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Napoli mi insegna

A Napoli un'altra volta. Inevitabilmente... Un paio di giorni in quella città quando l'anno si avvicina alla conclusione sono diventati una specie di rito salvifico.

Anche se ci sono stata da qualche settimana, quando il clima natalizio era ancora solo in preparazione, mi sono resa conto che scenografie e decorazioni a tema non c'entrano. Ogni volta che mi capita di vivere Napoli sento che è la città in se per me in qualche modo consolatoria. Come una specie di Avvento privato.

Non so come, per me Napoli rappresenta sempre un'esperienza anche spirituale, che mi avvicina alle cose buone e calde, alla bellezza del piccolissimo, alla forza d'animo della sopravvivenza a tutti i costi, alla speranza che tutta la fatica del vivere in realtà abbia davvero uno scopo e che  il mistero di questa fatica apparentemente vana faccia parte del gioco.

Forse perché Napoli è ai miei occhi è città maestra di svelamenti, che sorprende con finestre che regalano affacci imprevedibili su chiostri antichi


oppure con pozzi di luce accuratamente nascosti tra le viscere dei palazzi più bui.


E' maestra di fede, confusa com'è tra devozione e scaramanzia,


con protettori sull'uscio di casa come lari contemporanei,


con l'innocente baldanza di scherzare coi santi,


e con la secolare, quotidiana familiarità con il fatalismo.


E' una città maestra di nutrimento, che da e da secoli si occupa di sfamare, senza distinzione tra corpo e spirito


e nutre perché è madre avvolgente e insieme maestra di vita. Di fatto da sempre presepe vivente...



E' per me maestra di serenità, quella che viene a patti con la miseria gioendo di piccole cose,


quella che sa godersi il lusso quotidiano di usare della bellezza senza quasi necessità di coscienza.


Napoli mi è maestra di vita e mi racconta, ogni giorno, che nonostante tutto l'acquaviva non può fare a meno di scorrere...


In cerca eterna io di definizioni, Napoli mi insegna il rilassante silenzio dell'indeterminatezza. In ogni cosa.

Anche a tavola: pasta e cocozza, ad esempio, è dolcemente confortante, cremosamente nutriente. E' semplice, buona, senza necessità di definire se sia una minestra o una pastasciutta...

Impara acquaviva: taci, spegniti, abbandonati. Gustati quello che viene dalla vita per come arriva. Mangiati un piatto caldo di pasta e cocozza...


Pasta e cocozza - Pasta e zucca alla napoletana
ingredienti per 8 persone:
1200 gr. di polpa di zucca napoletana, al netto di scorza e semi
600 gr. di munnezzaglia (pasta mista) o di tubetti
2 spicchi di aglio
1 peperoncino secco
3 cucchiai di prezzemolo tritato
100 gr. di parmigiano grattugiato
3 cucchiai di olio extravergine
sale

Tagliare la zucca a dadi da un paio di centimetri; sbucciare e schiacciare l'aglio; tagliare il peperoncino per il lungo e provarlo dei semi interni (solo se si preferisce un piccante mitigato).

Insaporire l'olio in un tegame di coccio con aglio e peperoncino, unirvi quindi la zucca e cuocerla per qualche minuto a fuoco vivo, in modo che appena cominci a dorarsi sui bordi.

Abbassare la fiamma, salare ed unire un po' di acqua calda, qualche cucchiaio giusto perché il fondo smetta di sfrigolare, coprire e lasciar stufare la zucca per un'ora abbondante, rimestando di tanto in tanto ed aggiungendo se serve ancora poca acqua, fino a che la zucca si spappola sotto il mestolo e poco per volta forma una crema pastosa ed asciutta, con qualche pezzettino qua e là un pochino più consistente.

L'aglio si sarà disfatto nella crema, il peperoncino invece va levato (o, se piace, tritato fine e riaggiunto nel tegame). Le ricette più diffuse in rete prevedono a questo punto di lessare la pasta a parte fino a metà cottura, scolarla ed unirla alla zucca.

A me hanno insegnato invece ad allungare la zucca con altra acqua calda fino ad ottenere la consistenza di un passato di verdura, regolare di sale ed unire a questo punto la pasta cruda. Appena la zucca comincia a sobbollire coprire il tegame, spegnere ed aspettare 10-15 minuti, in modo che la pasta cuocia per inerzia con il calore residuo e si gonfi del sapore di zucca.

Quando la pasta ha raggiunto la consistenza voluta, condire con il prezzemolo e con abbondante parmigiano, mescolare bene e servire fumante, con ancora una spolveratina di formaggio.


E' buonissima anche il giorno dopo, riscaldata, anche se ovviamente la pasta sarà un pochino morbida.


  • rivoli affluenti:
  • La zucca napoletana è di forma allungata, con la scorza gialla e la polpa arancione chiaro. Dopo la cottura risulta leggermente meno dolce di quella mantovana. Se si usa un altro tipo di zucca conviene dunque usare un pizzico in più di sale.
  • Qui ho utilizzato la pasta ammiscata o munnezzaglia, ovvero un misto di formati diversi, i più grandi spezzettati per uniformarsi grossomodo alle dimensioni degli altri. Sono gli avanzi dei singoli tipi di pasta che non bastavano per preparare un piatto completo e, secondo una sana tradizione che in cucina non butta via niente, venivano conservati insieme agli altri rimasugli fino a che ce n'era a sufficienza per costituire delle porzioni come si deve. La versione più storica di questo piatto sembra però preferire i tubetti, che fuori Napoli fatico a trovare. Sono sostanzialmente dei ditalini un po' più grandi e lisci.

Commenti

  1. Sei nordica ma un cuore terrone... :)

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  2. @Gambetto: credo che tu stia sbagliando...secondo me è proprio terrona, con giusto un pizzico di razionalità nordica (ma solo un pizzico, eh?!)

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  3. e intanto buone feste a te e a tutti i tuoi lettori!!!

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  4. @gambetto e virò: non saprei dire quanto al momento sono davvero nordica outside e terrona inside... secondo me continua ad essere un misto indefinibile!

    @enrico: grazie, un abbraccio a voi davvero sentito

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  5. Devo dire che ha Napoli ci ho lasciato il cuore.Non ci vado da tanti anni e le tue foto hanno fatto riaffiorare tanti ricordi...
    Ogni tanto faccio una cosina che potrebbe essere la versione estiva della tua pasta e cocozza (con le zucchine).Penso sia tratta dal libro di Bugialli Foods of Naples and Campania,una dichiarazione d'amore dell'autore a questa straordinaria citta'.Mi copio subito la tua ricetta.
    A prestissimo, ;)

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  6. grazie arté! per te ed i tuoi cari delle feste serene e ricche di piccole gioie

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  7. Ciao Annalena, passo per gli Auguri, gli Auguri veri, quelli fatti col cuore, col mio cuore che tu conosci tanto bene. Un abbraccio forte, forte ♥

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