Passa ai contenuti principali

totanetti in sugo piccantino (non esattamente napoletani)


In questo momento molte delle persone che ho conosciuto sul web e che ho continuato allegramente a frequentare (alcune anche nel mondo reale!) si trovano a Napoli e se la stanno godendo tutte insieme. Non ho la possibilità di condividere la giornata con loro, ma posso raggiungerle virtualmente cucinando qualcosa che mi faccia sentire a Napoli!

Non si tratta di una ricetta tipica partenopea, almeno per quanto ne so: di solito polipetti, calamari, totani e seppioline si preparano o alla luciana o con aglio, pomodoro, peperoncino e prezzemolo. Qui ho invece insaporito dei totanetti a fantasia mia, ad ispirazione ovviamente mediterranea, ma usando alcuni ingredienti ricevuti in dono direttamente da Napoli poco tempo fa. 

Due sono stati spiccati davanti ai miei occhi dai grappoli appesi, come d'uso, fuori dalla finestra: pomodorini del piennolo e peperoncini freschi. Un altro è invece un vasetto di olive di Gaeta, praticamente svuotato in pochi secondi dall'apertura, se non per quattro olive di numero che sono riuscita a salvare.


Mentre il tegame "pippia" guardo con simpatia le foto scattate in quell'occasione. Chissà quel gruppo di scombinati quanti altri lati curiosi di Napoli sapranno scovare, in questi giorni! A me, per il momento, basta ricordare che, quando si è consapevoli,


i miti non si dimenticano mai...


e i fondamentali neppure!


Ma, bando alle ciance: torniamo ai totanetti pseudo-partenopei che, per comunanza spirituale con i gitanti sparsi per Napoli, avrei dovuto servire con dadini di pane fritto. Ma io sono solo virtualmente a Napoli con loro e poi qui fuori nevica...
 
Quindi approfitto di un momento per fotografare al volo i totanetti fumanti mentre sul fuoco termina di cuocere una bella polentina morbida... e poi scappo a mangiare tutto insieme! 'Che tanto è dimostrato quanto Nord e Sud sappiano andare perfettamente d'accordo anche nelle circostanze più inaspettate.


Totanetti in sugo piccantino

per 4 persone:
700 g di totanetti
250 g di passata di pomodoro
100 ml di vino bianco secco
8 pomodorini del piennolo
4 olive di Gaeta (ma anche di più, avendole...)
1 peperoncino fresco
1 spicchio di aglio
1 cucchiaino di capperi sotto sale
2 filetti di acciuga sott'olio
1 cucchiaio di prezzemolo tritato
2 cucchiai di olio extravergine

Mettere a bagno i capperi in uan tazzina di acqua tiepida per dissalarli, Intanto separare i tentacoli dalla testa dei totanetti, eliminare occhi, bocca, interiora e penna, sciacquare bene il tutto e tagliare le teste in 3 rondelle spesse. Io preferisco non spellarli, secondo me il sugo resta più gustoso.

Tagliare i pomodorini a spicchietti e il peperoncino a rondelle finissime (io ho anche levato i semini); tritare finemente l'aglio con le acciughe, i capperi scolati e la polpa delle olive, in modo da formare quasi una crema.

Scaldare l'olio e insaporirvi il trito per un minuto, quindi unire i totanetti e far insaporire a fuoco vivace per un minuto circa, fino a che tutte le rondelle di totano sono diventate rosa su tutti i lati.

Unire il peperoncino, versare il vino nel tegame e lasciarlo evaporare per un minuto, quindi coprire, abbassare il fuoco e cuocere a fuoco basso i totani nel vino (che si sarà mescolato al liquido da loro rilasciato) per 5 o 6 minuti.

Unire i pomodorini e la salsa, mescolare bene e cuocere un'altra ventina di minuti, semicoperto, fino a che i totani sono morbidissimi e la salsa abbastanza ristretta.

Spolverizzare con il prezzemolo e servire ben caldo. Non dovrebbe servire sale, ma meglio assaggiare.

  • rivoli affluenti:
  • dovrei citare mia sorella, con cui ci divertivamo a scambiarci ricette i primi tempi in cui lei era sposata e che forse riconoscerà in questa ricetta una riorganizzazione dei "totani in giallo e rosso" dei tardi anni '80, che includeva però anche carote, mais e non ricordo quale altra genialata di ingrediente di moda.

Commenti

  1. Spettacolare questo succulento piatto!

    RispondiElimina
  2. Buoniiiiii spero tanto di trovare totanetti freschi :( non sarà facile pur essendo Trieste città di mare. Buona fine settimana un abbraccio.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. io il pesce in genere lo trovo ottimo al mercato rionale,, non so se ce l'hai anche tu vicino casa...

      Elimina
    2. No qui a Trieste non esiste più.Una volta avevamo la grande pescheria che ora da tantissimi anni è stata trasformata in un luogo dove avvengono mostre avvenimenti ecc. Ci sono le pescherie un pò sparse in città nella mia zona ce ne sono a distanza 4 ma per quanto concerne il pesce fresco...lasciamo perdere sicuramente mai pesce da mangiare crudo. Poi certi tipi non arrivano non ce riesca e questi qui a Trieste credo non li chieda nessuno. Eh si pur essendo citta di mare.... Si puo andare a prendere il pesce ad un molo dove arrivano due barchette ma prima devi passare in banca e fare un mutuo.... Ciaoo cara bacione.

      Elimina
    3. allora che il pesce fresco si trovi più facilmente a Milano non è una diceria... Ma pensa un po'!

      Elimina

Posta un commento

post più popolari

MTC di settembre 2014: un sacco di riso!

Diceva un vecchio slogan anarchico: "con l'ironia abbatteremo il potere e un sacco di riso lo seppellirà".  A no? Erano risate?! Va be'... per un MTC di questa portata ci si può anche concedere una licenza! Premessa... ... avevo scritto un post lunghissimo per raccontare perché e per come ho scelto questo tema per l'MTChallenge di settembre 2014. Poi l'ho ridotto della metà, lasciando solo alcune note che mi sembravano indispensabili, e l'ho mandato alla Gennaro per un parere.  E lei ha detto che un terzo di quanto le ho mostrato era già troppo! Allora ho ricomposto alcuni dei contenuti in articoli di supporto da pubblicare più avanti ed ho cassato il resto. Qui è rimasto il riassunto della selezione della selezione, ovvero il puro tema dell'MTC. Che, mi spiace, adesso vi tocca leggere per intero! Se scegliere un ingrediente invece che una ricetta tende ad allargare gli orizzonti, questa volta scegliere IL RISO , come capirete, li spalanca fran...

a tu per tu con il Fleischkäse svizzero, questo sconosciuto di famiglia

Nel curioso elenco dei cibi svizzeri che hanno caratterizzato la mia infanzia mi rendo conto che, fatto strano, sul blog non ho ancora parlato del  Fleischkäse, una via di mezzo tra un polpettone ed un würstel gigante di cui da bambini venivamo spesso nutriti. Ma un episodio di vita vera me lo ha messo sotto il naso proprio l'altro giorno, ed eccomi qui con il mio reportage storico-familiare. Alcuni Svizzeri, come quelli di casa mia, vivono il   Fleischkäse come un salume, da comprare pronto, intero o affettato sottile in buste, da servire in tavola come fosse prosciutto cotto o da infilare nei panini per merenda con maionese, senape e cipolline sottaceto (Be'... che c'è?! Se mia mamma per evitare che noi figli mangiassimo troppa Nutella la teneva in frigo ad indurire, così era più difficile da spalmare e sul pane se ne metteva di meno, perché stupirsi di quella che lei invece considerava una merenda "sana"?!) Altri amanti del  Fleischkäse  lo ...

una salsa di cipolle svizzera per würstel e per mamme lavoratrici

Lo so: sono rimasta indietro di una puntata! Parlavo di  ricette svizzere  quando un'irrefrenabile tentazione di cibo americano  si è intrufolata in cucina ed ha avuto  la meglio. Riprendo ora il filo con un piatto che ho proposto pochi giorni fa anche alla mia cara mammina svizzera in occasione del suo compleanno: Bratwurst con salsa di cipolle. L'aspetto curioso non sta tanto nel tipo di würstel utilizzato, una salsiccia bianca di vitello il cui nome per alcuni significa "salsiccia di carne spezzettata" e per altri "salsiccia da arrostire". In Germania di solito viene speziata in modo deciso con pepe, noce moscata e/o cumino, mentre in Svizzera il suo sapore è molto più delicato. In Ticino ne esiste una versione mignon, una "collana" di micro-salsiccine detta cipollata  non perchè contenga cipolle ma perchè, appunto, di solito si serve in salsa di cipolle. Ma, a casa della mia mamma lavoratrice senza tempo ne' passione per la cucina,...

MTC giugno 2011... verso Oriente!

Continuo a pensare che le giudici  titolari  e aggiunte  dell'MTC fossero completamente fuori quando hanno passato a me il testimone e nessuno potrà convincermi del contrario, anche perchè potevano ben immaginare in che gorgo storico-etnico-confusionale avrei trascinato la sfida... ma si sono fidate lo stesso! No, è oggettivo: non possono essere completamente normali... Accertato questo, dichiaro anche di non essermi mai emozionata tanto nello scrivere un post e soprattutto nel proporre una ricetta, sentendo tanti occhi puntati addosso ed il fiato trattenuto di tanti MTC addicted... Ebbene sì, rilassatevi (o disperatevi) pure: come temevate, questa volta si va davvero tutti in Giappone! Niente succede per caso, si sa. Tanto è vero che l'eterno girovagare di Marco Polo (a cui faccio da qualche tempo da vivandiera ) l'ha portato proprio a questo punto del suo viaggio a confrontarsi con  Cipango , il Paese del Sol Levante... Come potevo non cogliere il suggerimento ...

peperoni farciti alla croata: massaia batte bustina millemila a zero!

Riprendere a parlare di cucina non è facilissimo, soprattutto con il tono scanzonato che avevo in mente per questo post. Mi limiterò all'aspetto "documentaristico" ed umano, che l'umore magari sa beneficiare della concentrazione e della dolcezza richieste da una simile impostazione. Dopo una lunga serie di articoli e ricette a base di riso penso di cambiare direzione dedicandomi ai peperoni bianchi croati che di solito si cucinano ripieni di carne, per scoprire poi che nella farcia è presente riso crudo. Quando si dice il caso... I peperoni bianchi, babura paprika, in Croazia sono reperibili facilmente proprio in questa stagione. Ne ho in frigo tre e decido di prepararli, appunto, come  punjene paprike , ovvero farciti e cotti nel pomodoro, ricetta tipica che con piccole varianti è diffusa anche in altri Paesi limitrofi e che ogni famiglia, ovviamente, prepara secondo i propri criteri. La versione più semplice prevede di profumare carne trita di manzo o m...

riso Otello: un nero integral(ista)

Il primo giorno di autunno una ricetta con le ultime verdure estive, che sono ancora buone visto che sembra far più caldo ora che nei mesi trascorsi... Sollecitata da alcuni dubbi posti sulle modalità di cottura del riso integrale e sull'utilizzo di varietà di riso "esotiche", ho pensato di provare le risposte sul campo e chiarire soprattutto le idee a me stessa, la prima che ha tutto ancora da imparare. Così, per prendere due piccioni con una fava, ho scelto un riso sia nero che integrale. No, non famoso ed idolatrato riso Venere, fantastica varietà di nobile origine cinese che, grazie a opportune ibridazioni, ora è coltivato anche in Italia.  Ho pescato  invece una varietà tutta italiana: il riso Otello, che deriva anch'esso da varietà cinesi ma è di concezione e di coltivazione tutta nostrana. Chissà se il  nome è stato ispirato ispirato dal famoso personaggio shakespeariano, dalla sua pelle scura e dalla sua natura piuttosto integral ista... Si utilizz...

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!