Da bambina ho trascorso raramente l'Epifania a casa perchè la famiglia si trasferiva in massa in montagna, dove la mattina del 6 gennaio la Befana lasciava a noi bambini dei dolcetti nelle calze ed un bel pezzetto di carbone sul tavolo, per ricordarci che nessuno dimenticava fino in fondo le marachelle combinate durante l'anno ed in realtà lei avrebbe continuato a tenerci d'occhio...
Quelle rare volte che invece ci siamo ritrovati a Varese per l'Epifania, non era la Befana a farsi viva bensì i Re Magi; in genere succedeva a casa dei nonni, dove potevamo rubacchiare qualche cioccolatino tra quelli appesi al loro albero prima che lo dosfassero e soprattutto, invece della calza di caramelle, trovavamo vicino al presepe dei cammelli di lucida pasta sfoglia!
Si tratta di una tradizione tutta varesina, a quanto pare non di origine popolare ma di invenzione relativamente recente. L'idea sarebbe nata da un pasticcere che nel dopoguerra propose attraverso questo semplice dolce di rinverdire la festa dell'Epifania, che stava "perdendo punti" rispetto al Natale, per ricordare ai bambini che, prima dell'unificazione delle tradizioni apportata della cultura fascista, nella nostra zona i doni arrivavano al 6 gennaio ed erano proprio merito dei Re Magi,.
Di solito questi signori, che passavano di notte quando tutti dormivano, lasciavano dei dolcetti nelle calze (povere cose ai tempi, tipo noci o mandarini) ed in cambio prendevano una manciata di fieno per i propri cammelli. Babbo Natale nemmeno esisteva in quel periodo, figuriamoci le renne, e così la parte di animale "speciale" che appariva solo durante le feste era riservata proprio ai cammelli.
Io non ne sono particolarmente golosa, come di tutti i dolci, daltronde, per un mio limite strutturale, però mi piaceva riproporre questa leggenda ai bimbi di famiglia. I cammelli di pasticceria sono abbastanza costosi, a quanto sembra per l'elevato numero di strati della sfoglia e per il grande scarto che deriva dalla sagoma particolare del coppapasta, così l'idea quest'anno era di cimentarmi con dei cammelli casalingi preparando la sfoglia a mano (volevo finalmente provare quella di Michael Roux), da lucidare con uno sciroppo di acqua e zucchero, come mi sembrava di aver capito facesse il pasticcere che mi ha accennato qualche dritta (non so quanto autentica...).
Teoricamente sarei in vacanza e non dovrebbe mancarmi il tempo, ma come al solito la vita è imprevedibile... Così ho ripiegato su una sfoglia pronta (di quelle di solo burro, però...) e a quel punto, sempre per questioni di tempo, anche per lo sciroppo ho provato a rovistare in dispensa per una soluzione lampo. Ho optato per qualche cucchiaio di sciroppo di sambuco, che uso per giocare alle magie insieme alla mia nipotina: il sambuco anche diluito resta perfettamente trasparente e diventa "l'acqua profumata delle fate", mentre lo sciroppo di mirtillo trasforma l'acqua in "vino rosso per bambini", con cui lei si diverte sempre a scioccare gli adulti che sono a tavola con noi.
Ecco perchè questa volta la ricetta di fatto non esiste e l'unico impegno è quello di disegnarsi una mascherina a forma di cammello attorno a cui ritagliare la pasta... In verità, nonostante il sapore fosse ottimo, non sono venuti lucidi e glassati come avrebbero dovuto, il che mi fa pensare che avrei dovuto usare lo zucchero diversamente e che dunque il pasticcere mentisse, perchè non credo proprio sia dipeso dal profumo di sambuco...
Cammelli di sfoglia dei Re Magi
per 7 o 8 cammellini da circa 10 cm.:
1 rotolo di sfoglia pronta da 250 gr.
2 o 3 cucchiai di sciroppo di sambuco
Ritagliare da un cartoncino la sagoma di un cammello, poggiarla sulla sfoglia e ritagliarne 7 o 8 pezzi con la punta di un coltello affilato.
Disporli su una teglia ricoperta di carta forno, spennellarli con lo sciroppo e cuocerli 12 minuti in forno ventilato a 170°.
Quelle rare volte che invece ci siamo ritrovati a Varese per l'Epifania, non era la Befana a farsi viva bensì i Re Magi; in genere succedeva a casa dei nonni, dove potevamo rubacchiare qualche cioccolatino tra quelli appesi al loro albero prima che lo dosfassero e soprattutto, invece della calza di caramelle, trovavamo vicino al presepe dei cammelli di lucida pasta sfoglia!
Si tratta di una tradizione tutta varesina, a quanto pare non di origine popolare ma di invenzione relativamente recente. L'idea sarebbe nata da un pasticcere che nel dopoguerra propose attraverso questo semplice dolce di rinverdire la festa dell'Epifania, che stava "perdendo punti" rispetto al Natale, per ricordare ai bambini che, prima dell'unificazione delle tradizioni apportata della cultura fascista, nella nostra zona i doni arrivavano al 6 gennaio ed erano proprio merito dei Re Magi,.
Di solito questi signori, che passavano di notte quando tutti dormivano, lasciavano dei dolcetti nelle calze (povere cose ai tempi, tipo noci o mandarini) ed in cambio prendevano una manciata di fieno per i propri cammelli. Babbo Natale nemmeno esisteva in quel periodo, figuriamoci le renne, e così la parte di animale "speciale" che appariva solo durante le feste era riservata proprio ai cammelli.
Io non ne sono particolarmente golosa, come di tutti i dolci, daltronde, per un mio limite strutturale, però mi piaceva riproporre questa leggenda ai bimbi di famiglia. I cammelli di pasticceria sono abbastanza costosi, a quanto sembra per l'elevato numero di strati della sfoglia e per il grande scarto che deriva dalla sagoma particolare del coppapasta, così l'idea quest'anno era di cimentarmi con dei cammelli casalingi preparando la sfoglia a mano (volevo finalmente provare quella di Michael Roux), da lucidare con uno sciroppo di acqua e zucchero, come mi sembrava di aver capito facesse il pasticcere che mi ha accennato qualche dritta (non so quanto autentica...).
Teoricamente sarei in vacanza e non dovrebbe mancarmi il tempo, ma come al solito la vita è imprevedibile... Così ho ripiegato su una sfoglia pronta (di quelle di solo burro, però...) e a quel punto, sempre per questioni di tempo, anche per lo sciroppo ho provato a rovistare in dispensa per una soluzione lampo. Ho optato per qualche cucchiaio di sciroppo di sambuco, che uso per giocare alle magie insieme alla mia nipotina: il sambuco anche diluito resta perfettamente trasparente e diventa "l'acqua profumata delle fate", mentre lo sciroppo di mirtillo trasforma l'acqua in "vino rosso per bambini", con cui lei si diverte sempre a scioccare gli adulti che sono a tavola con noi.
Ecco perchè questa volta la ricetta di fatto non esiste e l'unico impegno è quello di disegnarsi una mascherina a forma di cammello attorno a cui ritagliare la pasta... In verità, nonostante il sapore fosse ottimo, non sono venuti lucidi e glassati come avrebbero dovuto, il che mi fa pensare che avrei dovuto usare lo zucchero diversamente e che dunque il pasticcere mentisse, perchè non credo proprio sia dipeso dal profumo di sambuco...
per 7 o 8 cammellini da circa 10 cm.:
1 rotolo di sfoglia pronta da 250 gr.
2 o 3 cucchiai di sciroppo di sambuco
Ritagliare da un cartoncino la sagoma di un cammello, poggiarla sulla sfoglia e ritagliarne 7 o 8 pezzi con la punta di un coltello affilato.
Disporli su una teglia ricoperta di carta forno, spennellarli con lo sciroppo e cuocerli 12 minuti in forno ventilato a 170°.
- rivoli affluenti:
- per la prossima volta (e ora che ho tempo per guardare meglio c'è pure il trucco per la glassatura lucida!): Michel Roux, Frolla & Sfoglia. Teoria e pratica dell'impasto, Guodo Tommasi Editore
I cammelli di sfoglia...che flash dell'infanzia varesina!
RispondiEliminaI miei profumavano di nonni, non di sambuco, e di rientro, e di scuola che ricominciava...un po' l'ultima coccola prima del riavvio...
Avresti dovuto spedirmene uno...domani ricomincia tutto e avrei bisogno di energie aggiuntive!
diivertente e molto particolare questa tradizione, quando ho letto dei cammelli lucidi in pasta sfoglia non so il perchè ho pensato subito alle colombe in pasta preparate per i bimbi durante la pasqua. le due cose non sono collegabili però entrambe le preparazioni sono create per i bimbi.
RispondiEliminaun saluto
Che strana questa tradizione! Se non erro anche il cavoletto a proposito dell'Epifania ha pubblicato una ricetta con una sorta di pasta sfoglia "invertita".
RispondiEliminaA proposito di befana, questo è il primo anno che non mi ha portato nè dolci nè carbone...evidentemente sono stato davvero tanto tanto cattivo! ;-)
In compenso però, sono di pieno di calze...DA LAVARE!
Sai che sono proprio carini i tuoi cammelli ?
RispondiEliminaciaooo . chiara
@virò: te l'avrei anche spedito, se non che una certa nipotina, che all'inizio si faceva scrupolo di non far male al cammello mordicchiandogli le zampe, alla fine ne ha fatto incetta!
RispondiElimina@aria: a Varese è proprio una tradizione per tutti! Nelle pasticcerie ora li trovi anche farciti con crema pasticcera o nutella, oppure di frolla in versione crostata... ma gli originali sono questi così (uhm... beh, senza il profumo di sambuco, naturalmente..)
@angelo: in effetti tra Italia e Francia sono diversi i dolci legati all'Epifania a base di sfoglia... Credo dipenda dalla quantità di burro nell'impasto, che essendo anticamente un ingrediente "di lusso" era probabilmente profuso solo in preparazioni per le grandi occasioni...
Per il carbone non ti preoccupare: te ne tengo in serbo un po' io, che quest'anno non sono stata poprio una santa (sorpattutto a livello di gola!)
@chiara: saranno anche carini nella forma, ma usare una sfoglia pronta davanti a te è davvero fonte di grande vergogna... Altro che meritarsi il carbone!
non ci credo!!!!! i cammelli :-) ma come ti sono venuti bene!!!! cioè dico, portarne qui uno no eh??????
RispondiEliminabaci
@babs: come dicevo bellini sono bellini, ma fino a che non provo con la sfoglia fatta a mano non posso testimoniare dell'effettiva bontà...
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