Lei ama i formaggi. E poi anche i libri di Luciana Litizzetto, le tavole ben apparecchiate, i dolci, la fotografia, le erbe provenzali, la casa lustra, il cardamomo, i cieli di montagna, il sorriso dei figli. Lei è spesso triste ma da fuori non si vede perchè la sua voce argentina mette allegria a tutti. Lei ha perduto per strada un po' il senso della vita, ma mentre lo ricerca continua ad accudire la famiglia con amore e solarità. Lei ha ansie e dubbi, se li tiene in gola e ne parla dopo, quando il peggio è alle spalle ed è riuscita comunque da sola ad arrivare a fine giornata.
Lei è una donna fragile e forte insieme, che a volte spacca il mondo e a volte non riesce nemmeno ad uscire di casa. E si alza ogni giorno e ricomincia da capo, tenacemente, ogni giorno lotta contro rimpianti e paure, contro bollette troppo alte, salute capricciosa e guasti imprevisti dell'auto e a volte riesce persino a guardare avanti con fiducia. Lei è una donna normale, come tante. Come tante è speciale, anche se ogni tanto se lo scorda.
Ecco... oggi volevo invece ricordarglielo. E dirle che vale sempre la pena di andare avanti e che forse dobbiamo anche imparare a dare ad ogni cosa una dimensione più proprozionata perchè spesso i problemi sono più semplici da affrontare se li si guarda dalla giusta prospettiva. Così, a questa donna normale e speciale, cito un consiglio di Luciana Litizzetto e offro la coccola di una zuppina calda... al formaggio!
La zuppina è il ris e latt, riso e latte, la minestra bianca, il cuore della mia infanzia. Il sapore di casa, della cena in famiglia quando fuori è buio e che poi bisogna lavarsi i denti e correre subito a dormire perchè Carosello sta per cominciare ed i bravi bambini a quest'ora sono tutti a letto... Spero le arrivino tutto il calore e l'affetto che questa zuppa racchiude. Mia mamma ci metteva a volte anche patate, rape o una manciata di piselli, che qui evito perchè invece di condirla a fine cottura con burro e grana, oggi utilizzo il Blue de Bresse, uno stupefacente formaggio francese tra il gorgonzola ed il camembert, dunque un delirio per me perchè riunisce due dei miei formaggi preferiti! Spero lo sia anche per lei...
Riso e latte al Blue de Bresse
ingredienti x 4 persone:
200 gr. riso Originario
1/2 litro di latte
1/2 litro di brodo vegetale (o di pollo)
(1 patata, facoltativa)
150 gr. di formaggio Blue de Bresse
1 cucchiaio di prezzemolo tritato
sale
pepe al mulinello
Scaldare il latte insieme al brodo fino ad un leggero bollore (e intanto tagliare la patata a dadini grandi come piselli).
Se serve salare leggermente, versarvi il riso (e le patate), riportare a bollore e cuocere a fuoco basso calcolando circa 10/12 minuti.
Appena prima di spegnere unire il prezzemolo ed il formaggio a dadini, assolutamente senza togliere la buccia (fuso il formaggio formerà degli interesanti grumolini bianchi!); se la minestra si fosse addensata troppo aggiungere qualche cucchiaio ancora di brodo caldo, mescolare bene e lasciar mantecare coperto per un paio di minuti a fuoco spento, quindi servire con una macinata di pepe fresco.
Lei è una donna fragile e forte insieme, che a volte spacca il mondo e a volte non riesce nemmeno ad uscire di casa. E si alza ogni giorno e ricomincia da capo, tenacemente, ogni giorno lotta contro rimpianti e paure, contro bollette troppo alte, salute capricciosa e guasti imprevisti dell'auto e a volte riesce persino a guardare avanti con fiducia. Lei è una donna normale, come tante. Come tante è speciale, anche se ogni tanto se lo scorda.
Ecco... oggi volevo invece ricordarglielo. E dirle che vale sempre la pena di andare avanti e che forse dobbiamo anche imparare a dare ad ogni cosa una dimensione più proprozionata perchè spesso i problemi sono più semplici da affrontare se li si guarda dalla giusta prospettiva. Così, a questa donna normale e speciale, cito un consiglio di Luciana Litizzetto e offro la coccola di una zuppina calda... al formaggio!
La zuppina è il ris e latt, riso e latte, la minestra bianca, il cuore della mia infanzia. Il sapore di casa, della cena in famiglia quando fuori è buio e che poi bisogna lavarsi i denti e correre subito a dormire perchè Carosello sta per cominciare ed i bravi bambini a quest'ora sono tutti a letto... Spero le arrivino tutto il calore e l'affetto che questa zuppa racchiude. Mia mamma ci metteva a volte anche patate, rape o una manciata di piselli, che qui evito perchè invece di condirla a fine cottura con burro e grana, oggi utilizzo il Blue de Bresse, uno stupefacente formaggio francese tra il gorgonzola ed il camembert, dunque un delirio per me perchè riunisce due dei miei formaggi preferiti! Spero lo sia anche per lei...
Il consiglio della Litizzetto è questo: "L'altro giorno uno mi ha detto che nella vita bisogna 'prenderla bassa' se no ti partono le valvole. Giusto. [...] Basta prenderla bassa e farsene una ragione. I miei genitori, per dire. Mia madre ha sempre messo il rosmarino nel risotto e mio padre da quarant'anni toglie a una a una le foglioline prima di mangiarlo.[...]Lei lo mette e mio padre lo toglie. Così da quarant'anni. E si amano ancora. Io, fossi stata al posto di mio padre, l'avrei lasciata. Sarebbero bastate due righe. 'Ti lascio per il rosmarino nel risotto. Ho capito che preferisci lui a me. Ciao per sempre. Ricordati solo di dare la pastiglia per la filaria al cane. Adieu.' E invece no. Lui l'ha presa bassa e sono ancora lì, con un amore lungo che corre sul filo del rosmarino."
Riso e latte al Blue de Bresse
ingredienti x 4 persone:
200 gr. riso Originario
1/2 litro di latte
1/2 litro di brodo vegetale (o di pollo)
(1 patata, facoltativa)
150 gr. di formaggio Blue de Bresse
1 cucchiaio di prezzemolo tritato
sale
pepe al mulinello
Scaldare il latte insieme al brodo fino ad un leggero bollore (e intanto tagliare la patata a dadini grandi come piselli).
Se serve salare leggermente, versarvi il riso (e le patate), riportare a bollore e cuocere a fuoco basso calcolando circa 10/12 minuti.
Appena prima di spegnere unire il prezzemolo ed il formaggio a dadini, assolutamente senza togliere la buccia (fuso il formaggio formerà degli interesanti grumolini bianchi!); se la minestra si fosse addensata troppo aggiungere qualche cucchiaio ancora di brodo caldo, mescolare bene e lasciar mantecare coperto per un paio di minuti a fuoco spento, quindi servire con una macinata di pepe fresco.
- rivoli affluenti:
- Luciana Litizzetto, "Prendila bassa" in La principessa sul pisello, Mondadori
leggo solo ora....... grazie :-) il più bel regalo di compleanno.
RispondiElimina:-)
ps..... il riso e latte è uno dei miei piatti favoriti, così poi raggiungiamo quasi l'estasi!
RispondiElimina@babs: ...perchè, ami anche tu i formaggi e la Litizzetto?! E magari è per caso il tuo compleanno?! Ma dai!! Allora delirio da formaggio di buonaugurio anche a te...
RispondiEliminaBuono questo riso e latte, ma soprattutto, che bella la tua dedica-consiglio! ciao Gloria
RispondiEliminaChe buono riso e latte! Anche a me fa ricordare l'infanzia, le serate d'inverno a casa della mia nonna (che tra l'altro era una bravissima cuoca).
RispondiEliminaMi hai fatto venire voglia di mangiare riso e latte. Voglio senz'altro provare la tua ricetta con questo formaggio che sembra fantastico. Il camembert non mi fa impazzire, ma il gorgonzola è il mio formaggio preferito...
Complimenti per le belle parole che hai dedicato alla tua amica.
@gloria: come vedi la saggezza spunta nei luoghi più impensati... anche in una minestrina d'infanzia o in un risotto al rosmarino...
RispondiElimina@sissi: davvero riso e latte sembra proprio un patrimonio comune ed un simbolo di confort-food all'italiana! Se camembert o brie non ti piacciono (e di conseguenza ti interessa poco sperimentare il blue de bresse) secondo me qui puoi usare un 100 gr. di gorgonzola dolce insieme a 50 gr. di un formaggio cremoso non troppo saporito tipo robiola.
@patrizia: l'ho sempre saputo che sei speciale! (PS: hai spazio anche per un po'dei miei di aghi di rosmarino?)
Grazie per il suggerimento, ma sono troppo curiosa. Proverò il blue de bresse.
RispondiEliminaCara annalena!!! Sono Angelo (alias focaccina82)! Non ci crederai ma è la prima volta che finisco nel tuo blog (sinceramente non sapevo che ne avessi uno tuo)!
RispondiEliminaCon una mano mi batto il petto pronunciando "mea culpa" e con l'altra aggiungo immediatamente il tuo blog tra i miei preferiti...vicino vicino a quello del Cavoletto!
Comunque è incredibile come tu con poche semplici parole (e qualche magica ricettina) riesca a confortare anche il più affranto degli animi...quando mi sentirò anch'io un po' schiacciato da questa vita verrò qui a rileggermi quanto hai scritto (e citato)...e magari subito dopo sarò assalito da una gran voglia di mettermi tra i fornelli a cucinarmi qualcosa di appagante e gustoso!
A proposito di cucina...
Spero sia possibile organizzare presto qualche pasticciamento dei nostri...anche se dal nostro ultimo incontro le mie capacità culinaree non è che siano migliorate un granchè...
sai, sono un po' in crisi con la mia KA...non ci frequentiamo più da un po' di tempo...anche se ogni tanto vado da lei e le faccio una carezza sul musino e le chiedo di fare qualche rotazione planetaria per il suo padroncino!
Un grosso abbraccio
Angelo
"Sono per la tua amica, ma valgono un po' anche per ognuna di noi" Copio le parole di Patrizia ,perchè è quello che sento anch'io . Grazie , le tue parole mi scaldano il cuore . chiara
RispondiElimina@ angelo & C : Ho una cucina grande grande , se volete venire a pasticciare da me , sarà anche vostra :-))))) Un saluto a tutti chiara
RispondiEliminaBel post, delicato ed incisivo allo stesso tempo. Il consiglio della Litizzetto può essere condivisibile o meno, nel caso mio qualche perplessità la ho, ma ciò che invece dovrei imparare davvero da quel 'piccolo racconto ironico' è la capacità di crearsi o riuscire a vedere sempre una prospettiva differente, che penso sia l'unica forza che abbiamo in certi casi.
RispondiEliminaRicetta come sempre indovinata e fascinosa per l'accostamento :-)
@sissi: poi fammi sapere, come per la mostra...
RispondiElimina@angelo: ciao focaccina! Per riallacciare il tuo rapporto con la planetaria e con la vita in generale non hai che da accettare il graaaaaande potere consolatorio del cucina, che quando non ci sono voci amiche a portata di mano svolge comunque egregiamente il suo ruolo consolatorio e calmante...
Questa zuppina ne è assolutamente un esempio, ma nel tag "young+easy" trovi altre ricette facili ed appaganti. Ci infilerò comunque anche ricette esplicitamente "planetarie", così poi non hai più scuse!
@chiara: abbassare i toni, lasciar scorrere... diventare insomma un minimo filosofi contribuisce in primo luogo a migliorare la qualità della nostra vita interiore, oltre a facilitare i rapporti con gli altri e a favorire la scoperta di nuovi approcci ai problemi. Poi non è sempre così semplice riuscirci, visto quanto siamo tutti contorti dentro, ma almeno cominciare a provarci...
@gambetto: ti dirò, a volte si diventa fatalisti proprio perchè non ci sono alternative! In realtà secondo me è inutile sprecare energie nelle incazzature di poco conto, mentre ai grandi dolori bisogna saper porre un limite di sopportazione, superato il quale la reazione è davvero indispensabile alla sopravvivenza. Purtroppo il limite lo impari solo cammin facendo, per questo le cicatrici restano ogni volta. Riuscire a cambiare il punto di vista è uno strumento che aiuta l'oggettività, come quando in un conflitto provi a metterti nei panni dell'altro.
Oppss...un parere controcorrente: detestavo riso e latte da bambina e mi guardo bene dal riprovarci oggi (con l'aggiunta gorgonzolosa poi!)...
RispondiEliminaI confort foods per me sono altri: pasta fresca preparata in casa e, ovviamente, dolci...
@virò: ...e un dolce di riso e latte?!
RispondiEliminaacquaviva! scopro solo ora (sai che io arrivo sempre un po' tardi...) che anche tu hai un blog. l'ho scoperto grazie a babs, leggendo il post del suo compleanno.
RispondiEliminae allora complimenti! ti aggiungo subito ai preferiti.
ciao cara!
cinzia
@salamander: non ti preoccupare, si può dire che praticamente ho fatto tutto il contrario di chi vuole rendere il suo blog visibile e conosciuto... mi assumo ogni responsabilità!
RispondiEliminaPues, questo è il senso più bello che ancora mantengono i blog: la confessione, che diventa dedica e condivisione. Introflettere per esprimere e scoprire che, esprimendo, si avevano dentro emozioni e pensieri comuni a molti altri. Così hai fatto tu oggi. Bel post, buona ricetta.
RispondiEliminaEvocativi entrambi.
Grazie,
@mariuzza: grazie a te. In effetti qui dentro mi sono accorta che si parla abbastanza poco di cucina...
RispondiEliminaNon avevo avuto ancora tempo di leggere il tuo nuovo post, sono stata impegnata nella creazione di un altro mio blog creativo. Stavo quasi per perdermi questa delizia.
RispondiEliminaLa tua amica sarà orgogliosa di avere qualcuno accanto come te...
Fino a otto mesi fa non amavo il gorgonzola... mi ero lasciata ingannare dall'aspetto e dall'aroma del formaggio. Poi un giorno il mio ragazzo ha cucinato le penne con il gorgonzola, da quel momento ho amato questo formaggio. Mi ero lasciata ingannare dall'aspetto...come dice un detto : "Mai giudicare un libro dalla copertina". In questo caso "mai giudicare un formaggio dall'odore"...
@aria: immagino che per un'archeologa sia facile sapere quali immensi tesori si possano scoprire quando si riesce a guardare un poco al di là del proprio naso (e dei propri pregiudizi)...
RispondiEliminaMa i disegni del blog creativo sono tuoi? Wow!
caspita avevo scritto un commento di risposta ma non c'è più...
RispondiEliminaComunque ti spiegavo che le immagini del blog le ho fatte con photoshop ho aggiunto: la fatina, un grado di opacità dove il testo dovrebbe essere inserito, e qualche altra goccia di colore...
MI fai un grande onore chiamandomi archeologa, non lo sono ancora, ma spero presto di diventarlo:)