Passa ai contenuti principali

il cibo di strada e i fishroll dell'Africa Occidentale

Lo street food come espressione di cultura è il tema della giornata di oggi del Calendario del Cibo Italiano, dove nello specifico mi occupo di un cibo di strada pugliese a base di pane e pesce. Concettualmente questi sono ingredienti condivisi da tutta la cultura gastronomica mediterranea e anche oltre, cioè con moltissimi Paesi che hanno sia un affaccio sul mare che un clima che permette la coltivazione del frumento.

Questo mi porta oggi a raccontare di una specialità africana che potrebbe essere tranquillamente tipica anche di qualche regione marittima italiana. Chi l’avrebbe mai detto, di fare storia e geografia leccandosi le dita?! 

Gli involtini di pesce diffusi in Camerun, Nigeria e Ghana, in questo senso raccontano una storia tutta locale:sono detti fish rolls, fish pie o rouleaux de poisson a seconda della lingua ufficiale in uso nel singolo Paese che, tra mille dialetti e lingue tribali africane, ha adottato una lingua europea come unificante e solo quella insegnano a scuola. 

I fish rolls avvolgono una farcia di pesce azzurro in una pasta lievitata dolce e sono uno snack molto popolare, che si trova nelle friggitorie di strada ma è talmente  apprezzato da finire anche tra gli antipasti dei banchetti e le specialità dei giorni di festa. 

Gli ingredienti sono tutti semplici da reperire anche in Italia e, curiosamente, quello che suscita maggiore perplessità è la margarina, ma bisogna tenere conto che diversi prodotti "industriali" che noi abbiamo fatto in tempo a conoscere una cinquantina di anni fa e a decidere poi gradualmente di limitare od abbandonare, sono arrivati nei Paesi africani come soluzioni perfette a problemi di distribuzione e conservazione degli alimenti e hanno costi relativamente bassi, dunque margarina, dadi da brodo, estratti di carne ed altre amenità godono tutt'ora di totale ed assoluta popolarità.

Le patate del ripieno sono quelle dolci e non vengono schiacciate ma lasciate a pezzetti, per  esaltare la dolcezza della sfoglia in contrasto con la sapidità del resto della farcitura. Per questo se non si trovano meglio sostituirle con carote e non con patate nostrane.

I fish rolls nascono per essere fritti: volendo si possono cuocere anche in forno, a 180 °C statico per una mezz'oretta, però il sapore risulta meno tipico... cosi come accade se si sostituisce olio o burro alla margarina! quindi armiamoci di coraggio e facciamo questa eccezione, per oggi...
FISH ROLLS – INVOLTINI DI PESCE IN PASTA DOLCE 
Ingredienti per 16 pezzi: 
per la pasta: 
250 g di farina 00 (più un pugno per la spianatoia) 
70 g di margarina 
6 g di lievito di birra fresco (o 2,5 g di lievito di birra secco) 
1 cucchiai di zucchero 
noce moscata 

 per il ripieno: 
250 g di sardine fresche o 1 piccolo sgombro (ovvero 150 g di filetti di sardina o di sgombro già puliti) 
200 g di passata di pomodoro 
1 piccola patata dolce (io qui a pasta arancione ma va bene anche bianca)
1 piccola cipolla 
1 spicchio di aglio 
1 dadino di zenzero da 1 cm 
2 rametti di timo
2 foglie di sedano 
1 cucchiaio di farina 
1/2 cucchiaino di zucchero 
1 piccolo peperoncino (o di meno o di più, a gusto)
sale
400 ml c.a di olio di arachidi per friggere
 
Per la pasta sciogliere il lievito in 90 ml di acqua tiepida e far riposare 15 minuti. Setacciare la farina con sale, zucchero e una grattata di noce moscata. 

Fondere a fuoco basso o a microonde la margarina, far intiepidire e versarla sulla farina. Unire il lievito e impastare energicamente fino ad ottenere un impasto liscio e morbido. Lasciar riposare coperto al tiepido per un’oretta. 

Per il ripieno pulire le sardine mettendole in una ciotola di acqua fresca salata a mano a mano che vengono pronte, quindi sciacquarle bene sotto acqua corrente e tamponarle con carta assorbente. 

Infarinarle leggermente e friggerle in 2 o 3 cucchiai di olio caldo per pochi minuti, scolandole su carta assorbente e salando leggermente. Se si usa lo sgombro meglio tagliarne i filetti a pezzetti. 

Tritare insieme cipolla, aglio, zenzero, peperoncino (io levo i semi...), le foglie di sedano e unirvi le foglioline di timo; ridurre la patata a pezzettini grossi come piselli. 

Saltare tutto in una casseruola con un cucchiaio di olio per un paio di minuti, poi unire il pomodoro, lo zucchero, un pizzico di sale e, al bollore, cuocere la salsa scoperta a fuoco basso per una mezz'ora, fino a che si è molto ristretta ed è diventata densa. 

Sminuzzare le sardine, eliminando eventuali parti dure residue, ed unirle alla salsa, regolare se serve di sale, spegnere e far intiepidire. 

Stendere la pasta in un rettangolo sottile da 40 x 30 cm, tagliare poi la sfoglia in 16 triangoli isosceli, con base 10 cm x altezza 15 cm circa.
Mettere vicino alla base di un triangolo un cucchiaio di farcia, arrotolare la sfoglia sopra il ripieno, ripiegando all'interno le punte di sfoglia laterali in modo da avvolgere completamente il contenuto. 
Spennellare con una goccia di acqua il resto del triangolo ed rotolare molto strettamente la parte del ripieno verso la punta, arrotolando poi l’involtino sulla spianatoia con il palmo delle mani in modo che la pasta si sigilli bene. Disporre su un telo pulito e ripetere con gli altri triangoli.
Scaldare l’olio a 180 °C e friggere pochi involtini per volta: lasciarli dorare un minuto, voltarli velocemente e cuocere un altro minuto; quindi scolarli su carta assorbente. Si servono tiepidi o a temperatura ambiente.
  • rivoli affluenti:
  • balba...

Commenti

  1. no dai ma che delizia!! Li farò presto...cioè...appena si può accendere il forno!! Che coraggio hai avuto :-D

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Infatti li ho fritti, in una sera di temporale! Così non ho sofferto il caldo e non ho modificato il gusto, anche se non ho proprio favorito la dieta...

      Elimina

Posta un commento

post più popolari

MTC di settembre 2014: un sacco di riso!

Diceva un vecchio slogan anarchico: "con l'ironia abbatteremo il potere e un sacco di riso lo seppellirà".  A no? Erano risate?! Va be'... per un MTC di questa portata ci si può anche concedere una licenza! Premessa... ... avevo scritto un post lunghissimo per raccontare perché e per come ho scelto questo tema per l'MTChallenge di settembre 2014. Poi l'ho ridotto della metà, lasciando solo alcune note che mi sembravano indispensabili, e l'ho mandato alla Gennaro per un parere.  E lei ha detto che un terzo di quanto le ho mostrato era già troppo! Allora ho ricomposto alcuni dei contenuti in articoli di supporto da pubblicare più avanti ed ho cassato il resto. Qui è rimasto il riassunto della selezione della selezione, ovvero il puro tema dell'MTC. Che, mi spiace, adesso vi tocca leggere per intero! Se scegliere un ingrediente invece che una ricetta tende ad allargare gli orizzonti, questa volta scegliere IL RISO , come capirete, li spalanca fran

a tu per tu con il Fleischkäse svizzero, questo sconosciuto di famiglia

Nel curioso elenco dei cibi svizzeri che hanno caratterizzato la mia infanzia mi rendo conto che, fatto strano, sul blog non ho ancora parlato del  Fleischkäse, una via di mezzo tra un polpettone ed un würstel gigante di cui da bambini venivamo spesso nutriti. Ma un episodio di vita vera me lo ha messo sotto il naso proprio l'altro giorno, ed eccomi qui con il mio reportage storico-familiare. Alcuni Svizzeri, come quelli di casa mia, vivono il   Fleischkäse come un salume, da comprare pronto, intero o affettato sottile in buste, da servire in tavola come fosse prosciutto cotto o da infilare nei panini per merenda con maionese, senape e cipolline sottaceto (Be'... che c'è?! Se mia mamma per evitare che noi figli mangiassimo troppa Nutella la teneva in frigo ad indurire, così era più difficile da spalmare e sul pane se ne metteva di meno, perché stupirsi di quella che lei invece considerava una merenda "sana"?!) Altri amanti del  Fleischkäse  lo compran

MTC giugno 2011... verso Oriente!

Continuo a pensare che le giudici  titolari  e aggiunte  dell'MTC fossero completamente fuori quando hanno passato a me il testimone e nessuno potrà convincermi del contrario, anche perchè potevano ben immaginare in che gorgo storico-etnico-confusionale avrei trascinato la sfida... ma si sono fidate lo stesso! No, è oggettivo: non possono essere completamente normali... Accertato questo, dichiaro anche di non essermi mai emozionata tanto nello scrivere un post e soprattutto nel proporre una ricetta, sentendo tanti occhi puntati addosso ed il fiato trattenuto di tanti MTC addicted... Ebbene sì, rilassatevi (o disperatevi) pure: come temevate, questa volta si va davvero tutti in Giappone! Niente succede per caso, si sa. Tanto è vero che l'eterno girovagare di Marco Polo (a cui faccio da qualche tempo da vivandiera ) l'ha portato proprio a questo punto del suo viaggio a confrontarsi con  Cipango , il Paese del Sol Levante... Come potevo non cogliere il suggerimento di un s

una salsa di cipolle svizzera per würstel e per mamme lavoratrici

Lo so: sono rimasta indietro di una puntata! Parlavo di  ricette svizzere  quando un'irrefrenabile tentazione di cibo americano  si è intrufolata in cucina ed ha avuto  la meglio. Riprendo ora il filo con un piatto che ho proposto pochi giorni fa anche alla mia cara mammina svizzera in occasione del suo compleanno: Bratwurst con salsa di cipolle. L'aspetto curioso non sta tanto nel tipo di würstel utilizzato, una salsiccia bianca di vitello il cui nome per alcuni significa "salsiccia di carne spezzettata" e per altri "salsiccia da arrostire". In Germania di solito viene speziata in modo deciso con pepe, noce moscata e/o cumino, mentre in Svizzera il suo sapore è molto più delicato. In Ticino ne esiste una versione mignon, una "collana" di micro-salsiccine detta cipollata  non perchè contenga cipolle ma perchè, appunto, di solito si serve in salsa di cipolle. Ma, a casa della mia mamma lavoratrice senza tempo ne' passione per la cucina,

riso Otello: un nero integral(ista)

Il primo giorno di autunno una ricetta con le ultime verdure estive, che sono ancora buone visto che sembra far più caldo ora che nei mesi trascorsi... Sollecitata da alcuni dubbi posti sulle modalità di cottura del riso integrale e sull'utilizzo di varietà di riso "esotiche", ho pensato di provare le risposte sul campo e chiarire soprattutto le idee a me stessa, la prima che ha tutto ancora da imparare. Così, per prendere due piccioni con una fava, ho scelto un riso sia nero che integrale. No, non famoso ed idolatrato riso Venere, fantastica varietà di nobile origine cinese che, grazie a opportune ibridazioni, ora è coltivato anche in Italia.  Ho pescato  invece una varietà tutta italiana: il riso Otello, che deriva anch'esso da varietà cinesi ma è di concezione e di coltivazione tutta nostrana. Chissà se il  nome è stato ispirato ispirato dal famoso personaggio shakespeariano, dalla sua pelle scura e dalla sua natura piuttosto integral ista... Si utilizz

Milano matsuri: una festa popolare giapponese... sotto casa!

Il 26 maggio nessuno mi cerchi: non ci sarò! Il 26 maggio succederà una cosa bellissima, tanto che non sto più nella pelle dalla voglia che arrivi presto, e trascorrerò l'intera giornata a Milano vivendo un'esperienza giapponese davvero unica. A meno di non abitare in Giappone, intendo, cose così in Italia non si vedono spesso... A Milano tra via Keplero e piazza Carbonari (pochi passi dalle stazioni metrò di Zara o Sondrio) una domenica tutta dedicata alle tradizioni giapponesi. Non le solite che conoscono tutti, tipo sushi o manga, ma proprio quelle popolari, i divertimenti delle persone semplici che affollano una festa di piazza... insomma: un vero e originale matsuri giapponese, con le sue bancarelle, i suoi suoni, i suoi profumi ed i suoi colori! In alcune città d'Italia si sono tenuti degli eventi denominati " matsuri ", ma mai è stata ricostruita la vera atmosfera della sagra di paese giapponese, mai è stata presentata una così vasta gamma di aute

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!