Passa ai contenuti principali

una lieve via di mezzo

Alcuni giorni di stasi postnatalizia, intervallati da impegni imprevisti e solenni dormite, mi hano permesso anche di provare a rimettere ordine in una casa messa sottosopra dalle feste ma ancora popolata qua e là di antichi scatoloni, indefessi residui di un trasloco vecchio di due anni. Non che ci sia riuscita, in effetti, ma anche solo aver cominciato mi fa sentire decisamente più a posto con la coscienza...

Per fortuna i doni ricevuti a Natale sono stati tutti graditissimi e, cosa importante, non particolarmente ingombranti, quindi non ho avuto difficoltà ad inventrami dei nuovi spazi dove riporli: oggetti soprattutto personali, tra cui libri, giapponeserie, cibi vari e, naturalmente, attrezzi da cucina.

Tra questi ultimi spicca una caccavella cui da sempre ambivo ma che, in un tentativo moraleggiante, avevo sostituituito fino ad ora con un passapatate a fori larghi, autoimpedendomene l'acquisto. Un'amica sagace ha deciso di togliermi dall'ambascia e me l'ha regalato lei. Siori e siore: il ferro da passatelli!


Allegata al ferro c'era anche una confezione di passatelli artigianali, che ho voluto subito provare perchè è un piatto di cui sono golosissima. Non tenterò di spacciare i passatelli fotografati qui sotto come opera mia: ci sarà tempo più avanti (prima voglio sistemare qualche altro scatolo...), ma sono davvero impaziente di provare la nuova caccavella, che darà certamente grandi soddisfazioni reciproche sia a me che all'autrice del dono. Per il momento oggi vado sul veloce, quindi mi limito a gradire, ringraziare aprire la busta e... condire!

Dopo averne assaggiato qualcuno crudo, infatti, ho capito che mi interessa sottolineare gli aromi del parmigiano, della noce moscata e della scorza di limone che sono molto pronunciati nei passatelli in questione, così ho pensato di utilizzarli non in brodo come da tradizione emiliana, ma quasi asciutti, proprio per esaltarli al massimo nella loro "veracità".

Mi è venuto in mente di straforo un piatto che ho di recente assaggiato a Napoli, la pasta cacio e cozze, in cui la sapidità dei mitili si accoppiava perfettamente con quella del pecorino. Un profumo di mare ed "un sospetto" di limone ad accompagnare il parmigiano mi sembrano la giusta intuizione anche per i npstri passatelli, insieme all nota di erba della santoreggia, aroma insieme deciso e delicato che gioca bene con la loro noce moscata, elegando il tutto con la dolcezza di una cipolla strutta fino a quasi sciogliersi. Non una minestra, non una pasta asciutta alla fine ma una lieve via di mezzo:


Passatelli e cipolle al limone e santoreggia con emulsione di colatura di alici
ingredienti per due o tre persone:
300 gr. di passatelli alla noce moscata (*)
1 cipolla
1/2 limone
1 cucchiaino di santoreggia tritata (oppure un mix di timo e salvia) + un pizzico per decorare
1 cucchiaio di colatura di alici
brodo vegetale
2 cucchiaini di olio extravergine leggero
sale

Affettare la cipolla sottile e lasciarla stufare con un cucchiaino di olio a fuoco basso insieme ad un pezzetto di scorza di limone ed alla santoreggia, bagnando gradualmente con qualche cucchiaio di brodo per evitare che la cipolla si dori e lasciandola cuocere piano piano per una ventina di minuti, fino a che è morbidissima.

Nel frattempo lessare i passatelli nel brodo bollente e poi scolare, emulsionare tre cucchiai del brodo di cottura con l'altro cucchiaino di olio e la colatura di alici e versare sui passatelli, tenendoli in caldo.

Alzare il fuoco delle cipolle per asciugare leggermente il fondo, eliminare la scorza di limone e regolare di sale, quindi miscelare ai passatelli con il loro fondo.

Dividere in ciotole individuali e servire spolverizzato con scorza di limone fresca grattugiata finissima ed un altro pizzico di santoreggia.
(* farò i passatelli in casa a breve fotografando anche i passaggi... Per chi volesse portarsi avanti senza usare quelli confezionati:

preparare un impasto molto consistente con
70 gr. di pangrattato
1 cucchiaio scarso di farina
100 gr. di parmigiano grattugiato
1 uovo + 1 tuorlo piccolo
scorza grattugiata di 1/2 limone
1 abbondante grattata di noce moscata
1 pizzico di pepe
pochissimo sale

Premere l'impasto con l'apposito ferro oppure dentro un passapatate, tenendo i passatelli ben separati e gettarli poi velocemente nel brodo bollente.)
  • rivoli affluenti:
  • la mia prima volta con dei passatelli "asciutti" era colpa dell'emiliano verace Bruno Barbieri, da cui ho imparato anche le dosi per i passatelli tradizionali. Ne ha data una versione interessante anche in: Bruno Barbieri, Squisitamente senza glutine, Bibliotheca Culinaria.

Commenti

  1. siiiiiiiiiiiiiiii, mi piacciono tanto tanto.

    RispondiElimina
  2. @enrico: be', citare ogni tanto Artusi procura una certa soddisfazione...

    @mariuzza: immagino... sono decisamente più mediterranei della zuppa norvegese!

    RispondiElimina
  3. Versione raffinata, elegante ed intelligente! Ha l'aria di essere stata buonissima.

    RispondiElimina
  4. @patrizia: cos'è questo tono di rimpianto?! Davavvero ci vuole un attimo: assaggiala!

    RispondiElimina
  5. Assolutamente mediterranei ed intriganti!

    RispondiElimina
  6. @illuppoloselvatico: maccciaoooo! Grazie, mai intrigante quanto il tuo favoloso post sul riso, sei stata bravissima.

    RispondiElimina
  7. L'amica strepitosa che ti ha donato questo oggetto mi sa che meriterebbe un post apposito: un regalo per te più azzeccato di questo l'ho visto raramente!

    Aspetto con ansia la sequenza fotografica dei passatelli. Se ti può far comodo recentemente l'ho visto utilizzare da Laura Ravaioli sul Gambero Rosso. Forse su You Tube riesci a recuperare il video...

    RispondiElimina
  8. @virò: ho memoria dei gesti della nonna emiliana di un vecchio fidanzato a farmi da traccia, ma in cocnreto proporrei un'alternativa alla Ravaioli: vieni qui e proviamoci insieme, tu, io e l'amica strepitosa!

    RispondiElimina
  9. E mica è una cattiva idea!

    Beam me up, Scott! (Acc...ci dev'essere un guasto al teletrasporto!)

    RispondiElimina
  10. @virò: potremmo chiamare Grei ad aggiustarlo...

    RispondiElimina

Posta un commento

post più popolari

MTC di settembre 2014: un sacco di riso!

Diceva un vecchio slogan anarchico: "con l'ironia abbatteremo il potere e un sacco di riso lo seppellirà".  A no? Erano risate?! Va be'... per un MTC di questa portata ci si può anche concedere una licenza! Premessa... ... avevo scritto un post lunghissimo per raccontare perché e per come ho scelto questo tema per l'MTChallenge di settembre 2014. Poi l'ho ridotto della metà, lasciando solo alcune note che mi sembravano indispensabili, e l'ho mandato alla Gennaro per un parere.  E lei ha detto che un terzo di quanto le ho mostrato era già troppo! Allora ho ricomposto alcuni dei contenuti in articoli di supporto da pubblicare più avanti ed ho cassato il resto. Qui è rimasto il riassunto della selezione della selezione, ovvero il puro tema dell'MTC. Che, mi spiace, adesso vi tocca leggere per intero! Se scegliere un ingrediente invece che una ricetta tende ad allargare gli orizzonti, questa volta scegliere IL RISO , come capirete, li spalanca fran

a tu per tu con il Fleischkäse svizzero, questo sconosciuto di famiglia

Nel curioso elenco dei cibi svizzeri che hanno caratterizzato la mia infanzia mi rendo conto che, fatto strano, sul blog non ho ancora parlato del  Fleischkäse, una via di mezzo tra un polpettone ed un würstel gigante di cui da bambini venivamo spesso nutriti. Ma un episodio di vita vera me lo ha messo sotto il naso proprio l'altro giorno, ed eccomi qui con il mio reportage storico-familiare. Alcuni Svizzeri, come quelli di casa mia, vivono il   Fleischkäse come un salume, da comprare pronto, intero o affettato sottile in buste, da servire in tavola come fosse prosciutto cotto o da infilare nei panini per merenda con maionese, senape e cipolline sottaceto (Be'... che c'è?! Se mia mamma per evitare che noi figli mangiassimo troppa Nutella la teneva in frigo ad indurire, così era più difficile da spalmare e sul pane se ne metteva di meno, perché stupirsi di quella che lei invece considerava una merenda "sana"?!) Altri amanti del  Fleischkäse  lo compran

una salsa di cipolle svizzera per würstel e per mamme lavoratrici

Lo so: sono rimasta indietro di una puntata! Parlavo di  ricette svizzere  quando un'irrefrenabile tentazione di cibo americano  si è intrufolata in cucina ed ha avuto  la meglio. Riprendo ora il filo con un piatto che ho proposto pochi giorni fa anche alla mia cara mammina svizzera in occasione del suo compleanno: Bratwurst con salsa di cipolle. L'aspetto curioso non sta tanto nel tipo di würstel utilizzato, una salsiccia bianca di vitello il cui nome per alcuni significa "salsiccia di carne spezzettata" e per altri "salsiccia da arrostire". In Germania di solito viene speziata in modo deciso con pepe, noce moscata e/o cumino, mentre in Svizzera il suo sapore è molto più delicato. In Ticino ne esiste una versione mignon, una "collana" di micro-salsiccine detta cipollata  non perchè contenga cipolle ma perchè, appunto, di solito si serve in salsa di cipolle. Ma, a casa della mia mamma lavoratrice senza tempo ne' passione per la cucina,

MTC giugno 2011... verso Oriente!

Continuo a pensare che le giudici  titolari  e aggiunte  dell'MTC fossero completamente fuori quando hanno passato a me il testimone e nessuno potrà convincermi del contrario, anche perchè potevano ben immaginare in che gorgo storico-etnico-confusionale avrei trascinato la sfida... ma si sono fidate lo stesso! No, è oggettivo: non possono essere completamente normali... Accertato questo, dichiaro anche di non essermi mai emozionata tanto nello scrivere un post e soprattutto nel proporre una ricetta, sentendo tanti occhi puntati addosso ed il fiato trattenuto di tanti MTC addicted... Ebbene sì, rilassatevi (o disperatevi) pure: come temevate, questa volta si va davvero tutti in Giappone! Niente succede per caso, si sa. Tanto è vero che l'eterno girovagare di Marco Polo (a cui faccio da qualche tempo da vivandiera ) l'ha portato proprio a questo punto del suo viaggio a confrontarsi con  Cipango , il Paese del Sol Levante... Come potevo non cogliere il suggerimento di un s

peperoni farciti alla croata: massaia batte bustina millemila a zero!

Riprendere a parlare di cucina non è facilissimo, soprattutto con il tono scanzonato che avevo in mente per questo post. Mi limiterò all'aspetto "documentaristico" ed umano, che l'umore magari sa beneficiare della concentrazione e della dolcezza richieste da una simile impostazione. Dopo una lunga serie di articoli e ricette a base di riso penso di cambiare direzione dedicandomi ai peperoni bianchi croati che di solito si cucinano ripieni di carne, per scoprire poi che nella farcia è presente riso crudo. Quando si dice il caso... I peperoni bianchi, babura paprika, in Croazia sono reperibili facilmente proprio in questa stagione. Ne ho in frigo tre e decido di prepararli, appunto, come  punjene paprike , ovvero farciti e cotti nel pomodoro, ricetta tipica che con piccole varianti è diffusa anche in altri Paesi limitrofi e che ogni famiglia, ovviamente, prepara secondo i propri criteri. La versione più semplice prevede di profumare carne trita di manzo o m

riso Otello: un nero integral(ista)

Il primo giorno di autunno una ricetta con le ultime verdure estive, che sono ancora buone visto che sembra far più caldo ora che nei mesi trascorsi... Sollecitata da alcuni dubbi posti sulle modalità di cottura del riso integrale e sull'utilizzo di varietà di riso "esotiche", ho pensato di provare le risposte sul campo e chiarire soprattutto le idee a me stessa, la prima che ha tutto ancora da imparare. Così, per prendere due piccioni con una fava, ho scelto un riso sia nero che integrale. No, non famoso ed idolatrato riso Venere, fantastica varietà di nobile origine cinese che, grazie a opportune ibridazioni, ora è coltivato anche in Italia.  Ho pescato  invece una varietà tutta italiana: il riso Otello, che deriva anch'esso da varietà cinesi ma è di concezione e di coltivazione tutta nostrana. Chissà se il  nome è stato ispirato ispirato dal famoso personaggio shakespeariano, dalla sua pelle scura e dalla sua natura piuttosto integral ista... Si utilizz

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!