel resto del loro liquido fino all'uso.
Per il risotto tritare la cipolla. Rosolarla nell'olio con la paprika. Unire il riso e tostare fino a che diventa trasparente. Sfumare con il vino e poi unire il concentrato di pomodoro e i 100 ml di acqua delle cozze, mescolando con delicatezza. Quando è tutto assorbito aggiungere acqua tiepida, un mestolo alla volta, mescolando ogni tanto, fino a che il risotto è cotto ed abbastanza asciutto. Non occorre sale.
Lasciar intiepidire il risotto, quindi formare delle polpette spesse e schiacciate (a me ne sono venute una ventina), disporle distanziate su un vassoio, trapassarle con il pincho che dovrà infilzarle per formare un buco che non disfi poi la polpetta, coprire con pellicola e mettere in freezer per mezz'ora (abbattere la temperatura serve a mantenere compatto il risotto in padella).
Mondare e scottare le cime di rapa 2 minuti in acqua bollente salata, quindi scolarle, strizzarle e ripassarle in padella con 1 cucchiaio di olio, lo spicchio di aglio sbucciato e appena schiacciato. Regolare di sale e spegnere. Quando sono tiepide avvolgerci le cozze.
Per le chips sbucciare la patata e tagliarla a fette sottilissime con la mandolina o con il pelapatate, mettendole poi a bagno in una ciotola di acqua un'oretta perchè perdano l'amido.
Scolarle, tamponarle con un panno per asciugarle bene e forarle al centro con lo stecchino che si userà per il pincho, allargando un pochino il foro-Friggerle in abbondante olio caldo, scolarle su carta assorbente, salarle e peparle leggermente.
Scaldare un filo d'olio in una padella e disporvi le polpette di rio, lasciando che diventino croccanti da un lato; voltarle con una spatola e farle incroccantire anche dall'altra parte.
Formare gli spiedini alternando sullo stecchino le cozze e le chips di patata; infilare lo stecchino nel foro della base di riso croccante e servire.
Con questo tris di tapas a tema "MTC: Scuola di Ironia" partecipo al 60° MTC di ottobre 2016.
PS: si nota che mi sta tornando pure la voglia di avere un gatto che gira per casa?
PPS: si nota che non cerco di blandire Mai, che come è noto preferisce i cani?
(*PPPS: le parole spagnole nel testo mi sono venute spontanee mentre scrivevo, me ne sono resa conto dopo nel rileggere ed ho deciso di lasciarle, con punti esclamativi crescenti a mano amano che le trovavo, per sottolineare quanto il tema mi abbia preso ed il post sia stato scritto di getto. Per la cronaca significano:
!= "manca"
!!= "boccalini"
!!!= scherzi"
Niente captatio benevolentiae... altrimenti avrei parlato catalano!)
- rivoli affluenti:
- tutti le ricette e i deliri che ho nominato nella premessa sono facilmente rintracciabili nella sezione Tutte le Sfide del nuovo sito MTC, appena rinnovato anche proprio a questo uso: approfittiamone!
- le proposte di tapas degli altri partecipanti al 60° MTC sono qui!
- la foto del gatto esultante viene da qui, quella del gatto catalano da qui, quella del gatto varesino da qui, quella del gatto giapponese da qui, quella del gatto felice da qui, quella del gatto con la buccia di banana da qui, quella del gatto in cucina da qui, quella del gatto malinconico da qui, quella dei gatti che discutono da qui
- la tapa (se si usa pangrattato senza glutine) e il pincho sono gluten free, il montadito è vegetariano.
Beh ormai mi ci sono abituata quando vengo da te mi aspetto sempre ricette di un certo tenore di abilità che la sottoscritta non ha ma non per questo demordo e prendo diligentemente nota. Salto il sanguinaccio io lo adoro gli altri NO. L'ultimo veramente troppo per me ma i primi si..l'uovo fritto già fatto una volta. Grazie cara anche per le tue righe in anticipo sull'....appetito.
RispondiEliminaBuona serata cara un abbraccio.
Grazie a te, come vedi non c'è nulla di davvero complicato
EliminaTU
RispondiEliminaSEI
UN
MI
TO
a me poi l'umore inglese e quello che più capisco, dillo al tuo "essere"!
E in tanto il cozzaro (quello che ti ha inspirato per il pincho) è così pieno di se quando le ho fatto leggere la tua proposta per la sfida, che non stà nella pelle! Ma cosa hanno questi uomini che diventano galletti quando qualcuno pronuncia il loro nome?… certo, tu le hai dedicato un pincho, uno dei più simpatici della sfida, non che goloso e pensato con un critteei proprio inglese! Eccezionale, non posso dire altro…
anzi si… dove hai presso quella morzilla? E il matò!
e poi quel pa amb tomaquet con la snyera catalana in versione indipendentista!!! (questi sono punti a tuo favore ma che nessuno ci senta…)
cara mia. mi hai sconcertato!
Grazie infinite, e io il post l'ho letto due volte!
petons!
ps. domanda ancora, che prima mi ero dimenticata… e da dove rariva quel vasoieto di terracotta? credo di saperne anche il suo uso… ;)
EliminaOvviamente arriva da Barcellona. Ma non è per la crema catalana: è per le olive, con portastecchini incorporato 😉
RispondiEliminaio pensavo che cuocessi un gatto
RispondiElimina:) :) :) :)
passami la tabla de tapas, che quando torno a singapore a gennaio festeggio il compleanno cosi. E lo so che ne serviranno 51, ma solo che in questo post ce ne sono una ventina :)
Generosa, geniale e, come sempre bravissima. E da quando in qua ti manca il senso dell'umorismo?????
io pensavo che neanche più trovassi le parole, dopo questi chilometri di post contrari a qualsiasi regola del "buon scrivere"! Comunque sono contenta di averti fatto sorridere. In quanto al gatto...
RispondiEliminaGrazie per il vostro aiuto, io sono nuovo nel mondo del tuo blog.
RispondiEliminamangio volentieri i tapas! Deliziosi:-)
RispondiEliminaNon prendo abbastanza tempo per leggere voi, ma ogni volta che ho sempre imparare un pacchetto! Userò questa estate per fare tutto questo! In breve tutto questo per dirvi grazie per tutti questi suggerimenti !!
RispondiElimina