La formazione del gusto (e del disgusto) della civiltà occidentale odierna ha una storia sorprendente e curiosa. Per esempio, anche senza citare le scimmie, noi discendiamo da una stirpe di insettivori: Giovanni Battista visse nel deserto cibandosi di miele e locuste, Aristotele era ghiotto di crisalidi di cicale, Plinio racconta di una larva detta cossus, vera prelibatezza sulla tavola degli antichi Romani, gli invasori germanici nel Medioevo facevano scorpacciate di bachi da seta fritti...
No, quello della foto non è nulla di tutto ciò... si tratta di un'innocua coda di scampo avvolta nel lardo e dorata! Preparazione "innocua" ai nostri occhi, comunque, perchè i tabù alimentari differiscono notevolmente da cultura a cultura, quindi un mussulmano, ad esempio, non si sognerebbe mai di cibarsi di lardo, cosi come chi assimila il carapace dei crostacei alla chitina dei coleotteri... non riuscirebbe mai nemmeno ad avvicinarsi ad un piatto di gamberetti!
La vera ragione per cui in Europa e Nord America si è abbandonato il consumo di insetti, a quanto pare, ha molto meno a che fare con motivazioni religiose, igieniche, nutrizionali o propriamente di "gusto" rispetto a quanto ci possiamo immaginare ma è stata più che altro una questione di ... pigrizia! Si tratta di una legge nota agli antropologi ed agli economisti come "teoria ottimale del foraggiamento", che in sostanza spiega quanto sia meno dispendioso e faticoso allevare bestiame di grossa taglia rispetto a raccogliere insetti sufficienti per fornire la stessa quantità di proteine allo stesso numero di persone...
Fatto sta che oramai è per noi culturalmente inaccettabile cibarci di insetti con la stessa naturalezza dei nostri antenati nonostante, a quanto pare, le nostre mani siano così agili e la nostra vista stereoscopica proprio per facilitarci nella loro cattura... dunque oggi ci accontenteremo di questo piattino di "bozzoli", il cui aspetto dopo tutti questi discorsi può apparire un po' ambiguo, ma che è molto rassicurante negli ingredienti e nei sapori!
Scampi in tagliatelle e lardo croccanti
ingredienti per 4 persone:16 code di scampo
8 fette sottili di lardo
100 gr. tagliatelle verdi
olio di arachide
1 rametto di rosmarino
salsa di soja (facoltativa)
pepe al mulinello
sale
Lessare le tagliatelle molto al dente in acqua bollente salata, scolarle bene, condirle con un goccio di olio e lasciarle raffreddare stese in modo che non si appiccichino.
Privare ogni coda di scampo dal guscio e dal filetto nero ed avvolgerne metà nelle fette di lardo.
Disporre 4 o 5 tagliatelle per volta parallele quasi sovrapposte ed arrotolarci gli scampi rimanenti, leggerissimamente salati.
Scaldare bene un tegame a fondo spesso e metterci prima gli involtini di lardo e poco dopo, quando il lardo sciolto avrà unto il fondo del tegame, gli involtini di pasta, ed il rametto di rosmarino (tranne qualche cimetta, che servirà per decorare), cuocendo a fuoco vivace fino a che tutto è ben dorato e croccante da ogni lato.
Disporre nei piatti individuali due involtini per tipo, condire gli involtini di lardo con una grattata di pepe e quelli di pasta con una goccia o due di salsa di soja (oppure con un pizzico di sale grosso), decorare con il rosmarino fresco e servire subito.
No, quello della foto non è nulla di tutto ciò... si tratta di un'innocua coda di scampo avvolta nel lardo e dorata! Preparazione "innocua" ai nostri occhi, comunque, perchè i tabù alimentari differiscono notevolmente da cultura a cultura, quindi un mussulmano, ad esempio, non si sognerebbe mai di cibarsi di lardo, cosi come chi assimila il carapace dei crostacei alla chitina dei coleotteri... non riuscirebbe mai nemmeno ad avvicinarsi ad un piatto di gamberetti!
La vera ragione per cui in Europa e Nord America si è abbandonato il consumo di insetti, a quanto pare, ha molto meno a che fare con motivazioni religiose, igieniche, nutrizionali o propriamente di "gusto" rispetto a quanto ci possiamo immaginare ma è stata più che altro una questione di ... pigrizia! Si tratta di una legge nota agli antropologi ed agli economisti come "teoria ottimale del foraggiamento", che in sostanza spiega quanto sia meno dispendioso e faticoso allevare bestiame di grossa taglia rispetto a raccogliere insetti sufficienti per fornire la stessa quantità di proteine allo stesso numero di persone...
Fatto sta che oramai è per noi culturalmente inaccettabile cibarci di insetti con la stessa naturalezza dei nostri antenati nonostante, a quanto pare, le nostre mani siano così agili e la nostra vista stereoscopica proprio per facilitarci nella loro cattura... dunque oggi ci accontenteremo di questo piattino di "bozzoli", il cui aspetto dopo tutti questi discorsi può apparire un po' ambiguo, ma che è molto rassicurante negli ingredienti e nei sapori!
Scampi in tagliatelle e lardo croccanti
ingredienti per 4 persone:16 code di scampo
8 fette sottili di lardo
100 gr. tagliatelle verdi
olio di arachide
1 rametto di rosmarino
salsa di soja (facoltativa)
pepe al mulinello
sale
Lessare le tagliatelle molto al dente in acqua bollente salata, scolarle bene, condirle con un goccio di olio e lasciarle raffreddare stese in modo che non si appiccichino.
Privare ogni coda di scampo dal guscio e dal filetto nero ed avvolgerne metà nelle fette di lardo.
Disporre 4 o 5 tagliatelle per volta parallele quasi sovrapposte ed arrotolarci gli scampi rimanenti, leggerissimamente salati.
Scaldare bene un tegame a fondo spesso e metterci prima gli involtini di lardo e poco dopo, quando il lardo sciolto avrà unto il fondo del tegame, gli involtini di pasta, ed il rametto di rosmarino (tranne qualche cimetta, che servirà per decorare), cuocendo a fuoco vivace fino a che tutto è ben dorato e croccante da ogni lato.
Disporre nei piatti individuali due involtini per tipo, condire gli involtini di lardo con una grattata di pepe e quelli di pasta con una goccia o due di salsa di soja (oppure con un pizzico di sale grosso), decorare con il rosmarino fresco e servire subito.
- rivoli affluenti:
- Marvin Harris, Buono da mangiare. Enigmi del gusto e consuetudini alimentari, Einaudi
Ma secondo te come trovava il miele nel deserto Giovanni Battista?
RispondiElimina... se ne era portata una scorta?... o magari era una specie di miele prodotto dalle locuste?! Non ho tanta voglia di indagare, sinceramente e poi.. ma che, ti metti pure a dubitare delle sacre scritture?! Oh gent, che mondo dificile! (citazione musicale, non mi fare il revisore di bozze...)
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